Ninotchka
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Un film di Ernst Lubitsch. Con Melvyn Douglas, Alexander Granach, Greta Garbo, Bela Lugosi. Commedia, b/n durata 110 min. - USA 1939.
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Un film di Ernst Lubitsch. Con Melvyn Douglas, Alexander Granach, Greta Garbo, Bela Lugosi. Commedia, b/n durata 110 min. - USA 1939.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] | Melvyn Douglas 5 Aprile 1901 Interpreta Il conte Leon d'Algout | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] | Alexander Granach 18 Aprile 1893 Interpreta Kopalski | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] | Greta Garbo 18 Settembre 1905 Interpreta Nina Ivanovna 'Ninotchka' Yakushova |
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] | Bela Lugosi 20 Ottobre 1882 Interpreta Il commissario Razinin | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] | Ina Claire 15 Ottobre 1893 Interpreta La granduchessa Swana | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] | Sig Ruman 11 Ottobre 1884 Interpreta Michael Simonavich Iranoff |
Tre funzionari sovietici, in missione in Francia per vendere dei gioielli, sono "convertiti" ai piaceri consumistici da un aristocratico, amico intimo dell'ex proprietaria dei monili. Per ricondurli alla retta via arriva dalla Russia l'inflessibile Nina Ivanovna Yakusciova. Tra tensioni politiche e altre discrepanze la forza dell'amore nella Parigi di fine anni 30 avrà la meglio sul resto.
In Ninotchka (sceneggiato tra gli altri da Billy Wilder, prima di diventare regista) a Lubitsch non interessa il risvolto ideologico della storia non attribuendo troppa serietà al manicheo scontro comunismo/capitalismo e prendendosi gioco di una parte e dell'altra.
Sono piuttosto la messinscena e l'umorismo sottile delle battute a rilevare in una sapiente compressione di idee e significati in singole sequenze. Dopotutto il Lubitsch touch, il tocco di Lubitsch o alla Lubitsch ha segnato il cinema. Un regista innovativo in un'epoca in cui la settima arte era standardizzata su cliché fortemente collaudati in relazione alla tradizione dei paesi dove i film venivano realizzati.
Raffinato, audace, irriverente, elegante, fascinoso "il suo cinema è il contrario del vago, dell'impreciso, dell'inespresso, dell'incomunicabile, non ammette mai nessuna inquadratura decorativa, messa là per fare bella mostra: no, dall'inizio alla fine si è immersi nell'essenziale, fino al collo" come disse efficacemente François ruffaut.
Unico ruolo brillante nella carriera della "divina" Garbo, qui al penultimo film e all'ultimo capolavoro. La MGM pubblicizzò il film con lo slogan: "Garbo laughs!" ("La Garbo ride!") operando una sorta di demolizione del mito, preannunciandone un'umanizzazione. La pellicola è anche nota per essere una delle prime satire politiche alla Russia di Stalin di particolare impatto considerando la data di distribuzione nelle sale in Europa (un mese dopo l'uscita del film la Germania nazista invadeva la Polonia). Vietato in Unione Sovietica e nei suoi stati satelliti nel dopoguerra il film fu proibito anche in altri paesi europei per paura di "turbamenti all'ordine "pubblico" e risultava ancora inedito in Finlandia fino al 1988. Il film è stato candidato a quattro premi Oscar ma senza vittoria: era l'anno del trionfo di Via col vento.
Fonte: MYmovies
In Ninotchka (sceneggiato tra gli altri da Billy Wilder, prima di diventare regista) a Lubitsch non interessa il risvolto ideologico della storia non attribuendo troppa serietà al manicheo scontro comunismo/capitalismo e prendendosi gioco di una parte e dell'altra.
Sono piuttosto la messinscena e l'umorismo sottile delle battute a rilevare in una sapiente compressione di idee e significati in singole sequenze. Dopotutto il Lubitsch touch, il tocco di Lubitsch o alla Lubitsch ha segnato il cinema. Un regista innovativo in un'epoca in cui la settima arte era standardizzata su cliché fortemente collaudati in relazione alla tradizione dei paesi dove i film venivano realizzati.
Raffinato, audace, irriverente, elegante, fascinoso "il suo cinema è il contrario del vago, dell'impreciso, dell'inespresso, dell'incomunicabile, non ammette mai nessuna inquadratura decorativa, messa là per fare bella mostra: no, dall'inizio alla fine si è immersi nell'essenziale, fino al collo" come disse efficacemente François ruffaut.
Unico ruolo brillante nella carriera della "divina" Garbo, qui al penultimo film e all'ultimo capolavoro. La MGM pubblicizzò il film con lo slogan: "Garbo laughs!" ("La Garbo ride!") operando una sorta di demolizione del mito, preannunciandone un'umanizzazione. La pellicola è anche nota per essere una delle prime satire politiche alla Russia di Stalin di particolare impatto considerando la data di distribuzione nelle sale in Europa (un mese dopo l'uscita del film la Germania nazista invadeva la Polonia). Vietato in Unione Sovietica e nei suoi stati satelliti nel dopoguerra il film fu proibito anche in altri paesi europei per paura di "turbamenti all'ordine "pubblico" e risultava ancora inedito in Finlandia fino al 1988. Il film è stato candidato a quattro premi Oscar ma senza vittoria: era l'anno del trionfo di Via col vento.
Fonte: MYmovies