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L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Peggy Guggenheim
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Peggy Guggenheim svolse un ruolo determinante nella storia dell'arte del Novecento. Era solita dire che era suo dovere proteggere l'arte del suo tempo e a questa vocazione e alla creazione del suo museo dedicò buona parte della vita.
Peggy nasce il 26 agosto 1898 da Benjamin Guggenheim e Florette Seligman. Benjamin Guggenheim è uno dei sette figli di Meyer Guggenheim, emigrato negli Stati Uniti dalla Svizzera tedesca a metà Ottocento e fondatore della fortuna di famiglia, basata sull'estrazione mineraria (argento, rame e acciaio) e la lavorazione primaria dei metalli estratti. I Seligmans sono invece una delle maggiori e più importanti famiglie di banchieri americani. Peggy cresce a New York. Nell'aprile del 1912 il padre muore eroicamente nel naufragio del Titanic.
Ancora ventenne, Peggy lavora in una libreria di New York, la Sunwise Turn. Qui frequenta e fa amicizia con esponenti dei circoli artistici e intellettuali della città e incontra colui che diventerà il suo primo marito, a Parigi nel 1922, Laurence Vail. Vail era un artista di grande talento, scultore Dada e autore di collage. Nel suo romanzo Murder! Murder! descriverà la sua vita tempestosa con Peggy, che ricorda il libro come "una specie di satira sulla nostra vita insieme e nonostante fosse alquanto divertente alcuni passaggi su di me mi offesero". L'esperienza la preparerà alla vita nell'ambiente dell'avanguardia artistica e letteraria europea.
Nel 1921 Peggy Guggenheim si reca in Europa. Grazie a Laurence Vail (il padre dei suoi due figli Sindbad e Pegeen, pittrice), si ritrova presto a frequentare la Parigi bohémienne degli espatriati americani. Molte delle amicizie che stringe allora, ad esempio con Constantin Brancusi, Djuna Barnes e Marcel Duchamp, dureranno per tutta la vita. Benché resti sempre in buoni rapporti con Vail, lo lascia nel 1928 per l'intellettuale inglese John Holms, che sarà il grande amore della sua vita. Una descrizione dettagliata di Holms, un eroe di guerra che non riusciva più a scrivere, ce la offre Edwin Muir, nel quinto capitolo della sua autobiografia, dove si legge che: "Holms era l'uomo più straordinario che abbia mai incontrato". Purtroppo Holms morirà tragicamente, ancora giovane, nel 1934.
Nel 1937 l'amica Peggy Waldman la incoraggia ad aprire una galleria d'arte a Londra. Inaugurando nel gennaio 1938 la galleria Guggenheim Jeune, a quarant'anni Peggy inizia una carriera che influenzerà in maniera significativa il corso dell'arte dell'ultimo dopoguerra. È l'amico Samuel Beckett che insiste affinché si interessi all'arte contemporanea, in quanto "qualcosa di vivente", ed è Marcel Duchamp che le presenta gli artisti e le insegna, come ella ebbe a dire, "la differenza tra l'arte astratta e surrealista". La prima mostra fu dedicata a Jean Cocteau, la seconda a Vasily Kandinsky, mai esposto prima d'allora in Inghilterra.
Nel 1939, stanca della galleria, Peggy decide invece di "di aprire un museo d'arte moderna a Londra", con Herbert Read, conosciuto nel frattempo, a dirigerlo.
Sin dall'inizio il museo doveva ispirarsi a principi storici e un elenco degli artisti che dovevano esservi rappresentati viene redatto da Herbert Read. Questo elenco, successivamente revisionato da Marcel Duchamp e Nellie van Doesburg, formerà la base della collezione.
Nel 1939-40, ignorando apparentemente la guerra, Peggy Guggenheim acquista numerose opere per il futuro museo, determinata a "comprare un quadro al giorno". Compra in quel periodo alcune delle opere che sono tuttora nella collezione del museo, come i quadri di Francis Picabia, Georges Braque, Salvador Dalí e Piet Mondrian. Stupisce anche Fernand Léger acquistando il suo quadro Uomini in città il giorno in cui Hitler invade la Norvegia. Acquista poi Uccello nello spazio di Brancusi mentre i tedeschi si avvicinano a Parigi, e solo allora si decide a ritornare nella nativa New York.
