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    DIVORZIO ALL'ITALIANA

    annika
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    C'è un pò di Divino in te!
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    Messaggio Da annika Lun Ago 20, 2012 6:57 am

    DIVORZIO ALL'ITALIANA

    Un film di Pietro Germi. Con Leopoldo Trieste, Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli, Daniela Rocca, Lando Buzzanca.
    Commedia, b/n durata 120' min. - Italia 1962.

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    Nell'ipotetica città siciliana di Agramonte (Ispica) vive il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè (Marcello Mastroianni). L'uomo è coniugato da dodici anni con l'assillante Rosalia (Daniela Rocca), una donna ormai bruttina ma ardente d'amore per lui. Nel frattempo, è innamorato della propria cugina, la sedicenne Angela (Stefania Sandrelli). La legge italiana non ammette il divorzio, ma è ancora previsto il delitto d'onore, un caso di omicidio punito con pena più mite e molto frequente in Sicilia.[3] Fefè tenta allora disperatamente di trovare alla moglie un amante, per poterli sorprendere insieme, ucciderli, usufruire del beneficio del motivo d'onore e - scontata la lieve pena - sposare finalmente l'amata. Non ci riesce, ma la sorte gli viene incontro. In seguito a un litigio con il marito, Rosalia, sentendosi abbandonata, cerca conforto in Carmelo Patanè (Leopoldo Trieste), un suo vecchio spasimante creduto morto in guerra e poi tornato. Fefè, venuto a sapere della vecchia relazione, favorisce gli incontri e spia i potenziali adulteri. Finché un giorno scopre che si sono finalmente dati appuntamento, in occasione dell'arrivo in città del film La dolce vita, che richiama tutto il paese. Il barone va al cinema, ma nel mezzo della proiezione rincasa allo scopo di sorprendere gli amanti. Questi, però, anziché consumare il tradimento fuggono. Venuta a mancare la flagranza, che avrebbe giustificato lo stato d'ira preteso dalla norma sul delitto d'onore, Fefè si finge malato e incapace di reagire. Si attira così il disprezzo di tutti i concittadini, intenzionalmente, per creare condizioni di disonore sufficienti a giustificare lo stesso il suo gesto. Nel frattempo lo zio Calogero (Ugo Torrente), padre di Angela, muore d'infarto scoprendo casualmente la tresca della figlia con il nipote. Al funerale fa la sua apparizione Immacolata, moglie di Patanè, che umilia pubblicamente Ferdinando, sputandogli in faccia. Grazie a don Ciccio Matara, boss locale, il barone viene a conoscenza del luogo dove sono nascosti i fuggiaschi. Giunto sul posto, trova Immacolata che ha già vendicato il suo onore uccidendo il marito. Non gli resta allora che fare altrettanto con Rosalia. Condannato a tre anni di carcere, sconta una pena inferiore beneficiando di un'amnistia, e torna infine in paese dove finalmente sposa la bella Angela. Ma, dopo pochi mesi, in viaggio di nozze qualcosa (o meglio qualcuno) mette già in dubbio la felicità dell'unione. Nella scena finale infatti, Angela sdraiata sul ponte di una barca bacia il neo marito Fefè, mentre con un piede carezza quello del giovane timoniere.

    Fonte My Movies e Wikipedia


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