rosy73 ha scritto:BRAVO FRATELLINO OTTIMI CONSIGLI...
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rosy73
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Scontro di Generazioni
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Re: Scontro di Generazioni
rosy73- Guardati le spalle Cacciatore!
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Re: Scontro di Generazioni
L'abbraccio di una madre è amore
l'abbraccio di un padre è sicurezza
l'abbraccio di un amico è sincerita
l'abbraccio d'un prete è consolazione
l'abbraccio di una donna è passione
l'abbraccio di un bimbo...è..
L'abbraccio del futuro....
l'abbraccio di un padre è sicurezza
l'abbraccio di un amico è sincerita
l'abbraccio d'un prete è consolazione
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l'abbraccio di un bimbo...è..
L'abbraccio del futuro....
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Re: Scontro di Generazioni
Separazione in famiglia. E il Natale?
In caso di avvenuta separazione tra due genitori spesso e volentieri il già frenetico periodo delle festività natalizie diviene un vero e proprio inferno organizzativo, sia per le coppie che hanno figli piccoli che per la prole ormai adulta che deve letteralmente sdoppiarsi. Non appena sentiamo il primo canto natalizio per strada la domanda pressoché insolubile balza in cima alla lista dei nostri pensieri: Dove e con chi festeggerò?
Festività in famiglia – Si, ma quale?
Natale è la festa dell’amore e del nucleo familiare, o almeno questo è quello che ci hanno sempre insegnato sin da quando eravamo piccoli. Abbandonato il dolce periodo dell’infanzia ci ritroviamo ora calati nella vita vera, dove il periodo natalizio di numerosi italiani assomiglia sempre più a uno spettacolo di circo a causa della separazione delle coppie: come giocolieri e funamboli ci si improvvisa esperti nel tenere in piedi e in equilibrio mille e più progetti con i diversi nuclei familiari, nella speranza che non crolli tutto rovinosamente a terra! I dati ISTAT confermano che, al 2009, erano registrate 297 separazioni e 181 divorzi ogni 1.000 matrimoni, dato in continuo aumento se si considera che nel 1995 la medesima fonte riportava 158 separazioni e 80 divorzi, sempre ogni 1.000 matrimoni. Quello che dovete imparare in fretta – sia che la separazione vi coinvolga come figli, sia che i separati siate proprio voi – è che la prima cosa da fare quando sentite lo spirito delle feste sopraggiungere è un piano organizzativo. Tutti devono essere accontentanti, primi fra tutti i bambini, e dovete stare attenti a non scordare nessuno!
Separazione: L’organizzazione salva il Natale
Pianificate minuziosamente ogni singolo momento delle festività. Questo è sicuramente più semplice a dirsi che a farsi, ma non dovete trascurare il benché minimo dettaglio in caso viviate una situazione di separazione! Privilegiare qualcuno o scordare qualcun altro è uno smacco che non potete permettervi, perché purtroppo queste sono cose che, come si suol dire, le persone si legano al dito. In caso di separazione, se non vi è possibile utilizzare arti magiche o cloni bionici, l’unica cosa che vi resta da fare è proprio una tabella di marcia, trasformando gli spazi residuali tra un pranzo e una tombolata in un vero e proprio tour de force. Nel dividervi i tempi, se vivete in un grande centro, pensate anche all’eventualità del traffico stradale… solitamente nei momenti dei pasti festivi - o subito dubito – le città sono deserte, ma se doveste per esempio passare vicino ad un cinema rischiereste seriamente di perdere minuti preziosi e far saltare tutta la vostra tabella di marcia.
Separazione della coppia: pensate ai bambini
Sicuramente i vostri figli esprimeranno il desiderio di passare le feste con entrambi i genitori; se la separazione è recente e i più giovani della famiglia non si sono ancora abituati all’idea della fine del vostro matrimonio spiegate loro la situazione con tatto, ma chiarezza. Prendete in considerazione l’idea di fare il cenone o il pranzo con il vostro ex-partner solo se veramente siete convinti che non vi siano vecchi rancori che possano turbare la serenità della festa. Nessuno di voi due vorrebbe rovinare ai figli il loro giorno felice, no?! Per evitare imbarazzi e prevenire anche il benché minimo bisticcio pensate di allargare il pasto anche ad amici stretti, che siano visti un po’ come zii da vostro figlio; in questo modo il bambino si percepirà in famiglia perché con entrambi i genitori, ma accetterà che si tratta di una concezione allargata – vogliamo dire moderna(?) – del nucleo familiare. Affinché il bambino capisca subito che a causa della separazione i genitori costituiscono ora due entità separate fate in modo di comprargli due regali diversi, magari mettendovi d’accordo. Non trasformate assolutamente il regalo di vostro figlio in una competizione! Questo, oltre ad essere di cattivo gusto, è infantile e diseducativo. Venitevi piuttosto incontro l’un l’altro, per il suo bene, scoprendo cosa potrebbe piacergli di più e ragionandoci assieme. Ricordate sempre che la causa della vostra separazione – se di causa si può parlare – siete voi, non vostro figlio, pertanto lui merita il migliore dei Natali!
Separazione dei genitori: a voi il ruolo più difficile
Come avete ormai imparato da tempo la vostra presenza è in grado di cambiare radicalmente i festeggiamenti del Natale dei vostri genitori. Effettuare scelte che favoriscano l’uno rispetto all’altro può veramente far loro male, seppur nella maggior parte dei casi non avranno mai il coraggio di dirvelo chiaramente. Fortunatamente la nostra tradizione ci obbliga ad effettuare due pasti rituali, quindi una divisione equa potrebbe essere fatta con facilità anche nel caso fossimo totalmente negati per l’organizzazione. Se tuttavia avete già altri programmi – magari un pranzo con amici o con la famiglia del vostro partner – fate in modo da non mettere da parte il genitore a cui, per forza di cose, non è stato riservato uno dei “giorni comandati”. Per stare con lui potreste trovare tempo, magari, la mattina del 25 Dicembre, con una colazione leggera ma all’insegna delle chiacchiere e dell’affetto, in un bar carino se avete voglia o ancora meglio da lui, aiutandolo a preparare il pranzo. Il solo fatto di passare qualche ora con lui basterà a non farlo sentire messo da parte!
Separazione: C’è un app anche per questo!
Mai come in questi casi le nostre benedizioni dovrebbero andare ai cellulari di ultima generazione e alle mille e una applicazioni del computer. Se volete condividere con persone, parenti e figli lontani alcuni momenti del vostro Natale le videochiamate possono veramente essere perfette. A volte la linea è disturbata, certo, e un’immagine in pixel non è la stessa cosa che vedere gli occhi luccicanti di vostro figlio mentre scarta un pacchetto… tuttavia c’è un po’ di magia nell’essere divisi e comunque vicini grazie alla tecnologia. Che poi, se ci pensiamo, la vicinanza nella diversità e lo stare insieme malgrado le vite diverse non sono i temi principali di questa festività?!
fonte:Redazione eDarling
In caso di avvenuta separazione tra due genitori spesso e volentieri il già frenetico periodo delle festività natalizie diviene un vero e proprio inferno organizzativo, sia per le coppie che hanno figli piccoli che per la prole ormai adulta che deve letteralmente sdoppiarsi. Non appena sentiamo il primo canto natalizio per strada la domanda pressoché insolubile balza in cima alla lista dei nostri pensieri: Dove e con chi festeggerò?
Festività in famiglia – Si, ma quale?
