La Pistoiese sconfigge Salsomaggiore per 4 a 2!
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La testa nel pallone
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Re: La testa nel pallone
La Pistoiese sconfigge Salsomaggiore per 4 a 2!
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Re: La testa nel pallone
Pistoiese, finalmente la vittoria: gli arancioni passano a Salsomaggiore
Con un primo tempo roboante la Pistoiese sbanca il campo del Salsomaggiore col punteggio di 2-4 e sale a 16 punti.
Buona la prima per Consonni e la sua Pistoiese, che torna al successo dopo tre gare. Al “Francani” gli arancioni battono per 2-4 il Salsomaggiore ultimo in classifica, sbloccandosi finalmente in zona gol. Gli arancioni indirizzano il match già nel primo tempo coi gol di Di Biase, Pertica e Macrì, mettendo il punto definitivo nella ripresa col rigore di Citro. A nulla servono, se non a fini statistici, le due marcature del Salsomaggiore.
IL PRIMO TEMPO
L’inizio di gara vede un approccio migliore del Salsomaggiore, che già al 3’ sfiora il vantaggio con un’incornata di Mingiano dopo un calcio di punizione dalla trequarti. Gol sbagliato gol subito si potrebbe dire, visto che la Pistoiese al minuto successivo trova il gol del vantaggio. È Di Biase a ripagare la fiducia di Consonni, scattando in profondità su un calcio da centrocampo e superando il portiere con un morbido pallonetto. Si tratta del primo gol in carriera tra i grandi per il 16enne arancione. Al 15’ è ancora uno scatenato Di Biase a propiziare la giocata di Boccardi, che in piena area si allunga però il pallone consentendo la presa del portiere del Salsomaggiore.
Al 18’ pericolosissimo Boccardi, stavolta imbeccato da un bel cross di Citro, che a pochi passi dalla porta viene anticipato sul più bello da un difensore locale. Il forcing della Pistoiese porta al secondo gol di giornata al 25’. Bel lavoro di Citro a centrocampo che serve sulla corsa Pertica, il quale controlla, calcia e, grazie anche ad una deviazione, spedisce la palla in fondo al sacco. La Pistoiese domina in lungo e in largo e poco prima del triplice fischio ha la chance per triplicare ma Di Biase viene stoppato sulla linea. Poco male, perché al 48’ arriva il tris da parte di Macrì, che con l’esterno mancino trafigge il Salsomaggiore sfruttando un filtrante di Mehic. Il primo tempo si chiude sullo 0-3.
LA RIPRESA
La ripresa si apre nel migliore dei modi per gli arancioni che dopo appena due minuti si procurano un calcio di rigore. Ingenuo nella circostanza Soumahoro a commettere l’irregolarità appena varcata la soglia dell’area. Dal dischetto si presenta Citro che, nonostante il tentativo di parata del portiere, sigla lo 0-4. Gli arancioni abbassano i ritmi e al quarto d’ora il Salsomaggiore accorcia le distanze con Berti, il cui destro dal limite non lascia scampo ad Urbietis. La Pistoiese continua a creare, ha un altro paio di chance con Citro e Boccardi, ma al 25′ vanno ancora a segno i padroni di casa con De Sagastizabal, che sfrutta un bel cross da destra per mettere di testa la palla in rete. Gli emiliani ci credono e anche nei minuti seguenti tentano di alzare i giri del motore, ma senza riuscirci.
Fonte: PistoiaSport.It
Con un primo tempo roboante la Pistoiese sbanca il campo del Salsomaggiore col punteggio di 2-4 e sale a 16 punti.
Buona la prima per Consonni e la sua Pistoiese, che torna al successo dopo tre gare. Al “Francani” gli arancioni battono per 2-4 il Salsomaggiore ultimo in classifica, sbloccandosi finalmente in zona gol. Gli arancioni indirizzano il match già nel primo tempo coi gol di Di Biase, Pertica e Macrì, mettendo il punto definitivo nella ripresa col rigore di Citro. A nulla servono, se non a fini statistici, le due marcature del Salsomaggiore.
IL PRIMO TEMPO
L’inizio di gara vede un approccio migliore del Salsomaggiore, che già al 3’ sfiora il vantaggio con un’incornata di Mingiano dopo un calcio di punizione dalla trequarti. Gol sbagliato gol subito si potrebbe dire, visto che la Pistoiese al minuto successivo trova il gol del vantaggio. È Di Biase a ripagare la fiducia di Consonni, scattando in profondità su un calcio da centrocampo e superando il portiere con un morbido pallonetto. Si tratta del primo gol in carriera tra i grandi per il 16enne arancione. Al 15’ è ancora uno scatenato Di Biase a propiziare la giocata di Boccardi, che in piena area si allunga però il pallone consentendo la presa del portiere del Salsomaggiore.
Al 18’ pericolosissimo Boccardi, stavolta imbeccato da un bel cross di Citro, che a pochi passi dalla porta viene anticipato sul più bello da un difensore locale. Il forcing della Pistoiese porta al secondo gol di giornata al 25’. Bel lavoro di Citro a centrocampo che serve sulla corsa Pertica, il quale controlla, calcia e, grazie anche ad una deviazione, spedisce la palla in fondo al sacco. La Pistoiese domina in lungo e in largo e poco prima del triplice fischio ha la chance per triplicare ma Di Biase viene stoppato sulla linea. Poco male, perché al 48’ arriva il tris da parte di Macrì, che con l’esterno mancino trafigge il Salsomaggiore sfruttando un filtrante di Mehic. Il primo tempo si chiude sullo 0-3.
LA RIPRESA
La ripresa si apre nel migliore dei modi per gli arancioni che dopo appena due minuti si procurano un calcio di rigore. Ingenuo nella circostanza Soumahoro a commettere l’irregolarità appena varcata la soglia dell’area. Dal dischetto si presenta Citro che, nonostante il tentativo di parata del portiere, sigla lo 0-4. Gli arancioni abbassano i ritmi e al quarto d’ora il Salsomaggiore accorcia le distanze con Berti, il cui destro dal limite non lascia scampo ad Urbietis. La Pistoiese continua a creare, ha un altro paio di chance con Citro e Boccardi, ma al 25′ vanno ancora a segno i padroni di casa con De Sagastizabal, che sfrutta un bel cross da destra per mettere di testa la palla in rete. Gli emiliani ci credono e anche nei minuti seguenti tentano di alzare i giri del motore, ma senza riuscirci.
Fonte: PistoiaSport.It
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Re: La testa nel pallone
La Pistoiese pareggia contro Aglianese 2 a 2!
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Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge l'Inter per 2 a 0!
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- Messaggio n°155
Re: La testa nel pallone
La Juve vola con Rabiot e Fagioli: Inter superata e quinto posto agganciato
Decisivo un doppio assist di Kostic. Non convalidato un gol di Danilo per un fallo di mano. Nella ripresa in campo anche Chiesa e Di Maria.
Il derby d’Italia è della Juventus. I bianconeri vincono grazie ai gol nella ripresa di Adrien Rabiot e Nicolò Fagioli (in mezzo una rete annullata a Danilo) e portano a termine l’operazione sorpasso sull’Inter. Da meno due in classifica, a più uno sui nerazzurri, a cui non mancano i rimpianti. La Juve aggancia la Roma al quinto posto.
PIÙ INTER - Già, perché l’Inter parte meglio. Nel primo tempo prevale il tatticismo. Juventus e Inter, schierate praticamente a specchio da Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi (3-5-1-1 con Miretti a rimorchio di Milik per i bianconeri; classico 3-5-2 per i nerazzurri), trasformano il derby d’Italia in una sorta di partita scacchi. Tanti duelli e pochi spazi. Le occasioni migliori le ha l’Inter. In avvio Lautaro sfiora il vantaggio da buona posizione. L’attaccante argentino, imbeccato da un assist involontario di Kostic, non trova lo specchio della porta. Szczesny tira il primo sospiro di sollievo. La seconda smorfia di "scampato pericolo" sul finale di tempo quando Dumfries spreca malamente un’ottima ripartenza architettata da Mkhitaryan e rifinita da Barella. Ma l’esterno olandese calcia alto. In mezzo alle due vampate nerazzurre c’è spazio per un tentativo di Bremer, che prima recupera palla alla sua maniera poi attacca la porta e infine cerca (senza successo) il gol della domenica in acrobazia.
SI SCATENA KOSTIC - L’Inter manda un messaggio forte anche a inizio ripresa con Calhanoglu, che scarica un bolide improvviso e chiama Szczesny alla grande deviazione sulla traversa. Un campanello che finisce per svegliare la Juventus. Così i bianconeri, dopo pochi minuti (6’ st), trovano la ripartenza vincente: Kostic prima scappa a Barella, poi s’invola sulla sinistra e infine serve Rabiot, abile a trovare la deviazione vincente. Quinto gol stagionale per il francese. Praticamente quanti ne aveva realizzati nei primi tre anni a Torino (6 in tutto). Il vantaggio carica la Juventus che trova il raddoppio (20’ st): angolo di Kostic e tocco vincente di Danilo. L’Allianz Stadium esulta, ma pochi minuti dopo scende il gelo. L’arbitro Doveri, su segnalazione del Var, annulla il 2-0 per il tocco di mano del brasiliano. L’Inter risponde con Lautaro, ma Szczesny si supera nuovamente ed evita il pari. Allora Kostic - ancora lui - prova a chiudere la partita, però stavolta è il palo a salvare Onana. Il serbo, però, è scatenato e al 39’, dopo gli ingressi in campo prima di Chiesa e in seguito di Di Maria, trova un altro assist e stavolta Fagioli chiude il derby d’Italia per davvero.
Fonte: Gazzetta.It
Decisivo un doppio assist di Kostic. Non convalidato un gol di Danilo per un fallo di mano. Nella ripresa in campo anche Chiesa e Di Maria.
Il derby d’Italia è della Juventus. I bianconeri vincono grazie ai gol nella ripresa di Adrien Rabiot e Nicolò Fagioli (in mezzo una rete annullata a Danilo) e portano a termine l’operazione sorpasso sull’Inter. Da meno due in classifica, a più uno sui nerazzurri, a cui non mancano i rimpianti. La Juve aggancia la Roma al quinto posto.
PIÙ INTER - Già, perché l’Inter parte meglio. Nel primo tempo prevale il tatticismo. Juventus e Inter, schierate praticamente a specchio da Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi (3-5-1-1 con Miretti a rimorchio di Milik per i bianconeri; classico 3-5-2 per i nerazzurri), trasformano il derby d’Italia in una sorta di partita scacchi. Tanti duelli e pochi spazi. Le occasioni migliori le ha l’Inter. In avvio Lautaro sfiora il vantaggio da buona posizione. L’attaccante argentino, imbeccato da un assist involontario di Kostic, non trova lo specchio della porta. Szczesny tira il primo sospiro di sollievo. La seconda smorfia di "scampato pericolo" sul finale di tempo quando Dumfries spreca malamente un’ottima ripartenza architettata da Mkhitaryan e rifinita da Barella. Ma l’esterno olandese calcia alto. In mezzo alle due vampate nerazzurre c’è spazio per un tentativo di Bremer, che prima recupera palla alla sua maniera poi attacca la porta e infine cerca (senza successo) il gol della domenica in acrobazia.
SI SCATENA KOSTIC - L’Inter manda un messaggio forte anche a inizio ripresa con Calhanoglu, che scarica un bolide improvviso e chiama Szczesny alla grande deviazione sulla traversa. Un campanello che finisce per svegliare la Juventus. Così i bianconeri, dopo pochi minuti (6’ st), trovano la ripartenza vincente: Kostic prima scappa a Barella, poi s’invola sulla sinistra e infine serve Rabiot, abile a trovare la deviazione vincente. Quinto gol stagionale per il francese. Praticamente quanti ne aveva realizzati nei primi tre anni a Torino (6 in tutto). Il vantaggio carica la Juventus che trova il raddoppio (20’ st): angolo di Kostic e tocco vincente di Danilo. L’Allianz Stadium esulta, ma pochi minuti dopo scende il gelo. L’arbitro Doveri, su segnalazione del Var, annulla il 2-0 per il tocco di mano del brasiliano. L’Inter risponde con Lautaro, ma Szczesny si supera nuovamente ed evita il pari. Allora Kostic - ancora lui - prova a chiudere la partita, però stavolta è il palo a salvare Onana. Il serbo, però, è scatenato e al 39’, dopo gli ingressi in campo prima di Chiesa e in seguito di Di Maria, trova un altro assist e stavolta Fagioli chiude il derby d’Italia per davvero.
