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    DUNE (1984)

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    Messaggio Da APUMA Lun Mar 21, 2022 2:48 pm

    Dune
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    Dune è un film di fantascienza del 1984 diretto da David Lynch, tratto dal romanzo omonimo di Frank Herbert.

    Trama
    Nell'Undicesimo millennio, l'umanità è diffusa nell'universo e si regge su di un sistema politico feudale, in cui il potere è condiviso da un impero e da potenti casati in lotta tra loro. L'universo conosciuto è governato dall'imperatore Padishah Shaddam IV e al centro di questo sistema si trova il pianeta desertico Arrakis, anche detto Dune, unico luogo di origine della Spezia, una sostanza che prolunga la vita, accresce la conoscenza e permette ai mostruosi navigatori della Gilda spaziale di pilotare in maniera sicura enormi astronavi rendendo possibile ogni spostamento nell'universo conosciuto.

    La Gilda spaziale è la corporazione che detiene il monopolio dei trasporti nell'universo, tuttavia questo gigantesco potere é controbilanciato dall'approvvigionamento della spezia da cui la Gilda dipende più di ogni altra cosa. La spezia é estratta su Arrakis, e l'attività di estrazione è posta sotto la supervisione e la protezione di una casata designata dall'imperatore a cui viene concesso di stabilirsi sul pianeta desertico e governarlo.

    Temendo una cospirazione che potesse mettere a repentaglio la produzione di Spezia, la Gilda invia un emissario per chiedere una spiegazione all'Imperatore, il quale rivela i suoi piani per distruggere la Casa Atreides. La popolarità del Duca Leto, Signore della casata, è cresciuta nell'impero e si sospetta che stia accumulando un esercito segreto, che l'imperatore Shaddam vede come una potenziale minaccia al suo dominio. Il piano è quello di affidare alla casata Atreides il controllo del pianeta Arrakis (noto anche come Dune), e, una volta installati su Arrakis, intende fargli tendere un'imboscata dai loro nemici giurati, la casata degli Harkonnen retta dal malvagio Barone Vladimir Harkonnen, con l'assistenza delle truppe d'élite dell'Imperatore, i Sardaukar.

    Il navigatore della gilda ordina quindi all'Imperatore di uccidere il figlio del duca Leto, Paul Atreides, un giovane che ha visioni profetiche in quanto è legato ad un secolare programma portato avanti dalla Sorellanza, una confraternita di sacerdotesse che crede nella venuta di un Eletto.

    Gli Atreides sono consapevoli della trappola tesa dai nemici e dal sovrano ma contano su una loro invenzione, il Modulo Estraniante, un'arma potentissima basata sul suono. Giunti sul pianeta Dune scoprono che i nativi di Arrakis sono i Fremen, un popolo misterioso che da lungo tempo ha profetizzato la venuta di un messia che li condurrà alla libertà. Ne esiste un gran numero che potrebbero dimostrarsi potenti alleati. Il duca Leto inizia a guadagnare la fiducia dei Fremen, ma prima che possa essere stabilita un'alleanza, gli Harkonnen lanciano il loro attacco. Il traditore degli Harkonnen all'interno di Casa Atreides, il dottor Wellington Yueh, medico personale di Leto, disabilita gli scudi critici e distrugge le armi soniche, lasciando gli assediati indifesi.

    Morto il Duca Leto, suo figlio Paul e la madre di quest'ultimo, Lady Jessica riescono a fuggire, per unirsi al popolo nomade dei Fremen, in grado di sopravvivere al clima ostile del pianeta e di cavalcare i giganteschi vermi delle sabbie. Essi hanno atteso a lungo la venuta di un Messia, il Mahdi, che li guidi, dopo secoli di persecuzioni, in una sanguinosa jihad alla conquista del pianeta e di tutto l'impero, dato che come ben sanno l'imperatore, la Gilda e gli Harkonnen, "chi controlla la Spezia, controlla l'universo". Paul, conscio di essere lui l'Eletto che essi aspettavano, assume il nome Fremen Muad'Dib ed insegna ai Fremen a costruire e usare i Moduli Estranianti.

