Cruise, Reeves e Spielberg in sala per salvare il cinema
Il cartellone dei film in uscita nel 2021. Tra gli italiani attesi Nanni Moretti e soprattutto "Diabolik" con Luca Marinelli e Miriam Leone
Non ci sarà la ripartenza a razzo, con gente che sgomita per entrare in sala a vedere, finalmente sul grande schermo, reboot, sequel e grandi ritorni come quello di Tom Cruise e Keanu Reeves: molti bei film usciranno contemporaneamente in streaming e in sala. A tempi estremi, quelli della pandemia, estremi rimedi creativi per mantenere in vita una forma di spettacolo non rinunciabile.
A fare da apripista storico di tale tendenza verso la fruizione ibrida della Settima Arte, c'è Warner Bros, colosso di Hollywood indebitato fino al collo, ma proprietario della piattaforma HBOMax e pronto a vendersi i 4000 titoli sonanti del suo catalogo alla prima piattaforma che offrirà svariati milioni di dollari per accaparrarsi i diritti di Ben Hur o del Dottor Zivago. Intanto, facciamo un pensierino sul suo Dune, reboot del film di culto del canadese David Lynch datato 1984, ora ripreso da Denis Villeneuve. Al centro di questo sci-fi si piazza Timothée Chalamet, pronto a mettere il faccino da fighetto bisex sulla storia del principe Paul Atreides, che andrà sul pianeta più pericoloso dell'universo per salvare la sua famiglia.
Si cambia registro con West Side Story,agognato musical di Steven Spielberg, che rivisita il dramma romantico del 1961, con Natalie Wood. Tornano i twin-set e le code di cavallo per le ragazze e i «chiodi» di pelle per i ragazzi, che si sfidano nell'Upper West Side newyorchese. A chi andrà il quartiere, agli Squali o ai Jet? Vinceranno i Nuyorican o i Latinx? «È una storia attuale, di emigrazione e accettazione», spiega Spielberg, che fin da ragazzino sognava di adattare un suo West Side Story, le cui musiche furono le prime note pop suonate dalla madre, pianista classica. E torna Rita Moreno, oggi 88enne: nel 1961 faceva Rita. Mentre il cast dei ballerini, giovani, bravi e sconosciuti, danza su coreografie di Justin Peek, coreografo del New York City Ballet. Brividi romantici in arrivo, anche perché la vicenda s'ispira a Romeo e Giulietta.
E torna nel ruolo di «Maverick» il quasi sessantenne Tom Cruise, 35 anni dopo l'uscita di Top Gun. Nel sequel di Joseph Kosinski, Top Gun: Maverick, dopo decadi di servizio Tom pilota ancora supersonici jet, in missioni rischiose. Con la sua volontà di potenza, Cruise domina pure Mission: Impossible 7, come immarcescibile Ethan Hunt: spionaggio, rischi e tanta Italia nel settimo capitolo della saga. L'altra star che ritorna è Keanu Reeves, protagonista di The Matrix 4. Vent'anni dopo The Matrix Revolutions, il fascinoso Neo rimette il cappottone, lanciandosi nelle più strabilianti avventure. E gli italiani? Sperano nei Tre piani di Nanni Moretti, qui attore «starring» un giudice tutto d'un pezzo, oltre che regista. Tratto dal romanzo dell'israeliano Eskol Nevo, il film, in predicato a Cannes l'anno scorso, segue le vicende di varie famiglie d'un condominio romano. Astenersi, detestando attori feticcio di Nanni, come Margherita Buy. Ma il titolo tricolore più atteso è Diabolik dei Manetti Bros: il noto adattamento da uno dei più famosi fumetti italiani, sfoggia Miriam Leone platinata come Eva Kant e Luca Marinelli (lodato dal New York Times) come Re del Terrore. Doveva essere il blockbuster di Natale, ma qui ancora aspettiamo una data certa di distribuzione, il che vale per tutti i titoli citati. Dal regista di Lo chiamavano Jeeg Robot, Gabriele Mainetti, arriva Freaks out: quattro amici lavorano in un circo, nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale.
Anche se, ormai, ci sembra d'averlo visto, data l'attesa e gli spoiler fin qui, No Time to Die di Cary Fukunaga segna il 25esimo capitolo 007. Stavolta Daniel Craig cerca pace in Giamaica, ma c'è da salvare uno scienziato rapito: con Ralph Fiennes, nel ruolo di «M» e la nuova Bond Girl Ana De Armas, un film godibile e ancora esente dalla dittatura del politicamente corretto. Magari Assassinio sul Nilo di e con Kenneth Branagh, con Hercule Poirot immerso nel romanticismo del deserto, va anch'esso nel novero degli scorretti film colonialisti.
Tale secondo adattamento cinematografico del romanzo, con la «Wonder Woman» Gal Gadot, va visto prima che intervenga la cosiddetta «cultura della cancellazione». I seguaci della cancel culture sono stati attivi, anche con la pandemia in corso e il settore cinema non è mai stato così a rischio, tra crollo degli incassi e rigidità ideologica.
Fonte: IlGiornale.It