Fonte: Gazzetta.It
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Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge Hellas Verona per 1 a 0!
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Re: La testa nel pallone
Kean-gol, la Juve vince anche a Verona: ora è nelle prime quattro
I bianconeri dopo aver superato di corto muso l'Hellas agganciano la quarta posizione, a 2 punti dalle seconde in classifica. Espulso a tempo scaduto Alex Sandro.
Minimo sforzo, massimo risultato. Una Juventus non certo "bellina", come direbbe Massimiliano Allegri, ma cinica e un pizzico fortunata sbanca Verona grazie a un lampo di Kean e scala la classifica. Ora i bianconeri sono nelle prime quattro, a soli due punti dal Milan secondo. Impensabile sino a qualche settimana fa. Ma il segreto della Signora sta soprattutto nella solidità difensiva: zero gol subiti nelle ultime cinque, con altrettante vittorie. Compresa quella, di corto muso, al Bentegodi. Dal canto suo, l’Hellas non interrompe l’emorragia: nona sconfitta consecutiva e ultimo posto in classifica, nonostante anche contro la Juve i gialloblù abbiano confermato la sensazione di essere squadra viva.
SCELTE - Max Allegri rilancia capitan Bonucci in difesa e si affida alla coppia Kean-Milik davanti. In porta, come annunciato nella conferenza della vigilia, c’è Perin. Solo panchina per Angel Di Maria, nemmeno convocati Vlahovic e Chiesa. Sorprese nelle scelte di Salvatore Bocchetti: fuori dall’undici titolare diversi big (Veloso, Verdi, Lazovic, Henry, Tameze…) e spazio ai giovani Terracciano e Sulemana. In attacco tridente inedito Lasagna-Djuric-Kallon.
MEGLIO IL VERONA - Reduce da otto sconfitte di fila, con il presidente Setti duramente contestato dalla curva, l’Hellas parte con orgoglio e al 3’ un destro da fuori di Sulemana fa scorrere un brivido lungo la schiena di Perin: palla fuori di poco. Non è un episodio, perché il Verona fa decisamente la partita nei primi 10’, collezionando due corner e un giallo per Bonucci, costretto al fallo su Lasagna dopo un errore di Danilo. Al 16’ ci prova Lasagna dai 20 metri: sicuro Perin nella presa alta. Poi serve un autentico miracolo di Danilo a togliere il pallone dai piedi di Djuric a pochi metri dalla porta, dopo un bel contropiede organizzato da tutto il trio d’attacco gialloblù. Le sofferenze bianconere nascono soprattutto sulla fascia destra, dove Cuadrado è in difficoltà contro l’intraprendenza di Doig. E la Juve? Si fa vedere per la prima volta solo al 22’: Milik addomestica bene un lancio dalle retrovie e carica il sinistro dal limite, Montipò blocca bene. Tanto basta per spaventare il Verona, che rallenta un po’, facendo prendere metri agli ospiti. Non che la squadra di Allegri faccia chissà che per alzare il tasso di divertimento della gara. Unica emozione, un tiro di Locatelli dai 25 metri, sventato in corner da Montipò.
LA ZAMPATA - La ripresa si apre ancora con il Verona più pimpante. Al 3’ Dawidowocz devia a lato sotto porta un interessante calcio piazzato dalla trequarti. Un situazione che si ripete poco dopo, sempre con il difensore polacco a cercare la stoccata vincente in mischia: palla alle stelle. Allegri prova a mischiare le carte, invertendo Fagioli e Rabiot alle mezzali. E dal centro-sinistra il giovane prodotto del vivaio bianconero si conquista un’interessante punizione (ammonito Dawidowicz per fallo di mano), che però Cuadrado spedisce sul fondo. Così come, al 16’, Rabiot accentrandosi da destra pesca Kean, bravo e fortunato a battere Montipò con l’aiuto della deviazione di Dawidowicz. Il pallone s’impenna e scavalca beffardamente il portiere di casa, che riesce solo a toccare, senza respingere. In vantaggio di un gol, la Juve cambia di nuovo pelle: fuori Locatelli e Fagioli, dentro Paredes e Miretti. Bocchetti, di par suo, risponde con Veloso e Lazovic per Sulemana e Doig.
SOFFERENZA - Al 23’ è il turno di Di Maria al posto di Kean, imitato da Verdi per Kallon dall’altra parte. Girandola di cambi a parte, l’Hellas ci prova soprattutto con il cuore, la Juve amministra, ma non senza qualche apprensione. Lasagna scarica di destro dal limite: tiro forte, ma fuori. Alla mezzora veementi proteste gialloblù per un tocco di mani di Danilo (su rimpallo) in mischia dopo conclusione di Veloso, che l’arbitro Di Bello e il Var Guida non reputano da rigore. Al 38’, il direttore di gara fischia invece il penalty per i padroni di casa per il contrasto Bonucci-Verdi, ma si corregge dopo on field review suggerita dal Var: il capitano della Juve tocca la palla in anticipo ed è l’avversario a calciare sulla sua gamba. Proprio al novantesimo, una delle giocate più belle della partita: Di Maria raccoglie uno spiovente defilato sulla sinistra e al volo si coordina alla perfezione, pur non centrando lo specchio. Allegri deve però patire sino all’ultimo, anche perché Alex Sandro stende Lasagna lanciato a rete e viene espulso: Verdi calcia alto la punizione conseguente. Ed è sempre l’ex Toro con il destro a dare l’ultimo brivido alla Juve, non centrando la porta da posizione favorevole. Ma di riffa o di raffa, la Signora porta a casa tre punti e fa un altro passo verso l’alto.
Fonte: Gazzetta.It
I bianconeri dopo aver superato di corto muso l'Hellas agganciano la quarta posizione, a 2 punti dalle seconde in classifica. Espulso a tempo scaduto Alex Sandro.
Minimo sforzo, massimo risultato. Una Juventus non certo "bellina", come direbbe Massimiliano Allegri, ma cinica e un pizzico fortunata sbanca Verona grazie a un lampo di Kean e scala la classifica. Ora i bianconeri sono nelle prime quattro, a soli due punti dal Milan secondo. Impensabile sino a qualche settimana fa. Ma il segreto della Signora sta soprattutto nella solidità difensiva: zero gol subiti nelle ultime cinque, con altrettante vittorie. Compresa quella, di corto muso, al Bentegodi. Dal canto suo, l’Hellas non interrompe l’emorragia: nona sconfitta consecutiva e ultimo posto in classifica, nonostante anche contro la Juve i gialloblù abbiano confermato la sensazione di essere squadra viva.
SCELTE - Max Allegri rilancia capitan Bonucci in difesa e si affida alla coppia Kean-Milik davanti. In porta, come annunciato nella conferenza della vigilia, c’è Perin. Solo panchina per Angel Di Maria, nemmeno convocati Vlahovic e Chiesa. Sorprese nelle scelte di Salvatore Bocchetti: fuori dall’undici titolare diversi big (Veloso, Verdi, Lazovic, Henry, Tameze…) e spazio ai giovani Terracciano e Sulemana. In attacco tridente inedito Lasagna-Djuric-Kallon.
MEGLIO IL VERONA - Reduce da otto sconfitte di fila, con il presidente Setti duramente contestato dalla curva, l’Hellas parte con orgoglio e al 3’ un destro da fuori di Sulemana fa scorrere un brivido lungo la schiena di Perin: palla fuori di poco. Non è un episodio, perché il Verona fa decisamente la partita nei primi 10’, collezionando due corner e un giallo per Bonucci, costretto al fallo su Lasagna dopo un errore di Danilo. Al 16’ ci prova Lasagna dai 20 metri: sicuro Perin nella presa alta. Poi serve un autentico miracolo di Danilo a togliere il pallone dai piedi di Djuric a pochi metri dalla porta, dopo un bel contropiede organizzato da tutto il trio d’attacco gialloblù. Le sofferenze bianconere nascono soprattutto sulla fascia destra, dove Cuadrado è in difficoltà contro l’intraprendenza di Doig. E la Juve? Si fa vedere per la prima volta solo al 22’: Milik addomestica bene un lancio dalle retrovie e carica il sinistro dal limite, Montipò blocca bene. Tanto basta per spaventare il Verona, che rallenta un po’, facendo prendere metri agli ospiti. Non che la squadra di Allegri faccia chissà che per alzare il tasso di divertimento della gara. Unica emozione, un tiro di Locatelli dai 25 metri, sventato in corner da Montipò.
LA ZAMPATA - La ripresa si apre ancora con il Verona più pimpante. Al 3’ Dawidowocz devia a lato sotto porta un interessante calcio piazzato dalla trequarti. Un situazione che si ripete poco dopo, sempre con il difensore polacco a cercare la stoccata vincente in mischia: palla alle stelle. Allegri prova a mischiare le carte, invertendo Fagioli e Rabiot alle mezzali. E dal centro-sinistra il giovane prodotto del vivaio bianconero si conquista un’interessante punizione (ammonito Dawidowicz per fallo di mano), che però Cuadrado spedisce sul fondo. Così come, al 16’, Rabiot accentrandosi da destra pesca Kean, bravo e fortunato a battere Montipò con l’aiuto della deviazione di Dawidowicz. Il pallone s’impenna e scavalca beffardamente il portiere di casa, che riesce solo a toccare, senza respingere. In vantaggio di un gol, la Juve cambia di nuovo pelle: fuori Locatelli e Fagioli, dentro Paredes e Miretti. Bocchetti, di par suo, risponde con Veloso e Lazovic per Sulemana e Doig.
SOFFERENZA - Al 23’ è il turno di Di Maria al posto di Kean, imitato da Verdi per Kallon dall’altra parte. Girandola di cambi a parte, l’Hellas ci prova soprattutto con il cuore, la Juve amministra, ma non senza qualche apprensione. Lasagna scarica di destro dal limite: tiro forte, ma fuori. Alla mezzora veementi proteste gialloblù per un tocco di mani di Danilo (su rimpallo) in mischia dopo conclusione di Veloso, che l’arbitro Di Bello e il Var Guida non reputano da rigore. Al 38’, il direttore di gara fischia invece il penalty per i padroni di casa per il contrasto Bonucci-Verdi, ma si corregge dopo on field review suggerita dal Var: il capitano della Juve tocca la palla in anticipo ed è l’avversario a calciare sulla sua gamba. Proprio al novantesimo, una delle giocate più belle della partita: Di Maria raccoglie uno spiovente defilato sulla sinistra e al volo si coordina alla perfezione, pur non centrando lo specchio. Allegri deve però patire sino all’ultimo, anche perché Alex Sandro stende Lasagna lanciato a rete e viene espulso: Verdi calcia alto la punizione conseguente. Ed è sempre l’ex Toro con il destro a dare l’ultimo brivido alla Juve, non centrando la porta da posizione favorevole. Ma di riffa o di raffa, la Signora porta a casa tre punti e fa un altro passo verso l’alto.
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La Pistoiese travolge (3-0) il modesto Fanfulla e sale al settimo posto della classifica
Finalmente una bella prova degli arancioni, al primo successo casalingo del torneo di D.