    Negli anni seguenti, i Fremen, guidati da Muad'Dib, dilagano su tutto il pianeta desertico, prendendo d'assalto i soldati Harkonnen a difesa delle attività estrattive della CHOAM. In brevissimo tempo la violenta e rapida offensiva Fremen mette in ginocchio le truppe Harkonnen che invano cercano di proteggere le trivelle di estrazione e i trasporti di spezia. Nonostante le elevatissime perdite subite, il nipote del Barone Harkonnen, Rabban, a cui era stato affidato il controllo diretto del pianeta e della produzione della spezia, continua con ferocia ad affrontare i Fremen nel deserto nel tentativo di proteggere quello che rimane della CHOAM e della spezia, lasciando però all'oscuro di ogni avvenimento il Barone, suo zio, temendone l'ira. Tuttavia di fronte alla micidiale superiorità dei Fremen, guidati da Muad'Dib e armati con il Modulo Estraniante, sconfitta dopo sconfitta gli Harkonnen non sono più in grado di garantire la produzione della spezia e la CHOAM è costretta alla smobilitazione generale. La totale sconfitta degli Harkonnen richiede l'intervento diretto dell'esercito imperiale guidato dallo stesso Imperatore che raggiunge Arrakis con l'intento di riportare l'ordine, sconfiggere Muad'Dib e soprattutto ripristinare la produzione di spezia. Con l'arrivo dell'imperatore le forze Harkonnen rimanenti passano sotto il suo diretto controllo e il nipote del Barone venne giustiziato.

    Nella battaglia finale con l'Imperatore, Muad'Dib e i Fremen lanciano un attacco contro gli Harkonnen e i Sardaukar imperiali. Cavalcando sui vermi della sabbia e brandendo le loro armi sonore, i guerrieri Fremen sconfiggono facilmente l'imperatore. Una volta a Arrakeen, Paul affronta l'Imperatore sconfitto e impegna Feyd-Rautha in un duello fino alla morte. Dopo aver ucciso Feyd, Paul dimostra i suoi nuovi poteri e adempie alla profezia dei Fremen facendo cadere la pioggia su Arrakis dopo millenni; sua sorella Alia lo dichiara essere il "Kwisatz Haderach", ovvero il Messia atteso.

    Produzione
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    Il logo del film.

    Nei vent'anni trascorsi dall'uscita del libro vi erano già stati vari tentativi di portare Dune sul grande schermo; tutti progetti regolarmente falliti, tra i quali quello più avanzato si doveva ad Alejandro Jodorowsky, il quale nel 1975 aveva coinvolto vari artisti in seguito famosi, da Chris Foss a Moebius a HR Giger, convincendo perfino Salvador Dalí a interpretare il ruolo dell'Imperatore e Orson Welles quello del Barone Vladimir Harkonnen.

    Dopo l'enorme successo di Guerre stellari (1977) e dei suoi seguiti, il produttore Dino De Laurentiis reputò il romanzo di Herbert adatto alla creazione di una saga fantascientifica che potesse competere con quella lucasiana; decise quindi di affidarne la regia al giovane David Lynch, che volle occuparsi anche della sceneggiatura collaborando con lo stesso Frank Herbert. Lynch, che era divenuto famoso pochi anni prima con The Elephant Man, prima di allora non aveva mai girato un film di fantascienza. Aveva anzi rifiutato la regia de Il ritorno dello Jedi, terzo episodio della saga di Guerre stellari, ritenendo che l'opera fosse già troppo definita dal produttore George Lucas. Il giovane regista dunque non si era mai confrontato con una produzione dalle dimensioni faraoniche come quella per Dune: tre anni per studiare il look insieme allo scenografo Anthony Masters (2001: Odissea nello spazio); un anno di lavorazione negli studios di Città del Messico con quattro troupe diverse in 75 set con oltre 600 persone; 6 mesi per riprese con gli attori e 6 mesi di post-produzione per gli effetti speciali.

    Il budget per la produzione del film, di circa 38 milioni di dollari, venne sforato di una cifra variabile tra i 4 e i 7 milioni, portando il costo finale da 40 a 45 milioni di dollari a seconda delle stime: Dune è stata così considerata una delle produzioni di fantascienza più spettacolari e dispendiose della storia del cinema per molti anni.

    Scenografie ed effetti speciali
    I costumi e le scenografie di Dune furono minuziosamente curati in quanto Lynch concepiva le scene come quadri viventi: ogni pianeta ed ogni casata furono accuratamente studiati e resi con scenografie, costumi, luci e fotografia differenti, grazie anche all'apporto del direttore della fotografia due volte premio Oscar Freddie Francis.

