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La testa nel pallone
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Re: La testa nel pallone
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Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge la Salernitana per 2 a 0!
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Re: La testa nel pallone
Juve, una boccata d'ossigeno: vince 2-0 a Salerno con Dybala e Morata
Un gol per tempo e i bianconeri tornano a vincere. Nel recupero l'argentino sbaglia in modo clamoroso un rigore.
L’Atalanta ne aveva da poco segnati 4, la Fiorentina 3, giusto per chiarire. Ma la Juve stavolta non ci sta, e dopo le due sconfitte di fila con Chelsea e Atalanta all’Arechi arriva la vittoria per 2-0 contro la Salernitana. Dybala realizza il suo quarto gol, battezzando il match dopo 21 minuti, raddoppia Morata, in campo da quattro minuti, che al 70’ fissa il risultato e torna al gol dopo oltre due mesi, confermandosi implacabile contro le neopromosse (questa è la sua nona rete in 18 sfide). E ancora la Joya sbaglia maldestramente il 3-0, scivolando al momento del tiro dal dischetto e impennando la conclusione sopra la traversa. La Salernitana, ultima in classifica, si conferma allergica all’Arechi: in questa stagione ha perso sei degli otto match casalinghi. I bianconeri restano così agganciati alla Fiorentina, e sempre a – 7 dalla zona Champions.
DYBALA, LA TERZA VOLTA È QUELLA BUONA - Nella sua 19esima formazione in 19 gare, Allegri schiera Chiellini al fianco di De Ligt, con Pellegrini a sinistra per far rifiatare Alex Sandro. Fuori Chiesa e McKennie, oltre a Danilo e De Sciglio, a centrocampo le fasce sono affidate a Kulusevski e Bernardeschi, con Bentancur al fianco di Locatelli. In avanti ci sono Dybala e Kean, preferito a Morata. La Salernitana risponde con un una formazione abbottonata, con Bonazzoli pronto però ad approfittare di qualche errore juventino in disimpegno. Sono i bianconeri a fare la partita, dettando tempi e modalità del match. I primi minuti sono scoppiettanti, con due conclusioni di Dybala e una di Kulusevski a far credere che la gara possa essere in discesa. Poi i campani trovano le distanze e la Juve abbassa i giri, tornando ad essere squadra prevedibile e macchinosa. La manovra bianconera per lunghi minuti si fa stagnante e punteggiata di retropassaggi, Simy testa l’attenzione di Szczesny, girando a fil di palo, ma fuori, un cross di Kechrida. Poi ci pensa Dybala a dar la scossa alla gara: al 21’ intercetta un passaggio di Locatelli e triangola con Kulusevski al limite. Il suo sinistro stavolta non perdona: è l’1-0 a favore della Juve. Sette minuti più tardi la squadra di Allegri trova il raddoppio, con Chiellini in tap-in dopo che il palo respinge una punizione di Cuadrado. Ma dopo un controllo l’arbitro Fourneau annulla per un fuorigioco di Kean al momento della battuta del calcio piazzato. I campani irrobustiscono la difesa, la Juve fatica a trovare spazi ma non ha alternative alla ricerca del raddoppio. Il giro palla si fa un po’ più veloce ma non sempre preciso, e il primo tempo si chiude sul risultato di minimo vantaggio.
RIECCO MORATA, DUE MESI E MEZZO DOPO - La Juve riparte da dove era rimasta, cioè alla ricerca del raddoppio della serenità. Ma prendere d’infilata i campani è praticamente impossibile, e dunque i bianconeri costruiscono con pazienza e costanza una manovra offensiva che possa coralmente portarla ai limiti dell’area avversaria. La mossa riesce, anche se poi l’ingresso negli ultimi 16 metri è sbarrato, ed anche il tiro dalla distanza tutt’altro che scontato. Ci provano Dybala e Cuadrado, con mira è sbagliata. E invece, al 58’, è la Salernitana che sfiora il gol, con un destro incrociato di Ranieri che si stampa sul palo con Szczesny battuto. L’Arechi si infiamma, la Juve vive attimi di terrore. La gara si fa scivolosa: la Juve sa di non potersi concedere distrazioni, eppure qualche errore in fase di alleggerimento scappa, la Salernitana è abile a chiudere gli spazi, ma non rinuncia all’affondo improvviso. Il cambio Djuric-Simy ne è la riprova. Allegri risponde con l’avvicendamento fra Morata e Kean e quello fra Alex Sandro e Pellegrini. Detto fatto, la mossa si rivela vincente: al 70’ lo spagnolo, in campo da 4 minuti, firma il 2-0 su assist di Bernardeschi. L’ultima sua rete risaliva al gol segnato contro il Milan lo scorso 19 settembre. Dybala cerca la botta a sorpresa, poi Belec respinge una sua conclusione a botta sicura, e per finire l'argentino spara alto dal dischetto, al 94', dopo un fallo di Gyomber su Morata. Il tempo dell'esordio ufficiale di Soulé e Fourneau fischia la fine.
Fonte: Gazzetta.It
Un gol per tempo e i bianconeri tornano a vincere. Nel recupero l'argentino sbaglia in modo clamoroso un rigore.
L’Atalanta ne aveva da poco segnati 4, la Fiorentina 3, giusto per chiarire. Ma la Juve stavolta non ci sta, e dopo le due sconfitte di fila con Chelsea e Atalanta all’Arechi arriva la vittoria per 2-0 contro la Salernitana. Dybala realizza il suo quarto gol, battezzando il match dopo 21 minuti, raddoppia Morata, in campo da quattro minuti, che al 70’ fissa il risultato e torna al gol dopo oltre due mesi, confermandosi implacabile contro le neopromosse (questa è la sua nona rete in 18 sfide). E ancora la Joya sbaglia maldestramente il 3-0, scivolando al momento del tiro dal dischetto e impennando la conclusione sopra la traversa. La Salernitana, ultima in classifica, si conferma allergica all’Arechi: in questa stagione ha perso sei degli otto match casalinghi. I bianconeri restano così agganciati alla Fiorentina, e sempre a – 7 dalla zona Champions.
DYBALA, LA TERZA VOLTA È QUELLA BUONA - Nella sua 19esima formazione in 19 gare, Allegri schiera Chiellini al fianco di De Ligt, con Pellegrini a sinistra per far rifiatare Alex Sandro. Fuori Chiesa e McKennie, oltre a Danilo e De Sciglio, a centrocampo le fasce sono affidate a Kulusevski e Bernardeschi, con Bentancur al fianco di Locatelli. In avanti ci sono Dybala e Kean, preferito a Morata. La Salernitana risponde con un una formazione abbottonata, con Bonazzoli pronto però ad approfittare di qualche errore juventino in disimpegno. Sono i bianconeri a fare la partita, dettando tempi e modalità del match. I primi minuti sono scoppiettanti, con due conclusioni di Dybala e una di Kulusevski a far credere che la gara possa essere in discesa. Poi i campani trovano le distanze e la Juve abbassa i giri, tornando ad essere squadra prevedibile e macchinosa. La manovra bianconera per lunghi minuti si fa stagnante e punteggiata di retropassaggi, Simy testa l’attenzione di Szczesny, girando a fil di palo, ma fuori, un cross di Kechrida. Poi ci pensa Dybala a dar la scossa alla gara: al 21’ intercetta un passaggio di Locatelli e triangola con Kulusevski al limite. Il suo sinistro stavolta non perdona: è l’1-0 a favore della Juve. Sette minuti più tardi la squadra di Allegri trova il raddoppio, con Chiellini in tap-in dopo che il palo respinge una punizione di Cuadrado. Ma dopo un controllo l’arbitro Fourneau annulla per un fuorigioco di Kean al momento della battuta del calcio piazzato. I campani irrobustiscono la difesa, la Juve fatica a trovare spazi ma non ha alternative alla ricerca del raddoppio. Il giro palla si fa un po’ più veloce ma non sempre preciso, e il primo tempo si chiude sul risultato di minimo vantaggio.
RIECCO MORATA, DUE MESI E MEZZO DOPO - La Juve riparte da dove era rimasta, cioè alla ricerca del raddoppio della serenità. Ma prendere d’infilata i campani è praticamente impossibile, e dunque i bianconeri costruiscono con pazienza e costanza una manovra offensiva che possa coralmente portarla ai limiti dell’area avversaria. La mossa riesce, anche se poi l’ingresso negli ultimi 16 metri è sbarrato, ed anche il tiro dalla distanza tutt’altro che scontato. Ci provano Dybala e Cuadrado, con mira è sbagliata. E invece, al 58’, è la Salernitana che sfiora il gol, con un destro incrociato di Ranieri che si stampa sul palo con Szczesny battuto. L’Arechi si infiamma, la Juve vive attimi di terrore. La gara si fa scivolosa: la Juve sa di non potersi concedere distrazioni, eppure qualche errore in fase di alleggerimento scappa, la Salernitana è abile a chiudere gli spazi, ma non rinuncia all’affondo improvviso. Il cambio Djuric-Simy ne è la riprova. Allegri risponde con l’avvicendamento fra Morata e Kean e quello fra Alex Sandro e Pellegrini. Detto fatto, la mossa si rivela vincente: al 70’ lo spagnolo, in campo da 4 minuti, firma il 2-0 su assist di Bernardeschi. L’ultima sua rete risaliva al gol segnato contro il Milan lo scorso 19 settembre. Dybala cerca la botta a sorpresa, poi Belec respinge una sua conclusione a botta sicura, e per finire l'argentino spara alto dal dischetto, al 94', dopo un fallo di Gyomber su Morata. Il tempo dell'esordio ufficiale di Soulé e Fourneau fischia la fine.
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Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge il Genoa per 2 a 0!
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Re: La testa nel pallone
Gol da corner di Cuadrado, poi Dybala: la Juve schianta il Genoa. E ora c’è anche il gioco
Seconda vittoria consecutiva per la Juve, che si impone 2-0 schiacciando la squadra di Shevchenko con un gioco offensivo insistito e continuo. Sirigu super.
La Juventus batte 2-0 il Genoa, supera le romane e aggancia la Fiorentina in classifica a quota 27, mantenendo dunque 7 punti di distacco dal quarto gradino, ora occupato dall’Atalanta. Ma soprattutto mostra il suo volto migliore e dà continuità al successo con la Salernitana. Aggiungendo stasera una capacità ed un'efficacia di gioco finora mai espresse in precedenza. Il vantaggio bianconero arriva con eurogol di Cuadrado, direttamente su calcio d’angolo: uno spiovente che prima si è allargato e poi ha improvvisamente cambiato traiettoria, abbassandosi prima di colpire l’incrocio dei pali e insaccarsi alle spalle di un incredulo Sirigu. Di Dybala il raddoppio, al minuto 82’, il secondo consecutivo dopo la rete contro la Salernitana. Allegri raggiunge quota 250 vittorie da allenatore in Serie A (esattamente 150 con la Juventus), diventando il secondo tecnico a raggiungere questo traguardo nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/1995), dopo Carlo Ancelotti (275).
