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L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Ultima modifica di annika il Gio Feb 14, 2013 5:44 pm - modificato 1 volta.
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Re: L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Renè Magritte
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René Francois Magritte nasce a Lessines, in Belgio, il 21 novembre 1898, in una agiata famiglia: suo padre è un mercante e la famiglia si trasferisce spesso.
Nel 1912, sua madre Adeline si suicida gettandosi nel fiume Sambre a Châtelet e venne ritrovata annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte.
René Magritte non ha ancora 14 anni e questo particolare rimane impresso nella sua giovane mente e riappare in alcuni suoi dipinti, come "L'istoire centrale" e "Les amants".
A Charleroi, dove la famiglia si è trasferita per allontanarsi dal dolore della tragedia, si impegna in studi classici, maturando presto un vivo interesse per la pittura.
Nel 1916 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bruxelles, appassionandosi alle ricerche futuriste e, nel 1919, espone la sua prima tela, "Trois Femmes".
I primi passi da pittore, René Magritte, li muove nell'ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo, ma il lavoro che svolge, anche se in un certo senso è legato alla figura, è di grafico di design per carta da parati.
Nel 1922 sposa Georgette Berger e l'anno dopo vende il suo primo dipinto, il ritratto della cantante Evelyn Brélin.
La visione di un quadro di De Chirico porta Magritte verso la pittura Surrealista e, nel 1925, mentre lavora a diversi disegni pubblicitari, aderisce al gruppo surrealista di Bruxelles, composto da Camille Goemans, Marcel Lecomte e Paul Nougé.
Il primo quadro surrealista di René Magritte è "Le Jockey perdu", Il Cavaliere perduto, dove un sipario teatrale incornicia un fantino a cavallo in una statica corsa, tra una foresta di birilli rivestiti di spartiti musicali, trasformati in alberi.
Nel 1926 René Magritte frequenta André Breton, leader del movimento surrealista e, l'anno dopo, tiene la sua prima mostra personale presso la galleria Le Centaure di Bruxelles, dove espone ben 61 opere.
L'interesse del pubblico per i suoi lavori lo convincono a trasferirsi con la moglie a Perreux-sur-Marne, nei pressi di Parigi.
Qui Magritte affina la sua tecnica, giocando con gli spostamenti del senso, utilizzando accostamenti inconsueti e proporzioni irreali.
I quadri di Magritte, realizzati in uno stile da illustratore, con particolari di un'ingenuità quasi infantili, conquistano, sorprendendo con immagini e particolari precisi che conservano un aspetto "pittorico", senza alcuna ricerca di illusionismo fotografico.
Il pittore espone a Parigi, a New York ed a Bruxelles prima di soggiornare a Londra, nel 1937, dove dipinge alcune grandi tele per il collezionista Edward James.
Nel mondo artistico di Magritte la razionalità sfuma, la logica si ritira, la mente si offusca e cede il passo ad accostamenti dissociativi, ossimori pittorici, composizioni assurde, situazioni in bilico tra l’onirico e la più fervida fantasia.
Nel 1940, per timore dell'occupazione tedesca, si trasferisce con la moglie nel sud della Francia, a Carcassonne.
In questi anni, sperimenta un nuovo stile pittorico, detto "alla Renoir" o solare, che porta avanti sino al 1947, anno in cui il critico Scutenaire, sottolineando l'importanza acquisita da René Magritte nel mondo della pittura, pubblica la prima biografia dell'artista.
Il messaggio che il surrealista Magritte vuole trasmettere è il non-senso, l'irrazionalità, il mistero e, soprattutto, lo spaesamento dell'uomo in un mondo affollato di immagini, simboli e convenzioni.
Il Surrealismo di Magritte applica, alle immagine dipinte, il tipico illusionismo onirico, illustrando realissimi oggetti in ambienti e misure assurde, utilizzando tonalità fredde, creando atmosfere ambigue ed inquietanti come quelle dei sogni.
Un tema chiave che si trova in quasi tutte le opere di Magritte è quello della "visione".
Secondo il pittore l'immagine è una cosa a sé, esiste indipendentemente dall'esistenza della cosa che rappresenta.
Magritte gioca magistralmente con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo immagini dove il quadro nel quadro ha lo stesso identico aspetto della realtà che rappresenta, al punto da confondersi con esso.