Pistoia, 13 novembre 2022 - Una vittoria convincente. La Pistoiese travolge 3-0 il Fanfulla, apparso decisamente modesto al “Melani”. Primo successo casalingo degli arancioni, giunto alla tredicesima giornata del campionato di serie D. Con questa affermazione gli uomini allenati da Luigi Consonni salgono al settimo posto della classifica a 20 punti, assieme a Mezzolara e Ravenna, a – 8 dal primo posto (occupato dalla Giana Erminio) che varrà la promozione diretta in serie C.
Pistoiese che ha dominato in lungo e in largo e che avrebbe potuto segnare molte più reti. Al 16’ Arcuri prova dalla distanza, ma il pallone si perde sul fondo. Al 20’ Di Biase raccoglie una respinta corta della difesa lombarda (tiro di Macrì), s’incunea a centro area, vince un rimpallo e batte Cizza, portando in vantaggio i pistoiesi. Al 32’ Barzotti raddoppia con una pregevole conclusione all’interno dell’area di rigore.
La Pistoiese, scatenata, cala il tris al 35’: mancino vincente di Macrì appena entro area e 3-0. Neppure sessanta secondi più tardi, Di Biase sfiora il poker da posizione favorevole: pallone che fa la barba al palo. Ripresa che riparte ancora nel segno arancione. Al 6’ Barzotti spreca a porta vuota: quaterna mancata. Al 14’ il diagonale dalla destra di Sighinolfi termina alto. Al 16’ padroni di casa ancora vicini alla quarta marcatura: Di Biase spara sulla traversa dall’area piccola.
Al 18’, servito da Macrì, ancora Di Biase fallisce il gol. Al 20’ Di Biase impegna severamente Cizza, costretto a salvarsi in corner. Alla mezz’ora Urbietis risponde presente alla botta di De Angelis. Al 40’ sull’angolo di Bernardini, Rosa di testa mette a lato. Per la prima volta dall’inizio del torneo, i tifosi di casa non contestano la Pistoiese: un bel passo avanti.
PISTOIESE – FANFULLA 3-0
PISTOIESE (4-2-3-1): Urbietis; Pertica (45’ st Evangelista), Viscomi, Davì, Arcuri; Caponi (40’ st Orsolini), Mehic; Sighinolfi (40’ st Florentine), Macrì, Di Biase; Barzotti (35’ st Urbinati).
A disposizione: Magri, Malpaganti, Basani, Corado, Ennasry.
Allenatore: Consonni.
FANFULLA (4-3-1-2): Cizza; Caradonna (25’ pt Magnaldi), Bignami, Bettoni, Agnelli; Mecca (18’ st Rosa), Cazzaniga, Colonna (1’ st Siani); Donnemma (35’ st Quaqit); De Angelis, Lusha (1’ st Bernardini).
A disposizione: Colnaghi, Souto, Vitanza, Confalonieri.
Allenatore: Bonazzoli.
ARBITRO: Pica di Roma 1.
MARCATORI: 20’ Di Biase, 32’ Barzotti, 35’ pt Macrì,
NOTE: pomeriggio nuvoloso, spettatori circa 700. Ammoniti: Agnelli, Consonni, Davì, Bignami, Evangelista. Angoli: 6-5. Recupero: 1’ e 5’.
Fonte: LaNazione.It
Finalmente una bella prova degli arancioni, al primo successo casalingo del torneo di D.
Pistoia, 13 novembre 2022 - Una vittoria convincente. La Pistoiese travolge 3-0 il Fanfulla, apparso decisamente modesto al “Melani”. Primo successo casalingo degli arancioni, giunto alla tredicesima giornata del campionato di serie D. Con questa affermazione gli uomini allenati da Luigi Consonni salgono al settimo posto della classifica a 20 punti, assieme a Mezzolara e Ravenna, a – 8 dal primo posto (occupato dalla Giana Erminio) che varrà la promozione diretta in serie C.
Pistoiese che ha dominato in lungo e in largo e che avrebbe potuto segnare molte più reti. Al 16’ Arcuri prova dalla distanza, ma il pallone si perde sul fondo. Al 20’ Di Biase raccoglie una respinta corta della difesa lombarda (tiro di Macrì), s’incunea a centro area, vince un rimpallo e batte Cizza, portando in vantaggio i pistoiesi. Al 32’ Barzotti raddoppia con una pregevole conclusione all’interno dell’area di rigore.
La Pistoiese, scatenata, cala il tris al 35’: mancino vincente di Macrì appena entro area e 3-0. Neppure sessanta secondi più tardi, Di Biase sfiora il poker da posizione favorevole: pallone che fa la barba al palo. Ripresa che riparte ancora nel segno arancione. Al 6’ Barzotti spreca a porta vuota: quaterna mancata. Al 14’ il diagonale dalla destra di Sighinolfi termina alto. Al 16’ padroni di casa ancora vicini alla quarta marcatura: Di Biase spara sulla traversa dall’area piccola.
Al 18’, servito da Macrì, ancora Di Biase fallisce il gol. Al 20’ Di Biase impegna severamente Cizza, costretto a salvarsi in corner. Alla mezz’ora Urbietis risponde presente alla botta di De Angelis. Al 40’ sull’angolo di Bernardini, Rosa di testa mette a lato. Per la prima volta dall’inizio del torneo, i tifosi di casa non contestano la Pistoiese: un bel passo avanti.
PISTOIESE – FANFULLA 3-0
PISTOIESE (4-2-3-1): Urbietis; Pertica (45’ st Evangelista), Viscomi, Davì, Arcuri; Caponi (40’ st Orsolini), Mehic; Sighinolfi (40’ st Florentine), Macrì, Di Biase; Barzotti (35’ st Urbinati).
A disposizione: Magri, Malpaganti, Basani, Corado, Ennasry.
Allenatore: Consonni.
FANFULLA (4-3-1-2): Cizza; Caradonna (25’ pt Magnaldi), Bignami, Bettoni, Agnelli; Mecca (18’ st Rosa), Cazzaniga, Colonna (1’ st Siani); Donnemma (35’ st Quaqit); De Angelis, Lusha (1’ st Bernardini).
A disposizione: Colnaghi, Souto, Vitanza, Confalonieri.
Allenatore: Bonazzoli.
ARBITRO: Pica di Roma 1.
MARCATORI: 20’ Di Biase, 32’ Barzotti, 35’ pt Macrì,
NOTE: pomeriggio nuvoloso, spettatori circa 700. Ammoniti: Agnelli, Consonni, Davì, Bignami, Evangelista. Angoli: 6-5. Recupero: 1’ e 5’.
Fonte: LaNazione.It
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- Messaggio n°160
Re: La testa nel pallone
La Juventus sconfigge la Lazio per 3 a 0!
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- Messaggio n°161
Re: La testa nel pallone
Juve in volo: 3-0 alla Lazio, sesta vittoria in fila e terzo posto
Una doppietta di Kean ispira l'ennesimo risultato utile, mentre la difesa continua a non subire gol. Di Milik (assist di Chiesa) il terzo sigillo.
La Juventus batte 3-0 la Lazio, vince la sesta partita consecutiva in campionato senza incassare gol e va alla lunghissima sosta invernale al terzo posto in classifica, superando proprio la Lazio.
Uomo-partita Moise Kean, autore della doppietta decisiva. Un gol per tempo per l’ex giocatore del Psg: al 43’ scatta sul lancio in profondità di Rabiot e supera Provedel con un bel pallonetto. Nella ripresa, al 54’, ribadisce in porta dopo la respinta del portiere della Lazio sul sinistro di Kostic, finalizzando un’azione avviata da un gran recupero di Milik su Cataldi. Proprio il polacco nel finale segna il terzo gol su assist di Chiesa, con Szczesny che resta ai confini del senza voto e la Lazio, priva di Immobile e Zaccagni, totalmente priva di pericolosità offensiva.
Fonte: Gazzetta.It
Una doppietta di Kean ispira l'ennesimo risultato utile, mentre la difesa continua a non subire gol. Di Milik (assist di Chiesa) il terzo sigillo.
La Juventus batte 3-0 la Lazio, vince la sesta partita consecutiva in campionato senza incassare gol e va alla lunghissima sosta invernale al terzo posto in classifica, superando proprio la Lazio.
Uomo-partita Moise Kean, autore della doppietta decisiva. Un gol per tempo per l’ex giocatore del Psg: al 43’ scatta sul lancio in profondità di Rabiot e supera Provedel con un bel pallonetto. Nella ripresa, al 54’, ribadisce in porta dopo la respinta del portiere della Lazio sul sinistro di Kostic, finalizzando un’azione avviata da un gran recupero di Milik su Cataldi. Proprio il polacco nel finale segna il terzo gol su assist di Chiesa, con Szczesny che resta ai confini del senza voto e la Lazio, priva di Immobile e Zaccagni, totalmente priva di pericolosità offensiva.
Fonte: Gazzetta.It
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- Messaggio n°162
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese sconfigge Lentigione per 1 a 0!
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- Messaggio n°163
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese espugna il campo del Lentigione: la decide baby Di Biase
La Pistoiese conquista tre punti d’oro in trasferta contro il Lentigione: a decidere il match è ancora il classe 2005 Di Biase.
La Pistoiese espugna lo stadio Immergas Green Arena, battendo 1-0 il Lentigione e conquistando tre punti fondamentali. La cura Consonni sta dando decisamente i suoi frutti: dieci punti in quattro partite, frutto di tre vittorie e un pareggio. Un bottino, quello di Caponi e compagni, che rilancia l’Olandesina verso i vertici alti della classifica, sesto posto a solo sei lunghezze dalla capolista Giana Erminio. A decidere la partita è ancora una volta il promettente attaccante classe 2005 Di Biase, che al 5′ della prima frazione finalizza un perfetto cross di Macrì dalla sinistra firmando il suo terzo centro stagionale.
PRONTI, VIA
Mister Consonni ripropone gli stessi undici scesi in campo contro il Fanfulla, ad eccezione del portiere lituano Urbietis che si è infortunato nella rifinitura di sabato mattina. Tra i pali parte quindi Magri, con Pertica, Davì, Viscomi e Arcuri a comporre la linea difensiva. Al centrocampo Mehic, Caponi e Sighinolfi con Macrì trequartista dietro al tandem composto da Barzotti e Di Biase. Partono bene gli arancioni che con grande determinazione provano subito a sbloccare il match. Il primo squillo arriva al 3′ con Barzotti che colpisce al volo un cross di Mehic dalla sinistra mandando la palla di poco a lato.
LA SBLOCCA BABY DI BIASE
La Pistoiese chiarisce subito le proprie intenzioni ai padroni di casa e al 5′ passa in vantaggio con il giovane classe 2005 Di Biase che raccoglie un perfetto cross di Macrì dalla sinistra firmando il suo terzo centro stagionale. L’intenzione di Caponi e compagni è tutt’altro quella di amministrare il vantaggio e con buone manovre di gioco tentano di chiudere il match il prima possibile. Al 28′, dopo una serpentina in area, Macrì serve Barzotti sul secondo palo ma il numero 30 arancione non riesce ad inquadrare lo specchio della porta sfiorando il palo alla destra di Marconi. I padroni di casa non riescono mai ad impensierire la retroguardia arancione e per registrare il primo tentativo del Lentigione si deve attendere il 38′, quando una conclusione dalla distanza viene ribattuta prima da Arcuri e poi liberata dalla difesa orange. Dopo un minuto di recupero, il direttore di gara manda tutti negli spogliatoi con il risultato di 1-0 a favore della Pistoiese.
LA RIPRESA
Nemmeno un giro di orologio e la Pistoiese ha subito una ghiottissima chance per raddoppiare. Pertica, da posizione leggermente defilata, prova a incrociare la conclusione che finisce di un soffio a lato. Il Lentigione con lo scorrere dei minuti prova ad alzare il baricentro, ma gli arancioni non concedono spazi ai tentativi della compagine gialloblu. Al 17′ mister Consonni effettua il primo cambio: fuori Mehic, al suo posto Benassi. Il numero 20 arancione prende la posizione di Pertica che si sposta al centrocampo. L’Olandesina non corre più rischi, conducendo una gara da grande squadra, senza sofferenza e non concedendo niente agli avversari. Il tempo scorre con la Pistoiese che prova a chiudere il match fino ai minuti finali. Arriva il triplice fischio. La Pistoiese batte in trasferta il Lentigione 1-0, rosicchiando punti alle prime della classifica.
