Scott Derrickson racconta di quella volta che a Keanu Reeves venne chiesto di autografare una Bibbia
Scott Derrickson ha raccontato un divertente aneddoto riguardante Keanu Reeves in un thread su X – l’ex Twitter – il cui tema era “Qual è l’interazione preferita che hai avuto con una celebrità?”.
Ricordiamo che Scott Derrickson e Keanu Reeves hanno lavorato insieme a Ultimatum alla Terra il remake datato 2008 del seminale sci-fi Robert Wise. Un progetto che venne demolito dalla critica e che al box-office, pur senza aver mandato in allarme rosso i conti della fu 20Th Century Fox, non brillò come ci si aspettava: a livello globale raccolse circa 230 milioni di dollari (a fronte di un budget di circa 80 escluse le spese di P&A).
Intervenendo nella discussione social, il filmmaker racconta:
"Una volta mi sono trovato con Keanu Reeves davanti al dipinto del 1632 “Cristo Crocifisso” di Diego Velázquez al Museo del Prado di Madrid. Mentre discutevamo del potere impressionante del dipinto, si avvicinò a noi una anziana donna spagnola che teneva in mano una Bibbia e una penna, tendendogliele. Sorpreso, Keanu le domandò: “Vuoi che la firmi?”. L’anziana signora non disse nulla, così Keanu firmò a malincuore la Bibbia e la donna si allontanò lentamente. “Quante volte ti hanno chiesto di firmare una Bibbia?” gli chiesi. “È la prima volta” rispose lui. Guardai il “Cristo Crocifisso” e poi di nuovo Keanu (il cui personaggio in Matrix, Neo, è uno dei più grandi simboli cristologici nella storia del cinema) e pensai tra me “È davvero l’eletto”." Fonte: BadTaste.It
Alpinestars compie 60 anni e per festeggiare ha lanciato una nuova collezione ispirata alla MotoGP. Testimonial d'eccezione, la star Hollywoodiana Keanu Reeves.
Neo per Alpinestars Alpinestars compie 60 anni ed è un traguardo importante. L’azienda venne fondata da Sante Mazzarolo nel 1963 e da moltissimo tempo è uno dei maggiori produttori di abbigliamento, protezioni airbag, caschi, calzature e accessori per moto e auto in pista e fuoristrada. I suoi prodotti vengono usati dappertutto, dalla MotoGP alla Superbike, dal mondiale MXGP alla Dakar, e ancora Supercross AMA, Formula 1 e NASCAR. Alpinestars è sinonimo di corse, ma non solo, perché si occupa anche di abbigliamento per il tempo libero. Nel tempo ha vestito un numero impressionante di campioni e di motociclisti comuni. Per festeggiare il 60º anniversario il marchio ha lanciato una nuova collezione ispirata alla MotoGP che comprende una giacca di pelle, stivali, felpe con cappuccio, magliette, cappelli e altro ancora, ma ha fatto anche un’altra cosa molto carina e la potete vedere qui: un video che celebra la ricorrenza narrato niente meno che da Keanu Reeves, star di Hollywood e grandissimo appassionato di moto. Per Alpinestars pure “a close friend”, un amico intimo.
Il comunicato ufficiale “Le motociclette mi danno un senso di pace, libertà, felicità. Non riesco a spiegarvi quanto sia bello poter guidare attraverso i Canyon, o poter prendere la Pacific Cost Highway e sentire la brezza dell’oceano. Amo quella sensazione. Vale la pena lavorare per qualsiasi cosa tu ami nella vita, le tue passioni, il tuo lavoro. Quel senso di libertà, tutto vale lo sforzo.
Non possiamo aspettarci che chiunque sia appassionato di corse quanto lo siamo noi. Non tutti hanno l’abilità di riconoscere all’odore la differenza tra carburazione ricca e magra, né l’orecchio per sentire la differenza tra il rombo di un bicilindrico e un quattro.
Non sarebbe giusto ritenere che il mondo capisca il desiderio e la travolgente compulsione che noi abbiamo di spingere al limite nonostante il dolore, l’angoscia, la frustrazione, il fallimento.
Certa gente potrebbe non capire il desiderio di spingersi ai limiti fisici, vincere la paura o danzare con le forze di gravità e fisiche.
Ma noi non facciamo prodotti per loro.
Noi guardiamo al futuro, ma abbracciamo il nostro passato. Studiamo, analizziamo, corriamo la domenica per innovare il lunedì. Facciamo religiosamente prove ed errori. Attraverso il nostro impegno nella ricerca della perfezione impariamo come fare prodotti per le persone che sono capaci di dedicare tutto all’inseguimento del proprio obiettivo, dei propri sogni, che ci sia in gioco un campionato o meno”.
"Alpinestars, one goal, one vision"
E allora guardate e sentite cosa racconta in questo bellissimo filmato l’appassionato Reeves.
Fonte: InSella.It
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KEANU REEVES HA DETTO NO AI MARVEL STUDIOS A CAUSA DEI CONTRATTI DEL MCU?