Con la sua pittura, non vuole far emergere il mondo interiore degli esseri umani, ma vuole svelare i lati misteriosi dell'universo.
Ed è proprio su questo punto che la sua poetica conserva lati molto affini con quelli della Metafisica.
Attraverso il Surrealismo, Magritte approda al periodo "vache", una sorta di parodia del fauvismo.
Nel 1954, la fama di René Magritte è sottolineata da un'importante retrospettiva tenuta a Bruxelles con 93 opere che sottolinea la prolificità del pittore.
Negli ultimi anni della sua vita René Magritte soggiorna a Ischia, visita Roma, viaggia fra Cannes, Montecatini e Milano.
Muore il 15 agosto 1967 a Bruxelles, lasciando tantissime opere d'arte da "interpretare", per imparare "a sentire il silenzio del mondo", che il pittore ha desiderato esprimere nei suoi quadri-visione.
Fonte 7muse[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
René Francois Magritte nasce a Lessines, in Belgio, il 21 novembre 1898, in una agiata famiglia: suo padre è un mercante e la famiglia si trasferisce spesso.
Nel 1912, sua madre Adeline si suicida gettandosi nel fiume Sambre a Châtelet e venne ritrovata annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte.
René Magritte non ha ancora 14 anni e questo particolare rimane impresso nella sua giovane mente e riappare in alcuni suoi dipinti, come "L'istoire centrale" e "Les amants".
A Charleroi, dove la famiglia si è trasferita per allontanarsi dal dolore della tragedia, si impegna in studi classici, maturando presto un vivo interesse per la pittura.
Nel 1916 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bruxelles, appassionandosi alle ricerche futuriste e, nel 1919, espone la sua prima tela, "Trois Femmes".
I primi passi da pittore, René Magritte, li muove nell'ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo, ma il lavoro che svolge, anche se in un certo senso è legato alla figura, è di grafico di design per carta da parati.
Nel 1922 sposa Georgette Berger e l'anno dopo vende il suo primo dipinto, il ritratto della cantante Evelyn Brélin.
La visione di un quadro di De Chirico porta Magritte verso la pittura Surrealista e, nel 1925, mentre lavora a diversi disegni pubblicitari, aderisce al gruppo surrealista di Bruxelles, composto da Camille Goemans, Marcel Lecomte e Paul Nougé.
Il primo quadro surrealista di René Magritte è "Le Jockey perdu", Il Cavaliere perduto, dove un sipario teatrale incornicia un fantino a cavallo in una statica corsa, tra una foresta di birilli rivestiti di spartiti musicali, trasformati in alberi.
Nel 1926 René Magritte frequenta André Breton, leader del movimento surrealista e, l'anno dopo, tiene la sua prima mostra personale presso la galleria Le Centaure di Bruxelles, dove espone ben 61 opere.
L'interesse del pubblico per i suoi lavori lo convincono a trasferirsi con la moglie a Perreux-sur-Marne, nei pressi di Parigi.
Qui Magritte affina la sua tecnica, giocando con gli spostamenti del senso, utilizzando accostamenti inconsueti e proporzioni irreali.
I quadri di Magritte, realizzati in uno stile da illustratore, con particolari di un'ingenuità quasi infantili, conquistano, sorprendendo con immagini e particolari precisi che conservano un aspetto "pittorico", senza alcuna ricerca di illusionismo fotografico.
Il pittore espone a Parigi, a New York ed a Bruxelles prima di soggiornare a Londra, nel 1937, dove dipinge alcune grandi tele per il collezionista Edward James.
Nel mondo artistico di Magritte la razionalità sfuma, la logica si ritira, la mente si offusca e cede il passo ad accostamenti dissociativi, ossimori pittorici, composizioni assurde, situazioni in bilico tra l’onirico e la più fervida fantasia.
Nel 1940, per timore dell'occupazione tedesca, si trasferisce con la moglie nel sud della Francia, a Carcassonne.
In questi anni, sperimenta un nuovo stile pittorico, detto "alla Renoir" o solare, che porta avanti sino al 1947, anno in cui il critico Scutenaire, sottolineando l'importanza acquisita da René Magritte nel mondo della pittura, pubblica la prima biografia dell'artista.
