Ieri, siamo stati a visitare il Castello di Bracciano!
...non ho portato la fotocamera...bibuccia sbadata, ma tanto era vietato scattare foto....Il castello di Bracciano è probabilmente uno dei più scenografici e affascinanti del Lazio grazie alla sua posizione dominante sul lago, il secondo per estensione della regione, e al suo perfetto stato di conservazione che lo rende uno tra i più importanti d’Italia.
Fu fatto erigere per volere di Napoleone Orsini, membro della famiglia feudataria del luogo, a partire dal 1470 sull’antica rocca proprietà dei precedenti signori, i Prefetti di Vico, che per secoli si tramandarono la carica di prefetto di Roma, il rappresentante del potere imperiale nella città dei papi. Dalle fattezze tipicamente militari, come si deduce anche dalla profonda strombatura delle finestre di circa cinque metri, l’edificio originario aveva forma quadrangolare con torri cilindriche angolari e mastio centrale. I lavori di ampliamento intrapresi da Napoleone avevano lo scopo principale di conferire all’edificio una struttura prettamente militare, caratteristica che lo rende ancora oggi un formidabile esempio di architettura fortificata.
Tuttavia tra il 1480 e il 1491 venne rinnovato dal figlio, Gentil Virginio, su progetto probabilmente di Francesco di Giorgio Martini, architetto già attivo ad Urbino per Federico da Montefeltro, con l’intento di attribuirgli anche funzioni di residenza civile. Il castello è anche infatti una tra le dimore gentilizie più interessanti d’Italia. Venne scelta una pianta irregolare, per via del dislivello del terreno che rese necessaria una sistemazione planimetrica a stella; i due edifici furono poi raccordati con ambienti scavati nella roccia. E’ circondato oggi da due cinta di mura, la prima che racchiude l’intero borgo, la seconda il castello vero e proprio. Particolarmente suggestiva è inoltre la passeggiata sul camminamento di ronda da cui si goda una strepitosa vista panoramica del lago.
Passò in proprietà alla famiglia Odescalchi nel 1696, poi a quella Torlonia nel 1803, infine tornò di nuovo agli Odescalchi nel 1848. Ospitò, tra gli altri, nel 1494 anche re Carlo VIII durante le sue campagne di conquista dell’Italia.
La straordinarietà del castello non consiste unicamente nella sua pressoché perfetta struttura esterna, ma risiede anche nella preziosità delle decorazioni dei saloni interni, affrescati già a partire dal 1491 durante i lavori intrapresi da Gentil Virgilio. Sono infatti di questo periodo ed attribuibili ad Antoniazzo Romano e alla sua bottega, il ciclo di affreschi con figure femminili della sala V, dove la celebrazione della donna e della natura offre uno spaccato realistico e vivace delle attività di corte dentro e fuori la rocca; le Scene della vita di Gentil Virginio Orsini nella sala dei Trofei di caccia e le decorazioni della Camera Rossa detta di Isabella, protagonista della leggenda che la vuole insaziabile amante di uomini di cui si sbarazzava attraverso un trabocchetto aperto nel corridoio adiacente, scaricandone i corpi direttamente nelle acque del lago.
Coevi a questi affreschi poi anche quelli della cosiddetta sala del Pisanello che, nonostante l’indicazione, sembrano essere stati eseguiti da un artista più vicino piuttosto alla maniera del Pollaiolo, così come quelli della Sala di Ercole decorata dalle celebri fatiche del semidio.
La Camera Papalina invece, nota per aver ospitato papa Sisto IV nel 1481 mentre sfuggiva dall’epidemia di peste che aveva colpito Roma, conserva grottesche del 1561 eseguite da Taddeo Zuccari, uno dei maggiori esponenti del manierismo romano. Infine, la Sala Orsini custodisce due busti attribuiti a Gian Lorenzo Bernini.