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annika
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L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Quella con l'AK47 (kalashnikov) e l'AR15 (M16) sono lampade a terra. Quella con la Beretta (pistola) è una abat jour.
Magari fossero mie: costano un okkio del kranio, mannaggia!
Ci sono in commercio alcune imitazioni ma sono fatte male, purtroppo.
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Sniper ha scritto:
ipnotica,bellissima installazione
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Ultima modifica di annika il Gio Feb 14, 2013 5:44 pm - modificato 1 volta.
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Renè Magritte
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René Francois Magritte nasce a Lessines, in Belgio, il 21 novembre 1898, in una agiata famiglia: suo padre è un mercante e la famiglia si trasferisce spesso.
Nel 1912, sua madre Adeline si suicida gettandosi nel fiume Sambre a Châtelet e venne ritrovata annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte.
René Magritte non ha ancora 14 anni e questo particolare rimane impresso nella sua giovane mente e riappare in alcuni suoi dipinti, come "L'istoire centrale" e "Les amants".
A Charleroi, dove la famiglia si è trasferita per allontanarsi dal dolore della tragedia, si impegna in studi classici, maturando presto un vivo interesse per la pittura.
Nel 1916 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bruxelles, appassionandosi alle ricerche futuriste e, nel 1919, espone la sua prima tela, "Trois Femmes".
I primi passi da pittore, René Magritte, li muove nell'ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo, ma il lavoro che svolge, anche se in un certo senso è legato alla figura, è di grafico di design per carta da parati.
Nel 1922 sposa Georgette Berger e l'anno dopo vende il suo primo dipinto, il ritratto della cantante Evelyn Brélin.
La visione di un quadro di De Chirico porta Magritte verso la pittura Surrealista e, nel 1925, mentre lavora a diversi disegni pubblicitari, aderisce al gruppo surrealista di Bruxelles, composto da Camille Goemans, Marcel Lecomte e Paul Nougé.
Il primo quadro surrealista di René Magritte è "Le Jockey perdu", Il Cavaliere perduto, dove un sipario teatrale incornicia un fantino a cavallo in una statica corsa, tra una foresta di birilli rivestiti di spartiti musicali, trasformati in alberi.
Nel 1926 René Magritte frequenta André Breton, leader del movimento surrealista e, l'anno dopo, tiene la sua prima mostra personale presso la galleria Le Centaure di Bruxelles, dove espone ben 61 opere.
L'interesse del pubblico per i suoi lavori lo convincono a trasferirsi con la moglie a Perreux-sur-Marne, nei pressi di Parigi.
Qui Magritte affina la sua tecnica, giocando con gli spostamenti del senso, utilizzando accostamenti inconsueti e proporzioni irreali.
I quadri di Magritte, realizzati in uno stile da illustratore, con particolari di un'ingenuità quasi infantili, conquistano, sorprendendo con immagini e particolari precisi che conservano un aspetto "pittorico", senza alcuna ricerca di illusionismo fotografico.
Il pittore espone a Parigi, a New York ed a Bruxelles prima di soggiornare a Londra, nel 1937, dove dipinge alcune grandi tele per il collezionista Edward James.
Nel mondo artistico di Magritte la razionalità sfuma, la logica si ritira, la mente si offusca e cede il passo ad accostamenti dissociativi, ossimori pittorici, composizioni assurde, situazioni in bilico tra l’onirico e la più fervida fantasia.
Nel 1940, per timore dell'occupazione tedesca, si trasferisce con la moglie nel sud della Francia, a Carcassonne.
In questi anni, sperimenta un nuovo stile pittorico, detto "alla Renoir" o solare, che porta avanti sino al 1947, anno in cui il critico Scutenaire, sottolineando l'importanza acquisita da René Magritte nel mondo della pittura, pubblica la prima biografia dell'artista.
Il messaggio che il surrealista Magritte vuole trasmettere è il non-senso, l'irrazionalità, il mistero e, soprattutto, lo spaesamento dell'uomo in un mondo affollato di immagini, simboli e convenzioni.
Il Surrealismo di Magritte applica, alle immagine dipinte, il tipico illusionismo onirico, illustrando realissimi oggetti in ambienti e misure assurde, utilizzando tonalità fredde, creando atmosfere ambigue ed inquietanti come quelle dei sogni.
Un tema chiave che si trova in quasi tutte le opere di Magritte è quello della "visione".
Secondo il pittore l'immagine è una cosa a sé, esiste indipendentemente dall'esistenza della cosa che rappresenta.