Il messaggio che il surrealista Magritte vuole trasmettere è il non-senso, l'irrazionalità, il mistero e, soprattutto, lo spaesamento dell'uomo in un mondo affollato di immagini, simboli e convenzioni.
Il Surrealismo di Magritte applica, alle immagine dipinte, il tipico illusionismo onirico, illustrando realissimi oggetti in ambienti e misure assurde, utilizzando tonalità fredde, creando atmosfere ambigue ed inquietanti come quelle dei sogni.
Un tema chiave che si trova in quasi tutte le opere di Magritte è quello della "visione".
Secondo il pittore l'immagine è una cosa a sé, esiste indipendentemente dall'esistenza della cosa che rappresenta.
Magritte gioca magistralmente con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo immagini dove il quadro nel quadro ha lo stesso identico aspetto della realtà che rappresenta, al punto da confondersi con esso.
Con la sua pittura, non vuole far emergere il mondo interiore degli esseri umani, ma vuole svelare i lati misteriosi dell'universo.
Ed è proprio su questo punto che la sua poetica conserva lati molto affini con quelli della Metafisica.
Attraverso il Surrealismo, Magritte approda al periodo "vache", una sorta di parodia del fauvismo.
Nel 1954, la fama di René Magritte è sottolineata da un'importante retrospettiva tenuta a Bruxelles con 93 opere che sottolinea la prolificità del pittore.
Negli ultimi anni della sua vita René Magritte soggiorna a Ischia, visita Roma, viaggia fra Cannes, Montecatini e Milano.
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Nobuyoshy Araki
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Nobuyoshi Araki (荒木 経惟 Araki Nobuyoshi?) (Tokyo, 25 maggio 1940) è un fotografo giapponese noto principalmente per le sue opere di genere erotico.
Dopo aver studiato fotografia, si trasferì per lavoro a Dentsu, presso un'agenzia pubblicitaria, dove conobbe la sua futura sposa Yoko. Dopo il matrimonio, Araki pubblicò una raccolta di fotografie (Sentimental journey, 1971) scattate alla moglie durante il loro viaggio di nozze. Yoko morì nel 1990 di cancro alle ovaie. Le foto dei suoi ultimi giorni vennero pubblicate da Araki in un libro dal titolo Winter journey.
Araki è noto per i suoi reportage sull'industria del sesso giapponese. Negli anni ottanta focalizzò la sua attenzione su Kabukichō, storica zona a luci rosse di Shinjuku, un quartiere di Tokyo. Le relative foto, raccolte in Tokyo lucky hole, risalgono al biennio 1983-1985.
Ha pubblicato più di 350 libri ed è considerato uno degli artisti più prolifici di sempre. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives. È stato più volte arrestato in Giappone, anche se non è mai finito in carcere, con l'accusa di oscenità; anche il direttore di un museo venne arrestato per aver esposto delle sue foto.
La musicista Björk è una sua grande ammiratrice: è di Araki la copertina dell'album di remix Telegram.
Nel 2005 il regista Travis Klose ha realizzato un documentario sulla sua arte dal titolo Arakimentari.
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Nobuyoshi Araki (荒木 経惟 Araki Nobuyoshi?) (Tokyo, 25 maggio 1940) è un fotografo giapponese noto principalmente per le sue opere di genere erotico.
Dopo aver studiato fotografia, si trasferì per lavoro a Dentsu, presso un'agenzia pubblicitaria, dove conobbe la sua futura sposa Yoko. Dopo il matrimonio, Araki pubblicò una raccolta di fotografie (Sentimental journey, 1971) scattate alla moglie durante il loro viaggio di nozze. Yoko morì nel 1990 di cancro alle ovaie. Le foto dei suoi ultimi giorni vennero pubblicate da Araki in un libro dal titolo Winter journey.
Araki è noto per i suoi reportage sull'industria del sesso giapponese. Negli anni ottanta focalizzò la sua attenzione su Kabukichō, storica zona a luci rosse di Shinjuku, un quartiere di Tokyo. Le relative foto, raccolte in Tokyo lucky hole, risalgono al biennio 1983-1985.
Ha pubblicato più di 350 libri ed è considerato uno degli artisti più prolifici di sempre. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives. È stato più volte arrestato in Giappone, anche se non è mai finito in carcere, con l'accusa di oscenità; anche il direttore di un museo venne arrestato per aver esposto delle sue foto.