Nel live action di Cyberpunk potrebbe esserci anche Keeanu Reeves. L’attore, già interprete di Johnny Silverhand nel videogioco, ha svelato cosa lo ha sempre trattenuto dal firmare un contratto con la Marvel.
L’interprete di John Wick, in un’intervista con Collider, ha spiegato che la durata dei contratti Marvel non lo ha mai convinto, impedendogli di fatto di apparire in una delle tante pellicole supereroistiche:
“Da un punto di vista pratico, l'idea di un contratto a lungo termine è un po' "meh" perché vorrei essere sicuro che il materiale rimanga costantemente all'altezza di certi standard. Almeno un buon livello, o un ottimo livello”.
Reeves sembra aver avuto contatti per molteplici film Marvel, tra cui Doctor Strange e Ghost Rider. Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, non ha fatto segreto dei numerosi tentativi andati a vuoto per ingaggiare l’attore:
“Parliamo con lui per quasi tutti i film che facciamo. Parliamo decisamente spesso con Keanu Reeves. Non so quando, o se mai si unirà al MCU, ma vogliamo davvero trovare il modo giusto per farlo.”
Keanu Reeves ha sempre dimostrato interesse nei confronti del mondo supereroistico e nonostante non abbia mai avuto un ruolo con Marvel, l’attore ebbe un’esperienza nel film Constantine del 2005, facente parte dell’universo DC. Fonte: Cinema.EveyEye.It
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KEANU REEVES INCONTRA UN GIOVANE FAN NEL BACKSTAGE DEI DOGSTAR: IL VIDEO
È risaputo che Keanu Reeves sia uno degli attori più umili e adorati di tutta Hollywood. La star, che di recente ha rivelato perché non ha mai firmato con i Marvel Studios, ha incontrato alcuni fan nel backstage del concerto della sua band Dogstar.
In un video pubblicato sui social, si può vedere l’interprete di John Wick incontrare alcuni fan prima di un concerto dei Dogstar. Reeves si è fermato a firmare gli autografi di alcuni giovani ammiratori, e con uno di loro si è pure intrattenuto a fare dei lanci con un pallone da football americano, creando sicuramente un bellissimo ricordo che resterà ben impresso nella memoria del ragazzo.
Keanu Reeves è famoso principalmente grazie alla sua attività attoriale, ma non tutti sanno che la star è anche un artista del mondo della musica. Reeves ha infatti fondato nel 1991 la band Dogstar assieme all’attore e amico Robert Mailhouse, a cui poi si è aggiunto Greg Marc Miller. Il gruppo è rimasto attivo fino al 2002, realizzando musica di genere Alternative Rock e Grunge. Dopo quasi 20 anni separati, i membri della band si sono riuniti e sono tornati in attività. Attualmente i Dogstar sono in tour tra America del Nord e Giappone. Oltre la sua band, Keanu Reeves ha anche altri progetti in cantiere per il futuro. Fonte: Cinema.EveryEye.It
Pop Crave @PopCrave Keanu Reeves playing catch with nine-year-old boy before his concert in Texas. https://twitter.com/PopCrave/status/1711397943113027855
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È in arrivo un basso signature dell'attore e musicista statunitense? Matrix o realtà?
Fender potrebbe essere sul punto di lanciare un basso con la firma di Keanu Reeves, attore famoso per tante pellicole da Speed a Matrix e John Wick, e musicista parte del gruppo musicale Dogstar. La sua band, tra l’altro, ha recentemente pubblicato il suo primo album in 23 anni il 6 ottobre scorso, intitolato Somewhere Between The Power Lines and Palm Trees.
Da diversi giorni sta girando in rete un video marchiato Fender con Reeves che imbraccia il suo amato Precision, strumento che è stato anche visto con lui sul palco dei Dogstar. Sempre nello stesso video, l’attore mostra un modello nuovo di pacca in colorazione blu e lo sottopone a un test… olfattivo!
“Ho sempre voluto suonare il basso” dice. “Mi sono trasferito a Hollywood, in California, quando avevo 20 anni, nel 1985. Il mio sogno era recitare, volevo essere nei film. Ho iniziato molto giovane, ho lavorato a Toronto, in Canada, ma parte di quel sogno, quando ho lasciato casa, preso l’auto e guidato fino a qui, era anche suonare il basso.“
Lo spezzone che abbiamo citato fa parte di un più lungo video chiamato “Don’t Quit Your Day Dream“, che esplora le tante passioni del nostro “Neo”, come quella per le motociclette, altro suo grande amore. Il tutto è pubblicato, come suddetto, sul canale YouTube ufficiale di Fender.
Fender non ha ancora confermato ufficialmente il lancio del presunto modello con la firma. Ma come ha scritto un utente sotto al video: “Questo dovrebbe essere un modello con la firma di Keanu Reeves o sarò molto deluso.“
Non sarebbe del resto la prima volta in cui a un attore, con una seconda vita da musicista, viene offerto uno strumento signature. Anni fa ad esempio, la Gibson dedicò una 336 (per la precisione il modello KS336) all’attore Kiefer Sutherland. Fonte: MusicOff.Com
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Keanu Reeves e la lezione improvvisata di basso da Flea dei Red Hot Chili Peppers
Lo ha raccontato il divo di 'John Wick', che suona anche nella band grunge Dogstar. È successo mentre giravano 'Belli e dannati' di Gus Van Sant. Ecco com'è andata.
