Victor Vasarely
Biografia
Victor Vasarely Pécs, 9 aprile 1906 – Parigi, 15 marzo 1997 è stato un pittore e grafico ungherese. È stato il fondatore del movimento artistico dell'Op art, sviluppatosi negli anni '60 e '70 e, insieme a Bridget Riley, il principale esponente.Vasarely trascorre l'infanzia nel suo paese natale, e a 12 anni manifesta le sue precoci tendenze artistiche con il quadro Bergère, un paesaggio. Nel 1925 si diploma, e incitato dal padre, studia all'università prima medicina, poi lettere. Nel 1927 compie il passo definitivo iscrivendosi all'Accademia artistica privata Podolini-Wolkmann. Lui aveva già un'ottima predisposizione al disegno, e la formazione artistica tradizionale (va detto che la interpretava già a modo suo) perfezionò la sua abilità. Quando termina l'istruzione artistica, il giovane Vasarely crea manifesti pubblicitari, numerosi studi di prossimi quadri (poi realizzati) e piccoli dipinti.
Nel 1929 Vasarely si trasferisce al Műhely, una scuola da lui definita "il Bauhaus ungherese", fondata nel 1927 da Sándor Bortnyik, un ex-professore di quest'ultima. Potremmo dire che Bortnyik "ha scoperto" Vasarely. Qui al pittore viene descritta l'arte senza bisogno di forma, senza bisogno di qualche aggancio con la realtà, ma che si propone di figurare ciò che non può essere rappresentato normalmente. In questo periodo riconosciamo un cambiamento nell'arte di Vasarely: fa molta più attenzione alla composizione geometrica dell'opera.
Nel 1930, dopo aver transitato per breve tempo attorno al De Stijl, si trasferisce a Parigi, il centro dell'arte di quell'epoca. Lì si sposa con Claire, conosciuta al Mühely. Nel 1931 nasce il suo primo figlio André, e pensa di fondare una scuola simile al Bauhaus. Nel 1934 nasce il figlio Jean-Pierre, noto poi come Yvaral. Fino la 1939 si dedica completamente al suo lavoro di artista pubblicitario. Intanto continua (senza né esporre né mostrare i suoi quadri) a studiare, sperimentando gli effetti ottici nella grafica, creando singolari rappresentazioni di zebre ed altri animali con contrasti tra il bianco e il nero. Vasarely, nel 1940 aveva conosciuto Denis René, un altro artista. In quell'anno muore Paul Klee. Negli anni tra il 1942 e il 1944 crea opere ispirandosi a lui e ad altri pittori suoi amici. Nel 1944 la galleria Denis René dedica una grande personale a Vasarely.
Il 1947 fu un anno particolare per Vasarely: cambiò infatti stile di pittura, iniziando con l'analisi degli astrattismi geometrici (le "forme nelle forme"): sassi, cerchi, quadrati, etc. Dal 1950 si sviluppa la Optical Art, detta Op-Art, e Vasarely si dichiara appartenente a quel movimento, avendo praticato altri studi sulla cinetica del bianco e del nero. Verso la fine degli anni '40 Vasarely acquista una cascinetta a Gordes. I quadri e le opere di questo periodo sono classificate sotto il periodo Gordes-Cristal, caratterizzato da forme semplificate e pochi colori, soprattutto giallo, verde e nero. Il quadro Pamir (1950) rende questa idea: il quadrato nero in primo piano e gli angoli esposti alle curve del soggetto centrale danno l'effetto che ci siano più piani spazialisovrapposti in movimento. Il periodo si conclude con il ciclo di opere Hommage à Malevič (realizzati tra il 1952 e il 1958), che appaiono come quadrati, rettangoli e rombi che ruotano su degli assi e sono simmetrici. Quest'opera ebbe due ruoli fondamentali: fu la rappresentazione del linguaggio figurativo svincolato dalla realtà naturale, e divenne un punto di riferimento per gli artisti che partivano dall'osservazione naturale per giungere all'astrazione. Nel 1954 progetta le prime astrazioni architettoniche.
Nel 1955 Vasarely espone alcuni quadri alla galleria Denise René con una tendenza al cinetismo subalpino insieme a Yaacov Agam, Nicolas Schõffer, Pol Bury, Jesús Rafael Soto, Jean Tinguely, Marcel Duchamp e Alexander Calder. Questa mostra divenne il primo accenno dell'Op Art, e prese il nome de: "Le Mouvement" ("Il Movimento"). Quel ciclo di quadri che lo rese famoso a livello internazionale era caratterizzato da un innato senso del movimento, quasi insolito negli altri movimenti pittorici della prima metà dell'Ottocento. Alcuni critici d'arte dell'epoca hanno definito il Mouvement una contrapposizione alla Pop Art di Andy Warhol. Infatti l'Optical Art è una concezione figurativa che affonda le radici in una tradizione di almeno mezzo secolo il cui tratto peculiare è la sempre maggiore aggressività nei confronti dell'occhio dell'osservatore. Seurat e Delaunay ispirarono Vasarely su questa teoria, soprattutto grazie agli studi chimici del Pointillisme. Da questo ha origine la Op Art vera e propria, la cui nascita è stata anche favorita dall'appoggio del critico d'arte Max Imdahl.
