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    Messaggio Da APUMA Mar Nov 10, 2015 3:35 pm

    Arte Romantica

    L'arte romantica si sviluppa verso la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo in Germania, per poi diffondersi in Francia, Inghilterra, Italia e Spagna. L'arte romantica investe principalmente la pittura, per quanto abbia dato impulso ad un nuovo modo di concepire l'architettura e il restauro.

    Ideali dell'arte romantica
    La stagione romantica, preludio all'Arte moderna propriamente detta, si configura per dei tratti essenziali che connotano, più in generale, tutta la corrente del romanticismo:

    • Rapporto uomo-natura: la natura viene letta in chiave romantica come l'espressione del divino in terra, l'immanenza dell'assoluto nel mondo sensibile, di cui l'uomo non è che una caduca manifestazione. La natura con la sua bellezza fa scaturire nell'uomo sentimenti contrastanti in grado di terrorizzarlo quanto di rasserenarlo. Il catastrofismo, in particolare, suscita nell'animo umano un senso di inquietudine misto a orrore, ma là dove l'uomo riesca a cogliere in tutto ciò una qualsivoglia forma di bellezza, si realizza il concetto di sublime, così come teorizzò Edmund Burke.
    • Ritorno al passato medievale: si traduce in un vero e proprio tuffo nella fede, con opere che esprimono il bisogno di riconciliare l'uomo con Dio, un rapporto che è possibile ricucire in virtù di una ritrovata spiritualità. Si riprende il concetto di vanitas, così com'era percepito dal Masaccio e da altri artisti del primo Rinascimento, ossia l'ineluttabilità della morte. In pittura si è fatto largo uso di ruderismo per esprimere al meglio l'impossibilità dell'uomo e, più in generale, di tutte le opere umane, di fuggire alla decadenza. L'assenza di una netta prevalenza di uno stile rispetto a quello passato significò in architettura la compresenza nello stesso edificio di due generi a volte antitetici: si parla quindi di eclettismo storicistico.
    • Aspirazione all'assoluto e all'infinito: l'idea che lo spirito assoluto sia il modo con cui diviene la realtà è un'istanza propria dell'idealismo e traccia un filo comune a tutti i caratteri dell'arte romantica. L'uomo è una tappa necessaria dello spirito che se ne serve per perfezionarsi: l'essere umano vive in funzione di un infinito processo di automiglioramento dello spirito che immane alla realtà, una perenne tensione verso la perfezione (titanismo).
    • Senso di libertà e nazione: il nazionalismo così come veniva interpretato agli inizi dell'Ottocento ha poco a che fare con la sua degenerazione di fine secolo. Alla base dell'idea di nazione stava il principio di autodeterminazione dei popoli, per cui una comunità di individui unita nei costumi, tradizioni e religione definiva la nazione. La pittura romantica fu in alcuni casi particolarmente legata a fatti di cronaca recente in cui erano riportati questo tipo di episodi. Il contesto storico, più che negli altri casi, giocò un ruolo fondamentale: il Congresso di Vienna aveva cancellato tutte le conquiste della Rivoluzione francese e aveva ristabilito un ordine anacronistico rispetto alla mentalità dell'epoca.

    Pittura romantica
    La pittura è l'arte figurativa per eccellenza del romanticismo e assume sfaccettature molto diversificate a seconda del territorio in cui si è sviluppato. Tra i grandi precursori del movimento romantico ci fu Francisco Goya.

    In Inghilterra
    In Inghilterra si distinsero tre correnti artistiche: la corrente visionaria-onirica, la corrente del sublime e la corrente pittoresca. I massimi esponenti di ciascuna di esse furono rispettivamente William Blake, William Turner e John Constable.

    Blake dipinse principalmente visioni e sogni, sull'orma del pittore svizzero Johann Heinrich Füssli, per poi dedicarsi alla rappresentazione di episodi tratti da grandi classici del passato, in particolare la Divina Commedia e il Paradiso perduto (Paradise Lost) di John Milton.
    Turner incarnò nei suoi soggetti il sublime delle catastrofi naturali, dando espressione all'ardore e al dinamismo degli incendi ad esempio, secondo una tecnica che focalizzava grazie all'uso di linee circolari-ellissoidali il centro della scena: la spettacolarità della natura coinvolge così lo spettatore che apprezza la scena come se fosse stata sfuocata da una lente opaca.
    Infine Constable si concentrò nella riproduzione realistica dei paesaggi arcadici delle campagne inglesi, cogliendo di volta in volta il cambiamento dei fenomeni atmosferici: intendeva stimolare un sentimento di dolce nostalgia, per mezzo di colori soffusi e di linee morbide e decorative.