    Come per gli altri film di fantascienza prima dell'avvento del digitale, la maggior parte dei set, dalle astronavi ai grandiosi palazzi, fu costruita materialmente usando modelli in scala ridotta o reale e sfruttando infine il montaggio per celare errori e imperfezioni. Lynch pretese la costruzione di enormi scenografie, spesso in scala naturale (per questo tornò utile l'esperienza del modellista Kit West, costruttore di astronavi nei film di Guerre stellari). Per dare vita ai titanici vermi delle sabbie e agli inquietanti Navigatori della Gilda spaziale fu chiamato Carlo Rambaldi, il massimo esperto di creature meccaniche nonché "padre" dello Xenomorfo di Alien e di E.T. l'Extra-Terrestre.

    La scenografia e i costumi sono volutamente caratterizzati da un eclettismo ottocentesco, apparentemente in conflitto con la collocazione tardo futuribile. Come è noto ai suoi lettori, nell'universo di Dune, conservativo e feudale, regna un comportamento antiscientifico da cui consegue una tecnologia volutamente arretrata.

    In apparente controtendenza con la filmografia fantastica anni ottanta, con luci ed effetti pirotecnici, ricorrono memorie dell'ambientazione dei racconti di Jules Verne, della filmografia storica mitologica degli anni sessanta e della fantascienza degli anni cinquanta.

    L'immagine della Casa Atreides, stirpe dalle antiche ed onorate tradizioni militari, con il loro pianeta d'acque Caladan, è caratterizzata da un singolare stile post-barocco, tra Ludwig di Baviera e il modernismo. Il mondo degli Harkonnen, crudeli e terribili, è caratterizzato dalle atmosfere algide e le cupe scenografie del loro oscuro e inquinato pianeta, Giedi Primo.

    Cast
    La scelta iniziale del cast, di primo piano, fu fatta dallo stesso Dino De Laurentiis con la figlia Raffaella, produttrice del film, e includeva Freddie Jones (The Elephant Man) nella parte del mentat Thufir Hawat, José Ferrer (Cirano di Bergerac) come imperatore Padishah e Max von Sydow nella parte del dott. Liet-Kynes, il planetologo imperiale. Il ruolo femminile di Chani è interpretato da Sean Young, già celebre per Blade Runner.

    Gli altri ruoli furono coperti con maggiori difficoltà: Brad Dourif dopo qualche riluttanza fu convinto a interpretare Piter DeVries, il mentat malvagio; al tedesco Jürgen Prochnow - distintosi con il bellico U-Boot 96 - venne assegnata la parte del Duca Leto il Giusto; la complessa parte di Lady Jessica, dopo vari ripensamenti, andò a Francesca Annis, già interprete di Lady Macbeth nella trasposizione di Roman Polański. Feyd-Rautha, l'ambiguo e spietato pupillo del barone Vladimir Harkonnen (Kenneth McMillan) fu interpretato dalla rock star Sting (all'epoca leader della band The Police). Inizialmente era stato proprio Sting uno dei candidati per la parte principale, quella di Paul Atreides/Muad'dib.

    Per la parte del protagonista furono visionati oltre cento nastri di attori, conosciuti e non, prima di arrivare alla scelta di Kyle MacLachlan. L'allora sconosciuto MacLachlan, divenuto poi un attore-feticcio di Lynch per i suoi film successivi, era un autentico appassionato del libro di Herbert e si dimostrò adatto alla complessa parte di Paul, giovane rampollo tormentato da sogni e visioni mistiche, che matura e diventa il capo e il messia dei Fremen.

    Tra i numerosi altri personaggi che hanno parte nella vicenda sono da segnalare Gurney Halleck, il maestro delle armi di Paul, interpretato dall'attore shakespeariano Patrick Stewart (rimasto poi celebre per un altro ruolo fantascientifico, quello del capitano Jean-Luc Picard nella serie tv Star Trek: The Next Generation) e la Shadout Mapes (Linda Hunt). L'attrice italiana Silvana Mangano, moglie di De Laurentiis, tornò sul set dopo molti anni su richiesta della figlia Raffaella, impersonando la Reverenda Madre Ramallo delle Bene Gesserit, in quello che fu il penultimo ruolo della sua carriera.