Natale è la festa dell’amore e del nucleo familiare, o almeno questo è quello che ci hanno sempre insegnato sin da quando eravamo piccoli. Abbandonato il dolce periodo dell’infanzia ci ritroviamo ora calati nella vita vera, dove il periodo natalizio di numerosi italiani assomiglia sempre più a uno spettacolo di circo a causa della separazione delle coppie: come giocolieri e funamboli ci si improvvisa esperti nel tenere in piedi e in equilibrio mille e più progetti con i diversi nuclei familiari, nella speranza che non crolli tutto rovinosamente a terra! I dati ISTAT confermano che, al 2009, erano registrate 297 separazioni e 181 divorzi ogni 1.000 matrimoni, dato in continuo aumento se si considera che nel 1995 la medesima fonte riportava 158 separazioni e 80 divorzi, sempre ogni 1.000 matrimoni. Quello che dovete imparare in fretta – sia che la separazione vi coinvolga come figli, sia che i separati siate proprio voi – è che la prima cosa da fare quando sentite lo spirito delle feste sopraggiungere è un piano organizzativo. Tutti devono essere accontentanti, primi fra tutti i bambini, e dovete stare attenti a non scordare nessuno!
Separazione: L’organizzazione salva il Natale
Pianificate minuziosamente ogni singolo momento delle festività. Questo è sicuramente più semplice a dirsi che a farsi, ma non dovete trascurare il benché minimo dettaglio in caso viviate una situazione di separazione! Privilegiare qualcuno o scordare qualcun altro è uno smacco che non potete permettervi, perché purtroppo queste sono cose che, come si suol dire, le persone si legano al dito. In caso di separazione, se non vi è possibile utilizzare arti magiche o cloni bionici, l’unica cosa che vi resta da fare è proprio una tabella di marcia, trasformando gli spazi residuali tra un pranzo e una tombolata in un vero e proprio tour de force. Nel dividervi i tempi, se vivete in un grande centro, pensate anche all’eventualità del traffico stradale… solitamente nei momenti dei pasti festivi - o subito dubito – le città sono deserte, ma se doveste per esempio passare vicino ad un cinema rischiereste seriamente di perdere minuti preziosi e far saltare tutta la vostra tabella di marcia.
Separazione della coppia: pensate ai bambini
Sicuramente i vostri figli esprimeranno il desiderio di passare le feste con entrambi i genitori; se la separazione è recente e i più giovani della famiglia non si sono ancora abituati all’idea della fine del vostro matrimonio spiegate loro la situazione con tatto, ma chiarezza. Prendete in considerazione l’idea di fare il cenone o il pranzo con il vostro ex-partner solo se veramente siete convinti che non vi siano vecchi rancori che possano turbare la serenità della festa. Nessuno di voi due vorrebbe rovinare ai figli il loro giorno felice, no?! Per evitare imbarazzi e prevenire anche il benché minimo bisticcio pensate di allargare il pasto anche ad amici stretti, che siano visti un po’ come zii da vostro figlio; in questo modo il bambino si percepirà in famiglia perché con entrambi i genitori, ma accetterà che si tratta di una concezione allargata – vogliamo dire moderna(?) – del nucleo familiare. Affinché il bambino capisca subito che a causa della separazione i genitori costituiscono ora due entità separate fate in modo di comprargli due regali diversi, magari mettendovi d’accordo. Non trasformate assolutamente il regalo di vostro figlio in una competizione! Questo, oltre ad essere di cattivo gusto, è infantile e diseducativo. Venitevi piuttosto incontro l’un l’altro, per il suo bene, scoprendo cosa potrebbe piacergli di più e ragionandoci assieme. Ricordate sempre che la causa della vostra separazione – se di causa si può parlare – siete voi, non vostro figlio, pertanto lui merita il migliore dei Natali!
Separazione dei genitori: a voi il ruolo più difficile
Come avete ormai imparato da tempo la vostra presenza è in grado di cambiare radicalmente i festeggiamenti del Natale dei vostri genitori. Effettuare scelte che favoriscano l’uno rispetto all’altro può veramente far loro male, seppur nella maggior parte dei casi non avranno mai il coraggio di dirvelo chiaramente. Fortunatamente la nostra tradizione ci obbliga ad effettuare due pasti rituali, quindi una divisione equa potrebbe essere fatta con facilità anche nel caso fossimo totalmente negati per l’organizzazione. Se tuttavia avete già altri programmi – magari un pranzo con amici o con la famiglia del vostro partner – fate in modo da non mettere da parte il genitore a cui, per forza di cose, non è stato riservato uno dei “giorni comandati”. Per stare con lui potreste trovare tempo, magari, la mattina del 25 Dicembre, con una colazione leggera ma all’insegna delle chiacchiere e dell’affetto, in un bar carino se avete voglia o ancora meglio da lui, aiutandolo a preparare il pranzo. Il solo fatto di passare qualche ora con lui basterà a non farlo sentire messo da parte!
Separazione: C’è un app anche per questo!
Mai come in questi casi le nostre benedizioni dovrebbero andare ai cellulari di ultima generazione e alle mille e una applicazioni del computer. Se volete condividere con persone, parenti e figli lontani alcuni momenti del vostro Natale le videochiamate possono veramente essere perfette. A volte la linea è disturbata, certo, e un’immagine in pixel non è la stessa cosa che vedere gli occhi luccicanti di vostro figlio mentre scarta un pacchetto… tuttavia c’è un po’ di magia nell’essere divisi e comunque vicini grazie alla tecnologia. Che poi, se ci pensiamo, la vicinanza nella diversità e lo stare insieme malgrado le vite diverse non sono i temi principali di questa festività?!
fonte:Redazione eDarling
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- Messaggio n°29
Re: Scontro di Generazioni
Bambini, ragazzi e iPhone: quale la giusta età per acquistare uno?
Considerando il costante avanzamento tecnologico della società odierna in rapporto alla notevole facilità con la quale i bambini, sin dalla tenera età, riescono oggi ad avvicinarsi a questo mondo con estrema praticità, in alcuni casi anche più rapidamente degli adulti, è lampante che il concetto di telefono cellulare come lo si intendeva fino a qualche anno fa è stato completamente stravolto con l’avvento in primis degli smartphone e, nel 2007, del “telefono che ha cambiato i telefoni” per sempre, appunto l’iPhone.
Si è passati quindi ad intendere questa figura tecnologica come un vero e proprio strumento in grado di svolgere praticamente qualsiasi azione. Un prodotto post-PC, per dirla come piace ad Apple, un qualcosa che permette di eseguire le stesse azioni che normalmente compiamo seduti davanti ad un computer in maniera più intuitiva, immediata e soprattutto mobile. Concetto ben lontano da quello che i primi telefonini avevano fatto loro, ovvero essere definiti come una sorta di “telefono fisso portatile” il quale avrebbe dovuto svolgere, almeno in un primo momento, due basilari funzioni: permettere all’utente di effettuare e ricevere chiamate anche quando fuori casa.
L’argomento che ci accingiamo a trattare oggi è particolarmente delicato e siamo sicuri che scatenerà parecchi pareri del tutto opposti tra loro. Come sempre, la finalità di un articolo come questo non vuol essere quella di dividere l’utenza ma, semplicemente, di ragionare assieme e di condividere le proprie idee in maniera civile e corretta rispettando le opinioni altrui. Visto il sempre crescente numero di utenti Apple, nello specifico ragazzi di giovane età, oggi cercheremo di valutare assieme a voi quale sia l’età migliore per approcciarsi per la prima volta al mondo iPhone e iOS, con tutte le opportunità, positive e negative, che questo incontro può avere.
Considerando il costante avanzamento tecnologico della società odierna in rapporto alla notevole facilità con la quale i bambini, sin dalla tenera età, riescono oggi ad avvicinarsi a questo mondo con estrema praticità, in alcuni casi anche più rapidamente degli adulti, è lampante che il concetto di telefono cellulare come lo si intendeva fino a qualche anno fa è stato completamente stravolto con l’avvento in primis degli smartphone e, nel 2007, del “telefono che ha cambiato i telefoni” per sempre, appunto l’iPhone.
