Alexander si allena nella palestra dell’Istituto, ama allenarsi, ma non fa altro da quando è arrivato, più di una settimana prima. Ha intravisto suo zio due volte, in entrambi i casi è stato liquidato, gentilmente, e senza spiegazioni, solo con una vaga promessa di parlare, cosa che non si è ancora verificata. Dire che è frustrato non rende l’idea, si è ridotto a sessioni di esercizio solitarie, nessuno vuole più battersi contro di lui, gli shadowhunters sono coraggiosi, ma non amano perdere e, al momento, Lightwood non va sfidato, non fa bene al morale farsi massacrare da uno yankee.
Magnus si sente frustrato, più di una settimana di indagini e non ha cavato un ragno dal buco. Ad aumentare l’avvilimento, Ragnor, con quella sua assurda idea. Non avrebbe chiesto aiuto ad un Lightwood nemmeno per affilare i coltelli della cucina. Specie quel particolare Lightwood, che, dannatamente, non riesce a a togliersi dalla mente. L’idea dell’amico stregone è assurda, inattuabile, inutile!
Come evocato dai propri pensieri, ecco arrivargli un messaggio di fuoco da Ragnor: “Magnus, smetti di comportarti come uno stregone di 100 anni ed agisci da adulto! Sai bene che Lightwood è la sola soluzione possibile!”
Ben due punti esclamativi in due righe di testo, l’ho davvero fatto arrabbiare. Pensa Magnus.
Il locale è quasi deserto, un paio di seelie al bar, due vampiri che giocano a biliardo e una coppia di stregoni ad un tavolo. Magnus si guarda intorno, di solito predilige posti più animati, ma ha bisogno di tranquillità per spiegare a Ragnor che devono trovare un altro modo di agire, uno che non includa lo shadowhunter.
“Stranamente puntuale, se l’hai fatto per non far aumentare la mia collera, è stata una mossa saggia” esclama Ragnor.
“Sono sempre puntuale, sei tu che arrivi in anticipo, solo per poterti lamentare del mio ritardo” risponde Magnus con un tono leggero e divertito.
“Come procedono le indagini?” un sardonico Ragnor all’amico.
“Va bene, hai vinto tu! Rispiegami il tuo piano geniale, ma, soprattutto, perché uno shadowhunter, un Lightwood, dovrebbe accettare di collaborare con un Nascosto” sbotta Magnus irritato.
Non gli piacciono le feste; in generale, quelle in maschera; in particolare, ma è un ospite in terra straniera, non è il più socievole dei nephilim, non si è fatto amici, specie dopo aver distrutto l’ego di quei pochi che hanno accettato di allenarsi in combattimento, e, soprattutto, sua madre non gli perdonerebbe mai di aver disertato un ricevimento del Clave. A malincuore, con una maschera nero e argento calata sul viso, Alexander entra nel salone da ballo.
“Intrufolarsi in una festa organizzata dal Clave continua a sembrarmi una pessima idea, Magnus” puntualizza preoccupato Ragnor, alle prese con una vistosa maschera decorata di piume e lustrini.
“Quale posto migliore per sedurre un nephilim se non un salone colmo di altri nephilim, Ragnor?” risponde Magnus, lanciando un ironico sguardo da sotto la maschera blu e oro che gli copre quasi interamente il viso.
“Non ho mai parlato di seduzione, mettilo al corrente del pericolo che corriamo, sono certo che sarà lieto di collaborare, dopotutto, è a rischio il mondo dei Nascosti ma anche quello dei nephilim”
Con un gesto dell’elegante mano ingioiellata, Magnus saluta l’amico e si dirige verso l’ingresso della terrazza, ha visto un’alta figura uscire dalla portafinestra. Riconoscerebbe quell’andatura felina dovunque..
Ha resistito circa 5 minuti, 4 più di quelli previsti. Decisamente non è tipo da feste. La terrazza gli è parsa la proverbiale ancora di salvezza. Lontano da musica, chiacchiericcio, stupidi convenevoli e dal rischio di dover ballare. Decisamente il timore maggiore. Il flusso di pensieri si interrompe all’istante, Alexander ha percepito una presenza alle sue spalle, dalle condizioni del suo battito impazzito, è certo dell’identità della persona appena sopraggiunta.
“Signor Bane, ci incontriamo nuovamente” Esclama Lightwood.
“Nemmeno un’esitazione, sono stato riconosciuto all’istante. Dovrò licenziare il mio sarto, mi aveva assicurato che avrei mantenuto l’anonimato senza sforzo.” Afferma Magnus, con tono frivolo.
Poi, in tono decisamente più serio, aggiunge:
“Signor Lightwood, vado dritto al punto, non amo i sotterfugi ed ancor meno le bugie, ho bisogno del vostro aiuto..”
Alexander ha ascoltato in silenzio la proposta dello stregone, fingersi amanti per poter indagare su una recente coalizione fra nephilim e demoni. E’ grave.. è grave che il primo pensiero sia stato: quando cominciamo? Il suo compito è, e sempre sarà, combattere per la conquista del Bene sul Male, non puo’ permettersi distrazioni. Accetterà, ma solo tenendo in mente l’obiettivo finale: scovare, scardinare, dissolvere, terminare, distruggere la minaccia.
Fine quarta parte.