Nel luglio 1941 Peggy lascia la Francia occupata per ritornare nella nativa New York, dopo aver aiutato molti altri artisti a lasciare l'Europa, come ad esempio Max Ernst che sposerà alcuni mesi dopo (divorzieranno però nel 1943).
Peggy inizia subito a cercare un luogo dove poter realizzare il museo di arte moderna che le sta a cuore e nel frattempo continua a collezionare opere d'arte. E così, nell'ottobre del 1942inaugura la sua galleria/museo Art of This Century. Creata dall'architetto di origini austriaco-rumene Frederick Kiesler, la galleria si compone di spazi espositivi molto particolare e innovativi, che la rendono presto una delle più stimolanti sedi espositive di arte contemporanea di New York.
Della serata inaugurale Peggy Guggenheim ricorda: "Indossai un orecchino di Tanguy e uno di Calder, per dimostrare la mia imparzialità tra l'arte surrealista e quella astratta" . Peggy vi espone la propria collezione di arte cubista, astratta e surrealista, di cui redige un catalogo straordinario grazie ad André Breton, e con una copertina disegnata da Max Ernst. Vi organizza inoltre mostre temporanee dedicate ai maggiori artisti europei e a numerosi artisti americani allora sconosciuti, come Robert Motherwell, William Baziotes, Mark Rothko, David Hare, Janet Sobel, Robert de Niro Sr, Clyfford Still, e soprattutto Jackson Pollock, la "stella" della galleria, cui viene dedicata la sua prima personale nel novembre del 1943. A partire dal luglio 1943 Pollock riceve un appannaggio mensile dalla galleria di Peggy, che lo promuove vendendone le opere. Peggy gli commissiona, inoltre, la sua opera più grande: un Murale in seguito da lei donato al museo dell'Università dell'Iowa.
Pollock e gli altri artisti esposti in galleria diventeranno i pionieri dell'Espressionismo Astratto americano, ispirato per larga parte al Surrealismo, conosciuto proprio grazie alla galleria. Peggy Guggenheim e il suo amico e assistente Howard Putzel offrono, inoltre, appoggio e incoraggiamento agli esponenti della nascente avanguardia newyorkese. E così Peggy e la sua collezione svolgono un ruolo chiave nella nascita e nello sviluppo del primo movimento artistico americano di rilievo internazionale.
Nel 1947 Peggy Guggenheim decide di ritornare in Europa. Nel 1948 viene invitata ad esporre la collezione alla prima Biennale di Venezia dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale. Le opere di artisti come Arshile Gorky, jackson Pollock e Mark Rothko sono così esposte per la prima volta in Europa. La presenza di opere cubiste, astratte e surrealiste rende il padiglione greco, dove la collezione viene allestita, l'esposizione più completa e coerente del modernismo mai presentata fino ad allora in Italia.
Alla fine del 1948 Peggy acquista a Venezia Palazzo Venier dei Leoni. Vi si trasferisce con la sua collezione e lo apre al pubblico nel 1951, dopo avere inaugurato nel 1949 una mostra di sculture allestita nel giardino interno , curata da Giuseppe Marchiori.
Nel 1950 organizza, nell'Ala Napoleonica del Museo Correr a Venezia la prima personale di Jackson Pollock in Italia. Nel frattempo la sua collezione è esposta a Firenze e a Milano, quindi ad Amsterdam, Bruxelles e Zurigo. A partire dal 1951 la collezione è nuovamente a Palazzo Venier dei Leoni e comincia ad essere aperta annualmente al pubblico durante i mesi estivi. Nel corso dei trent'anni trascorsi a Venezia Peggy Guggenheim continua a collezionare e ad appoggiare e aiutare gli artisti, come ad esempio Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani, conosciuti nel 1951. Nel 1962, invece, Peggy Guggenheim viene insignita della cittadinanza onoraria della città di Venezia.
Tra il 1964 e 1975 la collezione viene nuovamente esposta in varie occasioni all'estero: alla Tate Gallery di Londra (1964), a Stoccolma (1966), New York (1969), Parigi (1974), e anche in Italia, a Torino (1975). Importante è soprattutto la mostra a New York, nel 1969, al Museo Solomon R. Guggenheim . È in quell'occasione che Peggy Guggenheim decide di donare il proprio palazzo e le opere d'arte alla Fondazione Solomon R Guggenheim. La Fondazione era stata creata nel 1937 dallo zio di Peggy, Solomon R. Guggenheim, per gestire il proprio museo, che dal 1959 è ospitato nel famoso edificio a spirale di Frank Lloyd Wright.
