Da thomas Mer Mar 06, 2013 5:00 pm
SI RACCONTA CHE....Nel tempo in cui sulla terra non esisteva ancora l’albero dell’ulivo, né gli uomini godevano dei suoi frutti, vivevano ad Amicle, in Laconia, due giovani amici buoni e belli: Eispnelas, il maggiore, e Aitas, il minore. Abitavano entrambi fuori dal villaggio, presso il fiume Tiasa, e frequentavano con grande assiduità il non lontano santuario di Apollo Amicleo. Mai i due adolescenti mancavano alle Iacinzie, che vi si celebravanο ogni estate in onore del dio e del suo giovane amico Giacinto! Il dio, da parte sua, ogni anno gioiva nel vedere quale profondo e sincero affetto unisse i due amici. Una volta, finite le cerimonie del primo giorno di festa, Eispnelas e Aitas si fermarono davanti all’altare del dio e, spinti da una forza sconosciuta, formularono in cuor loro la stessa, identica preghiera: ”Apollo, divino Kouros, che proteggi ed ascolti i giovani che a te si rivolgono con cuore sincero, sii propizio a questo mio caro amico ed a me e fa sì che la nostra amicizia non venga mai cancellata da Kronos che tutto divora. Ti scongiuro, splendente Signore dell’Armonia, ascolta la mia preghiera!”. Apollo ne rimase profondamente commosso e decise di esaudirli: mentre i due amici, abbracciati e felici, uscivano dal santuario, li trasformò in un meraviglioso ulivo, già carico di frutti. Alcuni mercanti ebrei, venuti per la festa dal vicino porto di Gizio, vedendo il prodigio, esclamarono: ”El aia…!”, che nella loro lingua significa:”È stato Dio…!”. Gli abitanti del luogo pensarono bene di usare l’esclamazione dei pii stranieri,΄ελαία, per indicare il nuovo albero dai preziosi frutti. Albero che divenne subito segno di benedizione, di benessere e di pace. Albero di cui gli uomini non avrebbero mai più potuto fare a meno. Come dell’amicizia.