Keanu Reeves ha rivelato che una volta ha ricevuto una lezione di basso da Flea dei Red Hot Chili Peppers. La star di John Wick, che suona anche il basso nella band grunge Dogstar, ha parlato dell’incontro in un video pubblicato sul canale YouTube di Fender.
“Ricordo che una volta stavo girando un film e Flea era nel film, o io ero in un film con Flea”, ha spiegato. “C’era una casa, c’erano amplificatori, strumenti e cose del genere”.
“Gli ho chiesto: ‘Ehi, Flea, puoi darmi una lezione?’. E lui ha risposto, ‘Certo, amico!’ [mima un assolo di basso complesso]. Ho risposto: “Va bene, allora?” E lui: “Devi solo sentirlo, amico. Suona e basta”.
Reeves e Flea sono apparsi entrambi in Belli e dannati, diretto da Gus Van Sant e distribuito nel 1991.
I Dogstar sono stati insieme per undici anni tra il 1991 e il 2002, pubblicando due album in studio: Our Little Visionary nel 1996 e Happy Ending nel 2000. Durante il lockdown del 2020, la band ha iniziato a trascorrere del tempo insieme in quarantena, scrivendo abbastanza materiale per formare un nuovo album. Hanno pubblicato il loro terzo full-length, Somewhere Between the Power Lines and Palm Trees, all’inizio di questo mese. Hanno fatto la loro prima apparizione dal vivo dopo due decenni al BottleRock Festival di Napa, in California, a maggio, debuttando con molte delle nuove canzoni.
Parlando di come è diventato bassista, Reeves ha detto: “Penso di essere un animale selvatico che gioca con un pezzo di legno. Non ho imparato molte canzoni. Non ho ascoltato una canzone e non ho provato a capirla. Ero un ragazzino: me ne pento. Se stai prendendo in mano uno strumento, è bello capire cosa hanno realizzato le persone prima, ma io non l’ho fatto. Suonavo e basta, non ho studiato teoria.”
Ha continuato: “Mi è stato chiesto quale fosse il mio primo basso. Ho cercato di ricordare, ma credo che fosse il 1986. Sono andato all’Hollywood Guitar Center con il sogno ad occhi aperti di procurarmi un basso. Alla fine… non ricordo benissimo, ma lì c’era un ragazzo che vendeva un basso. Era con un amico. Non nel negozio, ma nel parcheggio, tipo svendita. Ho preso un basso a un prezzaccio”. Fonte: RollingStone.It
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Keanu Reeves e Alexandra Grant: sul red carpet surclassano perfino i Bennifer e Brad Pitt in love
Mano nella mano, l’attore e l’artista si sono presentati anche quest’anno al LACMA Art + Film Gala. Nessun’altra coppia ha attirato così tanto l’attenzione dei fotografi, nemmeno la premiata ditta Jennifer Lopez e Ben Affleck. O Brad Pitt e Ines de Ramon alla prima uscita pubblica.
Puntuali come orologi. Ormai questa è la loro serata. Non se ne perdono una da anni. Forse è anche perché si sentono così a loro agio su questo red carpet che Keanu Reeves e Alexandra Grant sono la coppia più bella vista ieri sera al dodicesimo Los Angeles County Museum of Art (LACMA) Art + Film Gala. Organizzato da Gucci per celebrare l’artista Judy Baca.
Il glam di Jennifer Lopez e Ben Affleck La serata di beneficenza del 2023 per raccogliere fondi per il museo californiano era piuttosto affollata. Tantissime star di Hollywood, orfane dei red carpet causa sciopero, hanno accettato l’invito. Che si è trasformato in un evento grandioso. Da Jessica Chastain a Salma Hayek, c’erano i divi più divi. Ma quanto erano belli Alexandra Grant e Keanu Reeves così sorridenti al LACMA Art+Film Gala 2023 a Los Angeles? Ecco perché i due innamorati hanno surclassato tutte le altre coppie presenti, compresi Ben Affleck e Jennifer Lopez (foto Getty)
Tra questi non potevano mancare loro: Ben Affleck e Jennifer Lopez. Bellissimi e innamoratissimi, trasudavano glamour da ogni brillantino. Lei era stupenda in una abito aderente di Gucci. A riprova di quanto detto poche settimane fa, di sentire di essere «arrivata al punto della mia vita in cui amo ogni parte di me stessa senza vergognarmi». Lui, come sempre in questi casi, era molto meno a suo agio. Ma i Bennifer, però, sono stati surclassati da un’altra coppia: Keanu Reeves e Alexandra Grant.