Peggy Guggenheim muore all'età di 81 anni, il 23 dicembre 1979. Le sue ceneri vengono seppellite nel giardino di Palazzo Venier dei Leoni, nell'angolo dove ella era solita seppellire i suoi beneamati cagnolini. Da allora la Fondazione Guggenheim ha trasformato la dimora di Peggy in uno dei maggiori musei d'arte moderna al mondo.
Peggy nasce il 26 agosto 1898 da Benjamin Guggenheim e Florette Seligman. Benjamin Guggenheim è uno dei sette figli di Meyer Guggenheim, emigrato negli Stati Uniti dalla Svizzera tedesca a metà Ottocento e fondatore della fortuna di famiglia, basata sull'estrazione mineraria (argento, rame e acciaio) e la lavorazione primaria dei metalli estratti. I Seligmans sono invece una delle maggiori e più importanti famiglie di banchieri americani. Peggy cresce a New York. Nell'aprile del 1912 il padre muore eroicamente nel naufragio del Titanic.
Ancora ventenne, Peggy lavora in una libreria di New York, la Sunwise Turn. Qui frequenta e fa amicizia con esponenti dei circoli artistici e intellettuali della città e incontra colui che diventerà il suo primo marito, a Parigi nel 1922, Laurence Vail. Vail era un artista di grande talento, scultore Dada e autore di collage. Nel suo romanzo Murder! Murder! descriverà la sua vita tempestosa con Peggy, che ricorda il libro come "una specie di satira sulla nostra vita insieme e nonostante fosse alquanto divertente alcuni passaggi su di me mi offesero". L'esperienza la preparerà alla vita nell'ambiente dell'avanguardia artistica e letteraria europea.
Nel 1921 Peggy Guggenheim si reca in Europa. Grazie a Laurence Vail (il padre dei suoi due figli Sindbad e Pegeen, pittrice), si ritrova presto a frequentare la Parigi bohémienne degli espatriati americani. Molte delle amicizie che stringe allora, ad esempio con Constantin Brancusi, Djuna Barnes e Marcel Duchamp, dureranno per tutta la vita. Benché resti sempre in buoni rapporti con Vail, lo lascia nel 1928 per l'intellettuale inglese John Holms, che sarà il grande amore della sua vita. Una descrizione dettagliata di Holms, un eroe di guerra che non riusciva più a scrivere, ce la offre Edwin Muir, nel quinto capitolo della sua autobiografia, dove si legge che: "Holms era l'uomo più straordinario che abbia mai incontrato". Purtroppo Holms morirà tragicamente, ancora giovane, nel 1934.
Nel 1937 l'amica Peggy Waldman la incoraggia ad aprire una galleria d'arte a Londra. Inaugurando nel gennaio 1938 la galleria Guggenheim Jeune, a quarant'anni Peggy inizia una carriera che influenzerà in maniera significativa il corso dell'arte dell'ultimo dopoguerra. È l'amico Samuel Beckett che insiste affinché si interessi all'arte contemporanea, in quanto "qualcosa di vivente", ed è Marcel Duchamp che le presenta gli artisti e le insegna, come ella ebbe a dire, "la differenza tra l'arte astratta e surrealista". La prima mostra fu dedicata a Jean Cocteau, la seconda a Vasily Kandinsky, mai esposto prima d'allora in Inghilterra.
Nel 1939, stanca della galleria, Peggy decide invece di "di aprire un museo d'arte moderna a Londra", con Herbert Read, conosciuto nel frattempo, a dirigerlo.
Sin dall'inizio il museo doveva ispirarsi a principi storici e un elenco degli artisti che dovevano esservi rappresentati viene redatto da Herbert Read. Questo elenco, successivamente revisionato da Marcel Duchamp e Nellie van Doesburg, formerà la base della collezione.
