Trama
Jack Torrance, scrittore fallito, insegnante disoccupato e con problemi di alcolismo, accetta il lavoro di guardiano invernale in un enorme hotel in Colorado, l'Overlook, sperduto tra le montagne e distante ore di viaggio da qualunque centro abitato. Nel colloquio per l'assunzione, il direttore dell'albergo Stuart Ullman sostiene che il lavoro non è fisicamente pesante, ma presenta difficoltà d'adattamento, poiché il guardiano deve rimanere isolato per circa cinque mesi a causa della neve. Dieci anni prima, infatti, un altro incaricato di nome Delbert Grady, durante la lunga permanenza con la moglie e le figlie, fu colpito da un fortissimo esaurimento nervoso e, perdendo il lume della ragione, sterminò l'intera famiglia con un'ascia. Jack, quasi divertito, sostiene che questo non è un tipo di situazione che potrebbe capitargli, che egli non è il tipo che patisce l'isolamento, anzi, dichiara di essere in cerca di tranquillità e di solitudine per completare la stesura del suo nuovo romanzo. Così, al termine della stagione di apertura, si trasferisce con la moglie Wendy e il figlio Danny all'Overlook Hotel.
Danny, il figlioletto di Jack, ha doti extrasensoriali, subito notate dal cuoco afro-americano Mr. Halloran, il quale gli rivela di essere anch'egli in possesso della cosiddetta "luccicanza" (shining), ovvero una sorta di potere per il tramite del quale le persone possono prevedere eventi futuri, rivivere quelli passati e comunicare tra loro. L'uomo confida a Danny che vivendo nell'albergo gli potrà capitare di vedere alcuni dei fatti di sangue che vi sono accaduti (l'albergo stesso è stato edificato sul sito di un antico cimitero indiano), ma non dovrà averne paura perché non sono immagini reali. Gli raccomanda tuttavia di non avvicinarsi assolutamente alla camera 237, senza però aggiungere altro.
Passano i giorni e presto la neve rende le strade impraticabili. Nell'albergo deserto, Jack passa le giornate a scrivere il suo romanzo, Wendy a fare i lavori domestici e Danny a fare infiniti giri nell'hotel con il suo triciclo. Ma Jack cade in una crisi creativa e diviene ombroso, irascibile. Danny comincia ad avere inquietanti visioni: incontra le due bambine assassinate dieci anni prima da Mr. Grady, vede fiumi di sangue uscire dall'ascensore e invadere i corridoi, ma riesce fortunatamente a dominare la paura ed a non farsi influenzare dalle visioni.
Jack invece si lascia coinvolgere dai fenomeni inquietanti e senza alcun indugio inizia a dialogare con un inesistente barista dell'hotel degli anni venti, Lloyd che gli appare nel salone delle feste, discutendo con lui dei suoi problemi con l'alcol e con il figlio Danny, al quale, anni prima, aveva fatto del male in un momento di rabbia.
Danny, intanto, trova la camera 237, attirato da una misteriosa pallina che li giunge dal nulla. Vedendo che la porta è aperta, vi entra dentro, ma quando ne esce e ricompare davanti ai suoi genitori appare fortemente provato, con delle ecchimosi sul collo. Wendy dapprima incolpa il marito ma poi, avendo ascoltato il bambino, comincia a sospettare che nella stanza vi sia qualcuno. Jack si reca allora nella camera 237 ed ha una piacevole sorpresa: una giovane e avvenente ragazza nuda esce dalla doccia e lo abbraccia, per poi trasformarsi in una orribile vecchia sghignazzante (forse un cadavere) che lo mette in fuga. Nonostante lo spavento terribile l'uomo preferisce non dire niente a Wendy.
A questo punto la mente di Jack vacilla. Egli si sente improvvisamente minacciato dalla famiglia, e comincia a ritenerla la causa di ogni suo fallimento. Girovagando per l'hotel incontra il fantasma di Mr. Grady che gli consiglia, o più che altro gli ordina, di emularlo nell'eliminare i suoi familiari. Grady lo avvisa inoltre della telepatia che lega il figlio di Jack a Mr. Halloran, il cuoco di colore. Wendy nel frattempo non ha più dubbi sull'insania di Jack, quando scopre che i dattiloscritti del romanzo non sono altro che pagine e pagine di una frase ripetuta all'infinito: "Tutto lavoro e niente svago rendono Jack un ragazzo annoiato" ("Il mattino ha l'oro in bocca" nella versione italiana). Terrorizzata, durante un violento alterco, Wendy stordisce Jack con una mazza da baseball, lo trascina nelle cucine e lo rinchiude in una dispensa. La donna cerca aiuto e scampo, ma trova la radio ed il "gatto delle nevi" sabotati dal marito.
Jack viene liberato dal fantasma di Mr. Grady e si impossessa della stessa ascia usata da lui dieci anni prima. Con questa cerca di raggiungere la moglie e il figlio per eseguire l'ordine di eliminarli, ma i due si sono barricati nella stanza da bagno. Inizia allora a sfondare la porta a colpi d'accetta, mentre Wendy riesce a far fuggire Danny attraverso la stretta finestra, dalla quale lei però non riesce a passare. Tra le tante scene cult del film, resta ormai consegnata alla storia del cinema l'immagine di Jack che sfonda la porta della camera da letto, salutando sinistramente la moglie con la celebre frase "Wendy, sono a casa amore" ("Wendy, I'm home" nella versione originale). In una scena divenuta memorabile ed emblema del film, un Jack dallo sguardo demoniaco riesce a sfondare uno dei pannelli della porta del bagno, pronunciando sadicamente la frase "Sono il lupo cattivo!" ("Here's Johnny!" in lingua originale) e infilando il braccio nel varco per aprire la porta dall'interno. Ma Wendy lo ferisce alla mano con un coltello da cucina.
L'arrivo di Mr. Halloran con un gatto delle nevi distrae Jack, che si apposta presso l'entrata e sorprende il cuoco assassinandolo con un colpo di scure al petto. Danny trova un nascondiglio nelle cucine per poi fuggire all'esterno, avventurandosi nel labirinto di siepi che si trova presso l'albergo, labirinto che il bambino ha già imparato a percorrere con la madre. Jack lo insegue nel dedalo ghiacciato ma vi si perde, perché suo figlio, cancellando le proprie orme, torna indietro, esce dal labirinto e raggiunge la madre sul gatto delle nevi del cuoco. I due si mettono finalmente in salvo fuggendo nella tormenta.
La scena finale vede Jack preda del congelamento, che urla con sguardo demoniaco e l'ascia nelle mani. Jack si accascia sulla neve e un attimo dopo compare un'inquietante immagine di Jack congelato. Il finale è una lunga e lenta carrellata su una foto d'epoca scattata nel galà del 4 luglio 1921, dove tra gli astanti, in maniera inquietante, compare in abito da sera un Jack Torrance dal sorriso felice.