CUADRADO, CHE GOL! - Otto giocatori out e due casi di Covid fra i membri dello staff: il Genoa arriva al match con la Juve in condizioni piuttosto estreme. La Juve ripresenta l’undici partito titolare con la Salernitana, salvo Morata al posto di Kean, con Perin precauzionalmente non convocato poiché ha avuto contatti con una persona positiva, esterna alla Juve. Ancora out Danilo, De Sciglio, McKennie, Chiesa e Ramsey. A fare la gara è la Juve, ma non è un Genoa rinunciatario, quello che deve affidarsi al duo Bianchi-Ekuban in avanti. I bianconeri si muovono molto senza palla, in particolare Bernardeschi svaria su tutto il fronte, lasciando spesso campo alle avanzate di Pellegrini, molto attivo sulla sinistra. E’ una Juve molto più mobile ed attiva senza palla rispetto ai suoi standard, che prova spesso la giocata al volo, il tocco a seguire, l’uno-due con immediato affondo in area. E quando non è in fase di possesso, pressa alto per spezzare sul nascere l’azione genoana, andando sia sul portatore di palla che chi gli sta intorno. E’ una Juve insomma dall’atteggiamento più grintoso e determinato del solito, meno tesa e più volitiva. Il tutto si traduce in un possesso palla pressoché costante e in un dominio totale sul match, ma non in un congruo numero di gol. Cuadrado suggella la superiorità juventina portando in vantaggio i suoi con una rete straordinaria direttamente dalla bandierina al 9’, poi Sirigu la fa da protagonista, prima compiendo un doppio miracolo al 37’ su De Ligt e Morata, poi respingendo sullo spagnolo allo scadere, e per il resto sono tanti tiri bianconeri fuori bersaglio. Ma c’è comunque tanta Juve nei primi 45’, e una Juve che ha prodotto una grande mole di gioco, oltre a 13 conclusioni contro le zero del Genoa.
TUTTI CONTRO SIRIGU - La ripresa si apre con l’ingresso di Alex Sandro al posto di Pellegrini, ma soprattutto con la gran voglia bianconera di trovare il raddoppio, dopo la schiacciante superiorità dei primi 45’. Ci prova Dybala, con un sinistro a girare dal limite che sfiora la traversa, poi Morata a tu per tu col portiere, ma ancora una volta Sirigu dice di no. Persino De Ligt vede un corridoio e prova la conclusione, facile preda del portiere. Shevchenko prova a sparigliare le carte inserendo in un colpo solo Pandev, Portanova e Galdames. Ma il copione della gara non cambia, con tutti contro Sirigu, ma portiere ha sempre la meglio: Bernardeschi, Dybala, Locatelli, due volte Cuadrado: è una Juve che arriva con facilità al tiro e ci prova in tutti i modi, ma il portiere è baluardo insuperabile. Il Genoa non rinuncia a qualche folata offensiva, ma i bianconeri non si lasciano distrarre e non concedono nulla dietro. Morata viene ammonito, Allegri lo vede nervoso e al 74’ lo sostituisce con Kean, che appena entrato in campo viene ammonito. Fra l’allenatore e lo spagnolo c’è uno scambio concitato nei paraggi della panchina. Poi la Juve riparte macinando gioco offensivo, finché, finalmente, arriva il sospirato raddoppio. Ci pensa Dybala all’82’, che sfrutta con un diagonale sinistro un assist di Bernardeschi, e poi esce in uno scroscio di appalusi quando sul finire lascia il posto a Kaio Jorge. Ed ora, mercoledì, tocca al Malmoe.
Fonte: Gazzetta.It
Seconda vittoria consecutiva per la Juve, che si impone 2-0 schiacciando la squadra di Shevchenko con un gioco offensivo insistito e continuo. Sirigu super.
La Juventus batte 2-0 il Genoa, supera le romane e aggancia la Fiorentina in classifica a quota 27, mantenendo dunque 7 punti di distacco dal quarto gradino, ora occupato dall’Atalanta. Ma soprattutto mostra il suo volto migliore e dà continuità al successo con la Salernitana. Aggiungendo stasera una capacità ed un'efficacia di gioco finora mai espresse in precedenza. Il vantaggio bianconero arriva con eurogol di Cuadrado, direttamente su calcio d’angolo: uno spiovente che prima si è allargato e poi ha improvvisamente cambiato traiettoria, abbassandosi prima di colpire l’incrocio dei pali e insaccarsi alle spalle di un incredulo Sirigu. Di Dybala il raddoppio, al minuto 82’, il secondo consecutivo dopo la rete contro la Salernitana. Allegri raggiunge quota 250 vittorie da allenatore in Serie A (esattamente 150 con la Juventus), diventando il secondo tecnico a raggiungere questo traguardo nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/1995), dopo Carlo Ancelotti (275).
CUADRADO, CHE GOL! - Otto giocatori out e due casi di Covid fra i membri dello staff: il Genoa arriva al match con la Juve in condizioni piuttosto estreme. La Juve ripresenta l’undici partito titolare con la Salernitana, salvo Morata al posto di Kean, con Perin precauzionalmente non convocato poiché ha avuto contatti con una persona positiva, esterna alla Juve. Ancora out Danilo, De Sciglio, McKennie, Chiesa e Ramsey. A fare la gara è la Juve, ma non è un Genoa rinunciatario, quello che deve affidarsi al duo Bianchi-Ekuban in avanti. I bianconeri si muovono molto senza palla, in particolare Bernardeschi svaria su tutto il fronte, lasciando spesso campo alle avanzate di Pellegrini, molto attivo sulla sinistra. E’ una Juve molto più mobile ed attiva senza palla rispetto ai suoi standard, che prova spesso la giocata al volo, il tocco a seguire, l’uno-due con immediato affondo in area. E quando non è in fase di possesso, pressa alto per spezzare sul nascere l’azione genoana, andando sia sul portatore di palla che chi gli sta intorno. E’ una Juve insomma dall’atteggiamento più grintoso e determinato del solito, meno tesa e più volitiva. Il tutto si traduce in un possesso palla pressoché costante e in un dominio totale sul match, ma non in un congruo numero di gol. Cuadrado suggella la superiorità juventina portando in vantaggio i suoi con una rete straordinaria direttamente dalla bandierina al 9’, poi Sirigu la fa da protagonista, prima compiendo un doppio miracolo al 37’ su De Ligt e Morata, poi respingendo sullo spagnolo allo scadere, e per il resto sono tanti tiri bianconeri fuori bersaglio. Ma c’è comunque tanta Juve nei primi 45’, e una Juve che ha prodotto una grande mole di gioco, oltre a 13 conclusioni contro le zero del Genoa.
TUTTI CONTRO SIRIGU - La ripresa si apre con l’ingresso di Alex Sandro al posto di Pellegrini, ma soprattutto con la gran voglia bianconera di trovare il raddoppio, dopo la schiacciante superiorità dei primi 45’. Ci prova Dybala, con un sinistro a girare dal limite che sfiora la traversa, poi Morata a tu per tu col portiere, ma ancora una volta Sirigu dice di no. Persino De Ligt vede un corridoio e prova la conclusione, facile preda del portiere. Shevchenko prova a sparigliare le carte inserendo in un colpo solo Pandev, Portanova e Galdames. Ma il copione della gara non cambia, con tutti contro Sirigu, ma portiere ha sempre la meglio: Bernardeschi, Dybala, Locatelli, due volte Cuadrado: è una Juve che arriva con facilità al tiro e ci prova in tutti i modi, ma il portiere è baluardo insuperabile. Il Genoa non rinuncia a qualche folata offensiva, ma i bianconeri non si lasciano distrarre e non concedono nulla dietro. Morata viene ammonito, Allegri lo vede nervoso e al 74’ lo sostituisce con Kean, che appena entrato in campo viene ammonito. Fra l’allenatore e lo spagnolo c’è uno scambio concitato nei paraggi della panchina. Poi la Juve riparte macinando gioco offensivo, finché, finalmente, arriva il sospirato raddoppio. Ci pensa Dybala all’82’, che sfrutta con un diagonale sinistro un assist di Bernardeschi, e poi esce in uno scroscio di appalusi quando sul finire lascia il posto a Kaio Jorge. Ed ora, mercoledì, tocca al Malmoe.
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Re: La testa nel pallone
Champions League: La Juventus batte il Malmö per 1 a 0!
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Re: La testa nel pallone
Kean piega il Malmoe, poi arriva il regalo dallo Zenit: Juve prima!
I bianconeri, in formazione inedita per assenze forzate e scelte di turnover, chiudono in testa il girone H grazie al pareggio a tempo scaduto dello Zenit contro il Chelsea.
La Juventus supera 1-0 il Malmoe grazie al primo gol in Champions con la maglia bianconera di Kean, il terzo stagionale per lui, e guadagna pure la vetta del girone H grazie al pareggio fra Zenit e Chelsea. Questo significa che il sorteggio per gli ottavi in programma lunedì abbinerà i bianconeri ad una delle seconde qualificate degli altri gironi: il pericolo numero uno per i bianconeri è il Psg.
PRESENTI E ASSENTI - Fuori Chiesa, Danilo, Kulusevski e McKennie, oltre a Ramsey, Allegri sceglie la via del turnover per far respirare Szczesny, Cuadrado e Locatelli, oltre a Morata nel primo tempo: la Juve scende così in campo con un 3-5-2, con l’esordiente assoluto in Champions Perin e con De Winter e Rugani alla loro prima da titolare nella massima competizione europea. In mezzo c’è Arthur a dirigere le operazioni, con Rabiot sulla destra, da mezzala come lui stesso preferisce, da sua confessione in settimana. Alex Sandro e Bernardeschi coprono le fasce, in avanti con Dybala c’è Kean, incerto fino alla vigilia, a completare il reparto nonché a debuttare dal 1’ in Champions in questa stagione, dopo 4 spezzoni e zero gol. In panchina, oltre al rientrante De Sciglio, ci sono anche il 2002 Da Graca e il 2003 Miretti, cui Allegri al 90’ regalerà la gioia del debutto.
LA PRIMA VOLTA DI KEAN - Rugani impegna subito Diawara con un colpo di testa, ma la notizia più pesante arriva da San Pietroburgo: il Chelsea è già in vantaggio, dopo 2 minuti. La Juve costruisce gioco trotterellato, gli svedesi stringono le linee impedendo facili transiti, i bianconeri ci mettono del loro tenendo ritmo basso e palleggio lento e prevedibile. Dopo 6’ Kean sfiora di destro l’esterno della rete, mentre al 18’ trova il suo primo gol in Champions in maglia bianconera, anticipando di testa Diawara su un bel cross di esterno sinistro di Bernardeschi. Per la Juve è l’1-0, tre punti che al momento la tengono agganciata al Chelsea ma che non spostano nulla nella graduatoria del girone. Il Malmoe quasi non esce dalla sua metà campo, la Juve non forza, De Winter, il più giovane bianconero della storia a debuttare dal 1’ in Champions, si propone spesso in spinta, voglioso di farsi vedere ma poco servito dai compagni. Gli svedesi guadagnano due calci d’angolo, ma soprattutto Claudinho e Azmoun al intorno al 40’ firmano aggancio e sorpasso dello Zenit sul Chelsea e riaprono la speranza di primato in casa Juve. E a Torino il primo tempo si chiude con un destro di Arthur, che non partiva titolare in Champions dalla serata dell’eliminazione col Porto, a lato di poco.