Si è passati quindi ad intendere questa figura tecnologica come un vero e proprio strumento in grado di svolgere praticamente qualsiasi azione. Un prodotto post-PC, per dirla come piace ad Apple, un qualcosa che permette di eseguire le stesse azioni che normalmente compiamo seduti davanti ad un computer in maniera più intuitiva, immediata e soprattutto mobile. Concetto ben lontano da quello che i primi telefonini avevano fatto loro, ovvero essere definiti come una sorta di “telefono fisso portatile” il quale avrebbe dovuto svolgere, almeno in un primo momento, due basilari funzioni: permettere all’utente di effettuare e ricevere chiamate anche quando fuori casa.
Il cellulare è quindi diventato uno degli strumenti tecnologici che, ormai, non può mancare nelle tasche di ognuno. Anche in quelle dei giovani e dei giovanissimi. Un mezzo che serve sia ai genitori che ai figli stessi per restare in contatto quando non si trovano nello stesso luogo.
Se è vero, ed è vero, che l’iPhone è ormai diventato un fenomeno globale per i “grandi”, è altrettanto vero che questo terminale debba essere utilizzato anche dai ragazzi più piccoli esattamente come avveniva circa 10 anni fa con un (mitico) Nokia 6630? Un tempo i cellulari non erano in grado di svolgere tutte le funzioni che oggi un banalissimo smartphone presenta nativamente, tantomeno quelle presenti su iPhone, e quindi potevano risultare adeguati ad un utenza anche molto giovane. Quali rischi corrono, invece, i ragazzini di oggi nell’utilizzare un iPhone e le infinite applicazioni presenti su App Store (e su Cydia, settore da non sottovalutare) senza un adeguato controllo?
Alcuni esempi: download di contenuti poco adatti ad un pubblico così giovane, errori sul dispositivo che non si riescono a risolvere, incapacità di sincronizzare l’iPhone con iTunes e quindi di inserire foto, video e canzoni che per un giovanotto sono davvero importanti, difficoltà nell’utilizzo di alcune funzioni, scarsa conoscenza delle opportunità offerte dal dispositivo che si utilizza…
Se, da una parte, resta ovviamente intatta e inattaccabile la libertà da parte di chi regala o consente di comperare un iPhone ad un ragazzino, dall’altra andrebbe bene valutato se questa spesa sia in realtà giustificata da una concreta utilità del terminale da parte del futuro utilizzatore. Spesso, infatti, (e questo non solo per i più giovani) prodotti come l’iPhone vengono acquistati “per moda”, senza che si sia realmente coscienti delle opportunità e delle mancanze presenti sul dispositivo appena comprato.
Considerando il costante avanzamento tecnologico della società odierna in rapporto alla notevole facilità con la quale i bambini, sin dalla tenera età, riescono oggi ad avvicinarsi a questo mondo con estrema praticità, in alcuni casi anche più rapidamente degli adulti, è lampante che il concetto di telefono cellulare come lo si intendeva fino a qualche anno fa è stato completamente stravolto con l’avvento in primis degli smartphone e, nel 2007, del “telefono che ha cambiato i telefoni” per sempre, appunto l’iPhone.
Si è passati quindi ad intendere questa figura tecnologica come un vero e proprio strumento in grado di svolgere praticamente qualsiasi azione. Un prodotto post-PC, per dirla come piace ad Apple, un qualcosa che permette di eseguire le stesse azioni che normalmente compiamo seduti davanti ad un computer in maniera più intuitiva, immediata e soprattutto mobile. Concetto ben lontano da quello che i primi telefonini avevano fatto loro, ovvero essere definiti come una sorta di “telefono fisso portatile” il quale avrebbe dovuto svolgere, almeno in un primo momento, due basilari funzioni: permettere all’utente di effettuare e ricevere chiamate anche quando fuori casa.
L’argomento che ci accingiamo a trattare oggi è particolarmente delicato e siamo sicuri che scatenerà parecchi pareri del tutto opposti tra loro. Come sempre, la finalità di un articolo come questo non vuol essere quella di dividere l’utenza ma, semplicemente, di ragionare assieme e di condividere le proprie idee in maniera civile e corretta rispettando le opinioni altrui. Visto il sempre crescente numero di utenti Apple, nello specifico ragazzi di giovane età, oggi cercheremo di valutare assieme a voi quale sia l’età migliore per approcciarsi per la prima volta al mondo iPhone e iOS, con tutte le opportunità, positive e negative, che questo incontro può avere.
Considerando il costante avanzamento tecnologico della società odierna in rapporto alla notevole facilità con la quale i bambini, sin dalla tenera età, riescono oggi ad avvicinarsi a questo mondo con estrema praticità, in alcuni casi anche più rapidamente degli adulti, è lampante che il concetto di telefono cellulare come lo si intendeva fino a qualche anno fa è stato completamente stravolto con l’avvento in primis degli smartphone e, nel 2007, del “telefono che ha cambiato i telefoni” per sempre, appunto l’iPhone.
Si è passati quindi ad intendere questa figura tecnologica come un vero e proprio strumento in grado di svolgere praticamente qualsiasi azione. Un prodotto post-PC, per dirla come piace ad Apple, un qualcosa che permette di eseguire le stesse azioni che normalmente compiamo seduti davanti ad un computer in maniera più intuitiva, immediata e soprattutto mobile. Concetto ben lontano da quello che i primi telefonini avevano fatto loro, ovvero essere definiti come una sorta di “telefono fisso portatile” il quale avrebbe dovuto svolgere, almeno in un primo momento, due basilari funzioni: permettere all’utente di effettuare e ricevere chiamate anche quando fuori casa.
Il cellulare è quindi diventato uno degli strumenti tecnologici che, ormai, non può mancare nelle tasche di ognuno. Anche in quelle dei giovani e dei giovanissimi. Un mezzo che serve sia ai genitori che ai figli stessi per restare in contatto quando non si trovano nello stesso luogo.
Se è vero, ed è vero, che l’iPhone è ormai diventato un fenomeno globale per i “grandi”, è altrettanto vero che questo terminale debba essere utilizzato anche dai ragazzi più piccoli esattamente come avveniva circa 10 anni fa con un (mitico) Nokia 6630? Un tempo i cellulari non erano in grado di svolgere tutte le funzioni che oggi un banalissimo smartphone presenta nativamente, tantomeno quelle presenti su iPhone, e quindi potevano risultare adeguati ad un utenza anche molto giovane. Quali rischi corrono, invece, i ragazzini di oggi nell’utilizzare un iPhone e le infinite applicazioni presenti su App Store (e su Cydia, settore da non sottovalutare) senza un adeguato controllo?
Alcuni esempi: download di contenuti poco adatti ad un pubblico così giovane, errori sul dispositivo che non si riescono a risolvere, incapacità di sincronizzare l’iPhone con iTunes e quindi di inserire foto, video e canzoni che per un giovanotto sono davvero importanti, difficoltà nell’utilizzo di alcune funzioni, scarsa conoscenza delle opportunità offerte dal dispositivo che si utilizza…
Se, da una parte, resta ovviamente intatta e inattaccabile la libertà da parte di chi regala o consente di comperare un iPhone ad un ragazzino, dall’altra andrebbe bene valutato se questa spesa sia in realtà giustificata da una concreta utilità del terminale da parte del futuro utilizzatore. Spesso, infatti, (e questo non solo per i più giovani) prodotti come l’iPhone vengono acquistati “per moda”, senza che si sia realmente coscienti delle opportunità e delle mancanze presenti sul dispositivo appena comprato.
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Re: Scontro di Generazioni
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Re: Scontro di Generazioni
Sii paziente, rispondi a ogni domanda che i bambini ti porgeranno: quella che oggi è la soddisfazione di una curiosità, domani diventerà un grande tesoro le cui gemme, monete e pietre preziose saranno il sapere acquisito, e tu genitore avrai contribuito ad arricchirli, comincia adesso!
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Re: Scontro di Generazioni
Il genitore deve resistere all’impulso di cercare di costruire il figlio che lui vorrebbe avere, e aiutarlo invece a sviluppare appieno, secondo i suoi ritmi, le sue potenzialità, a diventare quello che lui vuole essere, in armonia con al sua dotazione naturale e come risultante della sua individualissima storia.
