Anche Jeff Cooper fu in fluenzato da Ed Mc Givern. Con il suo talento naturale fu capace di stabilire uno strabiliante record: piazzò 5 colpi con il suo revolver su di una carta da gioco in due quinti di secondo ed alla distanza di 15 piedi! Per la cronaca, dobbiamo riferire che il tempo fu registrato con un timer collegato con l’arma stessa attraverso speciali sensori. Nel 1937 scrive il libro “il tiro veloce e voluttuoso con il revolver”. In questo libro si definisce per la prima volta il tiro da combattimento con il termine “tiro pratico”, definizione ampiamente mutuata da Jeff Cooper ed attualmente ricompresa nell’acronimo IPSC.
Jeff Cooper ha preso spunto anche dalle nuove tecniche di tiro introdotte dall’FBI. Siamo agli inizi degli anni ‘30: gli agenti dell’FBI furono autorizzati a portare armi nel 1934. L’addestramento fu affidato agli istruttori Jeter e Brantner. Essi introdussero per la prima volta il concetto di “tiro di qualificazione”: era nato il Practical Pistol Course ovvero il PPC. Il PPC è l’antesignano dell’IPSC e Jeff Cooper si ispirerà a questo tipo di tiro per indicare alcune primitive regole di sicurezza. Jeff Cooper stesso scrive in un suo famoso articolo: “…..Le primissime gare di tiro pratico iniziano nel 1947 ad opera di Howland, di Taft e mia”. “Il percorso di tiro”, questa è la prima traduzione di “Course of fire” consisteva in un totale di 50 colpi, sparati alle distanze di 10, 25 e 50 yards.
Siamo arrivati agli anni ‘50 quando inizia una nuova attività sportiva: il Fast Draw. Poche regole che, come indica il nome stesso di questa attività, tendono a premiare una velocissima estrazione dell’arma con conseguente sparo ad un palloncino. Vengono fondate 2 associazioni: La National Quick Draw Association e la American fast Draw Association. Immediatamente si capisce che queste 2 nuove associazioni dovevano unire le loro forze se volevano sopravvivere nel mondo del tiro d’azione. Dopo breve tempo, dalla fusione di entrambe nasce la National Fast Draw Association e l’editoriale della prestigiosa rivista americana Guns & Ammo (Luglio/Agosto 1956) affermerà che i club di fast draw sono più di 200 e che i praticanti superano di gran lunga le 5000 unità. Appare per la prima volta il concetto di “custom gun” ovvero le armi elaborate secondo esigenze del proprietario e viene introdotto per la prima volta sul mercato il timer elettronico. Costerà ben 129,50 dollari; se paragoniamo ai tempi d’oggi questa cifra di allora, corrisponde al costo pieno di ben 3 pistole Colt cal 45 sapientemente preparate.
Iniziano anche le prime dolenti note: si verificano tantissimi incidenti con armi perché l’addestramento e l’allenamento dei primi tiratori di action shooting è veramente a dir poco ……. lacunoso. Un successivo editoriale di Guns & Ammo ritiene che questi incidenti siano veramente deleteri per il mondo sportivo delle armi ed esorta tutti i praticanti definiti “….slow on the draw and quick on the trigger…” ad usare munizioni senza proiettile.
Per Jeff Cooper l’idea di usare armi che facevano solo rumore era assolutamente inaccettabile. Al contrario egli riteneva che la chiave di tutto fosse un corretto ed adeguato allenamento: per la prima volta si cominciava a parlare di sicurezza “attiva”. Fu proprio in questo periodo che Cooper coniò la sua famosa frase …”Possedere un’arma non significa essere armati, così come possedere una chitarra non significa essere musicisti”. E’ questo il periodo in cui Jeff Cooper proporrà le 4 regole di sicurezza da tutti noi conosciute, che hanno come titolo “Safety First”.