FUORI DYBALA - La ripresa si apre con Morata al posto di Dybala, con Bernardeschi invitato da Allegri a muoversi fra le linee. Il trio avanzato si muove con scioltezza ma fatica ad arrivare al tiro. Ci provano allora i centrocampisti, ma Bentancur e Rabiot non trovano lo specchio. Il capitano ora è Bonucci, che, praticamente disoccupato fin qui, di tanto in tanto avanza in fase di spinta, verticalizzando per Kean e C. Dalla Russia intanto arriva la notizia del gol di Lukaku: il Chelsea ha riagguantato il pareggio. Kean sfiora il raddoppio al 65’, con Diawara che respinge un suo destro ravvicinato, e poi al 70’, quando colpisce l’esterno della rete dopo che Diawara in tuffo aveva respinto una conclusione dalla distanza di Bernardeschi. Il Malmoe, già fuori dall’Europa nonché fresco vincitore del titolo nazionale, si fa vedere in avanti ma non riesce a impensierire i bianconeri. L’ultima occasione è per la Juve, con Kean che calcia addosso a Diawara, dopo una corta respinta del portiere su tiro di Rabiot. Ma la notizia migliore arriva da San Pietroburgo, dopo il bis di Werner all'85', lo Zenit firma il 3-3 a tempo scaduto, e la Juve è prima nel girone.
Fonte: Gazzetta.It
I bianconeri, in formazione inedita per assenze forzate e scelte di turnover, chiudono in testa il girone H grazie al pareggio a tempo scaduto dello Zenit contro il Chelsea.
La Juventus supera 1-0 il Malmoe grazie al primo gol in Champions con la maglia bianconera di Kean, il terzo stagionale per lui, e guadagna pure la vetta del girone H grazie al pareggio fra Zenit e Chelsea. Questo significa che il sorteggio per gli ottavi in programma lunedì abbinerà i bianconeri ad una delle seconde qualificate degli altri gironi: il pericolo numero uno per i bianconeri è il Psg.
PRESENTI E ASSENTI - Fuori Chiesa, Danilo, Kulusevski e McKennie, oltre a Ramsey, Allegri sceglie la via del turnover per far respirare Szczesny, Cuadrado e Locatelli, oltre a Morata nel primo tempo: la Juve scende così in campo con un 3-5-2, con l’esordiente assoluto in Champions Perin e con De Winter e Rugani alla loro prima da titolare nella massima competizione europea. In mezzo c’è Arthur a dirigere le operazioni, con Rabiot sulla destra, da mezzala come lui stesso preferisce, da sua confessione in settimana. Alex Sandro e Bernardeschi coprono le fasce, in avanti con Dybala c’è Kean, incerto fino alla vigilia, a completare il reparto nonché a debuttare dal 1’ in Champions in questa stagione, dopo 4 spezzoni e zero gol. In panchina, oltre al rientrante De Sciglio, ci sono anche il 2002 Da Graca e il 2003 Miretti, cui Allegri al 90’ regalerà la gioia del debutto.
LA PRIMA VOLTA DI KEAN - Rugani impegna subito Diawara con un colpo di testa, ma la notizia più pesante arriva da San Pietroburgo: il Chelsea è già in vantaggio, dopo 2 minuti. La Juve costruisce gioco trotterellato, gli svedesi stringono le linee impedendo facili transiti, i bianconeri ci mettono del loro tenendo ritmo basso e palleggio lento e prevedibile. Dopo 6’ Kean sfiora di destro l’esterno della rete, mentre al 18’ trova il suo primo gol in Champions in maglia bianconera, anticipando di testa Diawara su un bel cross di esterno sinistro di Bernardeschi. Per la Juve è l’1-0, tre punti che al momento la tengono agganciata al Chelsea ma che non spostano nulla nella graduatoria del girone. Il Malmoe quasi non esce dalla sua metà campo, la Juve non forza, De Winter, il più giovane bianconero della storia a debuttare dal 1’ in Champions, si propone spesso in spinta, voglioso di farsi vedere ma poco servito dai compagni. Gli svedesi guadagnano due calci d’angolo, ma soprattutto Claudinho e Azmoun al intorno al 40’ firmano aggancio e sorpasso dello Zenit sul Chelsea e riaprono la speranza di primato in casa Juve. E a Torino il primo tempo si chiude con un destro di Arthur, che non partiva titolare in Champions dalla serata dell’eliminazione col Porto, a lato di poco.
FUORI DYBALA - La ripresa si apre con Morata al posto di Dybala, con Bernardeschi invitato da Allegri a muoversi fra le linee. Il trio avanzato si muove con scioltezza ma fatica ad arrivare al tiro. Ci provano allora i centrocampisti, ma Bentancur e Rabiot non trovano lo specchio. Il capitano ora è Bonucci, che, praticamente disoccupato fin qui, di tanto in tanto avanza in fase di spinta, verticalizzando per Kean e C. Dalla Russia intanto arriva la notizia del gol di Lukaku: il Chelsea ha riagguantato il pareggio. Kean sfiora il raddoppio al 65’, con Diawara che respinge un suo destro ravvicinato, e poi al 70’, quando colpisce l’esterno della rete dopo che Diawara in tuffo aveva respinto una conclusione dalla distanza di Bernardeschi. Il Malmoe, già fuori dall’Europa nonché fresco vincitore del titolo nazionale, si fa vedere in avanti ma non riesce a impensierire i bianconeri. L’ultima occasione è per la Juve, con Kean che calcia addosso a Diawara, dopo una corta respinta del portiere su tiro di Rabiot. Ma la notizia migliore arriva da San Pietroburgo, dopo il bis di Werner all'85', lo Zenit firma il 3-3 a tempo scaduto, e la Juve è prima nel girone.
Fonte: Gazzetta.It
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Re: La testa nel pallone
La Juventus pareggia contro il Venezia 1 a 1!
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- Messaggio n°60
Re: La testa nel pallone
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- Messaggio n°61
Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge il Bologna per 2 a 0!
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- Messaggio n°62
Re: La testa nel pallone
Juve cinica e spietata: 2-0 sul Bologna nella nebbia del Dall’Ara
I bianconeri regolano gli emiliani con un gol per tempo: a segno Morata e Cuadrado. Ma che fatica nella ripresa. Per la squadra di Mihajlovic è il terzo k.o. di fila.
Nella nebbia del Dall’Ara la Juve allunga ancora la striscia di vittorie consecutive contro il Bologna, centrando l’undicesima: la gara finisce 2-0 per i bianconeri, grazie a un gol di Morata, il secondo consecutivo, e al raddoppio, nella ripresa, di Cuadrado. E per la Juve è la vittoria numero 78 contro gli emiliani, alla terza sconfitta di fila in campionato come non capitava da ottobre 2020. Per la Juve anche un altro clean sheet, il quinto nelle ultime sette gare di serie A.
MORATA A SEGNO DOPO 6’ - Con Locatelli inizialmente in panchina, Allegri rispolvera Arthur, schierato al fianco di Rabiot, con il rientrante McKennie in mezzo in una linea a tre, fra Bernardeschi e Kean, con Morata terminale offensivo. Dietro conferma sulla sinistra per Pellegrini, con Dybala out, insieme a Chiesa, Danilo, Chiellini e Ramsey. Il Bologna schiera invece un 3-4-2-1, con Arnautovic a sostenere il peso dell’attacco, coadiuvato da Barrow e Soriano. Sono i padroni di casa i primi a valicare la linea dell’area, con Bonucci chirurgico su Barrow. Ma è la Juve a passare, dopo 6’: Morata appoggia su Bernardeschi da cui riceve il passaggio di ritorno, perfetto per zolla e tempismo (in tunnel su Theate). Destro ravvicinato e rabbioso dello spagnolo e vantaggio bianconero. Per l’ala è il quinto assist della stagione, per lo spagnolo il settimo gol, il quinto in campionato. Il Bologna non ci sta: pensa e si muove in velocità, con Barrow, Svanberg e Arnautovic sempre pronti all’affondo. In particolare una rovesciata dello svedese manca di poco lo specchio, al 22’. Il Bologna è abile a ribaltare l’azione e a far densità nella sua metà campo quando la Juve è in possesso palla, i bianconeri sono meno fluidi ma altrettanto efficaci, spingendo con continuità pur senza arrivare spesso alla conclusione e concedendo comunque poco all’avversario. Intanto però la Juve non riesce a chiudere il match prima dello scoccare del 45’.
RADDOPPIO CUADRADO E TANTI CAMBI - Anzi, la ripresa si apre nel segno del Bologna, con Svanberg stoppato prima da Mckennie e poi da De Ligt in un’azione insistita. La Juve subisce la pressione altissima del Bologna e fatica a interromperne la spinta. E quand’anche riesce a uscire con qualche azione di alleggerimento la scarsa precisione le impedisce di farsi pericolosa. E’ un Bologna che spaventa per intensità e pressione offensiva, la Juve resiste. Al 61’ Pellegrini, che già aspettava la sostituzione, si accascia per un problema a un polpaccio, e lascia spazio ad Alex Sandro. Locatelli prende invece il posto di Arthur, mentre nel Bologna Skov Olsen in apertura di secondo tempo era subentrato a De Silvestri. Il collettivo fatica a girare, e allora ci pensa Cuadrado: dribbling secco e gran destro deviato da Hickey, e per Skorupski non c’è scampo: 0-2 al 69’. Per il colombiano è il quarto gol in campionato. Anche Kean e McKennie vengono richiamati da Allegri, al loro posto Kulusevski e Bentancur. Nel Bologna Sansone e Vignato danno il cambio a Barrow e Svanberg. La nebbia si abbassa, entra anche Kaio Jorge, ma la partita ha già offerto il suo meglio: il raddoppio juventino ha placato gli emiliani, Skov Olsen nega la gioia della doppietta a Cuadrado. E la Juve può cominciare a pensare al Cagliari, ultimo avversario del girone d’andata, gara in programma martedì prossimo.
Fonte: Gazzetta.It
I bianconeri regolano gli emiliani con un gol per tempo: a segno Morata e Cuadrado. Ma che fatica nella ripresa. Per la squadra di Mihajlovic è il terzo k.o. di fila.
Nella nebbia del Dall’Ara la Juve allunga ancora la striscia di vittorie consecutive contro il Bologna, centrando l’undicesima: la gara finisce 2-0 per i bianconeri, grazie a un gol di Morata, il secondo consecutivo, e al raddoppio, nella ripresa, di Cuadrado. E per la Juve è la vittoria numero 78 contro gli emiliani, alla terza sconfitta di fila in campionato come non capitava da ottobre 2020. Per la Juve anche un altro clean sheet, il quinto nelle ultime sette gare di serie A.