    In Germania
    Il più grande esponente della pittura romantica in Germania, e più in generale la figura che meglio incarna i canoni dell'arte romantica è Caspar David Friedrich.

    Il pittore tedesco aveva come soggetti per lo più paesaggi, da leggersi sotto una chiave interpretativa del tutto diversa da quelli che caratterizzavano i dipinti di Constable: la natura viene rappresentata in tutta la sua sconfinatezza, quasi a voler dare espressione al senso d'impotenza dell'uomo, essere finito, di fronte alla natura, manifestazione infinita. Non a caso l'uomo è sempre rappresentato o di spalle o in lontananza tale che non lo si possa mai guardare in faccia. Ruderismo e spiritualità sono due costanti nei quadri di Friedrich: paradigmatica La croce sulla montagna, in cui la luce che si diffonde da dietro il pinnacolo montagnoso può essere assimilata sia ad un'alba quanto alla luce di Dio, che, verosimilmente, quivi coincidono. Nella sua opera più nota, Viandante sul mare di nebbia, l'artista connota i tratti del sublime con incredibile maestria, offrendo un panorama mozzafiato.

    In Francia
    In Francia si distinsero due archibugi sottocorrenti: il romanticismo fiammeggiante e il romanticismo lacrimoso. I massimi esponenti furono rispettivamente: Eugène Delacroix e Jean-Louis-Théodore Géricault da un lato, Camille Corot e Théodore Rousseau dall'altro.

    Delacroix pose l'accento sulla questione dell'identità nazionale, cercando di conquistare il valore della nazionalità facendo riferimento ad episodi di cronaca del tempo. Nel celeberrimo dipinto La Libertà che guida il popolo, in un'esplosione di colori, si trova l'incarnazione della Libertà la quale si propone come spinta rivoluzionaria contro l'anacronistico Carlo X di Francia: il disegno ripropone un modello piramidale assimilabile a molte opere di Leonardo da Vinci. Molto interessante è anche Il massacro di Scio, col quale l'artista intende evidenziare il difficile cammino della rivoluzione greca, in un paese oppresso dal governo dell'Impero Ottomano.
    Gericault, di formazione neoclassica, abbandona presto i canoni accademici per riproporre anch'egli interessanti soggetti di cronaca, intesi, diversamente da Delacroix, come stimolo di riflessione sulla condizione miserabile comune agli uomini colpiti da una catastrofe: se si pensa a La Zattera della Medusa, in cui ancora una volta ricompare la, in questo caso doppia, struttura piramidale.

    In Italia
    Contemporaneo al movimento romantico, in Italia si sviluppò il purismo, di ispirazione analoga a quella dei preraffaelliti britannici e dei nazareni tedeschi. Tuttavia anche qui si radicò una corrente del romanticismo, il cosiddetto romanticismo storico, il cui massimo esponente è Francesco Hayez.

    I dipinti di Hayez e della corrente del romanticismo storico tendono a rappresentare soggetti del passato, per lo più medievale, nel tentativo di ritrarre situazioni assimilabili al suo tempo (esattamente come Alessandro Manzoni conseguì nell'Adelchi). Nel suo repertorio annovera ritratti di celebri figure del suo tempo, a partire dal già citato Manzoni fino a Camillo Benso di Cavour, nonché una serie di opere che raffigurano due amanti uniti da un bacio appassionato: il suo più noto dipinto, intitolato semplicemente Il bacio (1859), rappresenta un uomo in procinto di fuggire ma capace di dedicare all'amata un bacio appassionato e sincero, identificando quindi il primato del sentimento su qualsiasi altra cosa. Insieme ad Hayez, che lavorò soprattutto nel Lombardo-Veneto, i maggiori pittori della prima metà dell'Ottocento furono Bezzuoli e Podesti, come testimonia lo stesso Mazzini.

    Architettura romantica
    In contrapposizione al rigorismo e utopismo dell'architettura neoclassica-illuminista, nel periodo del Romanticismo prevalse un modo diverso di concepire le basi stesse della costruzione edilizia: si tentava, più che di creare, di integrare ad edifici preesistenti nuovi spazi in uno stile puramente decorativo, senza canoni fissi e pertanto difficilmente riconducibili ad un genere comune. L'accostamento di stili risalenti ad epoche diverse prende il nome di eclettismo. Il senso dell'architettura eclettica sta nel saper attingere all'immenso repertorio di forme e stili del passato, scegliendo fra essi gli accostamenti più armoniosi e raffinati. Anche la scelta eclettica si riduce quasi sempre a un semplice atto formale, e dunque non tiene in alcun conto le motivazioni storiche e culturali che, nel corso dei secoli, hanno determinato il formarsi e l'evolversi dei vari stili.