Siamo giunti alla nascita in Sud California della Bear Valley Gun Slingers. Le prime gare che si svolgono prevedono di sparare a dei palloncini. Si cimentano due tiratori per volta e contemporaneamente sulla stessa linea di tiro: era nato il man versus man, l’esercizio di tiro che gli appassionati più giovani conoscono con il nome di shoot-off. Le gare vengono svolte ogni mese e la richiesta di partecipazione era sempre più alta. I “Course of fire” sono ora esercizi che si svolgono sparando in movimento e sono denominati “Advanced Military Course”, Mexican Defense Course” e naturalmente …. Cooper Assault”. Rimarrà nella storia del tiro d’azione il gesto di quel tiratore che, tracciata una linea per terra con il tacco del suo stivaletto da cow boy, dichiarò che a sinistra si sparava e che a destra ci si riparava. Il tiratore in questione era Jack Weaver, promotore della omonima posizione di tiro. Weaver fu il primo a capire che un tiro a due mani sarebbe stato più veloce di un tiro con l’impiego di una sola mano e che il corretto impiego di tacca di mira e mirino era di gran lunga “tatticamente” più pratico del tiro istintivo dal fianco.
La Bear Valley Gun Slingers generò un grandissimo interesse per il “combat shooting” e pertanto nacque nel 1963 la South West Pistol League. Molti di noi ricorderanno che fra i fondatori c’era Jeff Cooper, probabilmente però, non tutti sanno che originariamente il nome comprendeva anche la parola “Combat” prima della parola “Pistol”. Fu però il Segretario di Stato della California che rifiutò la parola “Combat” nel titolo della Associazione, pena la messa al bando della associazione stessa. In questi anni Cooper tiene una rubrica sulla rivista Guns & Ammo dedicata al tiro pratico sportivo ed intitolata “Cooper on Handguns”: decine e decine di migliaia sono gli appassionati che vengono a conoscenza di questo nuovo sport e vogliono praticarlo. In un batter d’occhio arriviamo al 1976 quando la mitica “Columbia Conference”, tenutasi esattamente il 24 maggio 1976 sanciva la nascita dell’IPSC, ovvero dell’International Practical Shooting Confederation, l’attuale confederazione che governa e regolamenta il moderno tiro dinamico sportivo. Alla conferenza parteciparono 45 delegati di 14 nazioni, che si sarebbero successivamente chiamate “Region”. Non è possibile citarli tutti, si desidera qui elencare i nomi più significativi, senza togliere alcun merito a tutti gli altri. Jeff Cooper: sarà anche il primo Presidente dell’IPSC. Ray Chapman: primo campione mondiale e fondatore di una ben nota accademia di tiro negli Usa; Mike Harris: Range Master alla vecchia Accademia di Cooper la API (American Pistol Institute) – successivamente chiamata Gunsite. Ken Hackatorn: tutt’ora uno dei più grandi istruttori con armi automatiche leggere d’assalto, ha istruito oltre 3000 allievi compresi molti Navy Seal e Marines. Rick Miller scriverà sulla rivista American Handgunner di marzo/aprile 1978. “Nel silenzio della sala una voce gridò: “Jeff Cooper for President” ed immediatamente ed all’unanimità Cooper fu eletto per acclamazione. Viene approvato il primo regolamento, costituito di soli otto articoli e per la prima volta si pronuncia il motto dell’IPSC: diligentia, vis, celeritas. Con la parola “diligentia”, ovvero la precisione, si vuole indicare che le gare devono premiare i tiratori che effettuano un tiro preciso, con la parola “vis” si vuole salvaguardare questo sport dall’impiego di armi con poca energia cinetica e quindi non adatte ad un tiro da difesa. Infine con la parola “celeritas”, si vuole riconoscere un concetto basilare nel tiro per difesa: la velocità nel mandare a segno il colpo. Siamo però ancora agli albori del nostro sport ed il tiro dinamico moderno, quello attualmente praticato, arriverà dopo molto tempo ancora. Proseguiamo quindi la nostra narrazione mantenendo una sequenza descrittiva di tipo cronologico. Nuovamente Miller scriverà su Guns & Ammo di ottobre 1986: “…. Il nome IPSC non contemplava la parola “pistol” perché si prevedeva di promuove anche il tiro con armi lunghe”. E’ doveroso ricordare che l’attuale bersaglio in carta per carabina è stato disegnato personalmente da Jeff Cooper nel 1992 quando ormai si era da tempo ritirato dal circuito dell’IPSC.