MORATA A SEGNO DOPO 6’ - Con Locatelli inizialmente in panchina, Allegri rispolvera Arthur, schierato al fianco di Rabiot, con il rientrante McKennie in mezzo in una linea a tre, fra Bernardeschi e Kean, con Morata terminale offensivo. Dietro conferma sulla sinistra per Pellegrini, con Dybala out, insieme a Chiesa, Danilo, Chiellini e Ramsey. Il Bologna schiera invece un 3-4-2-1, con Arnautovic a sostenere il peso dell’attacco, coadiuvato da Barrow e Soriano. Sono i padroni di casa i primi a valicare la linea dell’area, con Bonucci chirurgico su Barrow. Ma è la Juve a passare, dopo 6’: Morata appoggia su Bernardeschi da cui riceve il passaggio di ritorno, perfetto per zolla e tempismo (in tunnel su Theate). Destro ravvicinato e rabbioso dello spagnolo e vantaggio bianconero. Per l’ala è il quinto assist della stagione, per lo spagnolo il settimo gol, il quinto in campionato. Il Bologna non ci sta: pensa e si muove in velocità, con Barrow, Svanberg e Arnautovic sempre pronti all’affondo. In particolare una rovesciata dello svedese manca di poco lo specchio, al 22’. Il Bologna è abile a ribaltare l’azione e a far densità nella sua metà campo quando la Juve è in possesso palla, i bianconeri sono meno fluidi ma altrettanto efficaci, spingendo con continuità pur senza arrivare spesso alla conclusione e concedendo comunque poco all’avversario. Intanto però la Juve non riesce a chiudere il match prima dello scoccare del 45’.
RADDOPPIO CUADRADO E TANTI CAMBI - Anzi, la ripresa si apre nel segno del Bologna, con Svanberg stoppato prima da Mckennie e poi da De Ligt in un’azione insistita. La Juve subisce la pressione altissima del Bologna e fatica a interromperne la spinta. E quand’anche riesce a uscire con qualche azione di alleggerimento la scarsa precisione le impedisce di farsi pericolosa. E’ un Bologna che spaventa per intensità e pressione offensiva, la Juve resiste. Al 61’ Pellegrini, che già aspettava la sostituzione, si accascia per un problema a un polpaccio, e lascia spazio ad Alex Sandro. Locatelli prende invece il posto di Arthur, mentre nel Bologna Skov Olsen in apertura di secondo tempo era subentrato a De Silvestri. Il collettivo fatica a girare, e allora ci pensa Cuadrado: dribbling secco e gran destro deviato da Hickey, e per Skorupski non c’è scampo: 0-2 al 69’. Per il colombiano è il quarto gol in campionato. Anche Kean e McKennie vengono richiamati da Allegri, al loro posto Kulusevski e Bentancur. Nel Bologna Sansone e Vignato danno il cambio a Barrow e Svanberg. La nebbia si abbassa, entra anche Kaio Jorge, ma la partita ha già offerto il suo meglio: il raddoppio juventino ha placato gli emiliani, Skov Olsen nega la gioia della doppietta a Cuadrado. E la Juve può cominciare a pensare al Cagliari, ultimo avversario del girone d’andata, gara in programma martedì prossimo.
Fonte: Gazzetta.It
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- Messaggio n°63
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese pareggia contro la Lucchese 0 a 0!
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- Messaggio n°64
Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge il Cagliari per 2 a 0!
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- Messaggio n°65
Re: La testa nel pallone
Juve, battuto il Cagliari con Kean e Bernardeschi: Atalanta e zona Champions a -4
I bianconeri superano il Cagliari grazie ai gol di Kean e Bernardeschi, autore anche di un assist. Il Genoa ferma i bergamaschi sul pari.
La Juve supera il Cagliari 2-0 ed Allegri raggiunge Capello nel numero di vittorie da allenatore in A (252), ma con oltre 40 panchine in meno. Dopo aver colpito un palo, Kean centra la porta, al 40’, su assist di Bernardeschi. Il raddoppio arriva nella ripresa: assist di Kulusevski e sinistro incrociato di Bernardeschi, a segno dopo 513 giorni. La Juve centra così il decimo successo negli ultimi 11 incontri contro i sardi e si porta a quota 34, a quattro punti dall’Atalanta quarta in classifica, fermata sullo 0-0 dal Genoa.
KEAN, PALO E GOL - La Juve si schiera con due novità rispetto al Bologna: dietro c’è Alex Sandro al posto di Pellegrini e in mezzo Bentancur è preferito a McKennie. Il Cagliari degli epurati Godin e Caceres presenta la sorpresa Pereiro al fianco di Joao Pedro. L’avvio è vivace, con la Juve che mantiene palla e iniziativa e dopo 10 minuti colpisce un palo con un colpo di testa di Kean, su cross di Cuadrado. Una Juve che sale in massa e cerca il varco giusto, i sardi giocano con due linee strette e Pereiro in marcatura stretta su Arthur. Ma ora Rabiot, ora Cuadrado spingono sulle opposte fasce portando in area rossoblù un gran numero di palloni.
Qualche imprecisione nell’ultimo passaggio o negli stop zavorrano la Juve dalle parti di Cragno, tanto che alla fine le conclusioni sono poche rispetto alla gran mole di lavoro offensivo. Il primo tempo è dunque una litania bianconera interrotta da qualche puntata in avanti del Cagliari, che non spaventa però Szczesny. Davanti Morata e Kean scambiano spesso la posizione, Bernardeschi è prezioso pendolino a tutta fascia. E dai suoi piedi nasce il gol del vantaggio: pallone indirizzato verso Cragno, Kean devia di testa e 1-0 per la Juve, al 40’.
OCCASIONI CAGLIARI, RADDOPPIO JUVE - La ripresa si apre con McKennie al posto di Rabiot, la Juve riparte col piglio giusto, fatto di velocità di tocco, attenzione e pressione offensiva. Il Cagliari non lascia varchi, la Juve fa girare il pallone, ora allargando, ora verticalizzando. Ma senza trovare il corridoio in cui infilarsi. Morata ci prova in tutti i modi, ma viene fermato in extremis o non trova lo specchio, con Kean tecnicamente impreciso ma abile ad aprire la difesa rossoblù portando via l’uomo. La Juve fa collezione di calci d’angolo e sperimenta schemi, ma senza impensierire Cragno.
A sobbalzare però è Szczesny, graziato al 60’ da Dalbert, che manda fuori da due passi su cross basso di Bellavista, nella prima limpida occasione da gol del Cagliari. I sardi replicano dopo otto minuti: stavolta è Szczesny a respingere un colpo di testa a botta sicura di Joao Pedro su cross di Zappa. Kean lamenta un problema alla coscia sinistra, al 72’ lascia il posto a Kulusevski, che si piazza sulla destra. La Juve ha abbassato baricentro e ritmo del suo palleggio e non riesce a “nascondere” il pallone, il Cagliari, che ora può contare anche su Pavoletti, trova coraggio e intraprendenza. E invece arriva il raddoppio della Juve: all’83’ Kulusevski pesca Bernardeschi in area, il suo sinistro incrociato batte Cragno. E la Juve chiude l’anno col botto.
Fonte: Gazzetta.It
I bianconeri superano il Cagliari grazie ai gol di Kean e Bernardeschi, autore anche di un assist. Il Genoa ferma i bergamaschi sul pari.
La Juve supera il Cagliari 2-0 ed Allegri raggiunge Capello nel numero di vittorie da allenatore in A (252), ma con oltre 40 panchine in meno. Dopo aver colpito un palo, Kean centra la porta, al 40’, su assist di Bernardeschi. Il raddoppio arriva nella ripresa: assist di Kulusevski e sinistro incrociato di Bernardeschi, a segno dopo 513 giorni. La Juve centra così il decimo successo negli ultimi 11 incontri contro i sardi e si porta a quota 34, a quattro punti dall’Atalanta quarta in classifica, fermata sullo 0-0 dal Genoa.
KEAN, PALO E GOL - La Juve si schiera con due novità rispetto al Bologna: dietro c’è Alex Sandro al posto di Pellegrini e in mezzo Bentancur è preferito a McKennie. Il Cagliari degli epurati Godin e Caceres presenta la sorpresa Pereiro al fianco di Joao Pedro. L’avvio è vivace, con la Juve che mantiene palla e iniziativa e dopo 10 minuti colpisce un palo con un colpo di testa di Kean, su cross di Cuadrado. Una Juve che sale in massa e cerca il varco giusto, i sardi giocano con due linee strette e Pereiro in marcatura stretta su Arthur. Ma ora Rabiot, ora Cuadrado spingono sulle opposte fasce portando in area rossoblù un gran numero di palloni.
Qualche imprecisione nell’ultimo passaggio o negli stop zavorrano la Juve dalle parti di Cragno, tanto che alla fine le conclusioni sono poche rispetto alla gran mole di lavoro offensivo. Il primo tempo è dunque una litania bianconera interrotta da qualche puntata in avanti del Cagliari, che non spaventa però Szczesny. Davanti Morata e Kean scambiano spesso la posizione, Bernardeschi è prezioso pendolino a tutta fascia. E dai suoi piedi nasce il gol del vantaggio: pallone indirizzato verso Cragno, Kean devia di testa e 1-0 per la Juve, al 40’.
OCCASIONI CAGLIARI, RADDOPPIO JUVE - La ripresa si apre con McKennie al posto di Rabiot, la Juve riparte col piglio giusto, fatto di velocità di tocco, attenzione e pressione offensiva. Il Cagliari non lascia varchi, la Juve fa girare il pallone, ora allargando, ora verticalizzando. Ma senza trovare il corridoio in cui infilarsi. Morata ci prova in tutti i modi, ma viene fermato in extremis o non trova lo specchio, con Kean tecnicamente impreciso ma abile ad aprire la difesa rossoblù portando via l’uomo. La Juve fa collezione di calci d’angolo e sperimenta schemi, ma senza impensierire Cragno.
A sobbalzare però è Szczesny, graziato al 60’ da Dalbert, che manda fuori da due passi su cross basso di Bellavista, nella prima limpida occasione da gol del Cagliari. I sardi replicano dopo otto minuti: stavolta è Szczesny a respingere un colpo di testa a botta sicura di Joao Pedro su cross di Zappa. Kean lamenta un problema alla coscia sinistra, al 72’ lascia il posto a Kulusevski, che si piazza sulla destra. La Juve ha abbassato baricentro e ritmo del suo palleggio e non riesce a “nascondere” il pallone, il Cagliari, che ora può contare anche su Pavoletti, trova coraggio e intraprendenza. E invece arriva il raddoppio della Juve: all’83’ Kulusevski pesca Bernardeschi in area, il suo sinistro incrociato batte Cragno. E la Juve chiude l’anno col botto.
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Re: La testa nel pallone
La Juventus pareggia contro il Napoli 1 a 1!