Alexandra Grant e Keanu Reeves meglio di Jennfer lopez e Ben Affleck e di Brad Pitt e Ines de Ramon Arrivati mano nella mano, il protagonista di Matrix, 59 anni, e la compagna, 50, erano sorridenti come non mai. Felici di mettersi in posa per i fotografi, pur essendo tra le coppie più private dello star system. Ne devono fare ancora di strada Brad Pitt e Ines de Ramon, alla loro prima uscita pubblica ufficiale come coppia, per raggiungere la serenità di Keanu Reeves e Alexandra Grant.
Se i primi due non hanno voluto nemmeno farsi vedere arrivare al party, gli altri due hanno voluto farsi fotografare davanti a una delle installazioni più iconiche del museo, Urban Light. Per poi sfilare sul red carpet e raggiungere amici come David Fincher, Eva Longoria e Andrew Garfield nelle sale del museo che ospitavano la festa.
Perché il Lacma è un posto speciale per Keanu Reeves e Alexandra Grant Reeves e Grant sono stati amici e collaboratori per anni prima di iniziare a frequentarsi. I due hanno persino lavorato insieme al libro di poesie Ode to Happiness del 2011. Non si sa esattamente quando l’amicizia si è trasformata in qualcosa di più, ma c’è un motivo molto romantico per cui Keanu Reeves e Alexandra Grant portano nel cuore il galà annuale del Lacma.
È qui, infatti, che nel 2019 hanno fatto il loro debutto pubblico come coppia. L’unico posto dove non si sono mai sottratti alle attenzioni dei media. Dai baci appassionati sul red carpet alle foto in posa. Persino fermarsi a rispondere alle domande dei giornalisti. Un evento eccezionale per due che hanno sempre tenuto nascosta gran parte della loro storia d’amore.
L’amore per Keanu Reeves è la sicurezza di Alexandra Grant Ma frequentare questo galà ha portato anche ad altro. A settembre Grant ha parlato eccezionalmente della sua relazione con la star di John Wick mentre sfilava da sola sul tappeto rosso di un altro evento. «La buona notizia dell’innamorarsi da adulti è che avevo già costruito la mia carriera quando è iniziata la mia relazione. Mi sento molto sicura della mia relazione quando sono sul tappeto rosso. Mi sento sicura anche quando sono da sola sul tappeto rosso».
«Quello che mi piace di Keanu e del nostro scambio è che ci spingiamo a vicenda a costruire nuove strade. Vedere la soluzione dei problemi dell’altro è stimolante», ha detto l’artista. «Lui è una tale ispirazione per me. È così creativo, è così gentile. Lavora così duramente. Da quando sto con lui la mia arte è molto più felice».
Il momento di felicità di Keanu Reeves Anche Keanu Reeves si è anche incredibilmente aperto raccontando quanto la relazione con Alexandra abbia reso la sua vita più gioiosa. A marzo rispondeva a People su quale fosse stato il suo ultimo momento di felicità con il nome dell’amata Grant.
«Direi un paio di giorni fa con il mio tesoro», ha rivelato l’attore. «Eravamo a letto. Eravamo connessi. Stavamo sorridendo, ridendo e ridacchiando. Ci sentivamo benissimo. È stato davvero bello stare insieme».
E questo è il motivo per cui quei sorrisi sfoggiati al LACMA Art + Film Gala 2023 ci colpiscono al cuore più di tutti gli altri. Fonte: Amica.It
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GUARDA I DOGSTAR DI KEANU REEVES SUONARE “BREACH” DA JIMMY KIMMEL
Lo scorso ottobre i Dogstar, la band che vede Keanu Reeves nel ruolo di bassista, hanno pubblicato il loro primo album dal 2000, “Somewhere Between The Power Lines And Palm Trees”.
Ieri sera la band statunitense ha fatto la sua prima apparizione in TV di questo nuovo secolo (il gruppo si era sciolto nel 2002 ed è tornato insieme solo pochi mesi fa), suonando al “Jimmy Kimmel Live” sulla ABC.
Qui sotto potete vedere la loro performance di “Breach”.
Fonte: Indieforbunnies.Com
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LADRI IN CASA DI KEANU REEVES! HANNO RUBATO UN'ARMA DA FUOCO
Dopo lo stalker che perseguitava Keanu Reeves, ecco un altro terribile evento: l'attore di John Wick e Matrix è stato derubato da ladri che, coperti da un passamontagna, hanno fatto irruzione in casa sua.
Stando alle fonti, l'unico oggetto prelevato nell'abitazione di Los Angeles coincide con un'arma da fuoco. Il tutto è avvenuto nella sera di mercoledì 6 giugno 2023, come riportato dalle autorità. Queste ultime, infatti, sono intervenute a seguito di una chiamata anonima intorno alle ore 19:00, per poi effettuare la perquisizione; tuttavia, i ladri erano già scappati.
Sei ore dopo, intorno all'una di notte, l'allarme della proprietà è scattato. Stavolta gli agenti hanno trovato diversi uomini con passamontagna grazie alle telecamere di sicurezza. Queste ultime mostravano i criminali raggiungere le finestre, romperle e penetrare all'interno. Al momento la polizia è impegnata nell'analizzare approfonditamente i filmati per ricostruire l'accaduto. Per fortuna, l'attore sta bene e non ha riportato alcuna ferita!