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Re: Scontro di Generazioni
Thomasthomas ha scritto:Il genitore deve resistere all’impulso di cercare di costruire il figlio che lui vorrebbe avere, e aiutarlo invece a sviluppare appieno, secondo i suoi ritmi, le sue potenzialità, a diventare quello che lui vuole essere, in armonia con al sua dotazione naturale e come risultante della sua individualissima storia.
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Re: Scontro di Generazioni
I GIOVANI DI OGGI E IL LAVORO...
Nella società odierna vediamo migliaia di giovani vivere una vita agiata facilitata dalle tante comodità e innovazioni portate dall’industrializzazione del nostro paese. La vita di oggi rispetto a quella dei nostri nonni infatti è radicalmente cambiata grazie ad un miglioramento generale non solo dal punto di vista sociale ma anche da quello economico. Sono infatti le tante possibilità d’oggi che rendono realizzabili i sogni di tanti giovani come noi. Negli anni del dopoguerra le persone che riuscivano a diplomarsi erano pochissime ma c’era una manodopera molto più alta rispetto ad oggi ,per non parlare degli emigranti che,giovanissimi,lasciavano il loro paese e le loro famiglie in cerca di una vita migliore. Oggi frequentare le scuole superiori è un obbligo per ognuno di noi, anche se spesso questo fatto non viene visto come una possibilità per una vita più agiata in futuro ma come una vera propria perdita di tempo...
Ma nonostante l'impegno e lo studio,oggi,le persone in età giovanile si trovano di fronte a tali e tante incertezze e difficoltà da rappresentare
oggi una categoria sociale a rischio:
difficoltà nell’inserimento lavorativo ed in particolare nel raggiungimento di un impiego “stabile”, ritardo nel raggiungimento dell’autonomia economica e, di conseguenza, nell’uscita dalla famiglia di
origine, aumento del rischio di povertà, ritardo nella formazione di
un proprio nucleo familiare.
Nella società odierna vediamo migliaia di giovani vivere una vita agiata facilitata dalle tante comodità e innovazioni portate dall’industrializzazione del nostro paese. La vita di oggi rispetto a quella dei nostri nonni infatti è radicalmente cambiata grazie ad un miglioramento generale non solo dal punto di vista sociale ma anche da quello economico. Sono infatti le tante possibilità d’oggi che rendono realizzabili i sogni di tanti giovani come noi. Negli anni del dopoguerra le persone che riuscivano a diplomarsi erano pochissime ma c’era una manodopera molto più alta rispetto ad oggi ,per non parlare degli emigranti che,giovanissimi,lasciavano il loro paese e le loro famiglie in cerca di una vita migliore. Oggi frequentare le scuole superiori è un obbligo per ognuno di noi, anche se spesso questo fatto non viene visto come una possibilità per una vita più agiata in futuro ma come una vera propria perdita di tempo...
Ma nonostante l'impegno e lo studio,oggi,le persone in età giovanile si trovano di fronte a tali e tante incertezze e difficoltà da rappresentare
oggi una categoria sociale a rischio:
difficoltà nell’inserimento lavorativo ed in particolare nel raggiungimento di un impiego “stabile”, ritardo nel raggiungimento dell’autonomia economica e, di conseguenza, nell’uscita dalla famiglia di
origine, aumento del rischio di povertà, ritardo nella formazione di
un proprio nucleo familiare.
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- Messaggio n°35
Re: Scontro di Generazioni
Bambini, non si mangia davanti alla Tv!
La merenda davanti all’amato cartone? Assolutamente no, i bambini che mangiano guardando la tv lo fanno inconsapevolmente e senza controllo. Il rischio: crescere sovrappeso
I bambini che trascorrono troppo tempo davanti alla televisione sono portati a mangiare in modo incontrollato, bombardati da cartoni animati e spot sul cibo spazzatura, tanto da essere a rischio di sovrappeso e obesità.
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- Messaggio n°36
Re: Scontro di Generazioni
Il bambino e la televisione
La televisione pervade la vita dei soggetti in età evolutiva nei paesi industrializzati e sempre più anche nei paesi in via di sviluppo. Il bambino è spesso, fin dai primi anni, un grande consumatore di programmi televisivi (bambino televisivo): in Italia l'esposizione media dei bambini alla TV è di 2 ore e quaranta minuti al giorno.
Se da un lato il mezzo televisivo produce effetti positivi (per quanto riguarda l'apprendimento, la cultura, la socializzazione…), dall'altro può causare problematiche sia di tipo psicosociale, sia di tipo sociosanitario, che di tipo più strettamente medico.
Pertanto si impone da parte dei pediatri, quali tutori dell'infanzia, un intervento sia per rendere consapevoli genitori ed educatori dell'influenza della televisione nell'età evolutiva, sia per organizzare campagne di informazione ad ampio raggio e intervenire, ai vari livelli politici e legislativi.
I 15 suggerimenti che seguono sono rivolti ai genitori e a tutti coloro che sono a contatto con il "pianeta bambino". Essi non hanno lo scopo di distruggere la televisione, ma di restituirle il suo vero ruolo: quello di un utile strumento di cultura, di aggiornamento e di svago a disposizione di tutti.
Consigli di questo genere, sintetizzati nei punti principali, potrebbero essere affissi nelle sale di attesa degli ambulatori dei pediatri e servire come momento di educazione sanitaria per i genitori. La versione più estesa, invece potrebbe essere consegnata dal pediatra stesso, con qualche commento e eventuali chiarimenti per rafforzare ulteriormente il messaggio educativo.
1. Proporre ai bambini i programmi più adatti a loro.
Non è necessario suggerire soltanto trasmissioni serie e istruttive, ma consigliare anche quelle più belle, interessanti e adatte alla loro età. Per esempio esistono cartoni animati a ritmi lenti, con pochi personaggi e vicende semplici che sono più vicini alla psicologia e al linguaggio del bambino.
Sicuramente è necessario evitare di far vedere film dell'orrore e trasmissioni con scene di violenza; se occorre, anche gli adulti dovrebbero rinunciare a vederli.
2. Guardare la televisione insieme ai bambini.
È un modo per dare ai propri figli una chiave di interpretazione per capire ciò che appare sul teleschermo; si aiutano così i bambini ad avere un atteggiamento più attivo di fronte all'immagine, alle emozioni e ai messaggi televisivi.
Inoltre commentare insieme i programmi può essere una piacevole occasione di incontro per la famiglia! Attenzione! Non si tratta di spiegare i programmi, ma di interpretarli manifestando reazioni anche emotive e commentando i fatti presentati in modo diverso se sono reali o finzione.
3. Non utilizzare la televisione come castigo o premio.
In caso contrario, le viene attribuito un valore morale che non ha.
Inoltre, nel proibire privando si rendono i programmi ancora più desiderabili, mentre lo scopo educativo dovrebbe essere quello di insegnare un uso della televisione libero e volontario, e fare in modo che venga utilizzata per scelta e non per bisogno.
4. Non usare la tv come baby-sitter.
Una utilizzazione di questo tipo, anche se comoda e economica, può in seguito diventare incontrollabile. Oltre a questo, il bambino spesso tende, se lasciato a se stesso, a consumare cibi e bevande dolci davanti alla televisione.
5. Stabilire insieme ai bambini il tempo da dedicare alla tv.
La quantità consentita è di circa un'ora e mezzo al giorno (anche non costante) durante il periodo scolastico e di circa 2 ore durante le vacanze o i fine-settimana. Inoltre si può cercare di definire le fasce orarie più adatte.
6. Evitare che i bambini guardino la tv prima di andare a scuola.
È necessario salvaguardare il sonno dei figli e il momento della prima colazione insieme ai genitori.
La TV al mattino presto ruba tempo e attenzione alla scuola. Può accadere che i bambini si alzino prima del necessario per vedere la TV o vadano a scuola in ritardo per non perdere una parte della trasmissione e quindi vi arrivino stanchi e poco motivati.