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Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge la Roma per 4 a 3!
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- Messaggio n°68
Re: La testa nel pallone
Juve, è una rimonta pazzesca: spettacolare 4-3 alla Roma!
I bianconeri sotto 3-1 trovano una grande vittoria grazie anche a Szczesny che nel finale para un rigore a Pellegrini.
Sette gol, un rigore (ancora) parato dall’ex Szczesny, l’espulsione di De Ligt: c’è tutto questo ed altro ancora nella vittoria per 4-3 della Juve contro la Roma, all’Olimpico. I bianconeri allungano così in classifica, restando in scia all’Atalanta (che ha una partita in meno) e del quarto posto. Due delle tre reti dei padroni di casa arrivano da calci da fermo: il primo, con Veretout dalla bandierina ed Abraham a colpire di testa, e il terzo, con un destro perfetto di Pellegrini su punizione. In mezzo il momentaneo pareggio firmato da Dybala e il raddoppio di Mkhitaryan, su assist di Pellegrini. Poi è Locatelli, al suo primo gol di testa in A, a dare il via alla rimonta, coronata da Kulusevski e De Sciglio. Per la prima volta in questo campionato la Juventus ha subito tre gol: ai bianconeri non accadeva da maggio contro il Milan.
PRESENZE E ASSENZE - Mourinho deve fare a meno di Zaniolo, al suo posto gioca Felix al fianco di Abraham, col neo arrivato Maitland-Niles subito lanciato nella mischia. Cristante arretra in difesa, con Kumbulla in panca e Veretout al centro, a dirigere le operazioni. La Juve, con Landucci in panchina al posto dello squalificato Allegri, schiera Kean terminale offensivo avanzato, con Morata risparmiato in vista della Supercoppa di mercoledì, davanti al trio McKennie-Dybala-Chiesa e un centrocampo a due, con Bentancur al fianco di Locatelli. Out Alex Sandro, Chiellini è negativo (parte in panchina e finisce in campo con una gran fasciatura intorno alla testa), con Danilo e Bonucci ancora out. La prima conclusione è di Dybala, che non spaventa Rui Patricio, e subito dopo Szczesny è abile su un colpo di testa di Abraham. Chiesa batte alto dalla distanza, ma è la Roma che cresce e trova il gol, su azione di calcio d’angolo.
VIA ALLA GIRANDOLA DEL GOL - All’11’ Veretout batte dalla bandierina, Abraham, piazzato sul primo palo fra Bentancur e Rugani, salta più in alto e firma il suo quattordicesimo gol stagionale: è l’1-0. La Roma reclama un calcio di rigore per un pallone che carambola sul braccio (largo) di De Ligt, il Var dice di no. Sarebbe il coronamento di una fase di supremazia giallorossa. Invece Dybala suona la carica: una sua percussione solitaria viene murata davanti a Rui Patricio, poi, al 18’, l’argentino stoppa da manuale un assist di Chiesa e dal limite, da fermo, lascia partire un sinistro angolato che riporta la gara in parità. Poi il ritmo cala, la Roma allenta il pressing e non riesce più a farsi pericolosa, se non a tempo scaduto, con una schiacciata di testa di Smalling che una coscia di Abraham involontariamente devia alle stelle. La Juve intanto perde Chiesa per un guaio al ginocchio destro, al suo posto entra, a freddo, Kulusevski. Un suo colpo di testa finirà di poco a lato.
MASSIMA DISTANZA E GRAN RIMONTA - Come già nel primo tempo, è la Roma a entrare prima in partita: pronti, via e dopo 3 minuti Mkhitaryan trova il raddoppio, su assist di Pellegrini, complice una deviazione decisiva di De Sciglio. Ma non finisce qui: al 53’ Pellegrini trova il suo sesto gol in campionato, con una punizione perfetta: il suo destro angolatissimo sorvola la barriera e si infila sotto l’incrocio dei pali. Intanto Cuadrado era stato ammonito, e dunque salterà la sfida di Supercoppa contro l’Inter in programma mercoledì. Morata e Arthur subentrano a Kean e Bentancur, e proprio dai piedi dello spagnolo nascono i due gol bianconeri della rimonta: al 70’ Locatelli, tutto solo in area, devia in gol un suo cross (3-2), al 72’ su un suo tiro rimpallato si avventa Kulusevski e realizza il 3-3. Il Var verifica un fuorigioco di Cuadrado, poi il gol viene convalidato. Ma la Juve è scatenata e al 77’ trova il vantaggio (3-4), con De Sciglio bravo a controllare di petto e a battere Rui Patricio con un destro ravvicinato. Ma non è finita: al minuto 81 un braccio allargato di De Ligt stoppa un tentativo di Abraham e induce Massa a fischiare il calcio di rigore. L’olandese, già ammonito, viene espulso. Mentre Szczesny concede il bis, respingendo il penalty battuto da Pellegrini, come già all’andata aveva ipnotizzato Veretout. Il finale è un giro sulle montagne russe, ma dopo 6 minuti di recupero Massa decide che può bastare così.
Fonte: Gazzetta.It
I bianconeri sotto 3-1 trovano una grande vittoria grazie anche a Szczesny che nel finale para un rigore a Pellegrini.
Sette gol, un rigore (ancora) parato dall’ex Szczesny, l’espulsione di De Ligt: c’è tutto questo ed altro ancora nella vittoria per 4-3 della Juve contro la Roma, all’Olimpico. I bianconeri allungano così in classifica, restando in scia all’Atalanta (che ha una partita in meno) e del quarto posto. Due delle tre reti dei padroni di casa arrivano da calci da fermo: il primo, con Veretout dalla bandierina ed Abraham a colpire di testa, e il terzo, con un destro perfetto di Pellegrini su punizione. In mezzo il momentaneo pareggio firmato da Dybala e il raddoppio di Mkhitaryan, su assist di Pellegrini. Poi è Locatelli, al suo primo gol di testa in A, a dare il via alla rimonta, coronata da Kulusevski e De Sciglio. Per la prima volta in questo campionato la Juventus ha subito tre gol: ai bianconeri non accadeva da maggio contro il Milan.
PRESENZE E ASSENZE - Mourinho deve fare a meno di Zaniolo, al suo posto gioca Felix al fianco di Abraham, col neo arrivato Maitland-Niles subito lanciato nella mischia. Cristante arretra in difesa, con Kumbulla in panca e Veretout al centro, a dirigere le operazioni. La Juve, con Landucci in panchina al posto dello squalificato Allegri, schiera Kean terminale offensivo avanzato, con Morata risparmiato in vista della Supercoppa di mercoledì, davanti al trio McKennie-Dybala-Chiesa e un centrocampo a due, con Bentancur al fianco di Locatelli. Out Alex Sandro, Chiellini è negativo (parte in panchina e finisce in campo con una gran fasciatura intorno alla testa), con Danilo e Bonucci ancora out. La prima conclusione è di Dybala, che non spaventa Rui Patricio, e subito dopo Szczesny è abile su un colpo di testa di Abraham. Chiesa batte alto dalla distanza, ma è la Roma che cresce e trova il gol, su azione di calcio d’angolo.
VIA ALLA GIRANDOLA DEL GOL - All’11’ Veretout batte dalla bandierina, Abraham, piazzato sul primo palo fra Bentancur e Rugani, salta più in alto e firma il suo quattordicesimo gol stagionale: è l’1-0. La Roma reclama un calcio di rigore per un pallone che carambola sul braccio (largo) di De Ligt, il Var dice di no. Sarebbe il coronamento di una fase di supremazia giallorossa. Invece Dybala suona la carica: una sua percussione solitaria viene murata davanti a Rui Patricio, poi, al 18’, l’argentino stoppa da manuale un assist di Chiesa e dal limite, da fermo, lascia partire un sinistro angolato che riporta la gara in parità. Poi il ritmo cala, la Roma allenta il pressing e non riesce più a farsi pericolosa, se non a tempo scaduto, con una schiacciata di testa di Smalling che una coscia di Abraham involontariamente devia alle stelle. La Juve intanto perde Chiesa per un guaio al ginocchio destro, al suo posto entra, a freddo, Kulusevski. Un suo colpo di testa finirà di poco a lato.
MASSIMA DISTANZA E GRAN RIMONTA - Come già nel primo tempo, è la Roma a entrare prima in partita: pronti, via e dopo 3 minuti Mkhitaryan trova il raddoppio, su assist di Pellegrini, complice una deviazione decisiva di De Sciglio. Ma non finisce qui: al 53’ Pellegrini trova il suo sesto gol in campionato, con una punizione perfetta: il suo destro angolatissimo sorvola la barriera e si infila sotto l’incrocio dei pali. Intanto Cuadrado era stato ammonito, e dunque salterà la sfida di Supercoppa contro l’Inter in programma mercoledì. Morata e Arthur subentrano a Kean e Bentancur, e proprio dai piedi dello spagnolo nascono i due gol bianconeri della rimonta: al 70’ Locatelli, tutto solo in area, devia in gol un suo cross (3-2), al 72’ su un suo tiro rimpallato si avventa Kulusevski e realizza il 3-3. Il Var verifica un fuorigioco di Cuadrado, poi il gol viene convalidato. Ma la Juve è scatenata e al 77’ trova il vantaggio (3-4), con De Sciglio bravo a controllare di petto e a battere Rui Patricio con un destro ravvicinato. Ma non è finita: al minuto 81 un braccio allargato di De Ligt stoppa un tentativo di Abraham e induce Massa a fischiare il calcio di rigore. L’olandese, già ammonito, viene espulso. Mentre Szczesny concede il bis, respingendo il penalty battuto da Pellegrini, come già all’andata aveva ipnotizzato Veretout. Il finale è un giro sulle montagne russe, ma dopo 6 minuti di recupero Massa decide che può bastare così.
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Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge l'Udinese per 2 a 0!
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Re: La testa nel pallone
Con Dybala e McKennie la Juve piega l'Udinese: continua la rincorsa Champions
La squadra di Allegri supera l'Udinese con un gol per tempo e infila l'ottavo risultato utile consecutivo. Raggiunta l'Atalanta, che ha però due partite in meno. Scoppia il caso Dybala.
La Juve conquista tre punti con l’Udinese, centrando il suo ottavo risultato utile di fila. Ma l'1-0 firmato da Dybala al 19’ del primo tempo non certifica una crescita effettiva della squadra, zavorrata da un secondo tempo di grande difficoltà. L’argentino, in gol in 4 delle ultime sei gare di campionato, si conferma “bestia nera” dei friulani ma soprattutto lancia un inequivocabile messaggio alla società: segna e non esulta, ma fissa con insistenza e sguardo di ghiaccio la tribuna. Il raddoppio arriva al 79’ con McKennie: il Maghetto è al suo secondo gol nelle ultime 2 gare, il quarto in stagione. La Juve raggiunge al quarto posto l'Atalanta, che ha comunque due partite in meno.