Fonte: PistoiaSport.Com
La Pistoiese conquista tre punti d’oro in trasferta contro il Lentigione: a decidere il match è ancora il classe 2005 Di Biase.
La Pistoiese espugna lo stadio Immergas Green Arena, battendo 1-0 il Lentigione e conquistando tre punti fondamentali. La cura Consonni sta dando decisamente i suoi frutti: dieci punti in quattro partite, frutto di tre vittorie e un pareggio. Un bottino, quello di Caponi e compagni, che rilancia l’Olandesina verso i vertici alti della classifica, sesto posto a solo sei lunghezze dalla capolista Giana Erminio. A decidere la partita è ancora una volta il promettente attaccante classe 2005 Di Biase, che al 5′ della prima frazione finalizza un perfetto cross di Macrì dalla sinistra firmando il suo terzo centro stagionale.
PRONTI, VIA
Mister Consonni ripropone gli stessi undici scesi in campo contro il Fanfulla, ad eccezione del portiere lituano Urbietis che si è infortunato nella rifinitura di sabato mattina. Tra i pali parte quindi Magri, con Pertica, Davì, Viscomi e Arcuri a comporre la linea difensiva. Al centrocampo Mehic, Caponi e Sighinolfi con Macrì trequartista dietro al tandem composto da Barzotti e Di Biase. Partono bene gli arancioni che con grande determinazione provano subito a sbloccare il match. Il primo squillo arriva al 3′ con Barzotti che colpisce al volo un cross di Mehic dalla sinistra mandando la palla di poco a lato.
LA SBLOCCA BABY DI BIASE
La Pistoiese chiarisce subito le proprie intenzioni ai padroni di casa e al 5′ passa in vantaggio con il giovane classe 2005 Di Biase che raccoglie un perfetto cross di Macrì dalla sinistra firmando il suo terzo centro stagionale. L’intenzione di Caponi e compagni è tutt’altro quella di amministrare il vantaggio e con buone manovre di gioco tentano di chiudere il match il prima possibile. Al 28′, dopo una serpentina in area, Macrì serve Barzotti sul secondo palo ma il numero 30 arancione non riesce ad inquadrare lo specchio della porta sfiorando il palo alla destra di Marconi. I padroni di casa non riescono mai ad impensierire la retroguardia arancione e per registrare il primo tentativo del Lentigione si deve attendere il 38′, quando una conclusione dalla distanza viene ribattuta prima da Arcuri e poi liberata dalla difesa orange. Dopo un minuto di recupero, il direttore di gara manda tutti negli spogliatoi con il risultato di 1-0 a favore della Pistoiese.
LA RIPRESA
Nemmeno un giro di orologio e la Pistoiese ha subito una ghiottissima chance per raddoppiare. Pertica, da posizione leggermente defilata, prova a incrociare la conclusione che finisce di un soffio a lato. Il Lentigione con lo scorrere dei minuti prova ad alzare il baricentro, ma gli arancioni non concedono spazi ai tentativi della compagine gialloblu. Al 17′ mister Consonni effettua il primo cambio: fuori Mehic, al suo posto Benassi. Il numero 20 arancione prende la posizione di Pertica che si sposta al centrocampo. L’Olandesina non corre più rischi, conducendo una gara da grande squadra, senza sofferenza e non concedendo niente agli avversari. Il tempo scorre con la Pistoiese che prova a chiudere il match fino ai minuti finali. Arriva il triplice fischio. La Pistoiese batte in trasferta il Lentigione 1-0, rosicchiando punti alle prime della classifica.
Fonte: PistoiaSport.Com
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- Messaggio n°164
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese sconfigge Corticella per 2 a 0!
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- Messaggio n°165
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese fa tris: battuto anche il Corticella, arancioni a -3 dalla vetta
La Pistoiese vince e convince contro il Corticella e grazie alle reti di Barzotti e Citro allunga la striscia di vittorie consecutive.
È inutile girarci attorno. Questa Pistoiese adesso è squadra. Forse lo è sempre stata, forse no, ma questo non importa. Compatta, determinata, cattiva sotto porta, fluida nella manovra e chi più ne ha più ne metta. Con il risultato di 2-0 l’Olandesina liquida anche il Corticella che si è presentato al Melani tutt’altro che rinunciatario, grazie alle reti di Barzotti e Citro. Arancioni che fanno un ulteriore passo in avanti in classifica portandosi al quarto posto, momentaneamente a meno 3 dalla vetta (la Giana Erminio giocherà nel posticipo di lunedì). Nel prossimo turno importante trasferta contro la Sammaurese, dietro di un solo punto agli arancioni.
LO SCHIERAMENTO
Mister Consonni sceglie la continuità, schierando la solita formazione messa in campo nelle due precedenti partite. In porta Magri, con Pertica, Davì, Viscomi e Arcuri a comporre il reparto difensivo. Al centrocampo Sighinolfi, Caponi e Mehic con Macrì trequartista dietro al tandem formato da Barzotti e Di Biase. Il match comincia con la classica fase di studio tra le due compagini. È la Pistoiese a fare la partita ma il Corticella è tutt’altro che rinunciatario. Il primo squillo della gara arriva al 17′ con Macrì che intercetta palla sulla trequarti avversaria arrivando fino al limite dell’area prima di calciare verso la porta, la conclusione viene deviata finendo sui piedi di Di Biase che però è in fuorigioco. Non tarda la reazione dei biancocelesti che due minuti più tardi rispondono con una mezza girata di Leonardi che finisce di un soffio a lato.
DOPPIA CHANCE
Si arriva al 28′ e la Pistoiese ha una doppia opportunità per passare in vantaggio: prima è Caponi a colpire al volo dalla distanza, la palla rimbalza davanti a Cinelli che riesce in qualche modo a deviare la conclusione. Due minuti più tardi, il capitano degli arancioni pennella per Di Biase che controlla e lascia partire un bolide indirizzato sotto la traversa, l’estremo biancoceleste si supera deviando in angolo. L’Olandesina guadagna campo e al 33′ prova a rendersi pericolosa con Barzotti che colpisce di testa un cross dalla destra di Pertica, la conclusione è debole e facile preda di Cinelli. Il Corticella tiene botta agli arancioni che nel finale di primo tempo tentano il tutto per tutto per sboccare il risultato. Ci prova prima Macrì al 43′, la conclusione viene deviata in corner; sugli sviluppi dello stesso, dopo un rimpallo la palla finisce a Viscomi che calcia a botta sicura, Cinelli respinge ancora sui piedi del numero 31 che calcia di forza mandando clamorosamente alto sopra la traversa.
LA RIPRESA
Nemmeno un giro di orologio e la Pistoiese si rende pericolosa con Di Biase che dopo un’accelerazione sulla destra rimette al centro per Barzotti che viene anticipato in angolo da un difensore. Sugli sviluppi del corner è ancora Viscomi ad avere la possibilità per segnare ma questa volta il tiro è debole e finisce tra le braccia di Cinelli.
BARZOTTI LA SBLOCCA
È una Pistoiese letteralmente scatenata quella rientrata in campo nella seconda frazione, tant’è che dopo aver preso le misure, al 5′ passa in vantaggio. Dopo una splendida combinazione con Di Biase, Davì pesca al centro dell’area Barzotti che fredda Cinelli portando avanti gli arancioni. L’Olandesina non si accontenta e continua il suo forcing insistente per cercare di mettere il prima possibile il risultato in cassaforte.
PRIMI CAMBI
Al 20′ mister Consonni inserisce forze fresche: entrano Benassi e Citro per Sighinolfi e Macrì. Dopo vari tentativi degli arancioni, al 30′ gli ospiti vanno vicini al pari: cross di Oubakent dalla destra con il pallone che attraversa tutta l’area, Leonardi sul secondo palo non trova per pochi centimetri il tap-in. Sul capovolgimento di fronte Citro fa cinquantametri con la palla al piede e apre il mancino dal limite fuori di un niente. Il tecnico arancione effettua un altro cambio: esce Barzotti, al suo posto Urbinati.
RADDOPPIO ORANGE
Al 38′ la Pistoiese trova il raddoppio. Giocata superlativa di Di Biase sulla sinistra, il classe 2005 evita un avversario con un tunnel e serve in area l’accorrente Citro che con una finta di corpo manda a vuoto l’avversario e fredda Cinelli firmando il suo terzo centro stagionale. Al Melani è festa sugli spalti. Dopo quattro minuti di recupero arriva il triplice fischio. La Pistoiese vince 2 a 0 contro il Corticella e porta a tre le vittorie consecutive.
Fonte: PistoiaSport.Com
La Pistoiese vince e convince contro il Corticella e grazie alle reti di Barzotti e Citro allunga la striscia di vittorie consecutive.
È inutile girarci attorno. Questa Pistoiese adesso è squadra. Forse lo è sempre stata, forse no, ma questo non importa. Compatta, determinata, cattiva sotto porta, fluida nella manovra e chi più ne ha più ne metta. Con il risultato di 2-0 l’Olandesina liquida anche il Corticella che si è presentato al Melani tutt’altro che rinunciatario, grazie alle reti di Barzotti e Citro. Arancioni che fanno un ulteriore passo in avanti in classifica portandosi al quarto posto, momentaneamente a meno 3 dalla vetta (la Giana Erminio giocherà nel posticipo di lunedì). Nel prossimo turno importante trasferta contro la Sammaurese, dietro di un solo punto agli arancioni.
LO SCHIERAMENTO
Mister Consonni sceglie la continuità, schierando la solita formazione messa in campo nelle due precedenti partite. In porta Magri, con Pertica, Davì, Viscomi e Arcuri a comporre il reparto difensivo. Al centrocampo Sighinolfi, Caponi e Mehic con Macrì trequartista dietro al tandem formato da Barzotti e Di Biase. Il match comincia con la classica fase di studio tra le due compagini. È la Pistoiese a fare la partita ma il Corticella è tutt’altro che rinunciatario. Il primo squillo della gara arriva al 17′ con Macrì che intercetta palla sulla trequarti avversaria arrivando fino al limite dell’area prima di calciare verso la porta, la conclusione viene deviata finendo sui piedi di Di Biase che però è in fuorigioco. Non tarda la reazione dei biancocelesti che due minuti più tardi rispondono con una mezza girata di Leonardi che finisce di un soffio a lato.
DOPPIA CHANCE
Si arriva al 28′ e la Pistoiese ha una doppia opportunità per passare in vantaggio: prima è Caponi a colpire al volo dalla distanza, la palla rimbalza davanti a Cinelli che riesce in qualche modo a deviare la conclusione. Due minuti più tardi, il capitano degli arancioni pennella per Di Biase che controlla e lascia partire un bolide indirizzato sotto la traversa, l’estremo biancoceleste si supera deviando in angolo. L’Olandesina guadagna campo e al 33′ prova a rendersi pericolosa con Barzotti che colpisce di testa un cross dalla destra di Pertica, la conclusione è debole e facile preda di Cinelli. Il Corticella tiene botta agli arancioni che nel finale di primo tempo tentano il tutto per tutto per sboccare il risultato. Ci prova prima Macrì al 43′, la conclusione viene deviata in corner; sugli sviluppi dello stesso, dopo un rimpallo la palla finisce a Viscomi che calcia a botta sicura, Cinelli respinge ancora sui piedi del numero 31 che calcia di forza mandando clamorosamente alto sopra la traversa.
LA RIPRESA
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BARZOTTI LA SBLOCCA
È una Pistoiese letteralmente scatenata quella rientrata in campo nella seconda frazione, tant’è che dopo aver preso le misure, al 5′ passa in vantaggio. Dopo una splendida combinazione con Di Biase, Davì pesca al centro dell’area Barzotti che fredda Cinelli portando avanti gli arancioni. L’Olandesina non si accontenta e continua il suo forcing insistente per cercare di mettere il prima possibile il risultato in cassaforte.
