Pioggia, safety car e ritiri, ad Hockenheim succede di tutto. Alla fine a sorridere è l'olandese della Red Bull che precede la Ferrari del tedesco e la Toro Rosso di Kvyat. Leclerc risale fino al secondo posto prima di uscire, stessa sorte tocca a Bottas. Hamilton chiude 11°
HOCKENHEIM - Verstappen cala il settebello. E' sua la carta più nobile nel mazzo impazzito sciorinato dalla mutevole pista di Hockenheim, fradicia, bagnata, umida e asciutta a seconda dei momenti, un circuito che partorisce un gran premio elettrizzante, il più avvincente della stagione, e che in una sorta di corsa ad eliminazione, con l'uscita di scena di big come Leclerc e Bottas, o il ridimensionamento del mostro sacro Hamilton, in pessima giornata con due uscite di pista e due episodi che lo fanno finire sotto inchiesta, premia il giovane olandese, al settimo sigillo della propria carriera, il più bravo nel dribblare le pozzanghere e nell'azzeccare le strategie, in un trionfo che finisce per riportarlo in corsa per il Mondiale, visto che guadagna 25 punti su Hamilton e ora si ritrova a 61 lunghezze (ottiene pure il bonus del giro veloce), un margine senz'altro ampio, ma comunque da controllare, vista la sua abilità nella guida e nella lotta. Pensare che il suo gran premio era iniziato nel peggiore dei modi, rimasto praticamente fermo in partenza e scivolato dalla seconda alla quarta posizione, beffato sia da Bottas che da Raikkonen. Ma è stato l'unico neo, poi non ha sbagliato più nulla. E il destino, con i continui colpi di scena presentati, gli ha dato la possibilità di rimediare alla grande.
Vettel, che rimonta: da ultimo a secondo
Un fato che ha riportato all'antico splendore pure Sebastian Vettel. Per capire quanto sia stata pazza questa corsa, basti affermare che il tedesco si è fermato cinque volte ai box, provando tutte le gomme possibili. A forza d'insistere però ha trovato la chiave giusta negli ultimi cinque giri, dopo l'ennesima safety car, entrata per permettere la rimozione della distrutta Mercedes di Bottas. Sino al giro 59 Vettel era oscillato dalla decima all'ottava posizione, dopo che in partenza, colpa del sabato disastroso, era partito ventesimo. Quando è stato dato il via all'ultimo sprint era quinto e in rapida successione ha scavalcato i comprimari che gli erano rimasti davanti, Sainz, Stroll e Kvyat, sino a ritrovarsi secondo e a chiudere la gara alle spalle di Verstappen. "Sono soddisfatto, è stata una gara lunga. Ad un certo punto sembrava non finire mai, ma mi sono divertito tantissimo" ha detto.
Il piazzamento, probabilmente, non lo riporterà in corsa per il Mondiale, nonostante Hamilton sia rimasto all'asciutto con il suo undicesimo posto mantiene nei suoi confronti 82 punti di vantaggio, ma senz'altro gli restituisce un po' di morale, confortato dal boato del pubblico che ha senz'altro aiutato e spinto la sua grande rimonta finale. Sceso dalla macchina, era raggiante, via radio ha urlato tutta la sua gioia ai box. Hockenheim l'anno scorso fu l'inizio della fine,. Ora potrebbe segnare il principio della resurrezione.
Leclerc, occasione persa
Detto dell'euforia del russo Kvyat, al primo podio in carriera con la Toro Rosso, del quarto posto di Stroll con la Racing Point, del quinto posto di Sainz con la McLaren, del sesto di Albon con l'altra Toro Rosso, del settimo posto di Raikkonen con l'Alfa Romeo e dei quattro punti preziosi conquistati dal suo compagno di squadra, l'italiano Giovinazzi, è lunga la lista dei delusi e dei perdenti. In testa sicuramente il ferrarista Leclerc. Ad un certo punto, nel mix fra bagnato e asciutto, sembrava avere in mano la gara e invece al giro 27 è andato a sbattere, impantanandosi nella ghiaia. Grande occasione persa. "Basta un errore per rovinare tutto e questo è colpa mia. Ma sembrava di stare sul ghiaccio". Come deve battersi il petto Bottas. Con Hamilton in incredibile e inaspettata difficoltà, avrebbe potuto chiudere secondo, alle spalle di Verstappen, recuperando diciotto punti preziosi nei confronti dell'illustre compagno di squadra. Invece al giro 59, facendo molto arrabbiare Wolf, il capo Mercedes, ha perso il controllo della macchina e addio sogni di gloria.
F1, pazzo Gp Germania: vince Verstappen, Vettel rimonta da ultimo a secondo
La Mercedes di Bottas
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Hamilton, giornata no ma Mondiale in mano
Quanto ad Hamilton, deve essersi preso una vacanza, perché non lo si è mai visto così tanto in difficoltà, pur essendo partito dalla pole e avendo passato in testa la prima curva. Per due volte è uscito di pista, nella prima ha rotto il muso anteriore e, nel tentativo di rientrare il più in fretta possibile ai box, ha sbagliato il punto d'ingresso, rimediando 5 secondi di penalità. In più è andato sotto sanzione anche per aver guidato troppo lentamente, senza una giustificabile ragione, dietro la safety car. Con il passare dei minuti, e il continuo mutare delle condizioni atmosferiche, ha creduto nella vittoria, poi nel podio, poi nella zona punti e infine nella possibilità di chiudere la gara. Finire undicesimo su 13, con le due sole Williams alle spalle, non è da lui. Che difatti è sceso dalla macchina particolarmente deluso. Non ci ha messo però molto a consolarsi: ha guardato la classifica generale e ha capito di avere ancora il Mondiale in mano.
La Repubblica