7. Evitare che i bambini guardino la tv fino al momento di andare a letto.
Devono essere essenzialmente proibiti i programmi emozionanti. Così se i bambini avranno qualche momento di calma prima di andare a dormire, riposeranno più tranquillamente; è ovvio che ci sono le dovute eccezioni, come ad esempio, la trasmissione di programmi rivolti specificatamente al pubblico infantile.
8. Tenere la tv spenta durante le ore dei pasti e dei compiti.
La colazione, il pranzo e la cena sono spesso i momenti in cui i genitori si ritrovano di più con i figli e la TV può sottrarre questo spazio al dialogo all'interno della famiglia.
Dividersi fra teleschermo e studio passando continuamente da un centro di interesse all'altro, può far diminuire l'attenzione e la concentrazione su un unico argomento.
9. Non lasciare in mano al bambino il telecomando.
Lo zapping ha dei gravi difetti, perché in genere permette di tralasciare descrizioni, dialoghi, ragionamenti, privilegiando quasi esclusivamente l'azione.
Saltare da una trasmissione all'altra causa una comprensione parziale (che fa cogliere solo i messaggi più semplici) e una attenzione breve e superficiale; da sottolineare inoltre che il bambino potrebbe trovare programmi non adatti a lui.
10. Non collocare il televisore nella camera dei bambini.
La TV va controllata e regolamentata dagli adulti: in caso contrario si perde il controllo su ciò che il bambino vede e per quanto tempo rimane davanti al teleschermo. Inoltre c'è il pericolo di allontanare i figli dai genitori, rinunciando ad una occasione di dialogo con loro.
11. Usare spesso il videoregistratore.
Ciò consente di creare una videoteca e di valutare i programmi televisivi prima di proporli al bambino. Si può decidere l'ora e il tempo più opportuni per seguire una trasmissione registrata in precedenza.
12. Cercare valide alternative rispetto alla televisione.
Promuovere la lettura, la partecipazione ad attività sportive, ad incontri con gli amici…
In vacanza è opportuno rinunciare alla TV, prendendo in tal modo coscienza che la televisione non è indispensabile e che la teledipendenza deriva più dalle circostanze esterne che dalla sua forza.
13. Disporre di libri adatti a sviluppare gli interessi prodotti dalle trasmissioni televisive.
Televisione e libri costituiscono mezzi di informazione complementari che vanno impiegati uno a fianco dell'altro e, in questo senso, la scuola e la biblioteca, insieme alla famiglia, rivestono una grande importanza.
14. Prestare attenzione alle "condizioni" della visione e dell'ascolto.
Evitare che il bambino assuma posture scorrette mentre guarda la TV (ad esempio sdraiato per terra o sul letto, in posizione prona con il mento sorretto dalle mani);
Controllare che la distanza del bambino dall'apparecchio televisivo sia di almeno 3 metri.
Verificare che:
la posizione dell'apparecchio sia centrale rispetto a chi guarda;
l'immagine sia poco contrastata (contrasto e luminosità delle immagini non alla massima intensità);
la stanza non sia completamente buia (presenza di luce dietro e sopra il televisore);
non ci siano riflessi sullo schermo;
il volume del suono non sia troppo intenso (entro 70 dB).
15. Controllare la qualità e la quantità degli alimenti assunti davanti alla televisione.
Evitare in particolare il consumo esagerato di alimenti e bevande dolci.
La televisione pervade la vita dei soggetti in età evolutiva nei paesi industrializzati e sempre più anche nei paesi in via di sviluppo. Il bambino è spesso, fin dai primi anni, un grande consumatore di programmi televisivi (bambino televisivo): in Italia l'esposizione media dei bambini alla TV è di 2 ore e quaranta minuti al giorno.
Se da un lato il mezzo televisivo produce effetti positivi (per quanto riguarda l'apprendimento, la cultura, la socializzazione…), dall'altro può causare problematiche sia di tipo psicosociale, sia di tipo sociosanitario, che di tipo più strettamente medico.
Pertanto si impone da parte dei pediatri, quali tutori dell'infanzia, un intervento sia per rendere consapevoli genitori ed educatori dell'influenza della televisione nell'età evolutiva, sia per organizzare campagne di informazione ad ampio raggio e intervenire, ai vari livelli politici e legislativi.
I 15 suggerimenti che seguono sono rivolti ai genitori e a tutti coloro che sono a contatto con il "pianeta bambino". Essi non hanno lo scopo di distruggere la televisione, ma di restituirle il suo vero ruolo: quello di un utile strumento di cultura, di aggiornamento e di svago a disposizione di tutti.
Consigli di questo genere, sintetizzati nei punti principali, potrebbero essere affissi nelle sale di attesa degli ambulatori dei pediatri e servire come momento di educazione sanitaria per i genitori. La versione più estesa, invece potrebbe essere consegnata dal pediatra stesso, con qualche commento e eventuali chiarimenti per rafforzare ulteriormente il messaggio educativo.
1. Proporre ai bambini i programmi più adatti a loro.
Non è necessario suggerire soltanto trasmissioni serie e istruttive, ma consigliare anche quelle più belle, interessanti e adatte alla loro età. Per esempio esistono cartoni animati a ritmi lenti, con pochi personaggi e vicende semplici che sono più vicini alla psicologia e al linguaggio del bambino.
Sicuramente è necessario evitare di far vedere film dell'orrore e trasmissioni con scene di violenza; se occorre, anche gli adulti dovrebbero rinunciare a vederli.
2. Guardare la televisione insieme ai bambini.
È un modo per dare ai propri figli una chiave di interpretazione per capire ciò che appare sul teleschermo; si aiutano così i bambini ad avere un atteggiamento più attivo di fronte all'immagine, alle emozioni e ai messaggi televisivi.
Inoltre commentare insieme i programmi può essere una piacevole occasione di incontro per la famiglia! Attenzione! Non si tratta di spiegare i programmi, ma di interpretarli manifestando reazioni anche emotive e commentando i fatti presentati in modo diverso se sono reali o finzione.
3. Non utilizzare la televisione come castigo o premio.
In caso contrario, le viene attribuito un valore morale che non ha.
Inoltre, nel proibire privando si rendono i programmi ancora più desiderabili, mentre lo scopo educativo dovrebbe essere quello di insegnare un uso della televisione libero e volontario, e fare in modo che venga utilizzata per scelta e non per bisogno.
4. Non usare la tv come baby-sitter.
Una utilizzazione di questo tipo, anche se comoda e economica, può in seguito diventare incontrollabile. Oltre a questo, il bambino spesso tende, se lasciato a se stesso, a consumare cibi e bevande dolci davanti alla televisione.
5. Stabilire insieme ai bambini il tempo da dedicare alla tv.
La quantità consentita è di circa un'ora e mezzo al giorno (anche non costante) durante il periodo scolastico e di circa 2 ore durante le vacanze o i fine-settimana. Inoltre si può cercare di definire le fasce orarie più adatte.
6. Evitare che i bambini guardino la tv prima di andare a scuola.
È necessario salvaguardare il sonno dei figli e il momento della prima colazione insieme ai genitori.
La TV al mattino presto ruba tempo e attenzione alla scuola. Può accadere che i bambini si alzino prima del necessario per vedere la TV o vadano a scuola in ritardo per non perdere una parte della trasmissione e quindi vi arrivino stanchi e poco motivati.
7. Evitare che i bambini guardino la tv fino al momento di andare a letto.
Devono essere essenzialmente proibiti i programmi emozionanti. Così se i bambini avranno qualche momento di calma prima di andare a dormire, riposeranno più tranquillamente; è ovvio che ci sono le dovute eccezioni, come ad esempio, la trasmissione di programmi rivolti specificatamente al pubblico infantile.
8. Tenere la tv spenta durante le ore dei pasti e dei compiti.
La colazione, il pranzo e la cena sono spesso i momenti in cui i genitori si ritrovano di più con i figli e la TV può sottrarre questo spazio al dialogo all'interno della famiglia.