PRIMI CAMBI
Al 20′ mister Consonni inserisce forze fresche: entrano Benassi e Citro per Sighinolfi e Macrì. Dopo vari tentativi degli arancioni, al 30′ gli ospiti vanno vicini al pari: cross di Oubakent dalla destra con il pallone che attraversa tutta l’area, Leonardi sul secondo palo non trova per pochi centimetri il tap-in. Sul capovolgimento di fronte Citro fa cinquantametri con la palla al piede e apre il mancino dal limite fuori di un niente. Il tecnico arancione effettua un altro cambio: esce Barzotti, al suo posto Urbinati.
RADDOPPIO ORANGE
Al 38′ la Pistoiese trova il raddoppio. Giocata superlativa di Di Biase sulla sinistra, il classe 2005 evita un avversario con un tunnel e serve in area l’accorrente Citro che con una finta di corpo manda a vuoto l’avversario e fredda Cinelli firmando il suo terzo centro stagionale. Al Melani è festa sugli spalti. Dopo quattro minuti di recupero arriva il triplice fischio. La Pistoiese vince 2 a 0 contro il Corticella e porta a tre le vittorie consecutive.
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Re: La testa nel pallone
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- Messaggio n°167
Re: La testa nel pallone
Il Giappone lascia i Mondiali con una lezione di educazione: questo non è un semplice inchino
Lezione di civiltà, rispetto ed educazione da parte del Giappone e del suo ct, dopo la sconfitta agli ottavi contro la Croazia. L’inchino ha un significato speciale.
Sugli spalti e in campo i giapponesi hanno dato una lezione di grande civiltà ai Mondiali e possono tornare a casa a testa altissima. Se i tifosi in occasione delle partite della loro squadra e non solo, hanno ripulito lo stadio, i calciatori eliminati agli ottavi dalla Croazia hanno dimostrato di saper perdere. Il Ct della nazionale del Sol Levante in particolare si è reso protagonista di un atteggiamento esemplare, con un gesto particolare molto bello e significativo.
I nipponici torneranno a casa con la soddisfazione di aver battuto Germania e Spagna, e la delusione per aver perso la chance di qualificarsi ai quarti arrendendosi solo ai rigori alla Croazia di un super Livakovic. Al termine del match degli ottavi, l'atteggiamento della squadra del Giappone è stato encomiabile. Tanta delusione, ma anche grande compostezza da parte di tutto il gruppo e del suo condottiero Hajime Moriyasu.
Il ct del Giappone ha parlato a tutta la squadra dopo la sconfitta con la Croazia
L'ex calciatore e attuale commissario tecnico del Giappone, si è contraddistinto per la sua forte personalità. Dopo la fine del confronto, non ha perso tempo e invece di lasciarsi prendere dal fisiologico sconforto, ha riunito tutta la squadra consolando i calciatori, uno per uno. Dopo aver ricompattato il gruppo ecco l'arringa, per una scena che siamo abituati a vedere magari dopo ben altri tipi di risultati. Si è battuto il petto ripetutamente Moriyasu, che ha trasferito le sue emozioni all'intero Giappone.
Dopo il proverbiale "rompete le righe", l'allenatore ha pensato ai tanti connazionali che hanno seguito la squadra in Qatar. Avvicinatosi agli spalti, si è inchinato profondamente, restando in questa posizione per diversi secondi. Quello del commissario tecnico nipponico è un gesto di grande valore. Per comprenderne appieno il significato, bisogna conoscere la cultura giapponese.
Per questo popolo infatti l'inchino ha un valore importante, fondamentale per esprimere rispetto e cortesia. Proprio per questo ci sono diversi tipi di inchini, con il significato che cambia a seconda dell'inclinazione. Quello del ct del Giappone Moriyasu rientra nella categoria dei Saikeirei, ovvero il più profondo e ossequioso di tutti. Cosa vuol dire? Viene utilizzato per mostrare il massimo rispetto, in questo caso nei confronti dei tifosi del suo Paese, che hanno garantito un supporto costante.
E nel post-partita in conferenza stampa, il selezionatore ha dimostrato di credere ciecamente nei suoi giocatori e nelle loro possibilità: "I giocatori possono pensare di competere contro il mondo intero dallo stesso livello. Ci hanno mostrato il futuro del calcio giapponese, una nuova era. Abbiamo battuto la Germania, abbiamo battuto la Spagna, abbiamo battuto due campioni del mondo. Se pensiamo di andare avanti invece di ristagnare, il futuro cambierà sicuramente. I giocatori hanno davvero fatto del loro meglio. Non siamo riusciti a colmare di nuovo il divario, ma penso che i giocatori ci abbiano mostrato una nuova era. Se il calcio giapponese continua a voler essere sul palcoscenico migliore, sono fiducioso che saremo in grado di superare questa barriera". Si può vincere, anche perdendo.
Fonte:Fanpage.It
Lezione di civiltà, rispetto ed educazione da parte del Giappone e del suo ct, dopo la sconfitta agli ottavi contro la Croazia. L’inchino ha un significato speciale.
Sugli spalti e in campo i giapponesi hanno dato una lezione di grande civiltà ai Mondiali e possono tornare a casa a testa altissima. Se i tifosi in occasione delle partite della loro squadra e non solo, hanno ripulito lo stadio, i calciatori eliminati agli ottavi dalla Croazia hanno dimostrato di saper perdere. Il Ct della nazionale del Sol Levante in particolare si è reso protagonista di un atteggiamento esemplare, con un gesto particolare molto bello e significativo.
I nipponici torneranno a casa con la soddisfazione di aver battuto Germania e Spagna, e la delusione per aver perso la chance di qualificarsi ai quarti arrendendosi solo ai rigori alla Croazia di un super Livakovic. Al termine del match degli ottavi, l'atteggiamento della squadra del Giappone è stato encomiabile. Tanta delusione, ma anche grande compostezza da parte di tutto il gruppo e del suo condottiero Hajime Moriyasu.
Il ct del Giappone ha parlato a tutta la squadra dopo la sconfitta con la Croazia
L'ex calciatore e attuale commissario tecnico del Giappone, si è contraddistinto per la sua forte personalità. Dopo la fine del confronto, non ha perso tempo e invece di lasciarsi prendere dal fisiologico sconforto, ha riunito tutta la squadra consolando i calciatori, uno per uno. Dopo aver ricompattato il gruppo ecco l'arringa, per una scena che siamo abituati a vedere magari dopo ben altri tipi di risultati. Si è battuto il petto ripetutamente Moriyasu, che ha trasferito le sue emozioni all'intero Giappone.
Dopo il proverbiale "rompete le righe", l'allenatore ha pensato ai tanti connazionali che hanno seguito la squadra in Qatar. Avvicinatosi agli spalti, si è inchinato profondamente, restando in questa posizione per diversi secondi. Quello del commissario tecnico nipponico è un gesto di grande valore. Per comprenderne appieno il significato, bisogna conoscere la cultura giapponese.
Per questo popolo infatti l'inchino ha un valore importante, fondamentale per esprimere rispetto e cortesia. Proprio per questo ci sono diversi tipi di inchini, con il significato che cambia a seconda dell'inclinazione. Quello del ct del Giappone Moriyasu rientra nella categoria dei Saikeirei, ovvero il più profondo e ossequioso di tutti. Cosa vuol dire? Viene utilizzato per mostrare il massimo rispetto, in questo caso nei confronti dei tifosi del suo Paese, che hanno garantito un supporto costante.
E nel post-partita in conferenza stampa, il selezionatore ha dimostrato di credere ciecamente nei suoi giocatori e nelle loro possibilità: "I giocatori possono pensare di competere contro il mondo intero dallo stesso livello. Ci hanno mostrato il futuro del calcio giapponese, una nuova era. Abbiamo battuto la Germania, abbiamo battuto la Spagna, abbiamo battuto due campioni del mondo. Se pensiamo di andare avanti invece di ristagnare, il futuro cambierà sicuramente. I giocatori hanno davvero fatto del loro meglio. Non siamo riusciti a colmare di nuovo il divario, ma penso che i giocatori ci abbiano mostrato una nuova era. Se il calcio giapponese continua a voler essere sul palcoscenico migliore, sono fiducioso che saremo in grado di superare questa barriera". Si può vincere, anche perdendo.
Fonte:Fanpage.It
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- Messaggio n°168
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese sconfigge Scandicci per 2 a 1!
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- Messaggio n°169
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese supera di misura (2-1) lo Scandicci e sale al quarto posto
Gli arancioni tornano al successo contro la penultima forza della classe.
Pistoia, 11 dicembre 2022 - La Pistoiese torna al successo con il modesto Scandicci, penultimo della classe: 2-1 al “Melani” e, grazie ai risultati delle rivali, quarto posto solitario in classifica con 29 punti, a -9 dalla capolista Giana Erminio, dietro anche a Forlì e Carpi. L’allenatore Consonni deve fare a meno di Davì, Pertica e Citro (quest’ultimo in partenza). Avvio forte degli arancioni, desiderosi di riscattarsi dopo la sconfitta di San Mauro Pascoli. Al 9’ Mehic getta alle ortiche una buona opportunità da rete, non riuscendo ad agganciare il preciso traversone dalla destra di Macrì. Tre minuti più tardi Barzotti tenta di sorprendere Timperanza con un tiro dalla distanza, ma il pallone termina sopra la traversa.
Al quarto d’ora azione personale di Macrì, che dal limite dell’area scocca una conclusione maligna: il portiere si salva respingendo la sfera coi piedi. Al 35’ i padroni di casa passano in vantaggio: azione esemplare di Macrì, che sulla destra fa fuori due avversari e, arrivato nei sedici metri, mette la palla a giro col mancino sul secondo palo. Neppure centoventi secondi dopo, il 2-0 della Pistoiese: da posizione defilata, Barzotti batte a rete in modo potente, non lasciando scampo all’estremo difensore fiorentino.
Ripresa sulla falsariga della prima frazione di gioco, anche se lo Scandicci prova a rendersi pericoloso. Al 15’ Viscomi di testa va vicino al gol: la palla finisce di poco alta. Al 18’ il direttore di gara fischia il penalty a favore dello Scandicci per un presunto fallo di mano di Urbinati. Saccardi trafigge Urbietis dagli undici metri, dimezzando il vantaggio orange. I fiorentini tentano di completare la rimonta. Al 35’ battuta a rete insidiosa di Saccardi, con Urbietis che devia il pallone in corner. Poi la Pistoiese si limita a controllare, portando a casa 3 punti preziosi. Continua la rincorsa alla Giana Erminio: non sarà semplice, ma il campionato è lungo.
Il tabellino
Pistoiese-Scandicci 2-1
PISTOIESE (4-3-2-1): Urbietis; Benassi (28' st Florentine), Viscomi, Urbinati, Arcuri; Caponi, Mehic (38’ st Evangelista), Sighinolfi; Macrì, Boccardi (23’ st Di Biase); Barzotti. A disposizione: Vassallo, Malpaganti, Basani, Di Matteo, Ffroku, Ennasry. Allenatore: Consonni.
SCANDICCI (4-3-1-2): Timperanza; Frascadore, Ficini, Ghinassi, Cecconi; Di Blasio, Sinisgallo (42’ st Tacconi), Gianassi (1’ st Sammartino); Borgarello (31’ st Akammadu); Gozzerini, Saccardi (44’ st Corsi). A disposizione: Dainelli, Mengue, Alfani, Grillo, Vanni. Allenatore: Taccola.
ARBITRO: Benevelli di Modena.
MARCATORI: 35’ Macrì, 37’ pt Barzotti; 18’ st Saccardi (rig).
NOTE: pomeriggio nuvoloso, spettatori 677. Al 26’ st espulso il tecnico dello Scandicci Mirko Taccola per proteste. Ammonizioni: Urbinati, Macrì, Corsi. Angoli 4-3. Recupero: 1’, 5’.