La musicista Björk è una sua grande ammiratrice: è di Araki la copertina dell'album di remix Telegram.
Nel 2005 il regista Travis Klose ha realizzato un documentario sulla sua arte dal titolo Arakimentari.
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Re: L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Andy Warhol
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Andy Warhol, considerato a pieno titolo uno dei più grandi geni artistici del suo secolo, nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928: figlio di immigrati slovacchi di etnia Rutena il suo nome vero è Andrew Warhola. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città. Si trasferisce poi a New York dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: "Vogue", "Harper's Bazar", "Glamour". Fa anche il vetrinista e realizza le sue prime pubblicità per il calzaturificio I. Miller.
Nel 1952 tiene la prima personale alla Hugo Gallery di New York. Disegna anche scenografie. Nel 1956 espone alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue Golden Shoes in Madison Avenue. Compie poi alcuni viaggi in Europa e Asia.
Intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.
Inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia nel 1962, rivolgendo l'attenzione alla riproduzione di immagini comuni, degne del titolo di "icone simbolo" del suo tempo. Tratta anche temi carichi ditensione, come i Car Crash (Incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia elettrica). Dal suo stile "neutro" e banale prende il via la cosiddetta Pop-art.
Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore dell'avanguardia creativa di massa. Per questo fonda la "Factory", che può essere considerata una sorta di officina di lavoro collettivo. Iniziano i rapporti di lavoro con Leo Castelli.
Nel 1963 inizia a dedicarsi al cinema e produce due lungometraggi: "Sleep" ed "Empire" (1964). Nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da Leo Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most Wanted Men. L'anno successivo espone all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia.
Fallito il tentativo di fondare un gruppo musicale con La Monte Young e Walter de Maria (due dei più celebri compositori d'avanguardia del periodo), nel 1967 si lega al gruppo rock dei Velvet Underground (di Lou Reed), di cui finanzia il primo disco. Anche la nota copertina del disco, una semplice banana gialla su sfondo bianco, è sua.
Nel 1968 rischia la morte, all'interno della Factory, per l'attentato di una squilibrata, tale Valerie Solanas, unico membro della S.C.U.M. (società che si propone di eliminare gli uomini). Espone al Moderna Museet di Stoccolma. Pubblica il romanzo "A: a novel" e produce il primo film in collaborazione con Paul Morissey. Si tratta di "Flash", cui seguiranno "Trash", nel 1970, e "Heat", nel 1972.
Nel 1969 fonda la rivista "Interview", che da strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. A partire da questa data, fino al 1972, esegue ritratti, su commissione e no. Scrive anche un libro: "La filosofia di Andy Warhol (Dalla A alla B e ritorno)", pubblicato nel 1975. L'anno seguente espone a Stoccarda, Düsseldorf, Monaco, Berlino e Vienna. Nel 1978 a Zurigo. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizza una mostra di ritratti di Warhol, intitolata "Andy Warhol: Portraits of the 70s".
Nel 1980 diventa produttore della Andy Warhol's TV. Nel 1982 è presente alla Documenta 5 di Kassel. Nel 1983 espone al Cleveland Museum of Natural History e gli viene commissionato un poster commemorativo per il centenario del Ponte di Brooklyn. Nel 1986 si dedica ai ritratti di Lenin e ad alcuni autoritratti. Negli ultimi anni si occupa anche della rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: Paolo Uccello, Piero della Francesca, e soprattutto Leonardo da Vinci, da cui ricava il ciclo "The Last Supper" (L'ultima cena). Realizza anche alcune opere a più mani con Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat, il "maledetto" della scena artistica newyorchese.
Andy Warhol muore a New York il 22 febbraio 1987 durante una semplice operazione chirurgica.
Nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà vengono venduti all'asta da Sotheby's per finanziare la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grandiosa retrospettiva.biografie online
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Andy Warhol, considerato a pieno titolo uno dei più grandi geni artistici del suo secolo, nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928: figlio di immigrati slovacchi di etnia Rutena il suo nome vero è Andrew Warhola. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città. Si trasferisce poi a New York dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: "Vogue", "Harper's Bazar", "Glamour". Fa anche il vetrinista e realizza le sue prime pubblicità per il calzaturificio I. Miller.