Dividersi fra teleschermo e studio passando continuamente da un centro di interesse all'altro, può far diminuire l'attenzione e la concentrazione su un unico argomento.
9. Non lasciare in mano al bambino il telecomando.
Lo zapping ha dei gravi difetti, perché in genere permette di tralasciare descrizioni, dialoghi, ragionamenti, privilegiando quasi esclusivamente l'azione.
Saltare da una trasmissione all'altra causa una comprensione parziale (che fa cogliere solo i messaggi più semplici) e una attenzione breve e superficiale; da sottolineare inoltre che il bambino potrebbe trovare programmi non adatti a lui.
10. Non collocare il televisore nella camera dei bambini.
La TV va controllata e regolamentata dagli adulti: in caso contrario si perde il controllo su ciò che il bambino vede e per quanto tempo rimane davanti al teleschermo. Inoltre c'è il pericolo di allontanare i figli dai genitori, rinunciando ad una occasione di dialogo con loro.
11. Usare spesso il videoregistratore.
Ciò consente di creare una videoteca e di valutare i programmi televisivi prima di proporli al bambino. Si può decidere l'ora e il tempo più opportuni per seguire una trasmissione registrata in precedenza.
12. Cercare valide alternative rispetto alla televisione.
Promuovere la lettura, la partecipazione ad attività sportive, ad incontri con gli amici…
In vacanza è opportuno rinunciare alla TV, prendendo in tal modo coscienza che la televisione non è indispensabile e che la teledipendenza deriva più dalle circostanze esterne che dalla sua forza.
13. Disporre di libri adatti a sviluppare gli interessi prodotti dalle trasmissioni televisive.
Televisione e libri costituiscono mezzi di informazione complementari che vanno impiegati uno a fianco dell'altro e, in questo senso, la scuola e la biblioteca, insieme alla famiglia, rivestono una grande importanza.
14. Prestare attenzione alle "condizioni" della visione e dell'ascolto.
Evitare che il bambino assuma posture scorrette mentre guarda la TV (ad esempio sdraiato per terra o sul letto, in posizione prona con il mento sorretto dalle mani);
Controllare che la distanza del bambino dall'apparecchio televisivo sia di almeno 3 metri.
Verificare che:
la posizione dell'apparecchio sia centrale rispetto a chi guarda;
l'immagine sia poco contrastata (contrasto e luminosità delle immagini non alla massima intensità);
la stanza non sia completamente buia (presenza di luce dietro e sopra il televisore);
non ci siano riflessi sullo schermo;
il volume del suono non sia troppo intenso (entro 70 dB).
15. Controllare la qualità e la quantità degli alimenti assunti davanti alla televisione.
Evitare in particolare il consumo esagerato di alimenti e bevande dolci.
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Re: Scontro di Generazioni
Per un genitore è importante capire che suo figlio più ancora che un ingegnere o un medico, deve saper diventare un uomo.
Piero Angela
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- Messaggio n°38
Re: Scontro di Generazioni
I figli riempiono una vita, diventano il centro di tutto: delle emozioni, dell'amore, della dedizione. Quando sono piccoli sono una continua scoperta, via via che i loro occhi e la loro mente si aprono alla vita. Dipendono completamente da noi, e ci rendiamo conto che solo le nostre cure permettono loro di vivere, di esprimersi e di svilupparsi. Man mano che crescono rappresentano un susseguirsi di gioie, di ansie, di soddisfazioni, di preoccupazioni, di momenti felici. I sacrifici fatti per loro non hanno peso. Qualunque genitore queste cose le sa benissimo. Soprattutto le madri.
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- Messaggio n°39
Re: Scontro di Generazioni
Figlia mia, vivi in modo da non doverti vergognare di te stessa, dì la tua parola in modo che ciascuno debba dire di te che ci si può fidare; e non dimenticare che dare gioia ci dà anche gioia. Impara a tempo che la fame dà sapore ai cibi, e rifuggi la comodità perchè rende insipida la vita. Un giorno dovrai fare qualcosa di grande: a tale scopo devi diventare tu stessa qualcosa di grande!
T.R.
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- Messaggio n°40
Re: Scontro di Generazioni
Se vogliamo che i nostri figli stiano bene con se stessi, dobbiamo aiutarli. Se desideriamo siano sicuri di se stessi, dobbiamo smettere di controllarli con la paura. Se ci aspettiamo che rispettino gli altri, dimostriamo loro il rispetto che meritano. I bambini imparano dall’esempio.
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- Messaggio n°41
Re: Scontro di Generazioni
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- Messaggio n°42
Re: Scontro di Generazioni
Gli adulti compatiscono facilmente le botte e gli acciacchi dei grandi, ma quando un bambino si fa male, dicono: «Ben ti sta. In futuro farai più attenzione». Come se la pelle di un bambino fosse meno sensibile di quella di un adulto!.
Il modo con cui trattiamo nostro figlio è lo stesso con cui nostro figlio tratterà il mondo.
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- Messaggio n°43
Re: Scontro di Generazioni
Genitori e figli:prevenire i conflitti
Prevenire i conflitti genitori figli è importante perchè dai conflitti con i propri figli i genitori traggono solo effetti negativi, senso di colpa, di perdita ed amarezza. Dal conflitto con i genitori i figli ricevono colpi fortissimi all’autostima ed alla serenità interiore. Conflitto significa lotta, affermazione violenta di una volontà sull’altra, prevaricazione e valutazione più della propria supremazia che del risultato finale.
Senza conflitti sia i genitori che i figli ottengono risultati migliori, vivono meglio e consolidano una qualità del rapporto che durerà tutta la vita , anche nei momenti più difficili.Ricordiamoci che vincere oggi sui nostri figli , in realtà , è perdere da domani in poi su tutta la linea , se solo avremo occhi per vedere..
La teoria dei giochi insegna che il conflitto non porta al risultato migliore per le due controparti ma che spesso è l’unica strategia quando non ci si fida gli uni degli altri. In questo caso si sceglie di difendersi poichè ci si aspetta che l’interlocutore agisca in modo egoistico e non rispetti i patti. Se questo può essere giustificato tra adulti tra i quali non c’è affetto nè moralità nè rispetto, tra genitori e figli non dovrebbe mai esserlo.
I conflitti genitori figli non potrebbero nascere se i genitori, la parte più forte ,non mettessero il proprio orgoglio ed il proprio narcisismo davanti alla serenità dei propri figli. Il narcisismo dei genitori, purtroppo facilità il narcisismo patologico dei figli, soprattutto nel caso in cui al narcisismo el padre si accompagni l’incapacità di donarsi della madre.
Prevenire i conflitti tra genitori e figli non significa certo agire in modo falso ed ipocrita . I figli odiano i comportamenti ipocriti ancor più che quelli conflittuali. Quindi,per prevenire i conflitti tra genitori e figli occorre partire da lontano, fin da prima della nascita del bambino. Meno si pongono per tempo le basi durature di fiducia , tolleranza ,amore incondizionato e capacità di comunicare, più sarà difficile affrontare i momenti di crisi della preadolescenza e dell’adolescenza senza danni nel rapporto tra genitori e figli.
Il bambino ed il ragazzo devono sentire che i genitori non apprezzano il conflitto come modalità dialettica e che lo vedono solo come ultima possibilità di discussione. Se c’è fiducia reciproca , che va costruita nel tempo e quotidianamente, nessuno dei due, nè il genitore nè il figlio vedrà la necessità di ricorrere alla soluzione più estrema e dolorosa delle divergenze.
Prevenire i conflitti significa immedesimarsi nell’altro, in nostro figlio, capire il suo punto di vista , offrirgli il massimo appoggio, la massima comprensione, la massima collaborazione. Significa potergli dire di no quando lo riteniamo giusto per il suo benessere ma farlo con il contagocce e solo per comprovato motivo.