PRESENTI E ASSENTI - Allegri, alla sua 300esima panchina juventina, conferma solo tre giocatori dell’undici sconfitto in Supercoppa (Rugani, Kulusevski e McKennie), con Arthur dal 1’ al fianco di Bentancur (Locatelli in panchina) e Kean terminale offensivo al posto di Morata. L’Udinese parte con Beto-Deulofeu davanti e nessuna sorpresa negli altri reparti. Il rimbombo delle voci dei giocatori in campo fa ripensare al campionato scorso, quando gli spalti erano vuoti. Stavolta all’Allianz sono in 5.000, per effetto della riduzione imposta dalle nuove regole anti-Covid.
DYBALA, DECIMO GOL ALL’UDINESE - La squadra di Cioffi gioca corta e compatta, proprio quel tipo di avversaria che la Juve soffre di più. E infatti i bianconeri di Allegri finiscono con lo sbatterci contro troppo spesso per diventare pericolosi. E quand’anche l’Udinese si porta in massa dalle parti di Szczesny la Juve non ha né la velocità né la precisione necessarie per sfruttare l’iniziale vantaggio numerico nel ribaltamento d’azione. Così la partita rotola sui binari della prevedibilità, con la squadra di Allegri che non rischia nulla, ma nemmeno riesce a creare pericoli dalle parti di Padelli. Finché al 19’ Arthur verticalizza su Kean, che fa sponda per Dybala: sinistro secco, gol e nessuna esultanza. Ma solo lo sguardo fisso puntato alla tribuna, eloquente, molto eloquente. Per l’argentino è il decimo gol contro l’Udinese in 17 match, il settimo in questo campionato. Al 36’ il primo squillo dell’Udinese, con Beto che impegna Szczesny a terra. Poi Dybala prova a chiudere il match al 41’, ma il suo sinistro in corsa va alto.
ALTRA MAGIA, E LA JUVE FA 2-0 - La ripresa parte con Bernardeschi e Locatelli al posto di Kulusevski e Arthur, e dopo una manciata di minuti De Sciglio rileva un incolore Pellegrini. Ma la Juve ha lasciato negli spogliatoi anche concentrazione e spirito guerriero. Così l’Udinese conosce minuti di gloria, schiacciando la squadra di Allegri nella sua area. Qualche conclusione murata, Deulofeu che manda alto, Beto che obbliga Szczesny alla presa bassa. L’allenatore livornese urla ai suoi tutta la sua rabbia e manda in campo Morata al posto di un inconcludente Kean. Dybala dopo una sponda con McKennie conclude a lato di poco, ma è l’Udinese che va in pressione costante e la Juve che non riesce a ripartire. Poi Bernardeschi e soprattutto McKennie si fanno finalmente pericolosi, finché al 79’ il texano di testa gira in gol un perfetto cross di De Sciglio. E torna Maghetto, dopo il gol, seppure inutile, di tre giorni fa contro l’Inter.
Fonte: LaGazzetta.It
La squadra di Allegri supera l'Udinese con un gol per tempo e infila l'ottavo risultato utile consecutivo. Raggiunta l'Atalanta, che ha però due partite in meno. Scoppia il caso Dybala.
La Juve conquista tre punti con l’Udinese, centrando il suo ottavo risultato utile di fila. Ma l'1-0 firmato da Dybala al 19’ del primo tempo non certifica una crescita effettiva della squadra, zavorrata da un secondo tempo di grande difficoltà. L’argentino, in gol in 4 delle ultime sei gare di campionato, si conferma “bestia nera” dei friulani ma soprattutto lancia un inequivocabile messaggio alla società: segna e non esulta, ma fissa con insistenza e sguardo di ghiaccio la tribuna. Il raddoppio arriva al 79’ con McKennie: il Maghetto è al suo secondo gol nelle ultime 2 gare, il quarto in stagione. La Juve raggiunge al quarto posto l'Atalanta, che ha comunque due partite in meno.
PRESENTI E ASSENTI - Allegri, alla sua 300esima panchina juventina, conferma solo tre giocatori dell’undici sconfitto in Supercoppa (Rugani, Kulusevski e McKennie), con Arthur dal 1’ al fianco di Bentancur (Locatelli in panchina) e Kean terminale offensivo al posto di Morata. L’Udinese parte con Beto-Deulofeu davanti e nessuna sorpresa negli altri reparti. Il rimbombo delle voci dei giocatori in campo fa ripensare al campionato scorso, quando gli spalti erano vuoti. Stavolta all’Allianz sono in 5.000, per effetto della riduzione imposta dalle nuove regole anti-Covid.
DYBALA, DECIMO GOL ALL’UDINESE - La squadra di Cioffi gioca corta e compatta, proprio quel tipo di avversaria che la Juve soffre di più. E infatti i bianconeri di Allegri finiscono con lo sbatterci contro troppo spesso per diventare pericolosi. E quand’anche l’Udinese si porta in massa dalle parti di Szczesny la Juve non ha né la velocità né la precisione necessarie per sfruttare l’iniziale vantaggio numerico nel ribaltamento d’azione. Così la partita rotola sui binari della prevedibilità, con la squadra di Allegri che non rischia nulla, ma nemmeno riesce a creare pericoli dalle parti di Padelli. Finché al 19’ Arthur verticalizza su Kean, che fa sponda per Dybala: sinistro secco, gol e nessuna esultanza. Ma solo lo sguardo fisso puntato alla tribuna, eloquente, molto eloquente. Per l’argentino è il decimo gol contro l’Udinese in 17 match, il settimo in questo campionato. Al 36’ il primo squillo dell’Udinese, con Beto che impegna Szczesny a terra. Poi Dybala prova a chiudere il match al 41’, ma il suo sinistro in corsa va alto.
ALTRA MAGIA, E LA JUVE FA 2-0 - La ripresa parte con Bernardeschi e Locatelli al posto di Kulusevski e Arthur, e dopo una manciata di minuti De Sciglio rileva un incolore Pellegrini. Ma la Juve ha lasciato negli spogliatoi anche concentrazione e spirito guerriero. Così l’Udinese conosce minuti di gloria, schiacciando la squadra di Allegri nella sua area. Qualche conclusione murata, Deulofeu che manda alto, Beto che obbliga Szczesny alla presa bassa. L’allenatore livornese urla ai suoi tutta la sua rabbia e manda in campo Morata al posto di un inconcludente Kean. Dybala dopo una sponda con McKennie conclude a lato di poco, ma è l’Udinese che va in pressione costante e la Juve che non riesce a ripartire. Poi Bernardeschi e soprattutto McKennie si fanno finalmente pericolosi, finché al 79’ il texano di testa gira in gol un perfetto cross di De Sciglio. E torna Maghetto, dopo il gol, seppure inutile, di tre giorni fa contro l’Inter.
Fonte: LaGazzetta.It
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Re: La testa nel pallone
Coppa Italia: La Juventus sconfigge la Sampdoria per 4 a 1!
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Re: La testa nel pallone
Coppa Italia, Juventus-Sampdoria 4-1: poker che vale i quarti ai bianconeri
Cuadrado apre le danze, poi Rugani, Dybala e Morata su rigore dilagano nella ripresa. Di Conti la rete dei blucerchiati
La Juventus ha battuto 4-1 la Sampdoria qualificandosi ai quarti di Coppa Italia. Partita senza storia allo Stadium con i bianconeri in vantaggio al 25' con una punizione di Cuadrado deviata da Bereszynski. Dopo un paio di interventi decisivi di Falcone, la Juventus ha dilagato nella ripresa: al 52' il raddoppio di testa di Rugani, prima dei gol di Dybala al 67' e di Morata su rigore al 77'. Nel mezzo il diagonale vincente di Conti per la Samp.
LA PARTITA
Dominio assoluto allo Stadium, con solo una macchia. La Juventus ha battuto ed eliminato la Sampdoria dalla Coppa Italia con una prestazione convincente per larghi tratti, macchiata solo dal gol subito da Conti nell'unico tiro concesso agli avversari. Con Landucci in panchina al posto dello squalificato Allegri, la squadra bianconera ha approfittato anche dello smarrimento tecnico dei blucerchiati, ufficialmente senza allenatore dopo l'esonero di D'Aversa e in attesa del successore, per passare il turno e dare fiducia ad alcuni elementi importanti. Cuadrado, Rugani, Dybala e Morata i marcatori, ma da sottolineare il rientro da titolare di Danilo - schierato centrale di difesa - e la buona prova in mezzo al campo di Arthur.
Il modulo di partenza per la Juventus non è cambiato con il 4-4-2 mutevole scelto da Allegri e consegnato al suo vice in panchina, ma a fare la differenza fin dal primo minuto è stato l'atteggiamento. I bianconeri sono stati aggressivi da subito, schiacciando la Sampdoria nella propria trequarti ed esaltando i riflessi di Falcone. Dal 10' al 15' la Juventus ha collezionato calci d'angolo a ripetizione, con Cuadrado scatenato nell'impegnare il portiere blucerchiato anche sul primo palo. Il colombiano, ispirato, dieci minuti più tardi ha anche trovato il modo di sbloccare il match al 25' con un calcio di punizione dal limite deviato imparabilmente da Bereszynski alle spalle di Falcone. Dopo l'immediato raddoppio annullato a Morata dopo una bella ripartenza con Kulusevski per fallo di Rabiot nell'atto di recuperare il pallone, lo stesso portiere blucerchiato si è esaltato sulla conclusione ravvicinata di Rugani e negando poi la gioia anche a Morata coi piedi.
Il difensore bianconero però si è preso la sua rivincita a inizio ripresa svettando in area al 52' e capitalizzando al meglio il cross dalla destra di Arthur, più aggressivo e presente del solito nella manovra offensiva bianconera. Quando tutto lasciava presagire a una nave solo da portare in porto in acque tranquille, appena dopo i cambi con l'ingresso di Chiellini e Dybala, è arrivato il tuono che ha scosso un po' tutti con il diagonale vincente di Conti al 63' nell'unico tiro in porta blucerchiato. Uno scossone che ha spaventato la Juve, che ha lasciato ad Askildsen un'occasione non sfruttata, ma con la tempesta che si è presto placata con il terzo gol realizzato da Dybala dopo l'ottimo recupero alto di Locatelli su passaggio timido di Falcone. Con il nuovo doppio vantaggio la partita è virtualmente finita con venti minuti di anticipo, giusto il tempo al giovane Aké di conquistare un calcio di rigore pochi minuti dopo l'ingresso in campo per fallo di Augello, trasformato da Morata. Ai quarti la squadra bianconera affronterà la vincente di Sassuolo-Cagliari.
LE PAGELLE
Cuadrado 7 - Indiavolato per tutto il primo tempo, intraprende una sfida personale con Falcone e lo batte forse con la conclusione meno pulita del repertorio. Sblocca il match su punizione confermandosi in una stagione ispirata dal punto di vista realizzativo.
Arthur 7 - Più dinamico e intraprendente del solito anche in zone più offensive del campo. Aggressivo, va anche alla conclusione personale in un paio di circostanze denotando però la poca abitudine a farlo. Si rifà con l'assist preciso per il colpo di testa vincente di Rugani.