La casa, dalle dimensioni di circa 520 metri quadrati, è composta da due camere da letto e tre bagni, con tanto di cortile, piscina e garage. Non si tratta di un luogo umile, certo, ma rispetto alle abitazioni delle altre celebrità rimane comunque più umile e dall'atmosfera intima. Purtroppo non abbiamo fotografie dell'interno, perché Reeves preferisce mantenere informazioni simili come riservate (soprattutto alla luce dei fan, che, a sua detta, si appostano fuori dalle mura facendolo sentire come un animale in gabbia). Fonte: Cinema.EveryEye.It
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Keanu Reeves arriva in Italia! Ecco dove e quando potremo vedere l’amata star di John Wick e Matrix
L'attore si prepara a tornare nel nostro Paese per un'occasione speciale che promette di scatenare l'entusiasmo dei fan.
Keanu Reeves, uno degli attori più amati dai fan e dal pubblico di tutto il mondo, si prepara a fare tappa in Italia per un’occasione molto speciale. La star infatti arriverà nel nostro Paese per esibirsi in quattro concerti dal vivo con i Dogstar, la band nella quale suona lo stesso Keanu Reeves dal 1991.
Generalmente descritti come una band di stampo post-grunge, i Dogstar vedono tra le proprie fila l’attore Robert Mailhouse alla batteria, Bret Domrose alla chitarra e alla voce, e lo stesso Keanu Reeves al basso e ai cori. A seguire qui sotto trovate tutti i dettagli delle quattro date italiane della band:
Gardone Riviera, domenica 23/06/2024, 21:15 – Teatro del Vittoriale
Bologna, sabato 29/06/2024, 20:30 – Sequoie Music Park – Parco Caserme Rosse
Torino, domenica 30/06/2024, 21:00 – OGR
La vendita online dei biglietti inizierà a partire dalle ore 11:00 di oggi, venerdì 22 dicembre.
Fondati nel 1991, i Dogstar esordiscono con il primo EP intitolato “Quattro Formaggi” (1996) al quale sono poi seguiti i due album “Our Little Visionary” (1996) e “Happy Ending” (2000). La band ha acquisito una crescente notorietà nei primi anni ’90 arrivando ad aprire i concerti di artisti del calibro di Bon Jovi e David Bowie, facendosi apprezzare per la notevole energia sprigionata dal vivo.
La band di sciolse poi nel 2002, tuttavia nel 2022 a vent’anni di distanza la band si è riunita dando alla luce il nuovo album intitolato “Somewhere Between the Power Lines and Palm Trees“, pubblicato ad ottobre del 2023. Questo sarà al centro dell’esibizione di Keanu Reeves e della sua band attesa per il prossimo giugno. Fonte: BestMovie.It
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Keanu Reeves, star di Hollywood, scrittore esordiente
Sta per uscire negli Stati Uniti il primo romanzo della star di Matrix, che non poteva che essere un libro di fantascienza, scritto a quattro mani con un autore di culto del genere.
Tutti vogliono bene a Keanu Reeves. Non perché sia indubbiamente uno degli uomini più belli del mondo, splendido quasi sessantenne. Non perché ha recitato in alcuni dei film di culto più di culto degli ultimi quarant'anni, da Point Break a John Wick, passando per Belli e dannati, Piccolo Buddha, Constantine, A Scanner Darkly. Non solo perché il Neo di Matrix.
Ma perché, lo sapete, non c'è in giro nessuno che non abbia avuto modo di avere a che fare con lui e che non ne decanti la generosità, l'umiltà, la semplicità: l'internet è piena di aneddoti, frasi, immagini che raccontano che persona incredibile sia. Poi, magari, verranno fuori retroscena terribili, un giorno; ma fino a quel giorno a noi piace credere che Reeves sia davvero così. E ci piace, anche, che alle sogli dei sessant'anni, Reeves stia esordiendo come scrittore.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito sta infatti per essere pubblicato il suo primo romanzo, che è di fantascienza (anzi, di speculative fiction) e si intitola "The Book of Elsehwere", e che Reeves ha scritto a quattro mani con un autore che nel settore della speculative fiction - definizione che comprende declinazioni tra il fantastico, l'horror e il fantascientifico - è una vera e propria divinità: l'inglese China Miéville, noto soprattutto per la Trilogia del Bas-Lag, pubblicato in Italia da Fanucci.
"The Book of Elsewhere" nasce dalla volontà di Reeves si espandere le storie raccontate nel fumetto BRZRKR, che ha pubblicato nel 2021 con i testi da lui stesso firmati con Matt Kindt e i disegni di Ron Garney. BRZRKR raccontava la storia di un guerriero immortale che ha le fattezze dello stesso Reeves che combatte guerre personali e non attraverso i millenni, e "The Book of Elsewhere" racconta lo stesso personaggio in un universo alternativo, nel quale va alla ricerca di risposte sulla propria identità e sul segreto dietro la sua immortalità.