    Il restauro assume un'accezione totalmente nuova sotto l'egida romantica: se prima si cercava di riparare ad un danno o a completare delle parti assenti di una qualsiasi opera scultorea o architettonica rifacendosi ai progetti originali, in mancanza dei quali semplicemente si ometteva di operare, ora l'artista procede secondo il suo arbitrio, spesso edificando in maniera assolutamente originale e innovativa (determinando quindi, nuovamente, una sorta di eclettismo storicistico). È il caso del francese Viollet-le-Duc che opera il restauro integrativo o storico di molti monumenti danneggiati dalla rivoluzione perché appartenenti a famiglie nobili o comunque simbolo dell' Ancien Régime. L'architetto nel procedere nella ricomposizione delle parti mancanti realizzandole non in stile contemporaneo , ma adeguandole all'impianto originario , in base ad uno studio sapiente e appassionato. La critica successivamente ha sollevato molte riserve su questo modo di procedere, perché la mescolanza di parti nuove alle vecchie crea dei falsi storici , talvolta arbitrari non essendo suffragati da prove documentarie.[non chiaro]
    Fonte: WIKIPEDIA


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    Messaggio Da APUMA Mar Nov 10, 2015 3:43 pm

    "IL BACIO" di Francesco Hayez
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    Il bacio è un olio su tela di 112 × 88 cm, realizzato nel 1859 dal pittore italiano Francesco Hayez su commissione di Alfonso Maria Visconti di Saliceto, che alla propria morte lo regalò alla Pinacoteca dell'Accademia di Brera, dove è conservato ed esposto.

    Oltre a questo dipinto, l'artista realizzò nel tempo tre repliche con lo stesso soggetto, con piccole modifiche fra l'una e l'altra, delle quali due versioni sono in collezioni private ed un'altra, in cui il vestito della donna è bianco, fu realizzata nel 1861 per la famiglia Mylius ed è stata venduta all'asta il 12 novembre 2008 da Sotheby's a Londra per 416.000 sterline.

    Descrizione
    In questo quadro l'autore riunisce le principali caratteristiche del romanticismo storico italiano, ovvero un'assoluta attenzione verso i concetti di naturalezza e sentimento puro (l'amore individuale verso gli ideali risorgimentali). Ciò che colpisce immediatamente l'osservatore è la carica di sensualità che scaturisce dall'abbraccio dei due amanti.
    Questo legame è tanto forte che riesce ad annullare ogni contrasto, come quello del freddo celeste della veste della donna e del colore caldo dell'abito dell'uomo (il quale ha le gambe posizionate in modo tale da assecondare la sensuale inclinazione del corpo femminile). L'uomo, mentre bacia la sua amata, appoggia la gamba sul gradino: Hayez comunica, con questo particolare, l'impressione che egli se ne stia andando, e dà più enfasi al bacio. La scelta dell'artista di celare i volti dei giovani scoraggia, dando importanza all'azione e le ombre che si possono scorgere dietro al muro, nella parte sinistra del quadro, indicano un eventuale pericolo.

    Non deve essere comunque dimenticato il vero significato storico dell'opera: infatti Hayez attraverso i colori (il bianco della veste, il rosso della calzamaglia, il verde del cappello e del risvolto del mantello e infine l'azzurro dell'abito della donna) vuole rappresentare l'alleanza avvenuta tra l'Italia e la Francia (accordi di Plombières). Bisogna ricordare che questo quadro venne presentato all'Esposizione di Brera del 1859, a soli tre mesi dall'ingresso di Vittorio Emanuele II e Napoleone III a Milano. Nella versione del 1861 l'abito della donna è bianco, forse il pittore ha voluto rimuovere il colore che, abbinato, dava il tricolore francese causa il risentimento dei patrioti italiani verso Napoleone III per aver voluto una veloce conclusione della guerra senza la liberazione del Veneto e Venezia.

    L'intera scena, a giudicare dagli abiti e dall'architettura, si svolge in un'ambientazione medioevale, ma in realtà è del tutto immersa nel presente a causa del significato e del soggetto iconografico (il bacio) del tutto nuovo. La stessa ambientazione medioevale fu spesso usata nel romanticismo risorgimentale come scenario e pretesto per rappresentare le pulsioni risorgimentali di lotta allo straniero, basti pensare all'ambientazione sempre medioevale del romanzo Ettore Fieramosca di Massimo d'Azeglio.

    Inoltre quest'opera non solo esprime il concetto sentimentale, ma crea al suo interno un vero e proprio spazio intimo di coinvolgimento emotivo dell'osservatore; la presenza della figura in penombra dell'androne non appare primaria alla visione globale, in quanto l'osservatore viene catturato dall'intensità degli amanti che sono posizionati sull'asse di simmetria, ma aggiunge un tocco di mistero, facendo pensare ad un congiurato che attende il congedo del suo sodale dall'amata per cominciare la loro azione.