Le tecniche di tiro si evolvono anno dopo anno ed in un servizio di Gun Digest del 1979 viene riportato che Bill Wilson riesce a concludere il famoso “Bill drill” (sei colpi a 10 yards sullo stesso bersaglio) in meno di 2 secondi. Siamo ormai giunti ai primi anni ’80. Ed ecco che la Colt 45 ACP che da sempre ha fatto da padrona nelle gare di tiro pratico, viene ulteriormente elaborata. Con American Handgunner di Marzo/Aprile 1981 viene allegato un catalogo di oltre 60 pagine che mostra tutti gli accessori per preparare le armi da tiro pratico. Da qui a poco uscirà il libro di Jerry Kuhnhausen dal titolo “The Colt 45 automatic, a shop manual”. Non c’è preparatore di armi per tiro pratico che non abbia sul proprio tavolo di lavoro questo libro.
E’ ora giunto il momento di aprire un altro capitolo della storia del tiro pratico sportivo, ma questa volta il capitolo è scritto in italiano. Proprio così: esattamente nel 1986, nasce la UITPS (Unione Italiana Tiro Pratico Sportivo). Renzo Branchini è il presidente della neonata Associazione ed i soci fondatori, così come appare dall’allegato “A” numero 3880/552 del collegio dei Notai in Milano sono: Giuseppe Laurenti, Angelo Pozzoli, Giuseppe Villa, Andrea Gavazzeni e Mario Riillo.
Il nuovo consiglio direttivo, fin dall’inizio si adopera per la diffusione di questo sport, organizzando le primissime gare che vengono indette sotto forma di "attività sperimentale". I tempi sono duri, molto duri, questo sport non viene ancora accettato né dalle Autorità di Pubblica Sicurezza nè dalla UITS che lo ostacola con tutte le sue forze. Poco dopo la UITPS cambia nome in AITPS (Associazione Italiana Tiro Pratico Sportivo). E’ questo un primo tentativo per cercare di smorzare gli attriti fra il tiro accademico ed il tiro dinamico.
Nel 1989 e fino al 1991 la rivista Diana Armi pubblica una serie di articoli, circa trenta, intitolati la “La febbre del tiro pratico”. Sono firmati da Riccardo Massantini. Rappresentano in quel momento lo stato dell’arte delle tecniche del tiro dinamico sportivo. In particolare “L’angolo della sicurezza” una rubrica all’interno degli articoli sul tiro pratico è fortemente innovativa: la sicurezza nel maneggio delle armi è considerata una necessità assolutamente prioritaria.
Si arriva al 1992. Nasce una nuova associazione: la AITDS. (Associazione Italiana Tiro Dinamico Sportivo). Essa viene fondata da: Franco Gussalli Beretta, Carlo Nelson Fiocchi, Alfonso Gianbelli, e Silvano Mignardi che si riuniscono in Milano il 29 gennaio 1992 e con rogito notarile numero 110153/9646 del Notaio Antonio Gallavresi danno un ulteriore input al nostro sport. Da questo momento in poi la parola tiro pratico viene definitivamente cancellata dal nostro vocabolario per essere sostituita con la parola tiro dinamico. Nel frattempo si stanno affermando le armi di tipo “Open”: sono tutte caratterizzate da una canna più lunga delle standard, montano una voluminosa ottica con punto rosso ed un compensatore. Le armi monofilari, quelle tanto care ai puristi di questo sport, andranno a scomparire dalla scena agonistica.
Nel dicembre 1996 la AITDS cambia nome in FITDS attraverso una variazione statutaria.
Siamo quasi giunti ai giorni nostri ed il resto della storia è nella memoria anche dei più giovani che si sono affacciati al nostro sport da pochissimi anni. E’ comunque doveroso menzionare, se pur velocemente, il palmares FITDS, un grande numero di medaglie che deriva da un profondo impegno non solo degli attuali tiratori e dirigenti, ma anche da parte di tutti i nostri cari amici che purtroppo non sono più con noi ma con i quali vogliamo comunque idealmente festeggiare anche con loro i nostri primi 20 anni di grandi successi.
La FITDS, ha attualmente 96 club, 1750 affiliati all’IPSC ed una struttura organizzativa solida essendosi data delle regole precise attraverso gli oltre 30 regolamenti approvati. Ha dato inoltre dimostrazione di sapersi adattare a regole di sicurezza ferree, alle leggi di Pubblica Sicurezza sempre più restrittive, alle norme di tutela ambientale ed alle mutate esigenze sportive dei propri tesserati, superando ogni volta qualunque ostacolo, così come appare da questo veloce escursus storico..