Chi ha letto il romanzo ne parla già benissimo. William Gibson, non esattamente uno qualunque, l'ha definito “La collaborazione incredibilmente innovativa tra due grandi menti", mentre su WIRED la giornalista Hannah Zeavin ne ha parlato come di una sorta di "fan fiction freudiana". In attesa di sapere quando il libro verrà pubblicato in Italia e da chi, ecco il video in cui Keanu Reeves annuncia la sua pubblicazione:
Fonte: ComingSoon.It
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Keanu Reeves avrebbe potuto avere un ruolo nella serie The Acolyte
Da Matrix a Star Wars il passo sarebbe stato breve, ma alla fine l'ha spuntata Lee Jung-jae di Squid Game.
Il Prescelto avrebbe potuto salvare il destino di The Acolyte? La serie tv ambientata nel mondo di Star Wars è stata cancellata negli scorsi giorni, quindi i fan non potranno assistere a una seconda stagione. Difficile dire se le cose sarebbero andate diversamente se a comporre il cast ci fossero stati nomi diversi. Proprio in seguito alla cancellazione di questo titolo, infatti, sono iniziate a circolare indiscrezioni riguardo il suo iter produttivo, con anche informazioni su attori che sono stati contattati per coprire ruoli chiave e hanno poi invece rifiutato. Tra questi, il più eclatante è sicuramente quello di Keanu Reeves: l'attore di Matrix e John Wick era stato infatti avvicinato per interpretare il ruolo sfaccettato di Master Sol, il cavaliere Jedi che alla fine è stato interpretato da Lee Jung-jae di Squid Game.
Scritturare Reeves in una serie come The Acolyte sarebbe stato davvero un colpo da novanta, aumentando di gran lunga l'interesse attorno alla produzione, che a quanto pare non è riuscita a ritagliarsi un pubblico sufficiente da giustificarne un rinnovo per nuovi episodi. Ma sarebbe stata anche un'occasione più unica che rara: sul set, infatti, avremmo assistito a una reunion epica, quella cioè tra l'attore stesso e la sua collega Carrie-Anne Moss. L'attrice che in Matrix interpretava Trinity, infatti, ha partecipato anche a The Acolyte nel ruolo della potentissima guerriera Jedi Indara. I due sarebbero tornati a calcare le stesse scene dopo il sequel Matrix Resurrections del 2021, e non è detto che non possano ritornare anche nel quinto film attualmente in fase di sviluppo con la regia di Drew Goddard e la produzione di Lana Wachowski.
L'indiscrezione su un possibile coinvolgimento di Keanu Reeves in The Acolyte arriva come particolarmente sorprendente, anche perché la stessa showrunner della serie, Leslye Headland, ha dichiarato che dopo un iniziale momento di smarrimento è riuscita a finalizzare la scrittura del personaggio di Master Sol proprio dopo aver visto Lee Jung-jae in Squid Game: “Avevo scritto questo personaggio e non avevo idea a chi affidarlo, e non avevo idea chi sarebbe stato in grado di interpretato su tutti i suoi differenti livelli”, ha detto nei mesi scorsi: “Ho ripensato poi a Squid Game e mi sono detta: ‘È lui, eccoli lì’". Non sapremo mai quanto Reeves sia andato vicino a interpretare un cavaliere Jedi, dunque, ma a quanto pare i responsabili di Lucasfilm non hanno intenzione di gettare la spugna e potrebbero presto proporgli altri ruoli per coinvolgerlo nei vari progetti che compongono la saga di Star Wars. Fonte: Wired.It
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Tantissimi Auguri di Buon Compleanno mio caro Keanu!
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Il celebre interprete della trilogia di "Matrix" e della saga "John Wick" continua a impegnarsi in nuovi progetti che spaziano dal cinema ai fumetti.
Per i suoi milioni di fan in tutto il mondo, Keanu Reeves sembra immune al passare del tempo, tanto che questa sua eterna giovinezza è diventata un celebre meme che lo ritrae con immagini di anni diversi, dove appare sempre identico. Il 2 settembre l'“immortale” Keanu Reeves compie 60 anni, ma non sembra avere alcuna intenzione di rallentare. Tra le sue passioni, le motociclette (ha fondato la Arch Motorcycle nel 2011) e l’azione, che ha dominato la sua carriera cinematografica con titoli come Point Break, la trilogia di Matrix e la saga John Wick.
La sua popolarità è decollata con Belli e dannati, film per cui ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. Un titolo che sembra riflettere la sua vita, segnata da una ricerca continua di sé stesso e da tragedie personali, come la perdita della figlia avuta con Jennifer Syme, seguita dalla morte della stessa Syme in un incidente. Questo background ha radicato in Reeves uno spirito filosofico, mantenendo sulla vita uno sguardo malinconico ma anche romantico, in perfetta sintonia con i suoi ruoli cinematografici.