Locatelli 7 - Irrinunciabile per la Juventus in mezzo al campo, con Arthur più arretrato è libero di essere più aggressivo per recuperari più palloni in pressione offensiva. Decisivo nell'occasione del gol di Dybala nel recuperare il pallone sul passaggio del portiere.
Falcone 6,5 - La partita glielo consente essendo sempre e costantemente impegnato, ma lui sfodera grandi riflessi e parate di istinto. Impreciso sul gol di Cuadrado anche per una deviazione, incolpevole su Rugani mentre sul terzo gol ci mette del suo con un passaggio troppo morbido.
Conti 6 - Per un'ora di gioco una prestazione impalpabile e insicura, anche per via della lunga assenza dal terreno di gioco. Poi un lampo pochi secondi prima di uscire con un diagonale vincente che, se non altro, gli dà fiducia per il resto della stagione.
IL TABELLINO
JUVENTUS-SAMPDORIA 4-1
Juventus (4-4-2): Perin 6; De Sciglio 6, Danilo 6 (17' st Chiellini 6), Rugani 6,5, Alex Sandro 6; Cuadrado 7 (29' st Aké 6,5), Locatelli 7, Arthur 7 (29' st Bentancur 6), Rabiot 6,5; Kulusevski 6 (17' st Dybala 6,5), Morata 6 (34' st Kaio Jorge sv). A disp.: Szczesny, Pinsoglio, McKennie, Pellegrini, Kaio Jorge, Bentancur, Aké, De Winter, Soulé, Miretti. All.: Landucci 6,5.
Sampdoria (3-5-2): Falcone 6,5; Bereszynski 5, Magnani 5,5, Murru 5,5; Conti 6 (19' st Candreva 5,5), Thorsby 5,5 (19' st Vieira 5,5), Rincon 5, Askildsen 5, Augello 5 (36' st Dragusin sv); Caputo 5 (40' st Ciervo sv), Torregrossa 5 (19' st Gabbiadini 5). A disp.: Ravaglia, Saio, Ferrari, Yepes, Aquino, Trimboli. All.: Tufano 5.
Arbitro: Forneau
Marcatori: 25' Cuadrado (J), 7' st Rugani (J), 18' st Conti (S), 21' st Dybala (J), 32' st rig. Morata (J)
Ammoniti: Alex Sandro (J); Rincon, Vieira (S)
Espulsi: nessuno
LE STATISTICHE DI OPTA
La Juventus ha segnato 12 gol in gare ufficiali nel 2022, record alla pari del Real Madrid considerando le squadre dei maggiori 5 campionati europei in tutte le competizioni.
La Juventus ha sempre superato il turno nelle ultime 16 volte in cui ha disputato gli ottavi di finale di Coppa Italia.
Juan Cuadrado ha già segnato 5 gol nel 2021/22 con la Juventus in tutte le competizioni, in nessun'altra stagione ha realizzato più gol con i bianconeri (cinque anche nel 2017/18 e nel 2015/16).
Paulo Dybala è l'unico calciatore della Juventus ad aver preso parte ad almeno 15 reti in questa stagione in tutte le competizioni (11 gol e 4 assist), almeno quattro in più di qualsiasi altro.
Tra i calciatori stranieri ancora in attività in Serie A, soltanto Goran Pandev (15) ha segnato più reti di Paulo Dybala (10) in Coppa Italia.
Álvaro Morata ha trasformato in gol tutti i sei rigori calciati con la Juventus in tutte le competizioni, quattro di questi in Coppa Italia.
Ottavo gol di Daniele Rugani con la Juventus in tutte le competizioni (primo in Coppa Italia), la sua ultima rete con i bianconeri risaliva a febbraio 2019, v Parma in Serie A.
La Juventus ha trovato il gol con due difensori nello stesso match in tutte le competizioni per la prima volta dall'aprile 2021 - nella partita contro il Parma in Serie A (gol di de Ligt e doppietta di Alex Sandro).
Juan Cuadrado ha segnato il suo primo gol su punizione diretta con la Juventus in tutte le competizioni (al sesto tentativo su punizione diretta).
Prima di Juan Cuadrado, l'ultima rete della Juventus su punizione diretta in gare ufficiali era stata messa a segno da Cristiano Ronaldo, nel luglio 2020 contro il Torino in Serie A.
L'ultimo gol di Andrea Conti in gare ufficiali con i club risaliva al maggio 2017 con la maglia dell'Atalanta contro il Milan in Serie A, 1711 giorni fa.
Primo assist di Arthur con la maglia della Juventus, alla sua 46ª gara con i bianconeri.
Álvaro Morata ha giocato la sua 100ª partita da titolare con la Juventus in tutte le competizioni (165° match in totale con i bianconeri).
Fonte: SportMediaset.Mediaset.It
Cuadrado apre le danze, poi Rugani, Dybala e Morata su rigore dilagano nella ripresa. Di Conti la rete dei blucerchiati
La Juventus ha battuto 4-1 la Sampdoria qualificandosi ai quarti di Coppa Italia. Partita senza storia allo Stadium con i bianconeri in vantaggio al 25' con una punizione di Cuadrado deviata da Bereszynski. Dopo un paio di interventi decisivi di Falcone, la Juventus ha dilagato nella ripresa: al 52' il raddoppio di testa di Rugani, prima dei gol di Dybala al 67' e di Morata su rigore al 77'. Nel mezzo il diagonale vincente di Conti per la Samp.
LA PARTITA
Dominio assoluto allo Stadium, con solo una macchia. La Juventus ha battuto ed eliminato la Sampdoria dalla Coppa Italia con una prestazione convincente per larghi tratti, macchiata solo dal gol subito da Conti nell'unico tiro concesso agli avversari. Con Landucci in panchina al posto dello squalificato Allegri, la squadra bianconera ha approfittato anche dello smarrimento tecnico dei blucerchiati, ufficialmente senza allenatore dopo l'esonero di D'Aversa e in attesa del successore, per passare il turno e dare fiducia ad alcuni elementi importanti. Cuadrado, Rugani, Dybala e Morata i marcatori, ma da sottolineare il rientro da titolare di Danilo - schierato centrale di difesa - e la buona prova in mezzo al campo di Arthur.
Il modulo di partenza per la Juventus non è cambiato con il 4-4-2 mutevole scelto da Allegri e consegnato al suo vice in panchina, ma a fare la differenza fin dal primo minuto è stato l'atteggiamento. I bianconeri sono stati aggressivi da subito, schiacciando la Sampdoria nella propria trequarti ed esaltando i riflessi di Falcone. Dal 10' al 15' la Juventus ha collezionato calci d'angolo a ripetizione, con Cuadrado scatenato nell'impegnare il portiere blucerchiato anche sul primo palo. Il colombiano, ispirato, dieci minuti più tardi ha anche trovato il modo di sbloccare il match al 25' con un calcio di punizione dal limite deviato imparabilmente da Bereszynski alle spalle di Falcone. Dopo l'immediato raddoppio annullato a Morata dopo una bella ripartenza con Kulusevski per fallo di Rabiot nell'atto di recuperare il pallone, lo stesso portiere blucerchiato si è esaltato sulla conclusione ravvicinata di Rugani e negando poi la gioia anche a Morata coi piedi.
Il difensore bianconero però si è preso la sua rivincita a inizio ripresa svettando in area al 52' e capitalizzando al meglio il cross dalla destra di Arthur, più aggressivo e presente del solito nella manovra offensiva bianconera. Quando tutto lasciava presagire a una nave solo da portare in porto in acque tranquille, appena dopo i cambi con l'ingresso di Chiellini e Dybala, è arrivato il tuono che ha scosso un po' tutti con il diagonale vincente di Conti al 63' nell'unico tiro in porta blucerchiato. Uno scossone che ha spaventato la Juve, che ha lasciato ad Askildsen un'occasione non sfruttata, ma con la tempesta che si è presto placata con il terzo gol realizzato da Dybala dopo l'ottimo recupero alto di Locatelli su passaggio timido di Falcone. Con il nuovo doppio vantaggio la partita è virtualmente finita con venti minuti di anticipo, giusto il tempo al giovane Aké di conquistare un calcio di rigore pochi minuti dopo l'ingresso in campo per fallo di Augello, trasformato da Morata. Ai quarti la squadra bianconera affronterà la vincente di Sassuolo-Cagliari.
LE PAGELLE
Cuadrado 7 - Indiavolato per tutto il primo tempo, intraprende una sfida personale con Falcone e lo batte forse con la conclusione meno pulita del repertorio. Sblocca il match su punizione confermandosi in una stagione ispirata dal punto di vista realizzativo.
Arthur 7 - Più dinamico e intraprendente del solito anche in zone più offensive del campo. Aggressivo, va anche alla conclusione personale in un paio di circostanze denotando però la poca abitudine a farlo. Si rifà con l'assist preciso per il colpo di testa vincente di Rugani.
Locatelli 7 - Irrinunciabile per la Juventus in mezzo al campo, con Arthur più arretrato è libero di essere più aggressivo per recuperari più palloni in pressione offensiva. Decisivo nell'occasione del gol di Dybala nel recuperare il pallone sul passaggio del portiere.
Falcone 6,5 - La partita glielo consente essendo sempre e costantemente impegnato, ma lui sfodera grandi riflessi e parate di istinto. Impreciso sul gol di Cuadrado anche per una deviazione, incolpevole su Rugani mentre sul terzo gol ci mette del suo con un passaggio troppo morbido.
Conti 6 - Per un'ora di gioco una prestazione impalpabile e insicura, anche per via della lunga assenza dal terreno di gioco. Poi un lampo pochi secondi prima di uscire con un diagonale vincente che, se non altro, gli dà fiducia per il resto della stagione.
IL TABELLINO
JUVENTUS-SAMPDORIA 4-1
Juventus (4-4-2): Perin 6; De Sciglio 6, Danilo 6 (17' st Chiellini 6), Rugani 6,5, Alex Sandro 6; Cuadrado 7 (29' st Aké 6,5), Locatelli 7, Arthur 7 (29' st Bentancur 6), Rabiot 6,5; Kulusevski 6 (17' st Dybala 6,5), Morata 6 (34' st Kaio Jorge sv). A disp.: Szczesny, Pinsoglio, McKennie, Pellegrini, Kaio Jorge, Bentancur, Aké, De Winter, Soulé, Miretti. All.: Landucci 6,5.
Sampdoria (3-5-2): Falcone 6,5; Bereszynski 5, Magnani 5,5, Murru 5,5; Conti 6 (19' st Candreva 5,5), Thorsby 5,5 (19' st Vieira 5,5), Rincon 5, Askildsen 5, Augello 5 (36' st Dragusin sv); Caputo 5 (40' st Ciervo sv), Torregrossa 5 (19' st Gabbiadini 5). A disp.: Ravaglia, Saio, Ferrari, Yepes, Aquino, Trimboli. All.: Tufano 5.