Nel 1939-40, ignorando apparentemente la guerra, Peggy Guggenheim acquista numerose opere per il futuro museo, determinata a "comprare un quadro al giorno". Compra in quel periodo alcune delle opere che sono tuttora nella collezione del museo, come i quadri di Francis Picabia, Georges Braque, Salvador Dalí e Piet Mondrian. Stupisce anche Fernand Léger acquistando il suo quadro Uomini in città il giorno in cui Hitler invade la Norvegia. Acquista poi Uccello nello spazio di Brancusi mentre i tedeschi si avvicinano a Parigi, e solo allora si decide a ritornare nella nativa New York.
Nel luglio 1941 Peggy lascia la Francia occupata per ritornare nella nativa New York, dopo aver aiutato molti altri artisti a lasciare l'Europa, come ad esempio Max Ernst che sposerà alcuni mesi dopo (divorzieranno però nel 1943).
Peggy inizia subito a cercare un luogo dove poter realizzare il museo di arte moderna che le sta a cuore e nel frattempo continua a collezionare opere d'arte. E così, nell'ottobre del 1942inaugura la sua galleria/museo Art of This Century. Creata dall'architetto di origini austriaco-rumene Frederick Kiesler, la galleria si compone di spazi espositivi molto particolare e innovativi, che la rendono presto una delle più stimolanti sedi espositive di arte contemporanea di New York.
Della serata inaugurale Peggy Guggenheim ricorda: "Indossai un orecchino di Tanguy e uno di Calder, per dimostrare la mia imparzialità tra l'arte surrealista e quella astratta" . Peggy vi espone la propria collezione di arte cubista, astratta e surrealista, di cui redige un catalogo straordinario grazie ad André Breton, e con una copertina disegnata da Max Ernst. Vi organizza inoltre mostre temporanee dedicate ai maggiori artisti europei e a numerosi artisti americani allora sconosciuti, come Robert Motherwell, William Baziotes, Mark Rothko, David Hare, Janet Sobel, Robert de Niro Sr, Clyfford Still, e soprattutto Jackson Pollock, la "stella" della galleria, cui viene dedicata la sua prima personale nel novembre del 1943. A partire dal luglio 1943 Pollock riceve un appannaggio mensile dalla galleria di Peggy, che lo promuove vendendone le opere. Peggy gli commissiona, inoltre, la sua opera più grande: un Murale in seguito da lei donato al museo dell'Università dell'Iowa.
Pollock e gli altri artisti esposti in galleria diventeranno i pionieri dell'Espressionismo Astratto americano, ispirato per larga parte al Surrealismo, conosciuto proprio grazie alla galleria. Peggy Guggenheim e il suo amico e assistente Howard Putzel offrono, inoltre, appoggio e incoraggiamento agli esponenti della nascente avanguardia newyorkese. E così Peggy e la sua collezione svolgono un ruolo chiave nella nascita e nello sviluppo del primo movimento artistico americano di rilievo internazionale.
Nel 1947 Peggy Guggenheim decide di ritornare in Europa. Nel 1948 viene invitata ad esporre la collezione alla prima Biennale di Venezia dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale. Le opere di artisti come Arshile Gorky, jackson Pollock e Mark Rothko sono così esposte per la prima volta in Europa. La presenza di opere cubiste, astratte e surrealiste rende il padiglione greco, dove la collezione viene allestita, l'esposizione più completa e coerente del modernismo mai presentata fino ad allora in Italia.
Alla fine del 1948 Peggy acquista a Venezia Palazzo Venier dei Leoni. Vi si trasferisce con la sua collezione e lo apre al pubblico nel 1951, dopo avere inaugurato nel 1949 una mostra di sculture allestita nel giardino interno , curata da Giuseppe Marchiori.
Nel 1950 organizza, nell'Ala Napoleonica del Museo Correr a Venezia la prima personale di Jackson Pollock in Italia. Nel frattempo la sua collezione è esposta a Firenze e a Milano, quindi ad Amsterdam, Bruxelles e Zurigo. A partire dal 1951 la collezione è nuovamente a Palazzo Venier dei Leoni e comincia ad essere aperta annualmente al pubblico durante i mesi estivi. Nel corso dei trent'anni trascorsi a Venezia Peggy Guggenheim continua a collezionare e ad appoggiare e aiutare gli artisti, come ad esempio Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani, conosciuti nel 1951. Nel 1962, invece, Peggy Guggenheim viene insignita della cittadinanza onoraria della città di Venezia.