Fonte: LaNazione.It
Gli arancioni tornano al successo contro la penultima forza della classe.
Pistoia, 11 dicembre 2022 - La Pistoiese torna al successo con il modesto Scandicci, penultimo della classe: 2-1 al “Melani” e, grazie ai risultati delle rivali, quarto posto solitario in classifica con 29 punti, a -9 dalla capolista Giana Erminio, dietro anche a Forlì e Carpi. L’allenatore Consonni deve fare a meno di Davì, Pertica e Citro (quest’ultimo in partenza). Avvio forte degli arancioni, desiderosi di riscattarsi dopo la sconfitta di San Mauro Pascoli. Al 9’ Mehic getta alle ortiche una buona opportunità da rete, non riuscendo ad agganciare il preciso traversone dalla destra di Macrì. Tre minuti più tardi Barzotti tenta di sorprendere Timperanza con un tiro dalla distanza, ma il pallone termina sopra la traversa.
Al quarto d’ora azione personale di Macrì, che dal limite dell’area scocca una conclusione maligna: il portiere si salva respingendo la sfera coi piedi. Al 35’ i padroni di casa passano in vantaggio: azione esemplare di Macrì, che sulla destra fa fuori due avversari e, arrivato nei sedici metri, mette la palla a giro col mancino sul secondo palo. Neppure centoventi secondi dopo, il 2-0 della Pistoiese: da posizione defilata, Barzotti batte a rete in modo potente, non lasciando scampo all’estremo difensore fiorentino.
Ripresa sulla falsariga della prima frazione di gioco, anche se lo Scandicci prova a rendersi pericoloso. Al 15’ Viscomi di testa va vicino al gol: la palla finisce di poco alta. Al 18’ il direttore di gara fischia il penalty a favore dello Scandicci per un presunto fallo di mano di Urbinati. Saccardi trafigge Urbietis dagli undici metri, dimezzando il vantaggio orange. I fiorentini tentano di completare la rimonta. Al 35’ battuta a rete insidiosa di Saccardi, con Urbietis che devia il pallone in corner. Poi la Pistoiese si limita a controllare, portando a casa 3 punti preziosi. Continua la rincorsa alla Giana Erminio: non sarà semplice, ma il campionato è lungo.
Il tabellino
Pistoiese-Scandicci 2-1
PISTOIESE (4-3-2-1): Urbietis; Benassi (28' st Florentine), Viscomi, Urbinati, Arcuri; Caponi, Mehic (38’ st Evangelista), Sighinolfi; Macrì, Boccardi (23’ st Di Biase); Barzotti. A disposizione: Vassallo, Malpaganti, Basani, Di Matteo, Ffroku, Ennasry. Allenatore: Consonni.
SCANDICCI (4-3-1-2): Timperanza; Frascadore, Ficini, Ghinassi, Cecconi; Di Blasio, Sinisgallo (42’ st Tacconi), Gianassi (1’ st Sammartino); Borgarello (31’ st Akammadu); Gozzerini, Saccardi (44’ st Corsi). A disposizione: Dainelli, Mengue, Alfani, Grillo, Vanni. Allenatore: Taccola.
ARBITRO: Benevelli di Modena.
MARCATORI: 35’ Macrì, 37’ pt Barzotti; 18’ st Saccardi (rig).
NOTE: pomeriggio nuvoloso, spettatori 677. Al 26’ st espulso il tecnico dello Scandicci Mirko Taccola per proteste. Ammonizioni: Urbinati, Macrì, Corsi. Angoli 4-3. Recupero: 1’, 5’.
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Re: La testa nel pallone
È morto Mihajlovic, il duro dal cuore grande: stroncato dalla leucemia a 53 anni
L'ex tecnico del Bologna si è spento in un ospedale di Roma. Nel luglio 2019 l'annuncio della malattia: "La batterò giocando all'attacco". Due grandi carriere, da giocatore (vinse la Coppa Campioni con la Stella Rossa nel 1990) e allenatore.
La notizia che nessuno avrebbe mai voluto arrivasse: ci ha lasciato Sinisa Mihajlovic. È morto in una clinica di Roma all'età di 53 anni. L'ex allenatore del Bologna aveva annunciato la scoperta della malattia in conferenza stampa il 13 luglio 2019: "Ho la leucemia, ma la batterò giocando all'attacco". Il 29 ottobre 2019 il trapianto di midollo osseo al Sant'Orsola di Bologna, il 22 novembre le dimissioni, ad inizio 2022 i nuovi campanelli d'allarme. Oggi l'annuncio della famiglia che ha spento anche l'ultima speranza.
COMUNICATO - Questo il comunicato della famiglia: "La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato".
CALCIATORE - Mihajlovic aveva iniziato la carriera da calciatore in patria, nell'allora Jugoslavia. Figlio di madre croata e padre serbo, era nato a Vukovar ma cresciuto nella vicina Borovo, dove aveva mosso i primi passi da giocatore prima di passare alla Vojvodina. Nel 1990 il grande salto alla Stella Rossa Belgrado dei fenomeni, quella di Savicevic, Prosinecki, Stojanovic, Jugovic, con cui vinse la Coppa dei Campioni battendo in finale al San Nicola di Bari l'Olympique Marsiglia. Arrivò in Italia nel 1992 firmando con la Roma. Il nostro Paese sarebbe diventato la sua seconda patria. Dopo i giallorossi, Sampdoria, Lazio e Inter. Sempre vincendo qualcosa o lasciando comunque il segno. Magari con una delle sue micidiali punizioni. Il ritiro dall'attività nel 2006. Ha realizzato 69 gol e servito 55 assist in 455 partite.
PALMARES - Il palmares è impressionante: 3 titoli nazionali con la Vojvodina (89) e Stella Rossa (91 e 92), due scudetti con Lazio (2000) e Inter (2006), 4 Coppe Italia con Lazio (2000 e 2004) e Inter (2005 e 2006), 3 Supercoppe italiane con biancocelesti 98 e 2000) e nerazzurri (2005). Con la Stella Rossa, oltre alla Coppa Campioni, nel 1990 arrivò anche l'Intercontinentale. Una Coppa delle Coppe con la Lazio nel 1999, una Supercoppa europea nello stesso anno sempre con i biancocelesti.
ALLENATORE - Iniziò la carriera da tecnico come vice di Mancini all'Inter, per passare poi a quella che sarebbe stata la sua prima e ultima panchina da allenatore, il Bologna. Poi Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino, una comparsata allo Sporting Lisbona durata solo 9 giorni (per il cambio del presidente) prima del ritorno nell'Emilia rossoblù. All'attivo anche un'esperienza sulla panchina della Serbia tra il 2012 e 2013.
Fonte: Gazzetta.It
L'ex tecnico del Bologna si è spento in un ospedale di Roma. Nel luglio 2019 l'annuncio della malattia: "La batterò giocando all'attacco". Due grandi carriere, da giocatore (vinse la Coppa Campioni con la Stella Rossa nel 1990) e allenatore.
La notizia che nessuno avrebbe mai voluto arrivasse: ci ha lasciato Sinisa Mihajlovic. È morto in una clinica di Roma all'età di 53 anni. L'ex allenatore del Bologna aveva annunciato la scoperta della malattia in conferenza stampa il 13 luglio 2019: "Ho la leucemia, ma la batterò giocando all'attacco". Il 29 ottobre 2019 il trapianto di midollo osseo al Sant'Orsola di Bologna, il 22 novembre le dimissioni, ad inizio 2022 i nuovi campanelli d'allarme. Oggi l'annuncio della famiglia che ha spento anche l'ultima speranza.
COMUNICATO - Questo il comunicato della famiglia: "La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato".
CALCIATORE - Mihajlovic aveva iniziato la carriera da calciatore in patria, nell'allora Jugoslavia. Figlio di madre croata e padre serbo, era nato a Vukovar ma cresciuto nella vicina Borovo, dove aveva mosso i primi passi da giocatore prima di passare alla Vojvodina. Nel 1990 il grande salto alla Stella Rossa Belgrado dei fenomeni, quella di Savicevic, Prosinecki, Stojanovic, Jugovic, con cui vinse la Coppa dei Campioni battendo in finale al San Nicola di Bari l'Olympique Marsiglia. Arrivò in Italia nel 1992 firmando con la Roma. Il nostro Paese sarebbe diventato la sua seconda patria. Dopo i giallorossi, Sampdoria, Lazio e Inter. Sempre vincendo qualcosa o lasciando comunque il segno. Magari con una delle sue micidiali punizioni. Il ritiro dall'attività nel 2006. Ha realizzato 69 gol e servito 55 assist in 455 partite.
PALMARES - Il palmares è impressionante: 3 titoli nazionali con la Vojvodina (89) e Stella Rossa (91 e 92), due scudetti con Lazio (2000) e Inter (2006), 4 Coppe Italia con Lazio (2000 e 2004) e Inter (2005 e 2006), 3 Supercoppe italiane con biancocelesti 98 e 2000) e nerazzurri (2005). Con la Stella Rossa, oltre alla Coppa Campioni, nel 1990 arrivò anche l'Intercontinentale. Una Coppa delle Coppe con la Lazio nel 1999, una Supercoppa europea nello stesso anno sempre con i biancocelesti.
ALLENATORE - Iniziò la carriera da tecnico come vice di Mancini all'Inter, per passare poi a quella che sarebbe stata la sua prima e ultima panchina da allenatore, il Bologna. Poi Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino, una comparsata allo Sporting Lisbona durata solo 9 giorni (per il cambio del presidente) prima del ritorno nell'Emilia rossoblù. All'attivo anche un'esperienza sulla panchina della Serbia tra il 2012 e 2013.
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- Messaggio n°171
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese pareggia contro il Ravenna 1 a 1!
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- Messaggio n°172
Re: La testa nel pallone
La Pistoiese sconfigge la Correggese per 1 a 0!
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- Messaggio n°173
Re: La testa nel pallone
Pistoiese, successo di misura (1-0) sulla Correggese e secondo posto in classifica
Gli arancioni vincono in casa grazie al gol del solito Di Biase, ma sprecano un penalty per raddoppiare nel secondo tempo.
Pistoia, 21 dicembre 2022 -Quarta vittoria interna consecutiva della Pistoiese, che supera 1-0 la Correggese al “Marcello Melani” nell’ultima giornata d’andata del girone D del campionato di serie D. Con questo successo, gli arancioni chiudono positivamente l’anno: adesso in classifica sono secondi con 33 punti, a pari merito col Forlì, a -11 dalla capolista Giana Erminio. Primo tempo con la Pistoiese a spingere. Al 3’ i padroni di casa si rendono insidiosi con una punizione di Macrì che sfiora l’incrocio dei pali alla sinistra di Bertozzi.
Al 24’ gli uomini di Consonni reclamano per un presunto fallo su Barzotti in area di rigore, ma l’arbitro fa proseguire il gioco: la sfera va sui piedi di Caponi, che conclude: la difesa si salva con affanno in calcio d’angolo. Il vantaggio dei locali arriva al 40’ col solito Gianmarco Di Biase: pregevole servizio di Macrì e l’attaccante insacca il pallone all’angolino. È il suo sesto gol, che a 17 anni… In tempo di recupero Macrì, servito in area da Mehic, si vede ribattere il tiro da Bertozzi.
Avvio di ripresa incoraggiante da parte dei toscani. Al 2’ Pertica va vicino al raddoppio, due minuti più tardi la traversa nega la gioia a Barzotti (colpo di testa). Al 16’ assist di Barzotti per Di Biase, che viene steso nei sedici metri da Bertozzi: calcio di rigore per gli arancioni. Batte Macrì, ma il suo sinistro è deviato dal portiere sulla sinistra: un’occasione gettata alle ortiche.