Nato a Beirut da Patricia Taylor, una ballerina e costumista inglese originaria dell'Essex, e da Samuel Nowlin Reeves Jr., un geologo statunitense di origini hawaiiane, cinesi e portoghesi, Reeves ha stregato il pubblico con interpretazioni in film come Dracula, Piccolo Buddha e Speed, dove ha recitato accanto a Sandra Bullock. Ha saputo confrontarsi con mostri sacri come Al Pacino in L’avvocato del Diavolo, dimostrando la sua versatilità.
Nonostante sia uno degli attori più amati e tra i più sexy di Hollywood, Reeves ha sempre mantenuto un'aura di mistero, rafforzata dalla sua riservatezza. Anche la sua eredità culturale, un mix di influenze orientali e occidentali, ha contribuito a plasmare una visione del mondo unica, sempre alla ricerca del significato della vita.
Oltre alla recitazione, Reeves è anche un musicista appassionato. Dopo aver militato nella band Dogstar negli anni 90, è tornato a suonare il basso con loro dal 2022. La sua passione per il rock e il punk è nata più di 30 anni fa, quando incontrò per caso Robert Mailhouse, dando vita a una collaborazione musicale che è durata nel tempo. Arrivato a 60 anni, Keanu Reeves rimane un modello di integrità e umanità e, nonostante il passare del tempo, continua a impegnarsi in nuovi progetti che spaziano dal cinema ai fumetti. Fonte: Repubblica.It
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I 60 anni di uno dei pochi attori capaci di trascendere i ruoli interpretati, per diventare l’ultima star intergenerazionale di Hollywood
Che non esistano più le star di una volta, è un luogo comune e anche una incontrovertibile verità. Non esistono più – tanto per limitarci all’ambito maschile – i Delon, i Redford, i Pacino, i Gere, i Clooney, i DiCaprio.
Cioè, sì, magari ti capita un Timothée Chalamet, o qualcuno capace di fare ancora film, moda, glamour, pettegolezzo e tutto quanto normalmente fa una star hollywoodiana. Ma è merce sempre più rara. Per trovare facce da cinema capaci di far volare farfalle nello stomaco dei fan e creare intorno a sé veri culti, bisogna guardare ai sessantenni. Club nel quale arriva su un tappeto rosso mai tanto proverbiale anche Keanu Reeves.
In effetti, ciò che stupisce della carriera di questo bassista, giocatore di hockey, editore di libri d’arte, motociclista nonché attore, nato a Beirut il 2 settembre 1964, è la persistenza. Reeves a vent’anni era protagonista di film per adolescenti; a trenta, era sull’orlo della depressione; a quaranta, era una star assoluta; a cinquanta, un’icona capace di alimentare la sua leggenda ruolo dopo ruolo; a sessanta, un meme. Che detta così sembra una caduta, e invece rappresenta l’apice della fama in quest’epoca strana. I meme in questione sono effettivamente figurine molto condivise su internet (la mia preferita è il cosiddetto “Immortal Keanu”, che gioca sul suo essere apparentemente immune ai segni dell’invecchiamento), ma per estensione è un meme anche il suo personaggio pubblico: quello del tipo regolare, umano, simpatico, interessato agli altri. «Nicest guy in Hollywood», dicono le testate specializzate in celebrità: lontano, di conseguenza, dall’idea della star egomaniaca, che vive in un’altra dimensione rispetto alla gente normale. Keanu – che è uno di quelli abbastanza famosi da non avere bisogno del cognome – è generoso, educato. Normale, anzi meglio. E intendiamoci, mai come in questa epoca i ricchi e famosi sono impegnati a cercare di convincere il pubblico che loro sono, in fondo, uguali a chi li guarda, amici della porta accanto: prendete Taylor Swift, che su Instagram impacchetta regalini per i fan, che rimane in contatto con gli amici della scuola (anche se lei ovviamente non era una ragazza popolare, per carità!), che condivide i graffi inferti dai gatti di casa. Ecco, Keanu Reeves è riuscito a dare l’impressione di essere un tipo alla mano senza neppure avere uno straccio di profilo social. Se non è un capolavoro contemporaneo questo, non so cosa possa esserlo.
E nonostante la mancanza di quel tipo di comunicazione, il suo rimane un volto straconosciuto anche per le nuove generazioni. Nel 2019, il trailer del videogame Cyberpunk 2077 ha generato interesse mostruoso – hype, nella lingua globale di internet – grazie all’apparizione a sorpresa proprio di una versione digitale dell’allora già cinquantacinquenne Reeves. L’anno successivo, un pubblico di lettori americani probabilmente più anziano di quello di Cyberpunk 2077, ma egualmente numeroso, ha fatto volare via dagli scaffali delle librerie la commedia romantica How to marry Keanu Reeves in 90 days, scritta dalla bestsellerista newyorchese K.W. Jackson. All’inizio di quel racconto, una donna ormai adulta viene sconvolta dalla notizia che il suo attore preferito ha deciso di sposarsi. Cito da pagina 12: «Se Keanu stava mettendo la testa a posto, se si stava accasando, cosa significava questo per la mia, di vita?». Ovviamente tutto questo c’entra poco con le capacità di attore di Keanu Reeves e con il suo percorso attraverso decenni di cinema americano, ma rende l’idea di come il suo status di divo vada molto oltre quello che vediamo sullo schermo. Keanu è parte della vita dei suoi fan. Keanu è nato per essere una star, e oggi appare un predestinato, nonostante il suo destino fosse tutt’altro che scritto.