    L'americano Paul Lawrence Smith, solitamente con la barba, qui imberbe a sottolineare il carattere detestabile di "Rabban la Bestia", era noto al pubblico italiano per la somiglianza con Bud Spencer, interpretando pellicole del ciclo di "Simone e Matteo" e il personaggio di Bluto nel Popeye di Robert Altman.

    Da sottolineare che gli intimi pensieri dei personaggi vengono resi attraverso una voce fuori campo, scelta molto discussa, dato che molti "puristi" tra critici e cineasti ritengono che tale funzione dovrebbe essere svolta dai dialoghi.

    Colonna sonora
    La colonna sonora, oltre ai pezzi originali composti dalla rock band dei Toto e di Brian Eno, comprende anche brani tratti da Beethoven, Mahler, Šostakovič e Cherubini, eseguiti dall'Orchestra Filarmonica di Vienna. La musica sinfonica e il rock, gli strumenti tradizionali e i sintetizzatori si fondono in un insieme armonico di antico e nuovo.

    L'album, registrato nel dicembre del 1984, fu ristampato nel 1997 con l'inserimento di alcuni brani inediti. La band dei Toto è accompagnata dalla Wiener Symphoniker e dal Viener Volksoper Choir, diretto da Marty Paich, padre del tastierista del gruppo David Paich.

    Il film ricevette la candidatura all'Oscar 1985 per il "miglior sonoro".

    Accoglienza
    Il film, che aveva suscitato una forte attesa per la popolarità dei libri di Herbert, alla sua uscita fu oggetto di pesanti critiche e ottenne un successo commerciale assai inferiore alle aspettative. Malgrado ciò, col tempo è divenuto un cult del cinema di fantascienza e ha recuperato abbondanti guadagni nel mercato dell'home video.

    Incassi
    Costato circa 40-45 milioni di dollari, il titolo ne recuperò soltanto 31 negli Stati Uniti e riuscì all'incirca a recuperare il costo di produzione grazie agli incassi nel resto del mondo. In Europa, dove il film godette di maggior successo, rimase per numerose settimane in cima alle classifiche del botteghino.

    Critica
    Janet Maslin scrisse sul New York Times che "molti dei personaggi di Dune sono sensitivi, il che li mette nella posizione unica di essere in grado di capire ciò che accade nel film" e che "la trama di Dune è pericolosamente sovraccarica, come praticamente tutto ciò che lo riguarda". Roger Ebert scrisse che "ci sono voluti a Dune circa nove minuti per spogliarmi completamente di ogni aspettativa" e che "questo film è un vero casino, una incomprensibile, brutta, non strutturata escursione inutile nei reami più oscuri di una delle sceneggiature più confuse di tutti i tempi".

    Per quanto lo scrittore Frank Herbert, prima della sua morte nel 1986, abbia affermato di essere stato pienamente soddisfatto della rappresentazione fatta da Lynch del suo universo, la trama del film effettivamente risultava complessa e talvolta oscura (specie per chi non aveva letto il romanzo), e questo malgrado gli sforzi del regista, che aveva scritto ben sei bozze diverse prima della sceneggiatura definitiva. La difficile comprensione deriva in parte dalla complessità insita nella storia originale, ma anche dai pesanti tagli che furono operati dalla produzione sulla versione finale della pellicola per contenerne la durata.

    Benché la maggior parte dei critici dell'epoca avessero giudicato negativamente il film, lo scrittore e critico di fantascienza Harlan Ellison era di parere diverso. Nel suo libro di critica cinematografica Harlan Ellison's Watching (1989) afferma che la produzione di 42 milioni di dollari non riuscì perché ai critici furono negate all'ultimo minuto le proiezioni dopo diverse riprogrammazioni; tale decisione della Universal, secondo Ellison, fece sì che la comunità cinematografica fosse nervosa e ostile nei riguardi di Dune prima ancora della sua uscita. Ellison alla fine fu uno dei pochi a recensire positivamente il film.

    Il Morandini scrive che "Lynch ha fatto un film fantastico d'autore, farraginoso, squilibrato, qua e là enigmatico nello sviluppo della vicenda, talvolta geniale. Pittoresca galleria di personaggi. Memorabili i vermoni di Carlo Rambaldi e la fotografia di Freddie Francis"; e che il film fu "stracciato da quasi tutti i critici anglofoni e da molti europei".