Nel 1952 tiene la prima personale alla Hugo Gallery di New York. Disegna anche scenografie. Nel 1956 espone alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue Golden Shoes in Madison Avenue. Compie poi alcuni viaggi in Europa e Asia.
Intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.
Inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia nel 1962, rivolgendo l'attenzione alla riproduzione di immagini comuni, degne del titolo di "icone simbolo" del suo tempo. Tratta anche temi carichi ditensione, come i Car Crash (Incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia elettrica). Dal suo stile "neutro" e banale prende il via la cosiddetta Pop-art.
Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore dell'avanguardia creativa di massa. Per questo fonda la "Factory", che può essere considerata una sorta di officina di lavoro collettivo. Iniziano i rapporti di lavoro con Leo Castelli.
Nel 1963 inizia a dedicarsi al cinema e produce due lungometraggi: "Sleep" ed "Empire" (1964). Nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da Leo Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most Wanted Men. L'anno successivo espone all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia.
Fallito il tentativo di fondare un gruppo musicale con La Monte Young e Walter de Maria (due dei più celebri compositori d'avanguardia del periodo), nel 1967 si lega al gruppo rock dei Velvet Underground (di Lou Reed), di cui finanzia il primo disco. Anche la nota copertina del disco, una semplice banana gialla su sfondo bianco, è sua.
Nel 1968 rischia la morte, all'interno della Factory, per l'attentato di una squilibrata, tale Valerie Solanas, unico membro della S.C.U.M. (società che si propone di eliminare gli uomini). Espone al Moderna Museet di Stoccolma. Pubblica il romanzo "A: a novel" e produce il primo film in collaborazione con Paul Morissey. Si tratta di "Flash", cui seguiranno "Trash", nel 1970, e "Heat", nel 1972.
Nel 1969 fonda la rivista "Interview", che da strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. A partire da questa data, fino al 1972, esegue ritratti, su commissione e no. Scrive anche un libro: "La filosofia di Andy Warhol (Dalla A alla B e ritorno)", pubblicato nel 1975. L'anno seguente espone a Stoccarda, Düsseldorf, Monaco, Berlino e Vienna. Nel 1978 a Zurigo. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizza una mostra di ritratti di Warhol, intitolata "Andy Warhol: Portraits of the 70s".
Nel 1980 diventa produttore della Andy Warhol's TV. Nel 1982 è presente alla Documenta 5 di Kassel. Nel 1983 espone al Cleveland Museum of Natural History e gli viene commissionato un poster commemorativo per il centenario del Ponte di Brooklyn. Nel 1986 si dedica ai ritratti di Lenin e ad alcuni autoritratti. Negli ultimi anni si occupa anche della rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: Paolo Uccello, Piero della Francesca, e soprattutto Leonardo da Vinci, da cui ricava il ciclo "The Last Supper" (L'ultima cena). Realizza anche alcune opere a più mani con Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat, il "maledetto" della scena artistica newyorchese.
Andy Warhol muore a New York il 22 febbraio 1987 durante una semplice operazione chirurgica.
Nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà vengono venduti all'asta da Sotheby's per finanziare la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grandiosa retrospettiva.biografie online
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Re: L'arte deve essere provocatoria
Alfred Leopold Isidor Kubin Leitmeritz, 10 aprile 1877 – Zwickledt, 20 agosto 1959 è stato un illustratoree scrittore austriaco.
Kubin nacque in Boemia nella città di Leitmeritz, nell'Impero austro-ungarico. Dal 1898 al 1901, Kubin studiò alla scuola d'arte Schmitt Reutte e all'Akademie der Bildenden Künste München (Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera). Produsse un esiguo numero di pitture ad olio negli anni tra il 1902 e il 1910, ma in seguito la sua produzione consistette di disegni a inchiostro, acquarelli e litografie. Abitò a Schwabingil quartiere della Boheme a Monaco di Baviera.
Nel 1912 a Monaco, divenne membro del gruppo Blaue Reiter, grazie al quale strinse amicizia con artisti quali Kandinsky, Gabriele Münter, August Macke, Marianne von Werefkin, Alexander Jawlenski, Marc e Klee. Fu considerato un importante rappresentante dell'espressionismo, noto per le fantasie scure, spettrali, simboliche (spesso assemblate in serie tematiche di disegni).