    Gerolamo Induno: Triste presentimento (1862), il dipinto, eseguito tre anni dopo l'opera di Hayez, ne riporta una copia in un quadretto appeso alla parete, il simbolismo risorgimentale è rimarcato dal piccolo busto di Garibaldi raffigurato nella nicchia

    Omaggi
    • Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20, rielaborando l'immagine del quadro di Francesco Hayez Il bacio, creò l'immagine dei due innamorati della tipica scatola blu dei Baci Perugina.
    • Luchino Visconti si ispirò all'opera di Hayez per la scena del bacio tra Alida Valli e Farley Granger nel film Senso.[senza fonte]
      Fonte: WIKIPEDIA


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    Messaggio Da APUMA Mar Nov 10, 2015 4:11 pm

    Francesco Hayez
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    Francesco Hayez (Venezia, 10 febbraio 1791 – Milano, 21 dicembre 1882[1]) è stato un pittore italiano, massimo esponente del romanticismo storico, particolarmente noto per l'opera Il bacio.
    Molte sue opere sono "criptate" e hanno un messaggio nascosto (sicuramente politico). Ad esempio nel Bacio, rappresentato in epoca medioevale, intuiamo il vero significato dell'opera, legata al suo tempo, con un patriota che sta partendo per la guerra contro gli Austriaci.

    Naturalmente in quegli anni era vietato rappresentare liberamente scene di questo tipo, ed è proprio così che Hayez decise di "camuffare" o "criptare" i suoi dipinti, trasponendoli in epoche passate.
    Il Bacio, è diventato infatti il "manifesto" del Romanticismo Italiano.

    Biografia
    Francesco Hayez nacque a Venezia, in una famiglia di condizioni modeste. Il padre Giovanni era di origini francesi; la madre, Chiara Torcella, veniva da Murano. Il piccolo Francesco, ultimo di cinque figli, venne affidato ad una sorella della madre che aveva sposato Giovanni Binasco, armatore e mercante d'arte proprietario di una discreta collezione di dipinti.

    Già da piccolo mostrò una predisposizione per il disegno e lo zio lo affidò ad un restauratore affinché ne imparasse il mestiere.

    In seguito divenne allievo del pittore Francesco Magiotto presso il quale rimase per tre anni. Frequentò il primo corso di nudo nel 1803 e nel 1806 venne ammesso ai corsi di pittura della Nuova Accademia di Belle Arti di Venezia, dove fu allievo di Teodoro Matteini.

    Nel 1809 vinse un concorso indetto dall'Accademia di Venezia per l'alunnato presso l'Accademia nazionale di San Luca a Roma e si trasferì nella capitale dove divenne allievo di Canova che ne fu la guida e il protettore negli anni romani. Nello studio del Canova conobbe Francesco Podesti, l'altro grande pittore del romanticismo storico della prima metà dell'Ottocento.

    Nel 1814 lasciò Roma in seguito ad un'aggressione, avvenuta, pare, per vicende sentimentali, e si trasferì a Napoli dove gli venne commissionato da Gioacchino Murat il dipinto Ulisse alla corte di Alcinoo.

    Nel 1822 viene chiamato ad insegnare all'Accademia di belle arti di Brera, come aiuto di Luigi Sabatelli. Insegnò all'Accademia, come aggiunto, fino al 1850, quando, alla morte di Sabatelli, ne assunse la cattedra che tenne fino al 1879.

    Morì a Milano il 21 dicembre 1882 all'età di 91 anni.
    Fonte: WIKIPEDIA


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    Messaggio Da APUMA Mer Nov 11, 2015 3:27 pm

    "Bagno di Ninfe" di Francesco Hayez
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    Bagno di ninfe (Bad der Nymphen, in tedesco) o Il bagno delle ninfe, è un dipinto del 1831 di Francesco Hayez.
    Il quadro è un olio su tela di 92×119 cm oggi facente parte di una collezione privata a Lugano.
    Fonte: WIKIPEDIA


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    Messaggio Da APUMA Gio Nov 12, 2015 9:59 am

    William Turner
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    Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851) è stato un pittore e incisore inglese. Appartenente al movimento romantico, si può dire che il suo stile abbia posto le basi per la nascita dell'Impressionismo.

    Nonostante ai suoi tempi fosse visto come una figura controversa, attualmente è considerato l'artista che ha elevato l'arte della pittura paesaggistica ad un livello tale da poter competere con la maggiormente considerata pittura storica.
    Anche se è diventato famoso per le sue opere ad olio, Turner è anche stato uno dei più grandi maestri britannici nella realizzazione di paesaggi all'acquerello. È conosciuto con il soprannome di Il pittore della luce.