Tra il 1964 e 1975 la collezione viene nuovamente esposta in varie occasioni all'estero: alla Tate Gallery di Londra (1964), a Stoccolma (1966), New York (1969), Parigi (1974), e anche in Italia, a Torino (1975). Importante è soprattutto la mostra a New York, nel 1969, al Museo Solomon R. Guggenheim . È in quell'occasione che Peggy Guggenheim decide di donare il proprio palazzo e le opere d'arte alla Fondazione Solomon R Guggenheim. La Fondazione era stata creata nel 1937 dallo zio di Peggy, Solomon R. Guggenheim, per gestire il proprio museo, che dal 1959 è ospitato nel famoso edificio a spirale di Frank Lloyd Wright.
Peggy Guggenheim muore all'età di 81 anni, il 23 dicembre 1979. Le sue ceneri vengono seppellite nel giardino di Palazzo Venier dei Leoni, nell'angolo dove ella era solita seppellire i suoi beneamati cagnolini. Da allora la Fondazione Guggenheim ha trasformato la dimora di Peggy in uno dei maggiori musei d'arte moderna al mondo.
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Giorgio De Chirico
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Giorgio De Chirico (1888-1978) nacque in Grecia da genitori italiani. Nel 1906 si trasferì a studiare in Germania a Monaco, dove venne a contatto con la cultura tedesca più viva del momento. Si interessò alla filosofia di Nietzsche, Schopenhauer e Weininger e fu molto colpito dalla pittura simbolista e decadente di Arnold Böcklin e Max Klinger. Nel 1910 si trasferì a Parigi dove divenne amico dei poeti Valery e Apollinaire, ma rimase estraneo al cubismo che, in quegli anni grazie a Picasso, rappresentava la grossa novità artistica parigina.
Egli rimase comunque sempre estraneo alle avanguardie, nei quali manifestò spesso atteggiamenti polemici. In quegli anni dipinse molti dei suoi quadri più celebri che vanno sotto il nome di «Piazze d’Italia». Si tratta di immagini di quinte architettoniche che definiscono spazi vuoti e silenziosi. Vi è la presenza di qualche statua e in lontananza si vedono treni che passano. L’atmosfera magica di queste immagini le fa sembrare visioni oniriche.
Nel 1916, all’ospedale militare di Ferrara, De Chirico incontrò Carrà, ed insieme elaborarono la teoria della pittura metafisica. Il termine metafisica nasce come allusione ad una realtà diversa che va oltre ciò che vediamo allorché gli oggetti o gli spazi, che conosciamo dalla nostra esperienza, sembrano rivelare un nuovo aspetto che ci sorprende. E così le cose che conosciamo prendono l’aspetto di enigmi, di misteri, di segreti inspiegabili.
In questo periodo, oltre agli spazi architettonici, entrano nei soggetti dechirichiani anche i manichini. Questa forma umana, pur non essendo umana, si presta egregiamente a quell’assenza di vita che caratterizza la pittura metafisica. Anzi, per certi versi la esalta, data la visibile contraddizione tra ciò che sembra umano ma non lo è.
Dal 1918 al 1922 partecipa attivamente alla vita di «Valori Plastici», mentre nel 1924 torna a Parigi dove frequenta il gruppo dei Surrealisti. Benché i surrealisti riconoscono in De Chirico un loro precursore, il pittore italiano non accettò mai di integrarsi nella loro poetica o nel loro stile. A lui era estranea soprattutto quella accentuazione della dimensione onirica, fatta di automatismi inconsci.
In seguito la sua pittura si rivolse sempre più ad una classicità di tipo archeologico, dove il ricorso alle mitologie venne sempre interpretata in chiave metafisica, che rimase comunque il suo principale amore. E alla pittura metafisica fece costantemente ritorno anche negli anni successivi, fino a quando morì a Roma nel 1978, all’età di novanta anni.
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Giorgio De Chirico (1888-1978) nacque in Grecia da genitori italiani. Nel 1906 si trasferì a studiare in Germania a Monaco, dove venne a contatto con la cultura tedesca più viva del momento. Si interessò alla filosofia di Nietzsche, Schopenhauer e Weininger e fu molto colpito dalla pittura simbolista e decadente di Arnold Böcklin e Max Klinger. Nel 1910 si trasferì a Parigi dove divenne amico dei poeti Valery e Apollinaire, ma rimase estraneo al cubismo che, in quegli anni grazie a Picasso, rappresentava la grossa novità artistica parigina.