    Distribuzione
    Versioni

    Del film esistono numerose versioni diverse; sull'autentica lunghezza della pellicola e sulle sue ipotetiche versioni "perdute" si sono peraltro diffuse varie dicerie e leggende, tra cui quella di una misteriosa "versione integrale" di 5 o 6 ore che nessuno ha mai visto. È possibile che tale diceria sia stata alimentata da alcune dichiarazioni dello stesso Herbert, il quale nell'introduzione del libro La strada per Dune, successiva al film, ha scritto: «Ho avuto la possibilità di influenzare alcune decisioni riguardo al film, anche se non sono stato capace di imporre la mia idea sul finale o sui tagli per la versione che sarebbe stata proiettata al cinema. Delle cinque ore originali del film, dalla sala di montaggio sono emersi soltanto i due quinti. Che cos'è stato tagliato?». In realtà è abbastanza normale che un film arrivi al momento del montaggio con svariate ore di girato, che viene selezionato proprio in quella fase.

    Per contenerne la durata della versione iniziale di Lynch, di quattro ore circa, furono effettivamente tagliate molte scene e almeno un personaggio minore fu interamente eliminato (la moglie che Paul "eredita" da un Fremen da lui ucciso in duello). È a sua volta falsa la diceria che la versione di Dune distribuita nei cinema sarebbe derivata dalla "cannibalizzazione" di due film diversi (Dune e il suo seguito).

    Nel Regno Unito all'uscita nelle sale nel 1984 il film venne tagliato di 37 secondi per ottenere una valutazione "PG", eliminando alcune scene truculente. Tali scene furono reintegrate nella prima edizione per l'home video e nelle successive, che riportano una valutazione di "15".

    Anni dopo, rimontando alcune delle scene tagliate, fu messa assieme una versione estesa del film per la televisione statunitense, la cosiddetta "versione Alan Smithee", della durata di 189 minuti, ma tutt'altro che eccelsa nel montaggio, tanto da essere rinnegata dal regista stesso (il cui nome fu appunto sostituito con Alan Smithee, uno pseudonimo usato da vari registi). In tale versione venivano eliminate varie scene per aggiungerne altre inedite. Tali modifiche portarono a una "Extended Edition" della durata di 176 minuti sensibilmente diversa dall'originale proiettato all'epoca nelle sale e poi distribuito su DVD.

    Una terza versione, "The Alternative Version" di 183 minuti, in cui la regia viene riaccreditata a David Lynch, presenta un prologo simile, benché non del tutto identico, a quello della "Extended Edition" e contiene tutte le scene significative che mancano nelle altre versioni.

    Nonostante varie speculazioni negli anni riguardanti la possibile esistenza di una director's cut di circa tre ore, nell'aprile 2020 Lynch ha dichiarato di non voler più avere a che fare con il suo vecchio film, né tanto meno con il reboot di Denis Villeneuve, smorzando così le voci sulla possibile uscita della sua versione originale.

    Edizione italiana
    Il doppiaggio è stato curato dal Gruppo Trenta, con la direzione di Renato Izzo su dialoghi di Alberto Piferi ed Elettra Caporello.

    Riconoscimenti
    • Premi Oscar 1985
      Candidatura per il miglior sonoro.

    Rifacimenti e seguiti
    Miniserie televisive

    A quasi 20 anni dall'uscita del film, nel 2000 è stata tratta dal romanzo di Herbert una miniserie televisiva dal titolo Dune il destino dell'universo (Frank Herbert's Dune) che ambiva ad una maggiore aderenza al romanzo originale, grazie anche ad una durata complessiva di 273 minuti. Seppure con un budget assai più ridotto, questa miniserie appare a tratti un remake del film di Lynch, per la somiglianza di numerose scene e dialoghi. Tale miniserie ha avuto un seguito nel 2003 con I figli di Dune.

    Reboot
    Il film, diretto da Denis Villeneuve, è un nuovo adattamento del romanzo ed è diviso in due parti. La prima parte è uscita nelle sale cinematografiche a settembre 2021. I protagonisti della pellicola sono Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Stellan Skarsgård e Zendaya.
    Fonte: Wikipedia


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