    Biografia
    Turner nacque a Londra, a Maiden Lane nel Covent Garden nel 1775. Suo padre, William Gayone Turner (27 gennaio 1738 – 7 agosto 1829), era un barbiere e fabbricante di parrucche. La madre, Mary Marshall, con il passar del tempo diede sempre più evidenti segni di squilibrio mentale, forse in parte aggravato dalla morte precoce della sorella minore di Turner, Helen, avvenuta nel 1786. Morì nel 1804, dopo essere stata ricoverata in un manicomio a partire dal 1799.

    Forse a causa dei problemi che questa situazione causava in famiglia, nel 1785 il giovane Turner venne mandato ad abitare dallo zio materno a Brentford, che all'epoca era una piccola cittadina ad ovest di Londra affacciata sulla riva del Tamigi. Fu lì che mostrò per la prima volta il suo interesse per la pittura. L'anno seguente andò a frequentare una scuola a Margate, un paese sulla costa nord-orientale del Kent. In quel periodo aveva già realizzato diversi disegni, che il padre aveva esposto nella vetrina del suo negozio.

    Nel 1789 entrò alla Royal Academy of Arts, a soli quattordici anni di età e l'anno seguente fu ammesso all'Accademia. Sir Joshua Reynolds, che all'epoca era il presidente della Royal Academy, guidava la commissione che decise di ammetterlo. Nei primi tempi Turner mostrò un vivo interesse per l'architettura, ma l'architetto Thomas Hardwick gli consigliò di continuare a dedicarsi invece alla pittura. Si dedicò in particolare allo studio del paesaggio classico di Claude Lorrain e Nicolas Poussin, tenendo però l'attenzione anche sullo stile dell'epoca, in cui si tendeva a trasfigurare il dato reale in una visione più lirica e personale. Dopo un solo anno di studi, un suo acquerello fu scelto per l'esposizione estiva dell'Accademia. Nel 1796 espose il suo primo lavoro ad olio, Fishermen at Sea e da quel momento espose le proprie opere all'Accademia ogni anno per tutto il resto della sua vita. Del 1797 circa è La fornace da calce a Coalbrookdale, ora conservato allo Yale Center for British Art di New Haven, in cui immerge la fabbrica in un'atmosfera vagamente demoniaca, resa tale dai violenti contrasti di luce, che trasformano l'industria in un luogo che sprigiona un fascino inquietante. Da ragazzo strinse amicizia con l'acquarellista Thomas Girtin e ne pianse la prematura morte, dichiarandolo assai più capace di lui.

    Turner viaggiò a lungo in Europa, visitando nel 1802 la Francia, dove studiò le opere esposte al Museo del Louvre di Parigi, e la Svizzera dove eseguì i primi paesaggi alpini. Visitò varie volte anche Venezia.

    Un importante aiuto per il suo lavoro gli venne da Walter Fawkes, di Farnley Hall nei pressi di Otley nello Yorkshire, che diventò un suo intimo amico. Turner si era recato ad Otley una prima volta nel 1797, all'età di 22 anni, quando gli era stata affidata la realizzazione di alcuni acquerelli che ritraessero il paesaggio locale. Otley e i suoi dintorni gli piacquero a tal punto da volerci ritornare molte altre volte prima di morire. Si pensa che il tempestoso sfondo di Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi sia stato ispirato da una tempesta abbattutasi sui rilievi chiamati Le Chevin mentre l'artista si trovava a Farnley Hall.

    Turner fu spesso ospite di George O'Brien Wyndham, terzo Conte di Egremont, a Petworth House nel West Sussex e lì dipinse scene tratte dai campi attorno alla residenza e della campagna del Sussex, tra cui una veduta del canale di Chichester, la cui realizzazione era stata promossa da Wyndham. Petworth House è presente in un buon numero dei suoi dipinti.

    Con il passar del tempo Turner diventò via via più eccentrico. Aveva pochissimi amici e la persona che frequentava di più era suo padre, che visse con lui per trent'anni, aiutandolo anche nel suo studio come assistente. La morte del padre, nel 1829, fu per lui un colpo durissimo e come conseguenza finì anche per soffrire di periodi di depressione. Non si sposò mai, anche se mise al mondo due figlie con Sarah Danby, una nel 1801 e l'altra nel 1811.

    Morì in casa della sua amante Sophia Caroline Booth in Cheyne Walk, nella zona londinese di Chelsea, il 19 dicembre 1851. Per sua volontà fu sepolto nella Cattedrale di Saint Paul, dove tuttora riposa accanto a Sir Joshua Reynolds. La sua ultima esposizione alla Royal Academy era avvenuta nell'anno precedente.