Come Oskar Kokoschka e Albert Paris Gütersloh, Kubin ebbe talento sia artistico che letterario. Egli illustrò lavori di Edgar Allan Poe, E.T.A. Hoffmann, Fyodor Dostoevsky ed altri. Fu anche l'autore di vari libri, tra i quali il più conosciuto è il suo romanzo Die Andere Seite (L'altra parte, 1909, considerato il primo esempio di letteratura espressionista.
Dal 1906 fino alla sua morte, visse una vita riservata in un castello del dodicesimo secolo a Zwickledt. A Kubin furono assegnati il Great Austrian State Prize nel 1951 e l'Austrian Decoration for Science and Art nel 1957. In Italia la sua opera fu presentata per la prima volta in occasione della Biennale di Venezia del 1951
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Re: L'arte deve essere provocatoria
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Re: L'arte deve essere provocatoria
BALTHUS (1908-2001)
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Figlio del critico d'arte e pittore Eric Klossowski e di Baladine, autrice di acquerelli, Balthus fu a stretto contatto con il mondo della pittura già dall'infanzia: la sua casa era frequentata da artisti del calibro di Cézanne, Matisse, Mirò, Masson, sotto l'egida dei quali si compì la sua formazione artistica, pur essendo egli fondamentalmente un autodidatta.
Cresciuto in un ambiente colto e raffinato egli ebbe modo di esprimere precocemente la propria vocazione figurativa: aveva appena dodici anni quando venne pubblicato il suo primo libro di disegni, intitolato Mitsou, accompagnato da una prefazione scritta da Rainer Maria Rilke, che fu tra i primi ad intuirne il genio pittorico: esso è la storia del suo gatto raccontata attraverso le immagini tracciate dalla sua abile mano sui fogli.
Suoi veri modelli furono però Masaccio e soprattutto Piero della Francesca, dallo splendore delle cui opere egli rimase affascinato già durante il suo primo viaggio in Italia nel 1926; il grande entusiasmo per aver potuto osservare direttamente Galleria opere d'arte di chi egli considerava un vero e proprio maestro è chiaramente espresso in un passo della lettera che Balthus scrisse al professor Strhol dopo il suo soggiorno aretino: "Il desiderio di venire fin qui a vedere le opere di Piero della Francesca mi ha perseguitato per gli scorsi cinque anni.....Ma adesso, che meraviglia!"(...)
Tale ammirazione è del resto testimoniata da alcune copie di paesaggi ad acquerello che egli realizzò proprio sul finire degli anni '20, mostrando già la sua impronta di neoclassico, amante del Rinascimento.
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Figlio del critico d'arte e pittore Eric Klossowski e di Baladine, autrice di acquerelli, Balthus fu a stretto contatto con il mondo della pittura già dall'infanzia: la sua casa era frequentata da artisti del calibro di Cézanne, Matisse, Mirò, Masson, sotto l'egida dei quali si compì la sua formazione artistica, pur essendo egli fondamentalmente un autodidatta.
Cresciuto in un ambiente colto e raffinato egli ebbe modo di esprimere precocemente la propria vocazione figurativa: aveva appena dodici anni quando venne pubblicato il suo primo libro di disegni, intitolato Mitsou, accompagnato da una prefazione scritta da Rainer Maria Rilke, che fu tra i primi ad intuirne il genio pittorico: esso è la storia del suo gatto raccontata attraverso le immagini tracciate dalla sua abile mano sui fogli.
Suoi veri modelli furono però Masaccio e soprattutto Piero della Francesca, dallo splendore delle cui opere egli rimase affascinato già durante il suo primo viaggio in Italia nel 1926; il grande entusiasmo per aver potuto osservare direttamente Galleria opere d'arte di chi egli considerava un vero e proprio maestro è chiaramente espresso in un passo della lettera che Balthus scrisse al professor Strhol dopo il suo soggiorno aretino: "Il desiderio di venire fin qui a vedere le opere di Piero della Francesca mi ha perseguitato per gli scorsi cinque anni.....Ma adesso, che meraviglia!"(...)
Tale ammirazione è del resto testimoniata da alcune copie di paesaggi ad acquerello che egli realizzò proprio sul finire degli anni '20, mostrando già la sua impronta di neoclassico, amante del Rinascimento.
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