Prevenire i conflitti genitori figli è importante perchè dai conflitti con i propri figli i genitori traggono solo effetti negativi, senso di colpa, di perdita ed amarezza. Dal conflitto con i genitori i figli ricevono colpi fortissimi all’autostima ed alla serenità interiore. Conflitto significa lotta, affermazione violenta di una volontà sull’altra, prevaricazione e valutazione più della propria supremazia che del risultato finale.
Senza conflitti sia i genitori che i figli ottengono risultati migliori, vivono meglio e consolidano una qualità del rapporto che durerà tutta la vita , anche nei momenti più difficili.Ricordiamoci che vincere oggi sui nostri figli , in realtà , è perdere da domani in poi su tutta la linea , se solo avremo occhi per vedere..
La teoria dei giochi insegna che il conflitto non porta al risultato migliore per le due controparti ma che spesso è l’unica strategia quando non ci si fida gli uni degli altri. In questo caso si sceglie di difendersi poichè ci si aspetta che l’interlocutore agisca in modo egoistico e non rispetti i patti. Se questo può essere giustificato tra adulti tra i quali non c’è affetto nè moralità nè rispetto, tra genitori e figli non dovrebbe mai esserlo.
I conflitti genitori figli non potrebbero nascere se i genitori, la parte più forte ,non mettessero il proprio orgoglio ed il proprio narcisismo davanti alla serenità dei propri figli. Il narcisismo dei genitori, purtroppo facilità il narcisismo patologico dei figli, soprattutto nel caso in cui al narcisismo el padre si accompagni l’incapacità di donarsi della madre.
Prevenire i conflitti tra genitori e figli non significa certo agire in modo falso ed ipocrita . I figli odiano i comportamenti ipocriti ancor più che quelli conflittuali. Quindi,per prevenire i conflitti tra genitori e figli occorre partire da lontano, fin da prima della nascita del bambino. Meno si pongono per tempo le basi durature di fiducia , tolleranza ,amore incondizionato e capacità di comunicare, più sarà difficile affrontare i momenti di crisi della preadolescenza e dell’adolescenza senza danni nel rapporto tra genitori e figli.
Il bambino ed il ragazzo devono sentire che i genitori non apprezzano il conflitto come modalità dialettica e che lo vedono solo come ultima possibilità di discussione. Se c’è fiducia reciproca , che va costruita nel tempo e quotidianamente, nessuno dei due, nè il genitore nè il figlio vedrà la necessità di ricorrere alla soluzione più estrema e dolorosa delle divergenze.
Prevenire i conflitti significa immedesimarsi nell’altro, in nostro figlio, capire il suo punto di vista , offrirgli il massimo appoggio, la massima comprensione, la massima collaborazione. Significa potergli dire di no quando lo riteniamo giusto per il suo benessere ma farlo con il contagocce e solo per comprovato motivo.
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- Messaggio n°44
Re: Scontro di Generazioni
Autoritari o Autorevoli?
Una domanda frequentemente posta dai genitori alle prese con queste difficoltà è: “Ma come posso far valere la mia autorità?”
Il “principio di autorità”, tradotto in parole semplici, significa: “fai/non fare questo perché lo dico io, e non discutere”.
Noi saremmo disposti ad accettarlo? E se anche riuscissimo a farlo valere (il che implica un lungo e difficile “addestramento alla disciplina” sul modello dell’Esercito!), siamo certi che è questo il rapporto che vogliamo con i nostri figli?
Genitori “noncuranti”
Sminuiscono, ignorano o sottovalutano le emozioni negative (in alcuni casi , anche quelle positive)
Genitori “censori”
Criticano le espressioni di sentimenti negativi. Possono arrivare a rimproverare o punire i figli per queste manifestazioni emotive.
Genitori ”lassisti”
Accettano le emozioni dei figli e si dimostrano empatici, ma non riescono a offrire loro una guida o a porre limiti al loro comportamento.
Genitori “consapevoli-competenti”
1) Consapevoli delle emozioni dei figli (“so che sei arrabbiato”)
2) Ascoltano con empatia, convalidano il sentimento (“non ti giudico per questo”)
3) Aiutano i figli a trovare le parole per definire le emozioni che stanno provando (“ti aiuto ad esprimere quello che provi”)
4 ) Pongono dei limiti al comportamento (“comunque, non puoi fare quello che vuoi”)
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- Messaggio n°45
Re: Scontro di Generazioni
L’autorevolezza
Forse, è più utile riferirsi al “principio di autorevolezza”: è più sfumato, e richiede che l’educatore (in questo caso, il genitore) si comporti in modo (il più possibile!) fermo, coerente, equo, commisurato, credibile.
“Fermo” implica il fatto che il pianto frustrato di un bambino che fa i capricci (che, ricordiamo, sono il loro mestiere!) non induce il genitore a recedere da una decisione. Rispettare un impegno educativo anche quando al bambino questo non piace è compito proprio dei genitori!
“Coerente” vuol dire che le regole sono chiare e stabili: se un comportamento è censurato un giorno, non può essere premiato il successivo! Un esempio classico è quello dei bimbi che strepitano al supermarket per avere dolciumi o giocattoli. Se abbiamo detto loro che non li possono avere, questo varrà anche tra 5 minuti; se una regola vale con mamma, vale anche con papà (e viceversa…).
“Equo”, cioè quanto più possibile bilanciato ed equilibrato per tutti i figli (se l’orario di rientro della figlia 15enne è mezzanotte, non può esserlo anche per la figlia di 13 anni!).
“Commisurato” indica la proporzione tra il comportamento e la sanzione o il premio. Una dimenticanza (come lasciare ad esempio la tavoletta del water alzata) non può essere punita con 15 giorni di castighi, così come una pagella molto scadente non può essere premiata con il motorino nuovo! Ricordiamo anche che premiare un comportamento desiderabile è molto più efficace (e a sua volta desiderabile!) che punirne uno indesiderabile. Un esempio: il papà che, a fronte di un buon volto a scuola, in base al principio “E’ tuo dovere!” non elogia il figlio (mancato premio), ma lo rimprovera aspramente se prende un cattivo voto (punizione). Secondo voi, funziona?
“Credibile” è la più difficile. Se preannunciamo una punizione o un premio, allora li elargiremo; altrimenti risulteremo poco credibili. E fin qui, tutto ok.
Ma siamo noi stessi in grado di fare quello che chiediamo ai nostri figli?
Quante volte abbiamo assistito a genitori che urlano ai figli di abbassare il tono di voce?
Quanti genitori in sovrappeso o con abitudini dannose (es., il fumo) pretendono dai figli condotte esemplari?
Forse, è più utile riferirsi al “principio di autorevolezza”: è più sfumato, e richiede che l’educatore (in questo caso, il genitore) si comporti in modo (il più possibile!) fermo, coerente, equo, commisurato, credibile.
“Fermo” implica il fatto che il pianto frustrato di un bambino che fa i capricci (che, ricordiamo, sono il loro mestiere!) non induce il genitore a recedere da una decisione. Rispettare un impegno educativo anche quando al bambino questo non piace è compito proprio dei genitori!
“Coerente” vuol dire che le regole sono chiare e stabili: se un comportamento è censurato un giorno, non può essere premiato il successivo! Un esempio classico è quello dei bimbi che strepitano al supermarket per avere dolciumi o giocattoli. Se abbiamo detto loro che non li possono avere, questo varrà anche tra 5 minuti; se una regola vale con mamma, vale anche con papà (e viceversa…).
“Equo”, cioè quanto più possibile bilanciato ed equilibrato per tutti i figli (se l’orario di rientro della figlia 15enne è mezzanotte, non può esserlo anche per la figlia di 13 anni!).