    L'architetto Philip Hardwick, amico di Turner e figlio del suo insegnante, Thomas Hardwick, si occupò di organizzare i funerali e, per avvisarli, scrisse a tutti coloro che lo conoscevano "I must inform you, we have lost him" (It. "Devo comunicarvi che l'abbiamo perso").

    Lo stile
    Il talento di Turner fu apprezzato molto presto. La raggiunta indipendenza economica gli permise di dedicarsi liberamente al suo stile innovativo: le sue opere del periodo della maturità sono caratterizzate da un'ampia varietà cromatica e da una suggestiva tecnica di stesura del colore. Secondo quanto scritto da David Piper nella sua The Illustrated History of Art, i suoi ultimi lavori venivano definiti come "fantastici enigmi". Tuttavia Turner era comunque pienamente riconosciuto come un artista di genio: il celebre critico d'arte inglese John Ruskin parlò di lui come dell'artista che più di ogni altro era capace di "rappresentare gli umori della natura in modo emozionante e sincero".

    Soggetti molto adatti a stimolare l'immaginazione di Turner si rivelarono i naufragi, gli incendi (come l'incendio del parlamento inglese del 1834, un avvenimento a cui Turner corse ad assistere di persona e che immortalò in una serie di schizzi ad acquerello), le catastrofi naturali e i fenomeni atmosferici come la luce del Sole, le tempeste, la pioggia e la nebbia. Era affascinato dalla violenta forza del mare, come si può vedere in Mercanti di schiavi che gettano in mare i morti e i moribondi (1840).

    Turner si servì di figure umane in molti dei suoi dipinti, da un lato per mostrare il suo amore per l'umanità (indicative le frequenti scene di persone che bevono, festeggiano o lavorano ritratte in primo piano), dall'altro per evidenziare la vulnerabilità e la volgarità dell'umanità stessa al confronto con la suprema natura del mondo. Suprema sta ad indicare una natura che ispira soggezione, di una selvaggia grandiosità, un mondo naturale che l'uomo non può dominare, segno evidente del potere di Dio - un tema che vari artisti e poeti dell'epoca stavano affrontando.

    La luce per Turner rappresentava l'emanazione dello spirito divino e questo è il motivo per cui nei suoi ultimi quadri trascurò di rappresentare oggetti solidi e i loro dettagli, concentrandosi sui giochi di luce riflessi dall'acqua e sullo splendore dei cieli e del fuoco. Anche se questi ultimi lavori potrebbero sembrare di tipo impressionista, facendo di lui un precursore della scuola francese, Turner stava sforzandosi di ricercare un modo di esprimere la spiritualità nel mondo piuttosto che limitarsi a fornire un'interpretazione artistica ai fenomeni ottici ("Il sole è Dio" disse poco prima di morire).

    Le sue prime opere restavano nel solco della tradizione paesaggistica inglese, ma già in Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi si intravede l'enfasi nel tratteggiare il potere distruttivo della natura. Il suo caratteristico stile pittorico, ottenuto fondendo la tecnica dell'acquerello con i colori ad olio, si rivelò estremamente adatto a rappresentare la luminosità, e il carattere mutevole ed effimero dei fenomeni atmosferici.

    Un celebre aneddoto su Turner, anche se in verità non ha effettivi riscontri nella realtà, racconta che, durante una tempesta in mare, era giunto a "legarsi all'albero maestro di una nave per provare in prima persona la drammatica esperienza".

    Negli ultimi anni usò colori ad olio in modo sempre più marcato, riuscendo ad evocare l'impressione della luce quasi pura servendosi di colori brillanti. Un primo esempio dello stile della maturità può essere osservato in Pioggia, vapore e velocità, dove gli oggetti rappresentati sono a stento riconoscibili. L'intensità del colore e l'interesse per le sfumature di luce non solo posero l'opera di Turner tra l'avanguardia della pittura inglese, ma ebbero anche una certa influenza sul movimento artistico francese; gli impressionisti, e in particolare Claude Monet studiarono attentamente le sue tecniche.

    Alcuni hanno ipotizzato che la grande quantità di cenere presente nell'atmosfera nel 1816, detto anche l'Anno senza estate, creò dei tramonti particolarmente spettacolari e che questi possano essere stati fonte di ispirazione per alcune delle opere di Turner.

    Nelle sue Note su Turner del marzo 1878 John Ruskin dice che anche uno dei suoi primi patrocinatori, il dottor Thomas Monro, il medico di Bedlam, ebbe una significativa influenza sul suo stile.