Josef Albers, che fu una importante fonte di idee per l'Op Art, elaborò la teoria del fatto fattuale e attuale. Questa consisteva una parte fondamentale per la comprensione di un'opera cinetica. Questa teoria sosteneva che l'"attuale" (ciò che l'opera è) era diverso dal "fattuale" (ciò che l'opera ci vuole comunicare, la reazione che il nostro cervello sviluppa dopo l'esposizione visiva). Vasarely, padre ispirato della neonata Op Art, rifletté per più di 5 anni sul come unire al meglio l'opera e colui che la guarda. Al fine coniò la seguente frase, che rappresentava la sua idea di Op Art: « La posta in gioco non è più il cuore, ma la retina, e l'anima bella ormai è divenuta un oggetto di studio della psicologia sperimentale. I bruschi contrasti in bianco e nero, l'insostenibile vibrazione dei colori complementari, il baluginante intreccio di linee e le strutture permutate [...] sono tutti elementi della mia opera il cui compito non è più quello di immergere l'osservatore [...] in una dolce melanconia, ma di stimolarlo, e il suo occhio con lui. »
Vasarely, per la mostra del 1955, scrisse Il Manifesto Giallo, nel quale espone le sue idee riguardanti l'invenzione di un linguaggio cinetico figurativo, basato sulla disposizione e la riproduzione in serie di figure geometriche con colori complementari diversi. Il filosofo francese Jean-Paul Sartre disse che Vasarely era "un artiste engagé", cioè un artista molto attivo sia dal punto di vista creativo che dal punto di vista morale e sociale. La serie di quadri dipinti utilizzando solo il bianco e nero, denominati "Noir et Blanc" si rifanno alla sua teoria esposta nel Manifesto Giallo.
Nel Manifesto Giallo del 1955 Vasarely espresse anche l'idea centrale della sua arte, l'"Unità plastica". Lui la definiva così: « Due forme-colori formano l'unità plastica, vale a dire l'unità di quella creazione artistica: e la persistente, onnipresente dualità viene finalmente riconosciuta inscindibile » (Victor Vasarely)
Semplificando, il principio dell'unità plastica è l'inserimento di forme una dentro l'altra con colori e sfumature diverse, come per dare un senso di movimento unilaterale alla figura. Nel 1959 ebbe quindi origine il tanto agognato alfabeto plastico, presentato ufficialmente nel 1963, con la serie "Folklore planetario". Le opere si questa serie di quadri sono caratterizzate da una scarsa gamma di sfumature; come composizione Vasarely utilizzò l'allineamento di cromatismi, cioè l'uso di forme incrociate perpendicolarmente di colore dalla più chiara alla più scura (nel caso specifico anche bianco e nero). In alcune opere, questa nuova concezione dell'alfabeto plastico da l'impressione che ci siano pezzi a incastro che vengono resi chiari o scuri a seconda della luce su di essi proiettata. La teoria di Vasarely sull'alfabeto plastico derivava in parte anche dal fondamento dell'arte astratta, cioè che la bellezza pura e universale è raggiungibile solo con l'armonia delle forme e dei colori elementari.
Addirittura si giunse a sostenere (come alcuni quadri di Vasarely davano anche a credere, tra l'altro) che i quadri di Vasarely costruiti secondo le leggi dell'alfabeto plastico potessero essere una verosimile rappresentazione dello spazio (i più gettonati erano le serie di quadri CTA, Vonal e Vega), cosa che alcuni nomi futuristici dei quadri stessi (intitolati a stelle, es. Cassiopea, o con nomi astronomici) e determinate situazioni dell'epoca non hanno fatto altro che ingrossare.
Gli anni sessanta e settanta sono stati il periodo più produttivo di Vasarely dal punto di vista artistico e culturale. Le due mostre, la prima nel 1965 al MOMA (Museum Of Modern Art) di New York intitolata "The Responsive Eye" e la seconda nel 1967, al Musée del'Art Moderne de la Ville de Paris, con il titolo di "Lumière et Mouvement", non hanno fatto che accrescere la sua fama, conferendogli l'immagine di artista enigmatico, da scoprire fino all'ultima "trasposizione geometrica", come le definiva lui.REALARTE