“Commisurato” indica la proporzione tra il comportamento e la sanzione o il premio. Una dimenticanza (come lasciare ad esempio la tavoletta del water alzata) non può essere punita con 15 giorni di castighi, così come una pagella molto scadente non può essere premiata con il motorino nuovo! Ricordiamo anche che premiare un comportamento desiderabile è molto più efficace (e a sua volta desiderabile!) che punirne uno indesiderabile. Un esempio: il papà che, a fronte di un buon volto a scuola, in base al principio “E’ tuo dovere!” non elogia il figlio (mancato premio), ma lo rimprovera aspramente se prende un cattivo voto (punizione). Secondo voi, funziona?
“Credibile” è la più difficile. Se preannunciamo una punizione o un premio, allora li elargiremo; altrimenti risulteremo poco credibili. E fin qui, tutto ok.
Ma siamo noi stessi in grado di fare quello che chiediamo ai nostri figli?
Quante volte abbiamo assistito a genitori che urlano ai figli di abbassare il tono di voce?
Quanti genitori in sovrappeso o con abitudini dannose (es., il fumo) pretendono dai figli condotte esemplari?
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- Messaggio n°46
Re: Scontro di Generazioni
Il segreto figlio mio, è non aspettarsi mai nulla dagli altri. Ed ogni istante sarà una festa.
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- Messaggio n°47
Re: Scontro di Generazioni
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- Messaggio n°48
Re: Scontro di Generazioni
Figli in vacanza da soli. Come gestire l'ansia (dei genitori)
«Nascondi i soldi, tieni acceso il cellulare, stai in gruppo, evita le risse e mangia». Prima di lasciare partire i figli da soli (magari per la prima volta) i genitori li sottopongono a un bombardamento di raccomandazioni last minute . Loro sbuffano (in realtà se l'aspettano) e mamma e papà pensano di alleviare così le proprie preoccupazioni (ma non ci riescono). Perché i precetti pre-vacanza non risolvono le "crisi" da allontanamento . Quando mettiamo in guardia i nostri figli diventano insofferenti e sembra che non ci ascoltino. Vogliono farsi vedere grandi, ma si stupirebbero se non ricevessero i nostri consigli». Cosa rappresenta la prima vacanza senza genitori? per un ragazzo/a è un esperimento di autonomia e per i familiari può diventare una prova di coraggio. Basta saper gestire l'ansia e non trasmetterla.
La frase giusta(se ci riuscite) da dire ai figli in partenza: «Vai responsabile di te! . E, se serve, ricorrere a piccoli artifici: mandarli in compagnia di amici che si conoscono, chiedere le foto dei luoghi visitati. Tenersi occupati quando loro sono via (lavorando o conciliando i periodi di ferie). È sbagliato «riempirli di denaro e niente fiato sul collo: fissiamo alcuni appuntamenti telefonici e per il resto lasciamoli in pace». Il primo viaggio da soli non deve necessariamente essere il giro del mondo. Ottima quindi, come prima esperienza, una vacanza in casa di amici o un campeggio in Italia. Sarà comunque un'esperienza indimenticabile per i ragazzi e i genitori si sentiranno più tranquilli che non saperli in giro all avventura.
«Nascondi i soldi, tieni acceso il cellulare, stai in gruppo, evita le risse e mangia». Prima di lasciare partire i figli da soli (magari per la prima volta) i genitori li sottopongono a un bombardamento di raccomandazioni last minute . Loro sbuffano (in realtà se l'aspettano) e mamma e papà pensano di alleviare così le proprie preoccupazioni (ma non ci riescono). Perché i precetti pre-vacanza non risolvono le "crisi" da allontanamento . Quando mettiamo in guardia i nostri figli diventano insofferenti e sembra che non ci ascoltino. Vogliono farsi vedere grandi, ma si stupirebbero se non ricevessero i nostri consigli». Cosa rappresenta la prima vacanza senza genitori? per un ragazzo/a è un esperimento di autonomia e per i familiari può diventare una prova di coraggio. Basta saper gestire l'ansia e non trasmetterla.
La frase giusta(se ci riuscite) da dire ai figli in partenza: «Vai responsabile di te! . E, se serve, ricorrere a piccoli artifici: mandarli in compagnia di amici che si conoscono, chiedere le foto dei luoghi visitati. Tenersi occupati quando loro sono via (lavorando o conciliando i periodi di ferie). È sbagliato «riempirli di denaro e niente fiato sul collo: fissiamo alcuni appuntamenti telefonici e per il resto lasciamoli in pace». Il primo viaggio da soli non deve necessariamente essere il giro del mondo. Ottima quindi, come prima esperienza, una vacanza in casa di amici o un campeggio in Italia. Sarà comunque un'esperienza indimenticabile per i ragazzi e i genitori si sentiranno più tranquilli che non saperli in giro all avventura.
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- Messaggio n°49
Re: Scontro di Generazioni
X te mamma dalla tua Marilena.. :280: :280: :280:
Ciao mamma,
Ti scrivo per dirti che sei la persona più importante del mondo, tu sei l'unica che mi capisce solo con uno sguardo, so che ultimamente ci sono molti problemi ma volevo che tu sapessi che non è colpa tua, come potrebbe esserlo, è impossibile..tu nonostante tutto non mi fai MAI mancare niente, preferici piuttosto rinunciarci tu.. Hai un cuore d'oro sai sempre come farmi star bene, ai sempre una soluzione a tutto, ti ammiro molto mamma e quando sarò più grande vorrei diventare come te, sei in gamba, non so come ci riesci ma non ti demorializzi mai nonostante il casino, tu sei la persona più forte che conosco quella che non ha mai smesso di volermi bene, neanche quando litighiamo, volevo anche che sapessi che ti amo con tutto il cuore e che tu sei la mia ragione di vita..tu sei tutto mamma. Mamma sei tutto ciò che mi fa andare avanti. *-*
Ciao mamma,
Ti scrivo per dirti che sei la persona più importante del mondo, tu sei l'unica che mi capisce solo con uno sguardo, so che ultimamente ci sono molti problemi ma volevo che tu sapessi che non è colpa tua, come potrebbe esserlo, è impossibile..tu nonostante tutto non mi fai MAI mancare niente, preferici piuttosto rinunciarci tu.. Hai un cuore d'oro sai sempre come farmi star bene, ai sempre una soluzione a tutto, ti ammiro molto mamma e quando sarò più grande vorrei diventare come te, sei in gamba, non so come ci riesci ma non ti demorializzi mai nonostante il casino, tu sei la persona più forte che conosco quella che non ha mai smesso di volermi bene, neanche quando litighiamo, volevo anche che sapessi che ti amo con tutto il cuore e che tu sei la mia ragione di vita..tu sei tutto mamma. Mamma sei tutto ciò che mi fa andare avanti. *-*
Ultima modifica di rosy73 il Sab Ago 10, 2013 8:09 pm - modificato 2 volte.
thomas- Sempre per un bene superiore!
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Re: Scontro di Generazioni
brava Mari
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rosy73- Guardati le spalle Cacciatore!
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Re: Scontro di Generazioni
GRAZIE MARILENA CUCCIOLA MIA TI AMO TANTO :280: :280: :280:rosy73 ha scritto:X te mamma dalla tua Marilena.. :280: :280: :280:
Ciao mamma,
Ti scrivo per dirti che sei la persona più importante del mondo, tu sei l'unica che mi capisce solo con uno sguardo, so che ultimamente ci sono molti problemi ma volevo che tu sapessi che non è colpa tua, come potrebbe esserlo, è impossibile..tu nonostante tutto non mi fai MAI mancare niente, preferici piuttosto rinunciarci tu.. Hai un cuore d'oro sai sempre come farmi star bene, ai sempre una soluzione a tutto, ti ammiro molto mamma e quando sarò più grande vorrei diventare come te, sei in gamba, non so come ci riesci ma non ti demorializzi mai nonostante il casino, tu sei la persona più forte che conosco quella che non ha mai smesso di volermi bene, neanche quando litighiamo, volevo anche che sapessi che ti amo con tutto il cuore e che tu sei la mia ragione di vita..tu sei tutto mamma. Mamma sei tutto ciò che mi fa andare avanti. *-*