Durissima affermazione del ricercatore egiziano sul social X (l'ex Twitter): il premier israeliano viene definito "un serial killer". Nemmeno una parola sui crimini di Hamas.
Patrick Zaki, il giovane attivista egiziano incarcerato, nel suo paese, tra il 7 febbraio 2020 e l'8 dicembre 2021, e poi rilasciato in seguito al lavoro diplomatico svolto dall'Italia, torna a far parlare di sé, questa volta commentando ciò che sta accadendo in Medio Oriente. Lo fa con una visione che potremmo definire manichea. Cioè vede il "male" da una parte sola. Ecco cosa ha scritto su X (l'ex Twitter): "Oggi le forze di occupazione israeliane hanno bombardato una delle chiese più antiche del mondo nella zona di Zaytoun a Gaza. La Chiesa di San Porphyrius ha più di 1.600 anni". Poco prima, in un altro post del 7 ottobre, il ricercatore egiziano dell'università di Bologna commentava così le parole del premier israeliano Netanyahu, che esortava i civili ad andarsene da Gaza: "Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l’uccisione di civili".
Parole pesanti, che non tengono conto di ciò che è accaduto in Israele nei giorni scorsi, con un durissimo attacco terroristico su più fronti messo in atto da Hamas uccidendo centinaia di persone inermi e prendendo in ostaggio decine e decine di civili. Questo Zaki non lo ha visto o fa finta di non vederlo? I civili uccisi israeliani non contano? Chi è che, dall'inizio della sua fondazione come movimento (1987), ha come primo e imprescindibile obiettivo la distruzione di Israele? La risposta è semplice, Hamas. E chi è che pochi giorni fa ha scatenato l'inferno contro Israele? Hamas. Su questo Zaki cosa dice non dice nulla? O forse pensa che, tutto sommato, Hamas ha ragione e si sta muovendo egregiamente?
Sono incredibili le parole di Zaki. Perché, come dicevamo, è come se vivesse in una realtà distorta. Il male che lui vede è Israele, mentre il male causato da Hamas non lo vede. Male, si badi bene, causato anche agli stessi palestinesi, che trovandosi sotto "l'ombrello protettivo" di questo manipolo di terroristi, finiscono con l'essere il bersaglio della legittima resistenza israeliana, che di certo tutto può fare meno che stare a guardare quando viene attaccata.
Ora, si può essere legittimamente a favore del popolo palestinese, e pensare che abbia diritto a uno Stato e a una vita in pace. Ma stare con i terroristi no. E confondere i palestinesi con Hamas è grave. Sarebbe come dire che gli italiani sono tutti mafiosi. Non regge. I palestinesi sono le prime vittime dell'odio folle dei terroristi di Hamas, foraggiati da Teheran e dal Qatar.
Fonte: IlGiornale.It