    Il lascito
    Turner alla sua morte lasciò una piccola fortuna che, nelle sue intenzioni, doveva servire per aiutare quelli che chiamava gli "artisti in disgrazia". Parte di questa somma andò alla Royal Academy of Arts, che non la usa per quello scopo, anche se talvolta premia alcuni studenti con la Medaglia Turner. Lasciò la sua collezione di dipinti finiti allo stato britannico, pensando che sarebbe stata costruita un'apposita galleria d'arte per ospitarli. A causa della tirchieria del governo e del mancato accordo sul luogo in cui tale edificio sarebbe dovuto sorgere, neppure questo desiderio si avverò. Ventidue anni dopo la sua morte il parlamento promulgò una legge che permetteva che i suoi dipinti potessero essere prestati a musei che si trovavano fuori Londra: in questo modo iniziò un processo di dispersione delle opere che Turner voleva invece rimanessero radunate insieme. Nel 1910 la maggior parte del Lascito Turner, che comprende dipinti e disegni non completati fu ospitata nell'ala Duveen Turner della Tate Gallery. Nel 1987 è stata aperta una nuova ala del museo, la Clore Gallery, appositamente per ospitare il Lascito Turner, anche se alcuni dei dipinti più rappresentativi sono rimasti esposti alla National Gallery, contravvenendo alle disposizioni dell'artista che voleva che i lavori finiti fossero conservati ed esposti insieme.

    Nel 1974, negli Stati Uniti è stato fondato da Douglass Montrose-Graem un Turner Museum per ospitare la sua collezione di stampe di Turner.

    Un prestigioso premio artistico, il Premio Turner, creato nel 1984, prende il suo nome da Turner, anche se non mancano le discussioni, dato che generalmente promuove un tipo d'arte che non sembra aver molto a che fare con quella del pittore inglese. Al 2004 risale la creazione del meno rilevante Winsor & Newton Turner Watercolour Award.

    Nel 2005 il quadro di Turner La valorosa Téméraire è stato votato come "più grande dipinto britannico" in un sondaggio pubblico organizzato dalla BBC.

    Film biografico
    Nel 2014 è stato prodotto un film sugli ultimi venticinque anni di vita del pittore: Turner (Mr. Turner). Per interpretare il ruolo di Turner è stato ingaggiato l'attore Timothy Spall che ha ricevuto il premio per la Miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes 2014.
    Fonte: WIKIPEDIA


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    Messaggio Da APUMA Gio Nov 12, 2015 10:06 am

    "La valorosa Téméraire" di William Turner
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    La valorosa Téméraire (The Fighting Temeraire) è un dipinto a olio su tela (90,7x102,6 cm) di William Turner, databile al 1838-1839 e conservato nella National Gallery di Londra.

    Storia
    La Temeraire, nave da guerra a 98 cannoni, era stata varata nel 1798 ed era stata la nave vittoriosa alla battaglia di Trafalgar, nel 1805, quella che aveva difeso dal fuoco francese la nave bandiera HMS Victory di Lord Nelson. Rimase in servizio fino al 1838, quando fu dimessa e trainata lungo il Tamigi da Sheerness a Rotherhithe, per essere demolita.

    Il dipinto mostra l'ultimo viaggio della nave e, in un certo senso, simboleggiava il declino della potenza navale inglese e il passaggio ai tempi moderni. Su di essa non sventola più l'Union Jack, come ricordava il cartellino che accompagnava il dipinto alla sua prima esposizione del 1839:

    (EN)
    «The flag which braved the battle and the breeze,
    No Longer owns her.
    »
    (IT)
    « La bandiera che ha sfidato la battaglia e la brezza,
    Non più la possiede.
    »
    La bandiera che Turner dipinse è invece bianca, e assomiglia quindi a quella della resa.

    Quando Turner iniziò a dipingere questo dipinto era all'apice della propria carriera, poiché aveva esposto più volte le sue opere alla Royal Academy. Iniziava ad essere apprezzato il suo modo di trattare il paesaggio come un genere alla pari dei temi storici tradizionali, capace di ispirare la mente e gli animi degli osservatori.
    Il dipinto entrò nella National Gallery col legato Turner, 17 anni dopo il suo completamento, nel 1856.

    Descrizione e stile
    La Temeraire naviga verso est trainata da un rimorchiatore, immersa nella luce intensa di un tramonto. Il principale interesse dell'artista era evocativo e non storico, per cui la tela presenta varie licenze: ad esempio il percorso della nave reale fu verso ovest, non viceversa, non aveva alberi (da quando utilizzata come una nave-magazzino e il suo legname venduto all'asta) e fu trainata da due navi rimorchio, non una. Inoltre il nome dell'imbarcazione era "Saucy Temeraire, come era chiamata dal suo equipaggio, l'appellativo "Fighting" (combattente) fu scelto dall'artista perché più evocativo

    Ciò che colpisce è la straordinaria colorazione del cielo al tramonto, un tributo e, al tempo stesso, un parallelo al destino della vecchia nave da guerra, che appare imbiancata, come incanutita, e pallida come un fantasma, ma con tocchi dorati che ne ricordano l'eroico passato. Tali caratteristiche sono ancora più evidenti al confronto con il più scuro e "giovane" rimorchiatore a vapore, dall'aspetto vagamente losco.