Al 26’ bel sinistro dal limite di Villanova, con Valentini che respinge il cuoio. Al 33’ dapprima Barzotti e poi Di Biase mettono in seria difficoltà la retroguardia ospite. Al 44’ bell’intervento di Valentini sulla punizione di Villanova dai 22 metri: pallone messo in corner. La partita termina con l’affermazione degli arancioni. Conquistata la seconda piazza, ci si augura che il 2023 sia tempo di caccia alla Giana.
PISTOIESE – CORREGGESE 1-0
PISTOIESE (4-2-3-1): Valentini; Pertica, Viscomi, Davì, Arcuri; Caponi, Mehic; Sighinolfi (34’ st Pietro Vassallo), Macrì (18’ st Andreoli), Di Biase; Barzotti.
A disposizione: Gambassi, Basani, Florentine, Boccardi, Evangelista, Ennasry, Urbinati.
Allenatore: Consonni.
CORREGGESE (3-5-2): Bertozzi; Davighi, Gigli, Pupeschi; Mattia Bassoli, Carta (37’ st Likaxhiu), Manuzzi (18’ st Villanova), Simoncelli, Mhadhbi (35’ pt Galletti); Simone Bassoli (31’ st Bradarskiy), Rizzi.
A disposizione: Tzafestas, Giorcelli, Cavallari, Montecchi, Galli.
Allenatore: Soda.
ARBITRO: Aloise di Lodi.
MARCATORE: 40’ pt Di Biase.
NOTE: pomeriggio piovoso, spettatori 550. Ammoniti: Macrì, Galletti, Caponi, Viscomi. Angoli: 6-2. Recupero: 2’, 4’. Al 17’ st Bertozzi para il penalty a Macrì.
Fonte: LaNazione.It
Gli arancioni vincono in casa grazie al gol del solito Di Biase, ma sprecano un penalty per raddoppiare nel secondo tempo.
Pistoia, 21 dicembre 2022 -Quarta vittoria interna consecutiva della Pistoiese, che supera 1-0 la Correggese al “Marcello Melani” nell’ultima giornata d’andata del girone D del campionato di serie D. Con questo successo, gli arancioni chiudono positivamente l’anno: adesso in classifica sono secondi con 33 punti, a pari merito col Forlì, a -11 dalla capolista Giana Erminio. Primo tempo con la Pistoiese a spingere. Al 3’ i padroni di casa si rendono insidiosi con una punizione di Macrì che sfiora l’incrocio dei pali alla sinistra di Bertozzi.
Al 24’ gli uomini di Consonni reclamano per un presunto fallo su Barzotti in area di rigore, ma l’arbitro fa proseguire il gioco: la sfera va sui piedi di Caponi, che conclude: la difesa si salva con affanno in calcio d’angolo. Il vantaggio dei locali arriva al 40’ col solito Gianmarco Di Biase: pregevole servizio di Macrì e l’attaccante insacca il pallone all’angolino. È il suo sesto gol, che a 17 anni… In tempo di recupero Macrì, servito in area da Mehic, si vede ribattere il tiro da Bertozzi.
Avvio di ripresa incoraggiante da parte dei toscani. Al 2’ Pertica va vicino al raddoppio, due minuti più tardi la traversa nega la gioia a Barzotti (colpo di testa). Al 16’ assist di Barzotti per Di Biase, che viene steso nei sedici metri da Bertozzi: calcio di rigore per gli arancioni. Batte Macrì, ma il suo sinistro è deviato dal portiere sulla sinistra: un’occasione gettata alle ortiche.
Al 26’ bel sinistro dal limite di Villanova, con Valentini che respinge il cuoio. Al 33’ dapprima Barzotti e poi Di Biase mettono in seria difficoltà la retroguardia ospite. Al 44’ bell’intervento di Valentini sulla punizione di Villanova dai 22 metri: pallone messo in corner. La partita termina con l’affermazione degli arancioni. Conquistata la seconda piazza, ci si augura che il 2023 sia tempo di caccia alla Giana.
PISTOIESE – CORREGGESE 1-0
PISTOIESE (4-2-3-1): Valentini; Pertica, Viscomi, Davì, Arcuri; Caponi, Mehic; Sighinolfi (34’ st Pietro Vassallo), Macrì (18’ st Andreoli), Di Biase; Barzotti.
A disposizione: Gambassi, Basani, Florentine, Boccardi, Evangelista, Ennasry, Urbinati.
Allenatore: Consonni.
CORREGGESE (3-5-2): Bertozzi; Davighi, Gigli, Pupeschi; Mattia Bassoli, Carta (37’ st Likaxhiu), Manuzzi (18’ st Villanova), Simoncelli, Mhadhbi (35’ pt Galletti); Simone Bassoli (31’ st Bradarskiy), Rizzi.
A disposizione: Tzafestas, Giorcelli, Cavallari, Montecchi, Galli.
Allenatore: Soda.
ARBITRO: Aloise di Lodi.
MARCATORE: 40’ pt Di Biase.
NOTE: pomeriggio piovoso, spettatori 550. Ammoniti: Macrì, Galletti, Caponi, Viscomi. Angoli: 6-2. Recupero: 2’, 4’. Al 17’ st Bertozzi para il penalty a Macrì.
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- Messaggio n°174
Re: La testa nel pallone
Gianluca Vialli è morto: Samp, Juve e il gemello del gol Mancini piangono il campione
Se n'è andato a 58 anni dopo cinque di battaglia contro il tumore. Da capo delegazione della Nazionale, al fianco dell'amico di una vita, ha vinto l'Europeo del 2021 dopo quello sfiorato da calciatore nell'88.
Gianluca Vialli è morto oggi a Londra a 58 anni dopo cinque di lotta contro un tumore al pancreas. Battuto e poi ricomparso. L'ex calciatore aveva lasciato pochi settimane fa il suo ruolo di capo delegazione della Nazionale. Quella Nazionale che due anni fa gli aveva regalato la gioia più bella, il titolo europeo che da giocatore gli era sfuggito nel 1988 (eliminato in semifinale dall'Urss). L'azzurro (59 presenze e 16 gol) per Vialli era sinonimo di rimpianto visto che due anni dopo, a Italia '90, vide spegnersi il suo sogno di nuovo in semifinale, interrotto stavolta dall'Argentina di Maradona.
Vialli, lo scudetto con la Sampdoria e altri 5 titoli
Le sue gioie da calciatore Vialli se l'è tolte in tre club: Sampdoria, Juventus e Chelsea. A Genova, dove è arrivato appena a 20 anni dopo essere esploso nella Cremonese (113 presenze e 25 reti), ha compiuto sicuramente il capolavoro più grande: la vittoria dello scudetto nel 1991. Un trionfo forse irripetibile a coronamento di un ciclo meraviglioso, aperto dalla conquista di tre Coppa Italia (1985, 1988 e 1989) e della Coppa delle Coppe (nel 1990). L'anno seguente arrivò un altro titolo (la Supercoppa italiana) ma anche la cocente delusione per la sconfitta ai supplementari in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona.
Vialli e la Champions League con la Juventus nel 1996
Chiusa la parentesi doriana nel 1992, dopo aver collezionato 141 gol in 328 partite, Vialli continuò a vincere con la Juventus, che lo acquistò per circa 40 miliardi di lire. Si prese subito (1993) una parziale rivincita in Europa alzando la Coppa Uefa. Poi, nel 1995, conquistò tre trofei (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa), preludio del trionfo in Champions League nel 1996 nella storica finale vinta a Roma a rigori contro l'Ajax.
Vialli al Chelsea: 4 titoli negli ultimi 3 anni di carriera
Quella stessa estate, dopo essersi svincolato, lasciò la Juventus (53 gol in 145 partite) per tentare la fortuna all'estero, nel Chelsea. Nel calcio inglese Vialli si trovò subito a proprio agio visto che calzava a pennello il suo modo di intendere il gioco: dinamismo, forza fisica, resistenza e abilità. E non fu un caso se negli ultimi tre anni di carriera si prese la soddisfazione di vincere altri 4 titoli: la Coppa d'Inghilterra nel 1997 e, nel 1998, pochi mesi dopo essere stato nominato "player-manager", prima la Coppa di Lega quindi la seconda Coppa delle Coppe (1998) infine la Supercoppa europea ai danni del Real Madrid.
Vialli allenatore: col Chelsea due trofei nel 2000
Ritiratosi all'alba dei 35 anni (con un invidiabile bottino finale di 40 reti in 78 presenze) dopo essersi tolto anche la soddisfazione di trascinare la squadra al terzo posto in Premier (miglior risultato dal 1970), Vialli ha quasi naturalmente proseguito nel nuovo ruolo di allenatore con gli stessi Blues, portati al successo nel 2000 prima in Coppa d'Inghilterra e poi in Supercoppa (la Charity Shield). Altri due trionfi (5 in 3 anni complessivamente) che lo resero, allora, il tecnico più vincente della storia del club. Ciò nonostante venne licenziato a settembre dopo appena 5 partite, a causa di un avvio stentato in campionato e di screzi con vari elementi della squadra (tra cui Deschamps, Petrescu e Zola).
Vialli e la carriera in tv
Dopo alcuni mesi di stop, a maggio 2001 accettò la proposta del Watford con cui però collezionò un deludente 14° posto che indusse il club di Elton John a licenziarlo al termine della stagione. Da allora decise di lasciare la panchina e di dedicarsi al ruolo di opinionista in tv. Un'altra carriera brillante passata da Italia 1 a Sky dove ha condotto anche argute inchieste sui mali del calcio italiano.
Vialli, la lotta contro il cancro e il ritorno in panchina al fianco di Mancini
Lasciata ogni attività nel 2017 per iniziare la battaglia contro il cancro al pancreas, a fine 2019 aveva accettato l'offerta del suo amico Roberto Mancini di sedersi accanto a lui sulla panchina della Nazionale con il duplice ruolo di dirigente e consigliere. L'abbraccio e le lacrime tra i due dopo il trionfo europeo del 2021 sul campo di Wembley, lo stesso che li vide piangere per amarezza 29 anni prima al termine della finale persa con il Barcellona, ha toccato i cuori di tutti. Un'immagine che resterà per sempre nella mente dei tifosi italiani.
Fonte: Repubblica.It
Se n'è andato a 58 anni dopo cinque di battaglia contro il tumore. Da capo delegazione della Nazionale, al fianco dell'amico di una vita, ha vinto l'Europeo del 2021 dopo quello sfiorato da calciatore nell'88.
Gianluca Vialli è morto oggi a Londra a 58 anni dopo cinque di lotta contro un tumore al pancreas. Battuto e poi ricomparso. L'ex calciatore aveva lasciato pochi settimane fa il suo ruolo di capo delegazione della Nazionale. Quella Nazionale che due anni fa gli aveva regalato la gioia più bella, il titolo europeo che da giocatore gli era sfuggito nel 1988 (eliminato in semifinale dall'Urss). L'azzurro (59 presenze e 16 gol) per Vialli era sinonimo di rimpianto visto che due anni dopo, a Italia '90, vide spegnersi il suo sogno di nuovo in semifinale, interrotto stavolta dall'Argentina di Maradona.
Vialli, lo scudetto con la Sampdoria e altri 5 titoli
Le sue gioie da calciatore Vialli se l'è tolte in tre club: Sampdoria, Juventus e Chelsea. A Genova, dove è arrivato appena a 20 anni dopo essere esploso nella Cremonese (113 presenze e 25 reti), ha compiuto sicuramente il capolavoro più grande: la vittoria dello scudetto nel 1991. Un trionfo forse irripetibile a coronamento di un ciclo meraviglioso, aperto dalla conquista di tre Coppa Italia (1985, 1988 e 1989) e della Coppa delle Coppe (nel 1990). L'anno seguente arrivò un altro titolo (la Supercoppa italiana) ma anche la cocente delusione per la sconfitta ai supplementari in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona.
