Rugby, Sei Nazioni: Francia-Italia 23-21. Italia da urlo, ma il coraggio non basta
Grandissima prova di sfrontatezza azzurra allo Stade de France con la vittoria dei ragazzi di Brunel che sfuma all'ultimo secondo col drop sbagliato da Parisse, in meta come Canna. Per la Francia a segno Vakatawa e Choly, ma gli uomini di Noves sono stati messi in totale confusione dagli avversari in un match pieno di errori dettati dalla frenesia
6 FEBBRAIO 2016 - PARIGI (FRA)
Vince la Francia (23-21), l’Italia dei tanti giovani stupisce, dominando tre quarti di match (18-10 al 60’, 21-20 al 74’) e sognando fino al fischio finale, quando Parisse – a tempo abbondantemente scaduto – sbaglia un drop della disperazione. Gli azzurri mai hanno vinto su qusto prato: negli otto precedenti di Sei Nazioni hanno perso con uno scarto medio di 21,1 punti e la volta che è andata meglio di 12 (25-13 nel 2008). Insomma, bene come questa volta, mai. Insomma, c’è un futuro. Per quanto banale possa apparire, nel pomeriggio transalpino, vincono anche lo sport e la civiltà. Parigi e lo Stade de France, 85 giorni dopo gli attentati terroristici del 13 novembre, tornano nella loro dimensione più consona. A città e stadio, con il primo match del Torneo 2016, viene restituita un po’ di normalità. Le misure di sicurezza non sono eccessive, i controlli nella norma. C’è molto ordine, nessun eccesso, tutto fila liscio e all’interno dello stadio – anche se un po’ meno di altre volte – c’è il solito clima festoso, con anche le immancabili bande musicali in curva.
LA PARTITA — Lo spettacolo in campo non sempre è di altissimo livello, va detto. In entrambe le formazioni titolari ci sono quattro esordienti: per l’Italia sono presto cinque, perché Van Schalkwyk rimpiazza Zanni per dieci minuti (sostituzione temporanea) e saranno sei, con Zanusso per Lovotti negli ultimi 15’. La partita, a tratti, è a ritmi lenti. La Francia, nonostante da allora molto sia cambiato, allenatore compreso (ora in panchina c’è l’espertissimo Guy Noves) sembra ancora risentire del pesantissimo k.o. subito nell’ultima uscita, un’umiliazione firmata All Blacks nei quarti di finale del Mondiale. L’Italia, comunque, ha il grandissimo merito di tener testa a una squadra sulla carta ben più attrezzata. C’è freschezza, voglia di esplorare gli spazi, il tentativo di imporre gioco (come vuole Brunel), una mediana di personalità (Gori-Canna) e trequarti frizzanti, con Campagnaro su tutti e una mischia solida.
PRIMO TEMPO — Arrivano proprio dal piede dell’apertura i primi punti del Torneo: Gori due volte apre il pallone da raggruppamenti e il beneventano, al debutto da titolare, alla seconda occasione si inventa uno splendido drop centrale da poco meno di trenta metri. E’ l’8’. La replica francese non si fa attendere a lungo, solo sei minuti: c’è un’azione prolungata, un bel fraseggio e il pallone arriva all’atteso Vakatawa. L’ala di origini figiane con trascorsi nel Seven, una forza della natura, chiude in meta. Ma chiaramente toccando con un piede la linea di touche. L’arbitro, l’inglese Doyle, non si accorge e non chiede nemmeno l’intervento del Tmo. I padroni di casa perdono Picamoles per infortunio ed è l’Italia a «fare» il match. Un’iniziativa di Odiete, un’invenzione di Canna che di esterno lancia Sarto, tradito solo da un rimbalzo maldestro e poi la meta. E’ il 26’: l’azione parte da touche, c’è un raggruppamento ai 5 metri, un drive e Parisse che schiaccia. Per il capitano – parigino acquisito – al 115° cap, è la sedicesima meta azzurra. La Francia è frustrata e la pressione italiana, fatta di tante fasi offensive, non cala. Su un ribaltamento, però, è Chouly a finalizzare il bel lavoro di squadra. Al 33’ è 10-8, con tre errori ai calci di Bezy e due di Canna. E’ Campagnaro, poco prima dell’intervallo, a involarsi e a mancare di poco il nuovo sorpasso.
SECONDO TEMPO — L’avvio di ripresa è tutto azzurro: Canna finalmente centra i pali con un piazzato (11-10 Italia al 44’) ed è sempre lui, due minuti dopo, ad andare in meta e a trasformare: Parisse manca la realizzazione per pochi centimetri e dopo altri tentativi e l’apertura ad andare in uno contro uno e a siglare punti pesantissimi (18-10!). La Francia cambia entrambi i piloni, l’Italia comincia la girandola di cambi, inserendo Bernabò (per Biagi), McLean (per Odiete) e Giazzon (per Gega). La Francia pare annichilita e ci vogliono una dozzina di minuti perché riesca a rimettere il naso nei ventidue avversari. Ma l’azione è ficcante e Bonneval accorcia, sfruttando un passaggio che pare viziato da un avanti, ma che il Tmo concede come buono. Plisson trasforma e al 60’ è 18-17 Italia. Da qui in poi c’è equilibrio, con i transalpini finalmente nel match, con più possesso e territorio. Il sorpasso arriva al 68’ quando Plisson non sbaglia un piazzato (20-18). Haimona rimpiazza Canna come calciatore e non fallisce (21-20 al 74), ma un minuto dopo Plisson, ancora lui, centra i pali da posizione quasi impossibile, angolata a da un passo prima della linea di metà campo. L’Italia ci prova ancora, ma non basta. Il tentativo di trovare un calcio di punizione è fallito. Il possesso è infinito. Si gioca fino all’82’, quando Parisse tenta il drop della disperazione. Niente da fare: impresa sfiorata.
Fonte: La Gazzetta dello Sport