    Bagliori accendono il cielo di rosso mentre il sole cala all'orizzonte, creando un gorgo di nubi colorate che si specchiano nel mare. Tali effetti sono ottenuti con tocchi densi di colore, sia col pennello che col mestichino, che danno un effetto sfolgorante, soprattutto da lontano. Al contrario nel dipingere la nave e il suo complesso sartiame l'artista usò una tecnica più tradizionale e precisa. Si tratta di uno dei dipinti meglio conservati dell'artista, grazie all'uso di una tecnica a olio tradizionale, senza effetti sperimentali che, in quanto più instabili, tendono a deteriorarsi più facilmente col tempo. Per creare il cielo l'artista fece una base con uno smalto sottile che, una volta asciutto, è stato acceso da pennellate spesse di colori opachi (tra cui giallo e arancione chiari), in maniera irregolare e via via a intervalli maggiori rispetto all'area di maggior luce. Effetti speciali si possono poi notare nell'acqua alla base del rimorchiatore, dove piccole pennellate chiare e irregolari danno l'effetto dell'acqua increspata. Come nelle altre opere paesaggistiche di Turner qui si denota un aspetto onirico (tipico dei sogni) realizzato tramite un consapevole utilizzo dei colori e della luce che sfumano la realtà facendo apparire gli elementi del quadro poco nitidi e legati piuttosto al sentimento dell'artista.
    Fonte: WIKIPEDIA


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    Messaggio Da APUMA Mer Nov 18, 2015 10:05 am

    "I Vespri Siciliani" di Francesco Hayez
    [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

    I Vespri Siciliani è il titolo di tre quadri realizzati da Francesco Hayez rispettivamente nel 1822, nel 1826-27 e nel 1846.

    La prima versione dell'opera, che misura 150x200 cm, fu commissionata dalla marchesa Visconti d'Aragona e fu dipinta da Hayez a Milano, nello studio di Brera. Attualmente fa parte di una collezione privata.

    La seconda versione, che misura 91 x 114 cm e anch'essa facente parte di una collezione privata, fu dipinta su commissione del conte Arese, da poco tempo uscito dal carcere.

    Infine, la terza versione, che misura 225x300 cm, fu commissionata ad Hayez dal principe collezionista Vincenzo Ruffo, principe di Sant'Antimo, ed è conservata presso la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma.

    Quadro storico dell'opera
    [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
    I Vespri siciliani, prima versione (1821).

    L'opera di Hayez rappresenta il momento iniziale dei Vespri siciliani, la rivolta popolare che si ebbe in Sicilia nel 1282 contro la dominazione degli Angioini francesi, nata da un'offesa che, in concomitanza con la funzione serale dei Vespri del 30 marzo 1282, Lunedì di Pasqua, sul sagrato della Chiesa del Santo Spirito, a Palermo, un soldato francese di nome Drouet arrecò ad una nobildonna che stava uscendo di chiesa al termine del suo matrimonio.
    A seguito poi della ventennale guerra che ne derivò, il dominio sull'isola passò agli spagnoli della casa aragonese.

    Descrizione
    Tutti e tre le versioni dell'opera, dipinte a olio su tela, mostrano il momento in cui Drouet è ucciso, trafitto dalla sua stessa spada, sottrattagli dal fratello della nobildonna.
    L'opera ha una connotazione molto descrittiva, ma, secondo alcuni, povera di profondità emotiva. Tutte le figure sono rappresentate come se fossero in una quinta teatrale, con pose statiche. Ciò nonostante, la rappresentazione non è statica nel suo complesso, dando anzi la sensazione della concitazione del momento, grazie all'utilizzo delle linee diagonali e dei movimenti delle pieghe degli abiti.

    Nell'opera si manifestano ancora gli effetti della pittura storica neoclassica di Jacques-Louis David. Lo stesso dipinto è realizzato in stile neoclassico, con tratti precisi, utilizzo del chiaroscuro per dare profondità alla scena e un'immagine nel complesso molto chiara.

    Gli unici aspetti dell'opera che la fanno inquadrare all'interno dell'orizzonte romantico sono il soggetto, una storia di epoca medievale (XIII secolo), e il significato, che Hayez fa trasparire. Hayez dipinse, infatti, questa opera in pieno Risorgimento. Il quadro pertanto si trovava ad assumere il significato simbolico della rivolta contro lo straniero (fosse esso francese, austriaco o spagnolo) finalizzata all'unificazione dell'Italia.
    Fonte: WIKIPEDIA


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