Uno a uno dopo i supplementari (gol di Chiesa e Morata) e, al termine di una partita sofferta siamo premiati dal dischetto. Decisiva la trasformazione di Jorginho dopo gli errori di Locatelli, Dani Olmo e Morata
Finale! L’Italia vola ancora, il sogno continua, l’Italia è in finale agli Europei. Scriviamolo un’altra volta, perché è bellissimo: l’Italia è in finale a Euro 2020. Domenica tornerà a Wembley e si giocherà il trofeo, alla fine di un cammino straordinario. Inghilterra o Danimarca, chi sarà sarà. È stata una semifinale in bianco e nero, gol juventini di Chiesa e Morata, ma si è tinta di bianco, rosso e verde dopo oltre 120 minuti di sofferenza, passione e cuore, contro una grandissima Spagna che forse avrebbe meritato di più. Invece i rigori bocciano la Roja, dopo averla promossa contro la Svizzera. “O’ tiraggiro” stavolta lo pennella Chiesa, non Insigne, Morata ci stoppa ma alla fine ci regala, suo malgrado, l’accesso in finale.
PREDOMINIO SPAGNOLO - Per arrivare fin lì tocca fare una partita a cui non eravamo più abituati, perché bastano un paio di giri di lancette per capire che sarà la Spagna a tenere il pallone con più continuità. Luis Enrique, rinunciando inizialmente a Morata, ha un terminale in meno e un uomo di manovra in più, quell’Oyarzabal che al 13’ potrebbe già dare il vantaggio alla Roja, se non controllasse male davanti a Donnarumma. Che gli azzurri soffrano lo si nota anche da tre lanci di Chiellini che finiscono nel vuoto, soluzione d’emergenza per la pressione alta che gli spagnoli adottano contro la costruzione dal basso. Un altro calcione di Donnarumma a saltare il centrocampo per poco non costa caro, con la Roja che è veloce a liberare Dani Olmo, su cui Gigio si riscatta con una paratissima. È un’Italia da blitz, più che da palleggio: in mezzo a farne le spese è soprattutto Verratti, sui lati sono tagliati i rifornimenti per Chiesa e Insigne (quanto manca Spinazzola, lì a sinistra…), davanti Immobile la vede meno ancora che col Belgio.
TRAVERSA DI EMERSON - Si fatica, è vero. Il teenager Pedri sembra avere l’età di Busquets, per visione e padronanza della scena. E la Spagna non si snatura mai, il dna è fatto di geni dominanti. Però il tabellone all’intervallo dice 0-0, con una grande chance per gli azzurri un attimo prima del riposo: traversa di Emerson liberato da Insigne, che fa il paio col palo colpito (in fuorigioco) da Barella in avvio di gara, sulla prima di una serie di uscite bizzarre di Unai Simon. Oyarzabal a destra e Ferran Torres sul lato opposto arrivano più volte al tiro ma non s’avvicinano nemmeno alla porta, si va a riordinare le idee senza aver pagato dazio in termini di risultato. E non è male.
SEMPRE FEDE - Non che l’avvio di ripresa incoraggi l’ottimismo: Di Lorenzo deve immolarsi subito su un cross di Olmo per Torres, Busquets sfiora la traversa servito da Oyarzabal. Alleggeriamo con un diagonale basso di Chiesa, ma insomma, si nuota in apnea per gran parte del tempo. Tutto pronto per affogare? Macché. Tutto pronto per esultare, perché il calcio è così, e perché in campo c’è Federico Chiesa, uno che può spaccare la partita sempre e comunque, a prescindere da tutto ciò che ha fatto prima e farà dopo. Scocca l’ora di gioco e Fede fa impazzire le migliaia di italiani che affollano la tribuna dietro la rete di Unai Simon… Ripartenza, Immobile viene murato da Laporte e il figlio di Enrico è il più bravo ad avventarsi. destro perfetto. Boato tricolore.
RISPONDE ALVARO - Cambia il punteggio, la gara, tutto. Anche gli uomini e le impostazioni tattiche: Mancini col “falso nueve” (dentro Berardi per Immobile), Luis Enrique col centravanti vero (Morata rileva Torres). Parrebbe beneficiarne la Spagna, che con Koke recapita sulla testa di Oyarzabal un altro gioiello sprecato e con Olmo fallisce l’ennesima botta dal limite. Ma quando le squadre si riassestano, pure gli azzurri hanno due tiri di Berardi parati. Ora sono in campo anche Gerard Moreno e Rodri, la resistenza italiana dovrebbe essere guidata da Toloi e Pessina, dentro per Emerson e Verratti. Ma prova e riprova, alla fine la Spagna ci buca. Minuto 80, segna Morata, l’uomo dei gol pesanti: combina con Olmo, controlla da campione e penetra in area, battendo Gigio. Tutto da rifare.
RISCOSSA GIGIO - I supplementari li giochiamo con Belotti e Locatelli, perché la partita di Immobile e Barella è finita poco prima del novantesimo. E ricominciano i brividi, con Donnarumma “terra-aria” che deve mettere le mani sulla punizione bassa di Olmo e sopra la testa di Morata. Nel secondo extra-time Luis Enrique vuole ancora più idee, dentro Thiago Alcantara per Busquets. Mancio risponde con Bernardeschi per Chiesa e al 110’ vorrebbe scattare in campo al gol di Berardi, ma il fuorigioco annulla il gesto tecnico di Mimmo. Rigori, inevitabilmente. Si parte malissimo, con Locatelli mangiato da Unai Simon, ma Olmo calcia il suo penalty anche peggio. Rompe il ghiaccio Belotti, poi segnano Moreno, Bonucci, Thiago e Bernardeschi. Tocca a Morata e stavolta fa cilecca: Gigio vola sulla sua sinistra e respinge. Chiude Jorginho, con esecuzione professorale. La Wembley azzurra esplode di nuovo, definitivamente, mentre tutto il gruppo azzurro corre ad abbracciarsi sotto il settore italiano. “Football’s coming home”, ha provato a intonare un paio di volte durante la match la fetta di pubblico neutrale, che domani spingerà l’Inghilterra verso la finale. Sarà, ma prima c’è la Danimarca. E soprattutto ci siamo noi, ancora noi.
Fonte: Gazzetta.It