Egli rimase comunque sempre estraneo alle avanguardie, nei quali manifestò spesso atteggiamenti polemici. In quegli anni dipinse molti dei suoi quadri più celebri che vanno sotto il nome di «Piazze d’Italia». Si tratta di immagini di quinte architettoniche che definiscono spazi vuoti e silenziosi. Vi è la presenza di qualche statua e in lontananza si vedono treni che passano. L’atmosfera magica di queste immagini le fa sembrare visioni oniriche.
Nel 1916, all’ospedale militare di Ferrara, De Chirico incontrò Carrà, ed insieme elaborarono la teoria della pittura metafisica. Il termine metafisica nasce come allusione ad una realtà diversa che va oltre ciò che vediamo allorché gli oggetti o gli spazi, che conosciamo dalla nostra esperienza, sembrano rivelare un nuovo aspetto che ci sorprende. E così le cose che conosciamo prendono l’aspetto di enigmi, di misteri, di segreti inspiegabili.
In questo periodo, oltre agli spazi architettonici, entrano nei soggetti dechirichiani anche i manichini. Questa forma umana, pur non essendo umana, si presta egregiamente a quell’assenza di vita che caratterizza la pittura metafisica. Anzi, per certi versi la esalta, data la visibile contraddizione tra ciò che sembra umano ma non lo è.
Dal 1918 al 1922 partecipa attivamente alla vita di «Valori Plastici», mentre nel 1924 torna a Parigi dove frequenta il gruppo dei Surrealisti. Benché i surrealisti riconoscono in De Chirico un loro precursore, il pittore italiano non accettò mai di integrarsi nella loro poetica o nel loro stile. A lui era estranea soprattutto quella accentuazione della dimensione onirica, fatta di automatismi inconsci.
In seguito la sua pittura si rivolse sempre più ad una classicità di tipo archeologico, dove il ricorso alle mitologie venne sempre interpretata in chiave metafisica, che rimase comunque il suo principale amore. E alla pittura metafisica fece costantemente ritorno anche negli anni successivi, fino a quando morì a Roma nel 1978, all’età di novanta anni.
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Vladimir Kush[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
Vladimir Kush (Mosca, 1965) è un pittore e scultore russo surrealista, sebbene egli preferisca definire la propria arte realismo metaforico.È nato nel 1965 a Mosca ed ha iniziato a disegnare e a rivelare la sua abilità artistica fin dall'età di tre o quattro anni. Ha iniziato a frequentare una scuola d'arte a sette anni in Russia. Trascorreva la prima metà della sua giornata nella scuola regolare, svolgendo i compiti, e spendendo la seconda metà in lezioni d'arte fino alle nove di sera. E' entrato nel Moscow Art Institute a diciassette anni, e quando, diciottenne, iniziò i due anni obbligatori di servizio militare, fu presto incaricato di dipingere affreschi e tele, piuttosto che svolgere le regolari funzioni di fanteria.
Secondo Kush, i principali artisti che hanno influenzato il suo stile sin dalla sua prima esperienza alla scuola d'arte sono Monet, Botticelli, Bosch, van Gogh, Dürer, Schinkel, Vermeer e Dalí. Stancatosi dello stile pittorico di Cézanne su cui si focalizzava la scuola d'arte, Kush è passato da adolescente alle immagini surreali ed ha realizzato il suo primo dipinto surreale all'età di quattordici anni. Kush ha sperimentato diversi stili di impressionismo dopo aver visto un libro di opere di Salvador Dalí alla fine degli anni ottanta, ma non fece fortuna perché lo stile perse di forma. Fortemente influenzato dal padre, un matematico, Kush credeva che i dipinti realistici mostrassero l'abilità professionale dell'artista e attirò così gli spettatori in modo che essi potessero accettare le immagini impossibili dipinte come realistiche, abbastanza da vedere le metafore in esse contenute ed esplorarne i diversi livelli di significato.