Magritte gioca magistralmente con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo immagini dove il quadro nel quadro ha lo stesso identico aspetto della realtà che rappresenta, al punto da confondersi con esso.
Con la sua pittura, non vuole far emergere il mondo interiore degli esseri umani, ma vuole svelare i lati misteriosi dell'universo.
Ed è proprio su questo punto che la sua poetica conserva lati molto affini con quelli della Metafisica.
Attraverso il Surrealismo, Magritte approda al periodo "vache", una sorta di parodia del fauvismo.
Nel 1954, la fama di René Magritte è sottolineata da un'importante retrospettiva tenuta a Bruxelles con 93 opere che sottolinea la prolificità del pittore.
Negli ultimi anni della sua vita René Magritte soggiorna a Ischia, visita Roma, viaggia fra Cannes, Montecatini e Milano.
Muore il 15 agosto 1967 a Bruxelles, lasciando tantissime opere d'arte da "interpretare", per imparare "a sentire il silenzio del mondo", che il pittore ha desiderato esprimere nei suoi quadri-visione.
Fonte 7muse[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
René Francois Magritte nasce a Lessines, in Belgio, il 21 novembre 1898, in una agiata famiglia: suo padre è un mercante e la famiglia si trasferisce spesso.
Nel 1912, sua madre Adeline si suicida gettandosi nel fiume Sambre a Châtelet e venne ritrovata annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte.
René Magritte non ha ancora 14 anni e questo particolare rimane impresso nella sua giovane mente e riappare in alcuni suoi dipinti, come "L'istoire centrale" e "Les amants".
A Charleroi, dove la famiglia si è trasferita per allontanarsi dal dolore della tragedia, si impegna in studi classici, maturando presto un vivo interesse per la pittura.
Nel 1916 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bruxelles, appassionandosi alle ricerche futuriste e, nel 1919, espone la sua prima tela, "Trois Femmes".
I primi passi da pittore, René Magritte, li muove nell'ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo, ma il lavoro che svolge, anche se in un certo senso è legato alla figura, è di grafico di design per carta da parati.
Nel 1922 sposa Georgette Berger e l'anno dopo vende il suo primo dipinto, il ritratto della cantante Evelyn Brélin.
La visione di un quadro di De Chirico porta Magritte verso la pittura Surrealista e, nel 1925, mentre lavora a diversi disegni pubblicitari, aderisce al gruppo surrealista di Bruxelles, composto da Camille Goemans, Marcel Lecomte e Paul Nougé.
Il primo quadro surrealista di René Magritte è "Le Jockey perdu", Il Cavaliere perduto, dove un sipario teatrale incornicia un fantino a cavallo in una statica corsa, tra una foresta di birilli rivestiti di spartiti musicali, trasformati in alberi.
Nel 1926 René Magritte frequenta André Breton, leader del movimento surrealista e, l'anno dopo, tiene la sua prima mostra personale presso la galleria Le Centaure di Bruxelles, dove espone ben 61 opere.
L'interesse del pubblico per i suoi lavori lo convincono a trasferirsi con la moglie a Perreux-sur-Marne, nei pressi di Parigi.
Qui Magritte affina la sua tecnica, giocando con gli spostamenti del senso, utilizzando accostamenti inconsueti e proporzioni irreali.
I quadri di Magritte, realizzati in uno stile da illustratore, con particolari di un'ingenuità quasi infantili, conquistano, sorprendendo con immagini e particolari precisi che conservano un aspetto "pittorico", senza alcuna ricerca di illusionismo fotografico.
Il pittore espone a Parigi, a New York ed a Bruxelles prima di soggiornare a Londra, nel 1937, dove dipinge alcune grandi tele per il collezionista Edward James.
Nel mondo artistico di Magritte la razionalità sfuma, la logica si ritira, la mente si offusca e cede il passo ad accostamenti dissociativi, ossimori pittorici, composizioni assurde, situazioni in bilico tra l’onirico e la più fervida fantasia.
Nel 1940, per timore dell'occupazione tedesca, si trasferisce con la moglie nel sud della Francia, a Carcassonne.
In questi anni, sperimenta un nuovo stile pittorico, detto "alla Renoir" o solare, che porta avanti sino al 1947, anno in cui il critico Scutenaire, sottolineando l'importanza acquisita da René Magritte nel mondo della pittura, pubblica la prima biografia dell'artista.
Il messaggio che il surrealista Magritte vuole trasmettere è il non-senso, l'irrazionalità, il mistero e, soprattutto, lo spaesamento dell'uomo in un mondo affollato di immagini, simboli e convenzioni.
