Vincitore del Premio Hugo 2016. Miglior romanzo
È iniziata la stagione della fine. Con un'enorme frattura che percorre l'Immoto, l'unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.
«Non è da tutti sovvertire un genere letterario. Dargli un nuovo inizio da cui non si potrà più prescindere. N.K. Jemisin ci è riuscita, con la narrativa fantastica» – Valerio Evangelisti
«"La Quinta Stagione" è una bomba! N.K. Jemisin entra per direttissima nell'Olimpo dei grandi della narrativa fantastica, tra Frank Herbert e Ursula K. Le Guin» – Francesco Guglieri
«Quando è il mondo a essere mostruoso, la fine del mondo diventa un trionfo narrativo» – Naomi Novik
TRAMA
L'Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo. È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.
COME COMINCIA
Ciò che devi ricordare è questo: la fine di una storia è solo l'inizio di un'altra. È già accaduto, dopo tutto. La gente muore. I vecchi ordini passano. Nascono nuove società. Quando diciamo: "È la fine del mondo", di solito è una bugia, perché in realtà il pianeta sta bene.
Ma è così che finisce il mondo.
È così che finisce il mondo.
È così che finisce il mondo.
Per l'ultima volta.
Fonte: Ibs.It