Dopo un’infanzia logisticamente complessa – il padre aveva abbandonato la famiglia quando lui aveva tre anni, e la madre lo aveva portato con sé prima a Sidney, poi a New York e infine a Toronto, mentre lei viveva un secondo matrimonio e un secondo divorzio – il giovane Keanu si era fatto buttare fuori dalla scuola di recitazione della città canadese, dopo altre esperienze scolastiche non esattamente soddisfacenti, e aveva debuttato a vent’anni nella pièce teatrale Wolfboy: tutt’altro che un capolavoro, come dimostrano le critiche spernacchianti ricevute dai giornali dell’epoca. Era però uno spettacolo fortemente omoerotico, che prevedeva i giovani attori in scena vestiti solo di shorts bianchi («E li cospargevamo pure di olio… cosa potevi volere di più, per dieci dollari?», ha dichiarato in seguito il regista John Palmer): lì sarebbe nata la passione per Keanu della comunità LGBT, prima canadese e poi mondiale, pietra angolare del suo star power che meriterebbe una trattazione a sé (infatti esistono diversi saggi accademici sull’argomento).
Quella di essere poco amato dalla critica è diventata una costante della carriera di Keanu Reeves negli anni successivi, e tuttavia possiamo scommettere che non sia mai stata la sua preoccupazione principale, perché la vita gliene aveva sempre offerte di più importanti. La sua stessa adolescenza irregolare era stata la causa di almeno un decennio di casting che gli offrivano sempre lo stesso ruolo: lo studente di college bello e, in un modo o nell’altro, problematico. Intorno ai venticinque anni, la sua vita era migliorata, ma rimaneva costellata di incidenti, soprattutto motociclistici: uno particolarmente pericoloso, subìto dopo aver fatto il provino per Le relazioni pericolose di Stephen Frears, lo avrebbe lasciato senza milza. Tra i trenta e i quaranta Reeves avrebbe visto di molto peggio: nel 1993 la morte di uno dei suoi più cari amici, River Phoenix; poi quella della sua prima figlia, sopravvissuta solo poche ore dopo il parto. L’attrice che avrebbe dovuto essere la madre della bambina, Jennifer Syme, è rimasta uccisa poco più di un anno dopo in un incidente stradale. Qualche tempo dopo, Reeves ha dichiarato alla rivista Parade: «Il dolore cambia forma, ma non finisce mai. La gente pensa che si possa affrontare. Che si possa arrivare a dire “È passato e sto meglio”. Ma non è vero.»
Siccome l’esistenza umana è strana e contraddittoria, è proprio quel periodo a segnare l’ascesa di Keanu Reeves all’Empireo di Hollywood: la notizia della morte di River Phoenix, ad esempio, lo coglie mentre sta filmando Speed, uno dei suoi maggiori successi. E nel 1999 arriva Matrix, il suo ruolo più importante, il film capace di incassare quasi mezzo miliardo di dollari e soprattutto diventare uno dei prodotti culturali più rilevanti dell’ultimo quarto di secolo. Non è solo una questione di scene che hanno infiltrato l’immaginario in modo così definitivo che continuano a tornare nel discorso collettivo – pensate ad esempio alla “pillola rossa” diventata simbolo politico per la destra americana – ma anche di elementi di stile cinematografico, come le scene al rallentatore del cosiddetto bullet time, oggi vero e proprio luogo comune per i film d’azione hollywoodiani. Per entrare dentro quella storia rivoluzionaria, Reeves si prepara leggendo (tra gli altri, Simulacri e simulazione di Jean Baudrillard) e allenandosi nel kung-fu (con il maestro e coreografo Yuen Woo-Ping, che avrebbe poi lavorato anche su La tigre e il dragone e Kill Bill), dando l’ennesima prova di professionalità, oggi riconosciutagli da tutti coloro i quali hanno avuto occasione di lavorare con lui.
E a proposito del lavoro: già milleduecento parole abbondanti, e quasi non ho parlato di cinema. Forse è l’ennesima dimostrazione che Keanu Reeves è una di quelle – sempre più rare, scrivevo appunto milleduecento parole più sopra – star capaci di trascendere i ruoli interpretati, per diventare personaggio anche fuori dallo schermo. Nel caso di Reeves, un personaggio dalle molte facce, ma sempre positivo, e capace di affascinare i gruppi demografici più diversi, per età, genere, inclinazioni personali e politiche, dieta mediatica. Come sia stato possibile, probabilmente non lo sa neppure lui. E in ogni caso, non ce lo svelerebbe mai. In questo momento della sua vita e della sua carriera, si limita a prolungare la sua miracolosa persistenza nell’immaginario occidentale, con sette film in programma nei prossimi tre anni. Se arriverà davvero all’immortalità, invece, lo sapremo solo nei prossimi sessanta. Fonte: Rsi.Ch
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