Nel 1987 ha iniziato a vendere i suoi dipinti e a esporli all'interno dell'Union of Artists. Intorno allo stesso periodo di tempo fu invitato a dipingere una serie di ritratti per il personale dell'ambasciata degli Stati Uniti, sebbene sia stato costretto a ridurre il suo lavoro sui ritratti dopo che il KGB divenne sospettoso del suo coinvolgimento con gli americani a causa di libri che egli lesse durante la leva militare.
Nel 1990 ha esposto i suoi lavori in Germania insieme ad altri due artisti russi; ha visitato Los Angeles per una mostra ed è rimasto negli Stati Uniti.
Nel 1991 il suo sogno è diventato realtà. Per un certo periodo è stato in grado di affittare un piccolo garage a Los Angeles in cui dipingere, ma non è riuscito a trovare alcun luogo in cui esporre le sue opere. Ha guadagnato denaro ritraendo le persone sul molo di Santa Monica. Alla fine ha speso i propri risparmi in un biglietto per le Hawaii e dormto sulla spiaggia di Santa Monica finché il volo di rientro non partì alcuni giorni più tardi.
La sua arte è stata per prima notata nel continente asiatico ed in seguito si è diffusa in America. Nel 2001 Kush ha aperto la sua prima galleria d'arte, Kush Fine Art a Lahaina, nelle isole Hawaii. Attualmente ha inoltre un'altra galleria Kush Fine Art a Laguna Beach, in California.
Vladimir Kush (Mosca, 1965) è un pittore e scultore russo surrealista, sebbene egli preferisca definire la propria arte realismo metaforico.È nato nel 1965 a Mosca ed ha iniziato a disegnare e a rivelare la sua abilità artistica fin dall'età di tre o quattro anni. Ha iniziato a frequentare una scuola d'arte a sette anni in Russia. Trascorreva la prima metà della sua giornata nella scuola regolare, svolgendo i compiti, e spendendo la seconda metà in lezioni d'arte fino alle nove di sera. E' entrato nel Moscow Art Institute a diciassette anni, e quando, diciottenne, iniziò i due anni obbligatori di servizio militare, fu presto incaricato di dipingere affreschi e tele, piuttosto che svolgere le regolari funzioni di fanteria.
Secondo Kush, i principali artisti che hanno influenzato il suo stile sin dalla sua prima esperienza alla scuola d'arte sono Monet, Botticelli, Bosch, van Gogh, Dürer, Schinkel, Vermeer e Dalí. Stancatosi dello stile pittorico di Cézanne su cui si focalizzava la scuola d'arte, Kush è passato da adolescente alle immagini surreali ed ha realizzato il suo primo dipinto surreale all'età di quattordici anni. Kush ha sperimentato diversi stili di impressionismo dopo aver visto un libro di opere di Salvador Dalí alla fine degli anni ottanta, ma non fece fortuna perché lo stile perse di forma. Fortemente influenzato dal padre, un matematico, Kush credeva che i dipinti realistici mostrassero l'abilità professionale dell'artista e attirò così gli spettatori in modo che essi potessero accettare le immagini impossibili dipinte come realistiche, abbastanza da vedere le metafore in esse contenute ed esplorarne i diversi livelli di significato.
Nel 1987 ha iniziato a vendere i suoi dipinti e a esporli all'interno dell'Union of Artists. Intorno allo stesso periodo di tempo fu invitato a dipingere una serie di ritratti per il personale dell'ambasciata degli Stati Uniti, sebbene sia stato costretto a ridurre il suo lavoro sui ritratti dopo che il KGB divenne sospettoso del suo coinvolgimento con gli americani a causa di libri che egli lesse durante la leva militare.
Nel 1990 ha esposto i suoi lavori in Germania insieme ad altri due artisti russi; ha visitato Los Angeles per una mostra ed è rimasto negli Stati Uniti.
Nel 1991 il suo sogno è diventato realtà. Per un certo periodo è stato in grado di affittare un piccolo garage a Los Angeles in cui dipingere, ma non è riuscito a trovare alcun luogo in cui esporre le sue opere. Ha guadagnato denaro ritraendo le persone sul molo di Santa Monica. Alla fine ha speso i propri risparmi in un biglietto per le Hawaii e dormto sulla spiaggia di Santa Monica finché il volo di rientro non partì alcuni giorni più tardi.
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