Vialli e la Champions League con la Juventus nel 1996
Chiusa la parentesi doriana nel 1992, dopo aver collezionato 141 gol in 328 partite, Vialli continuò a vincere con la Juventus, che lo acquistò per circa 40 miliardi di lire. Si prese subito (1993) una parziale rivincita in Europa alzando la Coppa Uefa. Poi, nel 1995, conquistò tre trofei (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa), preludio del trionfo in Champions League nel 1996 nella storica finale vinta a Roma a rigori contro l'Ajax.
Vialli al Chelsea: 4 titoli negli ultimi 3 anni di carriera
Quella stessa estate, dopo essersi svincolato, lasciò la Juventus (53 gol in 145 partite) per tentare la fortuna all'estero, nel Chelsea. Nel calcio inglese Vialli si trovò subito a proprio agio visto che calzava a pennello il suo modo di intendere il gioco: dinamismo, forza fisica, resistenza e abilità. E non fu un caso se negli ultimi tre anni di carriera si prese la soddisfazione di vincere altri 4 titoli: la Coppa d'Inghilterra nel 1997 e, nel 1998, pochi mesi dopo essere stato nominato "player-manager", prima la Coppa di Lega quindi la seconda Coppa delle Coppe (1998) infine la Supercoppa europea ai danni del Real Madrid.
Vialli allenatore: col Chelsea due trofei nel 2000
Ritiratosi all'alba dei 35 anni (con un invidiabile bottino finale di 40 reti in 78 presenze) dopo essersi tolto anche la soddisfazione di trascinare la squadra al terzo posto in Premier (miglior risultato dal 1970), Vialli ha quasi naturalmente proseguito nel nuovo ruolo di allenatore con gli stessi Blues, portati al successo nel 2000 prima in Coppa d'Inghilterra e poi in Supercoppa (la Charity Shield). Altri due trionfi (5 in 3 anni complessivamente) che lo resero, allora, il tecnico più vincente della storia del club. Ciò nonostante venne licenziato a settembre dopo appena 5 partite, a causa di un avvio stentato in campionato e di screzi con vari elementi della squadra (tra cui Deschamps, Petrescu e Zola).
Vialli e la carriera in tv
Dopo alcuni mesi di stop, a maggio 2001 accettò la proposta del Watford con cui però collezionò un deludente 14° posto che indusse il club di Elton John a licenziarlo al termine della stagione. Da allora decise di lasciare la panchina e di dedicarsi al ruolo di opinionista in tv. Un'altra carriera brillante passata da Italia 1 a Sky dove ha condotto anche argute inchieste sui mali del calcio italiano.
Vialli, la lotta contro il cancro e il ritorno in panchina al fianco di Mancini
Lasciata ogni attività nel 2017 per iniziare la battaglia contro il cancro al pancreas, a fine 2019 aveva accettato l'offerta del suo amico Roberto Mancini di sedersi accanto a lui sulla panchina della Nazionale con il duplice ruolo di dirigente e consigliere. L'abbraccio e le lacrime tra i due dopo il trionfo europeo del 2021 sul campo di Wembley, lo stesso che li vide piangere per amarezza 29 anni prima al termine della finale persa con il Barcellona, ha toccato i cuori di tutti. Un'immagine che resterà per sempre nella mente dei tifosi italiani.
Fonte: Repubblica.It
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Re: La testa nel pallone
La Juventus batte la Cremonese per 1 a 0!
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Re: La testa nel pallone
Una punizione di Milik affossa la Cremonese, ma che fatica la Juve!
La squadra di Allegri passa a tempo scaduto, i grigiorossi colpiscono due pali con Dessers e Afena-Gyan. In campo Chiesa dal 55'.
“Luca Vialli segna per noi”: è uno striscione della Sud dedicato all’attaccante cremonese che ha trovato gloria nella Juve ad aprire la sfida dello Zini. Nessuno riesce ad emulare la splendida rovesciata con cui, in maglia bianconera, perforò la squadra della sua città nel campionato ’94-’95. La partita è decisa a tempo scaduto da Milik, che firma la vittoria della Juve (0-1) con un gran sinistro su punizione. In precedenza la Cremonese aveva colpito due pali, con Dessers e con Afena Gyan.
SETTIMA VITTORIA DI FILA - La Juve riparte da dove aveva lasciato – con la settima vittoria nonché il settimo clean sheet di fila - anche sul fronte infortuni: sono ben sei, l’ultimo in ordine di tempo quello di Di Maria, vittima di una contusione alla caviglia destra nella prima seduta bianconera post mondiale. Gli altri sono il solito Pogba, De Sciglio, Cuadrado, Bonucci e Vlahovic, alla quinta gara di fila saltata in campionato. Allegri scegli Soulé per la fascia destra, con l’ex Fagioli preferito a Rabiot nel ruolo di interno sinistro, con Miretti a far da raccordo fra la squadra e Milik. L’altro Massimiliano, Alvini, risponde schierando dal 1’ il neo arrivato Ferrari, con Valeri e Sernicola instancabili stantuffi sulle fasce e la coppia Dessers-Okereke in avanti.
DUE GOL ANNULLATI ALLA CREMONESE - Nel primo tempo è la Cremonese a farla da protagonista, con Bremer e Szczesny che stoppano Okereke in zona gol nei primi minuti. Poi Valeri di testa supera il portiere polacco, ma in millimetrico fuorigioco e la rete non viene convalidata. E’ una Cremonese concentrata e pronta a pungere: il suo pressing alto schiaccia la Juve, che fatica a ripartire, mentre la squadra di Alvini è prontissima nell’innescare i suoi attaccanti, con scambi nello stretto in avanti o veloci verticalizzazioni quando parte dalla sua trequarti. Il primo segnale di vita bianconero in avanti arriva dopo 19 minuti, con un sinistro velenoso di Soulé che non sorprende Carnesecchi, abile a deviare in angolo in tuffo. Dopo due minuti è però ancora la Cremonese a trovare la via del gol, stavolta con Dessers, ma Ayroldi non convalida stavolta per un presunto fallo dell’attaccante su Danilo. La Cremonese continua a macinare gioco offensivo, la Juve resta più coperta e ci prova un paio di volte dalla distanza, con Miretti e Kostic che però non inquadrano lo specchio.
CHIESA E KEAN PER ALZARE I GIRI, MA A DECIDERE È MILIK - La ripresa si apre su ritmi più blandi: la Cremonese ha allentato pressing e furore agonistico, la Juve non schiaccia sull’acceleratore. Al 55’ fanno il loro ingresso in campo Chiesa e Kean, per Soulé e Fagioli: chiaro l’intento di Allegri di alzare i giri. Un sinistro di Gatti fa correre un brivido nelle schiene grigiorosse, poi Hendry e Buonaiuto rilevano l’ammonito Ferrari ed Okereke. Kostic e Dessers sbagliano mira, Chiesa centra l’esterno della rete, ma l’occasione migliore della partita fin qui è il palo colpito da Dessers al minuto 69, subito dopo l’ingresso di Rabiot e Paredes. Il francese si fa ammonire a tempo di record, poi tocca a Bremer e pure a Meité, che sarà squalificato. Entrano Milanese e Afena-Gyan, Carnesecchi e Szczesny si guadagnano un posto in paradiso: il primo con un doppio intervento ravvicinato su Rabiot e Kean, l’altro su una conclusione di Valeri, lanciato in contropiede. Un palo colpito da Afena-Gyan da posizione angolata esaurisce le munizioni grigiorosse, la Juve, che complessivamente ha costruito meno della Cremonese, ne ha ancora una, ma letale. La spara Milik, che con un sinistro su punizione al 91’ punisce ben oltre i suoi demeriti la Cremonese.
Fonte: Gazzetta.It
La squadra di Allegri passa a tempo scaduto, i grigiorossi colpiscono due pali con Dessers e Afena-Gyan. In campo Chiesa dal 55'.
“Luca Vialli segna per noi”: è uno striscione della Sud dedicato all’attaccante cremonese che ha trovato gloria nella Juve ad aprire la sfida dello Zini. Nessuno riesce ad emulare la splendida rovesciata con cui, in maglia bianconera, perforò la squadra della sua città nel campionato ’94-’95. La partita è decisa a tempo scaduto da Milik, che firma la vittoria della Juve (0-1) con un gran sinistro su punizione. In precedenza la Cremonese aveva colpito due pali, con Dessers e con Afena Gyan.
SETTIMA VITTORIA DI FILA - La Juve riparte da dove aveva lasciato – con la settima vittoria nonché il settimo clean sheet di fila - anche sul fronte infortuni: sono ben sei, l’ultimo in ordine di tempo quello di Di Maria, vittima di una contusione alla caviglia destra nella prima seduta bianconera post mondiale. Gli altri sono il solito Pogba, De Sciglio, Cuadrado, Bonucci e Vlahovic, alla quinta gara di fila saltata in campionato. Allegri scegli Soulé per la fascia destra, con l’ex Fagioli preferito a Rabiot nel ruolo di interno sinistro, con Miretti a far da raccordo fra la squadra e Milik. L’altro Massimiliano, Alvini, risponde schierando dal 1’ il neo arrivato Ferrari, con Valeri e Sernicola instancabili stantuffi sulle fasce e la coppia Dessers-Okereke in avanti.
DUE GOL ANNULLATI ALLA CREMONESE - Nel primo tempo è la Cremonese a farla da protagonista, con Bremer e Szczesny che stoppano Okereke in zona gol nei primi minuti. Poi Valeri di testa supera il portiere polacco, ma in millimetrico fuorigioco e la rete non viene convalidata. E’ una Cremonese concentrata e pronta a pungere: il suo pressing alto schiaccia la Juve, che fatica a ripartire, mentre la squadra di Alvini è prontissima nell’innescare i suoi attaccanti, con scambi nello stretto in avanti o veloci verticalizzazioni quando parte dalla sua trequarti. Il primo segnale di vita bianconero in avanti arriva dopo 19 minuti, con un sinistro velenoso di Soulé che non sorprende Carnesecchi, abile a deviare in angolo in tuffo. Dopo due minuti è però ancora la Cremonese a trovare la via del gol, stavolta con Dessers, ma Ayroldi non convalida stavolta per un presunto fallo dell’attaccante su Danilo. La Cremonese continua a macinare gioco offensivo, la Juve resta più coperta e ci prova un paio di volte dalla distanza, con Miretti e Kostic che però non inquadrano lo specchio.
CHIESA E KEAN PER ALZARE I GIRI, MA A DECIDERE È MILIK - La ripresa si apre su ritmi più blandi: la Cremonese ha allentato pressing e furore agonistico, la Juve non schiaccia sull’acceleratore. Al 55’ fanno il loro ingresso in campo Chiesa e Kean, per Soulé e Fagioli: chiaro l’intento di Allegri di alzare i giri. Un sinistro di Gatti fa correre un brivido nelle schiene grigiorosse, poi Hendry e Buonaiuto rilevano l’ammonito Ferrari ed Okereke. Kostic e Dessers sbagliano mira, Chiesa centra l’esterno della rete, ma l’occasione migliore della partita fin qui è il palo colpito da Dessers al minuto 69, subito dopo l’ingresso di Rabiot e Paredes. Il francese si fa ammonire a tempo di record, poi tocca a Bremer e pure a Meité, che sarà squalificato. Entrano Milanese e Afena-Gyan, Carnesecchi e Szczesny si guadagnano un posto in paradiso: il primo con un doppio intervento ravvicinato su Rabiot e Kean, l’altro su una conclusione di Valeri, lanciato in contropiede. Un palo colpito da Afena-Gyan da posizione angolata esaurisce le munizioni grigiorosse, la Juve, che complessivamente ha costruito meno della Cremonese, ne ha ancora una, ma letale. La spara Milik, che con un sinistro su punizione al 91’ punisce ben oltre i suoi demeriti la Cremonese.
Fonte: Gazzetta.It
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Con delizia banchettiamo di coloro che vorrebbero assoggettarci.
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Un Mega Bacio alla mia cara Hunterus Heroicus KIM, Mishamiga in Winchester!
La Fretta è nemica della Perfezione!