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Ammoniti: Alex Sandro (J); Rincon, Vieira (S)
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La Juventus ha segnato 12 gol in gare ufficiali nel 2022, record alla pari del Real Madrid considerando le squadre dei maggiori 5 campionati europei in tutte le competizioni.
La Juventus ha sempre superato il turno nelle ultime 16 volte in cui ha disputato gli ottavi di finale di Coppa Italia.
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Álvaro Morata ha trasformato in gol tutti i sei rigori calciati con la Juventus in tutte le competizioni, quattro di questi in Coppa Italia.
Ottavo gol di Daniele Rugani con la Juventus in tutte le competizioni (primo in Coppa Italia), la sua ultima rete con i bianconeri risaliva a febbraio 2019, v Parma in Serie A.
La Juventus ha trovato il gol con due difensori nello stesso match in tutte le competizioni per la prima volta dall'aprile 2021 - nella partita contro il Parma in Serie A (gol di de Ligt e doppietta di Alex Sandro).
Juan Cuadrado ha segnato il suo primo gol su punizione diretta con la Juventus in tutte le competizioni (al sesto tentativo su punizione diretta).
Prima di Juan Cuadrado, l'ultima rete della Juventus su punizione diretta in gare ufficiali era stata messa a segno da Cristiano Ronaldo, nel luglio 2020 contro il Torino in Serie A.
L'ultimo gol di Andrea Conti in gare ufficiali con i club risaliva al maggio 2017 con la maglia dell'Atalanta contro il Milan in Serie A, 1711 giorni fa.
Primo assist di Arthur con la maglia della Juventus, alla sua 46ª gara con i bianconeri.
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Re: La testa nel pallone
Vlahovic-Zakaria: gol al debutto col Verona. Stadium in festa e quarto posto Juve
Con un gol per tempo dei due nuovi arrivati la squadra di Allegri supera il Verona e sorpassa i bergamaschi (che hanno una gara in meno) in classifica, raggiungendo la zona Champions.
Forze fresche, nuovo spirito per una Juve che supera il Verona (2-0), approfitta al meglio del passo falso casalingo dell’Atalanta e di slancio la supera, portandosi a quota 45, al quarto posto in classifica. Senza dimenticare che i bergamaschi, fermi a quota 43, hanno all’attivo una gara in meno. All’Allianz Stadium non poteva esserci esordio migliore per i due neo acquisti bianconeri, autori delle reti della vittoria: Vlahovic ha rotto l’equilibrio dopo 13 minuti, Zakaria ha raddoppiato al minuto 61. Era dal 2011 che non capitava una simile coincidenza: l’11 settembre, nel giorno dell’inaugurazione ufficiale dello Juventus Stadium, trovarono il gol dei “deb” Arturo Vidal e un altro svizzero, Stephan Lichtsteiner.
IL TRIDENTE SÌ - La Juve schiera la sua formazione più offensiva da inizio campionato: un tridente composto da Dybala, Vlahovic e Morata. Il Verona deve invece fare a meno di Caprari e dello squalificato Simeone, con anche Faraoni infortunato last minute. Nella Juve Vlahovic non è però l’unico esordiente: con Locatelli squalificato, trova subito spazio Zakaria, in un centrocampo a tre con Rabiot e Arthur. Per il brasiliano è la sesta presenza nelle ultime sei gare. Dietro invece rientra Danilo che aveva visto il campo per l’ultima volta il 20 novembre contro la Lazio. Il Verona al solito predilige il pressing alto, senza rinunciare all’affondo dopo l’intercetto, la Juve spesso si trova imbrigliata nella fitta ragnatela veneta a centrocampo, senza trovare vie di fuga. Ne nasce un primo tempo un po’ farraginoso, di fisico e sportellate, inframmezzato da un doppio colpo di classe che permette alla Juve di portarsi in vantaggio: al 13’ il tocco illuminante di Dybala serve un determinatissimo Vlahovic, che tocca morbido di sinistro e infila un pallonetto facile solo sulla carta. L’attaccante serbo rompe dunque il ghiaccio alla prima apparizione in maglia bianconera, come fu per Tevez, Higuain e Mandzukic, non per Cristiano Ronaldo.
RODAGGIO - Il Verona, col solo Lasagna di punta e gli altri a far densità dalla trequarti in giù, non molla la presa, la Juve prova a oliare i meccanismi: l’impressione è che il trio avanzato cominci a girare prima e meglio del trio in mezzo, dove Zakaria è spesso troppo avanzato e il peso del rilancio dell’azione tocca sovente a Chiellini. Szczesny resta comunque praticamente disoccupato, al 37’ la Juve sfiora il raddoppio, con Dybala che innesca l’azione, Morata rifinisce per Vlahovic che, servito in corsa, cerca un tocco di destro che non trova lo specchio. Ma è l’azione-master, quella che dovrebbe ispirare la squadra da qui in avanti. Certo, il Verona non è squadra facile da prendere d’infilata, ma quando il pallone schizza in avanti il trio offensivo trasuda aggressività e pericolosità.
IL RADDOPPIO - La ripresa riparte con Bessa in campo al posto di Veloso, ma soprattutto un Verona che alza i giri in avanti cercando di sorprendere Szczesny, chiamato a un decisivo intervento di piede dopo tre minuti. La squadra dell’ex Tudor non si limita dunque a sigillare gli spazi ma mantiene l’iniziativa in avanti, all’inseguimento del pareggio. La Juve risponde attendista ma pronta ad infilarsi nel varco giusto, e l’occasione le si presenta, improvvisa, al minuto 61: Morata asseconda con un assist preciso l’affondo di Zakaria, che controlla e conclude con un destro in corsa. La Juve è in vantaggio per 2-0, l’Allianz esplode di gioia. Montipò nega poi la rete del 3-0 a Dybala, che colpisce di destro da posizione ravvicinata. Ma è una Juve finalmente in fiducia, che è ripartita di slancio, che prova a trovare la rete anche con Rabiot (il suo sinistro incrociato viene deviato da Montipò). Poi entrano anche Rugani per un claudicante Chiellini, Cuadrado al posto di Dybala, e sul finire è Kean a regalare il lungo applauso con cui Morata esce dal campo, e McKennie a rilevare Zakaria dolorante alla schiena. Szczesny sbriga ancora qualche faccenda, il texano e Kean avrebbero la palla buona, ma non cambia più nulla: la prima è andata, la strada è tracciata. E domenica prossima tocca all’Atalanta.
Fonte: Gazzetta.It
Con un gol per tempo dei due nuovi arrivati la squadra di Allegri supera il Verona e sorpassa i bergamaschi (che hanno una gara in meno) in classifica, raggiungendo la zona Champions.
Forze fresche, nuovo spirito per una Juve che supera il Verona (2-0), approfitta al meglio del passo falso casalingo dell’Atalanta e di slancio la supera, portandosi a quota 45, al quarto posto in classifica. Senza dimenticare che i bergamaschi, fermi a quota 43, hanno all’attivo una gara in meno. All’Allianz Stadium non poteva esserci esordio migliore per i due neo acquisti bianconeri, autori delle reti della vittoria: Vlahovic ha rotto l’equilibrio dopo 13 minuti, Zakaria ha raddoppiato al minuto 61. Era dal 2011 che non capitava una simile coincidenza: l’11 settembre, nel giorno dell’inaugurazione ufficiale dello Juventus Stadium, trovarono il gol dei “deb” Arturo Vidal e un altro svizzero, Stephan Lichtsteiner.
IL TRIDENTE SÌ - La Juve schiera la sua formazione più offensiva da inizio campionato: un tridente composto da Dybala, Vlahovic e Morata. Il Verona deve invece fare a meno di Caprari e dello squalificato Simeone, con anche Faraoni infortunato last minute. Nella Juve Vlahovic non è però l’unico esordiente: con Locatelli squalificato, trova subito spazio Zakaria, in un centrocampo a tre con Rabiot e Arthur. Per il brasiliano è la sesta presenza nelle ultime sei gare. Dietro invece rientra Danilo che aveva visto il campo per l’ultima volta il 20 novembre contro la Lazio. Il Verona al solito predilige il pressing alto, senza rinunciare all’affondo dopo l’intercetto, la Juve spesso si trova imbrigliata nella fitta ragnatela veneta a centrocampo, senza trovare vie di fuga. Ne nasce un primo tempo un po’ farraginoso, di fisico e sportellate, inframmezzato da un doppio colpo di classe che permette alla Juve di portarsi in vantaggio: al 13’ il tocco illuminante di Dybala serve un determinatissimo Vlahovic, che tocca morbido di sinistro e infila un pallonetto facile solo sulla carta. L’attaccante serbo rompe dunque il ghiaccio alla prima apparizione in maglia bianconera, come fu per Tevez, Higuain e Mandzukic, non per Cristiano Ronaldo.
RODAGGIO - Il Verona, col solo Lasagna di punta e gli altri a far densità dalla trequarti in giù, non molla la presa, la Juve prova a oliare i meccanismi: l’impressione è che il trio avanzato cominci a girare prima e meglio del trio in mezzo, dove Zakaria è spesso troppo avanzato e il peso del rilancio dell’azione tocca sovente a Chiellini. Szczesny resta comunque praticamente disoccupato, al 37’ la Juve sfiora il raddoppio, con Dybala che innesca l’azione, Morata rifinisce per Vlahovic che, servito in corsa, cerca un tocco di destro che non trova lo specchio. Ma è l’azione-master, quella che dovrebbe ispirare la squadra da qui in avanti. Certo, il Verona non è squadra facile da prendere d’infilata, ma quando il pallone schizza in avanti il trio offensivo trasuda aggressività e pericolosità.
IL RADDOPPIO - La ripresa riparte con Bessa in campo al posto di Veloso, ma soprattutto un Verona che alza i giri in avanti cercando di sorprendere Szczesny, chiamato a un decisivo intervento di piede dopo tre minuti. La squadra dell’ex Tudor non si limita dunque a sigillare gli spazi ma mantiene l’iniziativa in avanti, all’inseguimento del pareggio. La Juve risponde attendista ma pronta ad infilarsi nel varco giusto, e l’occasione le si presenta, improvvisa, al minuto 61: Morata asseconda con un assist preciso l’affondo di Zakaria, che controlla e conclude con un destro in corsa. La Juve è in vantaggio per 2-0, l’Allianz esplode di gioia. Montipò nega poi la rete del 3-0 a Dybala, che colpisce di destro da posizione ravvicinata. Ma è una Juve finalmente in fiducia, che è ripartita di slancio, che prova a trovare la rete anche con Rabiot (il suo sinistro incrociato viene deviato da Montipò). Poi entrano anche Rugani per un claudicante Chiellini, Cuadrado al posto di Dybala, e sul finire è Kean a regalare il lungo applauso con cui Morata esce dal campo, e McKennie a rilevare Zakaria dolorante alla schiena. Szczesny sbriga ancora qualche faccenda, il texano e Kean avrebbero la palla buona, ma non cambia più nulla: la prima è andata, la strada è tracciata. E domenica prossima tocca all’Atalanta.
Fonte: Gazzetta.It
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