Il Surrealismo di Magritte applica, alle immagine dipinte, il tipico illusionismo onirico, illustrando realissimi oggetti in ambienti e misure assurde, utilizzando tonalità fredde, creando atmosfere ambigue ed inquietanti come quelle dei sogni.
Un tema chiave che si trova in quasi tutte le opere di Magritte è quello della "visione".
Secondo il pittore l'immagine è una cosa a sé, esiste indipendentemente dall'esistenza della cosa che rappresenta.
Magritte gioca magistralmente con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo immagini dove il quadro nel quadro ha lo stesso identico aspetto della realtà che rappresenta, al punto da confondersi con esso.
Con la sua pittura, non vuole far emergere il mondo interiore degli esseri umani, ma vuole svelare i lati misteriosi dell'universo.
Ed è proprio su questo punto che la sua poetica conserva lati molto affini con quelli della Metafisica.
Attraverso il Surrealismo, Magritte approda al periodo "vache", una sorta di parodia del fauvismo.
Nel 1954, la fama di René Magritte è sottolineata da un'importante retrospettiva tenuta a Bruxelles con 93 opere che sottolinea la prolificità del pittore.
Negli ultimi anni della sua vita René Magritte soggiorna a Ischia, visita Roma, viaggia fra Cannes, Montecatini e Milano.
Muore il 15 agosto 1967 a Bruxelles, lasciando tantissime opere d'arte da "interpretare", per imparare "a sentire il silenzio del mondo", che il pittore ha desiderato esprimere nei suoi quadri-visione.
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Nobuyoshy Araki
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Nobuyoshi Araki (荒木 経惟 Araki Nobuyoshi?) (Tokyo, 25 maggio 1940) è un fotografo giapponese noto principalmente per le sue opere di genere erotico.
Dopo aver studiato fotografia, si trasferì per lavoro a Dentsu, presso un'agenzia pubblicitaria, dove conobbe la sua futura sposa Yoko. Dopo il matrimonio, Araki pubblicò una raccolta di fotografie (Sentimental journey, 1971) scattate alla moglie durante il loro viaggio di nozze. Yoko morì nel 1990 di cancro alle ovaie. Le foto dei suoi ultimi giorni vennero pubblicate da Araki in un libro dal titolo Winter journey.
Araki è noto per i suoi reportage sull'industria del sesso giapponese. Negli anni ottanta focalizzò la sua attenzione su Kabukichō, storica zona a luci rosse di Shinjuku, un quartiere di Tokyo. Le relative foto, raccolte in Tokyo lucky hole, risalgono al biennio 1983-1985.
Ha pubblicato più di 350 libri ed è considerato uno degli artisti più prolifici di sempre. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives. È stato più volte arrestato in Giappone, anche se non è mai finito in carcere, con l'accusa di oscenità; anche il direttore di un museo venne arrestato per aver esposto delle sue foto.
La musicista Björk è una sua grande ammiratrice: è di Araki la copertina dell'album di remix Telegram.
Nel 2005 il regista Travis Klose ha realizzato un documentario sulla sua arte dal titolo Arakimentari.
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Nobuyoshi Araki (荒木 経惟 Araki Nobuyoshi?) (Tokyo, 25 maggio 1940) è un fotografo giapponese noto principalmente per le sue opere di genere erotico.
Dopo aver studiato fotografia, si trasferì per lavoro a Dentsu, presso un'agenzia pubblicitaria, dove conobbe la sua futura sposa Yoko. Dopo il matrimonio, Araki pubblicò una raccolta di fotografie (Sentimental journey, 1971) scattate alla moglie durante il loro viaggio di nozze. Yoko morì nel 1990 di cancro alle ovaie. Le foto dei suoi ultimi giorni vennero pubblicate da Araki in un libro dal titolo Winter journey.
Araki è noto per i suoi reportage sull'industria del sesso giapponese. Negli anni ottanta focalizzò la sua attenzione su Kabukichō, storica zona a luci rosse di Shinjuku, un quartiere di Tokyo. Le relative foto, raccolte in Tokyo lucky hole, risalgono al biennio 1983-1985.
Ha pubblicato più di 350 libri ed è considerato uno degli artisti più prolifici di sempre. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives. È stato più volte arrestato in Giappone, anche se non è mai finito in carcere, con l'accusa di oscenità; anche il direttore di un museo venne arrestato per aver esposto delle sue foto.
La musicista Björk è una sua grande ammiratrice: è di Araki la copertina dell'album di remix Telegram.
Nel 2005 il regista Travis Klose ha realizzato un documentario sulla sua arte dal titolo Arakimentari.
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